lunedì 14 giugno 2010

Una Repubblica fondata sugli slogan (cit.)

Anche ieri Giulio Tremonti è stato morso dalla tarantola: “Abbiamo una quantità impressionante e crescente di regole, che hanno l’effetto di un blocco oltre il bisogno, di una ragnatela, che fa anche paura”, ha detto ieri, aggiungendo anche che se becca il tizio che è stato ministro dell’economia e il premier del governo che hanno permesso questo scempio e in questi dieci anni non hanno fatto nulla per evitarlo, gli fa un culo così. No, non l’ha aggiunto, in realtà: perche altrimenti avrebbe dovuto prendersela con i suoi sei anni e con Silvio Berlusconi, che invece è arrivato a sette e mezzo (su dieci), senza rendersi conto che quest’Italia è una jungla di leggi, e che signora mia bisogna deregolamentare per liberare l’impresa dai “lacci e lacciuoli” sempre citati dagli editorialisti. Tremonti però ormai è diventato un vecchio volpone, e ha capito come funziona il dibattito da queste parti: basta uscirsene con una frase a effetto – “Questo è un Paese che fa quattro chilometri di Gazzetta Ufficiale l’anno, un chilometro quadrato di regole all’anno” – e il più è fatto: pochi si ricorderanno dei precedenti. Quindi, non si adonterà il ministro se facciamo parte di questi: nemmeno dieci giorni fa Tremonti aveva annunciato modifiche alla Costituzione come priorità della crescita, oggi fa marcia indietro: una legge ordinaria per introdurre maggiore libertà di impresa e stop alla burocrazia, e un cambio di Carta per preservarla da operare con tempi meno convulsi. Ora il piano per lo meno è logico. Vediamo se sarà attuabile, certo.
Continua ...
http://www.giornalettismo.com/archives/67442/repubblica-fondata-sugli-slogan/

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