sabato 12 novembre 2011

La folla festeggia l'addio di Berlusconi: Silvio esce dalla porta posteriore/Video

Tensione tra manifestanti, chiuse via del Corso e via del Plebiscito. Contestatori a Palazzo Grazioli /Foto

Folla per l'arrivo di Berlusconi a Palazzo Chigi (foto Alessandro Di Meo - Ansa)

ROMA - Grande folla a via del Corso e in Piazza Colonna, che è off limits eccezion fatta per giornalisti e cameraman assiepati davanti a Palazzo Chigi in attesa prima che si concludesse l'incontro tra il premier Silvio Berlusconi e Mario Monti, poi dell'uscita del premier dopo l'ultimo consiglio dei ministri. Oltre alla stampa italiana, giornalisti e televisioni da tutto il mondo, tv giapponesi, corrispondenti francesi, spagnoli e tedeschi. Su via del Corso la folla aumenta di minuto in minuto, tanto da costringere alla chiusura della strada e alla deviazione delle linee bus 53, 85, 160, 62, 175 ,492, 63, 117, 119. Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha appena lasciato Palazzo Chigi, dall'entrata posteriore. L'uscita del presidente del Consiglio è stata accolta da urla della folla, che gridava 'Vattene, vattene ladrò. Tante le persone corse dietro alle auto di scorta del premier a piedi, che si sono riversate su via del Corso. L'uscita del presidente del Consiglio è stata accolta da urla della folla, che gridava Vattene, vattene ladro. Tante le persone corse dietro alle auto di scorta del premier a piedi, che si sono riversate su via del Corso. Le auto con a bordo il presidente del Consiglio e quelle con i ministri hanno imboccato via del Tritone e non via del Corso dove tanta folla ostruisce il passaggio proprio davanti alla Galleria Colonna. La macchina del premier è stata preceduta da un'altra sulla quale era a bordo il ministro delle Infrastrutture Matteoli, ed è stata seguita da un'altra vettura sulla quale si trovava il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni. «Buffone, buffone»: così grida la folla assiepata sul via del Corso, davanti alla Galleria Colonna, alla vista del ministro della Giustizia, Nitto Palma. Centinaia di persone sono assiepate davanti a Palazzo Grazioli in attesa dell'arrivo di Silvio Berlusconi, atteso dopo il Consiglio dei ministri durante la quale il premier dovrebbe decidere le dimissioni. Tra la folla ci sono molti contestatori, con cartelloni contro il Cavaliere: una salva di fischi è partita all'indirizzo dell'auto a bordo della quale erano Maurizio Lupi, Fabrizio Cicchitto e Raffaele Fitto. Via del Plebiscito è stata chiusa al traffico, presa d'assalto da giornalisti e curiosi. A creare un piccolo show con tanto di applausi e grida "brava, brava" è stata Annarella, l'ormai famosa anziana signora che diverse volte si è fermata a parlare con i politici (ultimo in ordine di tempo Umberto Bossi) che di fronte a tv e fotografi ha promesso di ubriacarsi non appena Berlusconi rassegnerà le sue dimissioni. «Berlusconi, dimissioni!», è il coro scandito da migliaia di persone a via del Corso, tra la Camera dei deputati e Palazzo Chigi. La folla, raggruppata a ridosso delle transenne, mostra cartelli di ogni genere: «12 novembre, festa di liberazione»; «Bye bye Silvio party»; «Game over». «Seguiremo Silvio dappertutto - dichiara uno dei manifestanti al megafono - da Palazzo Chigi a Palazzo Grazioli, da Palazzo Grazioli al Quirinale, dove canteremo l'Alleluia. Abbiamo già contattato gli strumentisti». La gente canta: «Noi siamo italiani, abbiamo un sogno nel cuore, Berlusconi a San Vittore». Tra la folla sono apparsi cartelli in cui si ringrazia il presidente della Repubblica: «Grazie Napolitano» c'era scritto su un grande foglio, mentre un altro riportava la scritta: «Finalmente». «Questa sarà la sua ultima cena» esclama con soddisfazione uno dei tanti ragazzi. Ad occupare il marciapiede che separa la piazza da via del Corso, non solo adulti ma anche giovanissimi, italiani e stranieri, provenienti dalla Spagna, dalla Germania, dall'America, che alla notizia delle ultime ore del premier non hanno saputo rinunciare a fermarsi. «Dobbiamo fare una foto, è un momento indimenticabile», dice una giovane spagnola. Molti, tra la folla, sono entusiasti della soluzione adottata e pronti ad accogliere il nuovo esecutivo. «Al momento non potevamo permetterci le elezioni - commenta un ragazzo raccogliendo iconsensi di chi gli è accanto - Monti sarà un ottimo traghettatore». E ancora: «Stavamo andando a fondo, Monti è più credibile». Sono decisi a restare, ad aspettare nella speranza di intravedere qualcuno varcare la soglia del Palazzo del governo. «Voglio vedere Berlusconi in faccia, adesso che ha le ore contate - dice una donna - Finalmente dopo la mezzanotte diventerà giorno». Davanti alla Camera qualcuno sventola un tricolore e alcune bandiere del Fli. Qualcun altro intona cori ('E adesso Berlusconi al 41 bis'). Diverse persone hanno intonato l'inno di Mameli esponendo cartelli con scritte come «12 novembre festa della liberazione». In piazza ci sono giovani ma anche diverse coppie di anziani. «Oggi è un giorno storico, per questo siamo qui» dicono in molti. In Piazza Montecitorio sono sorte discussioni tra diversi gruppi: alcuni hanno criticato la presenza di sostenitori di Fli. «Prima lo avete votato e ora lo criticate». Una ventina di aderenti a Forza Nuova che manifestavano con bandiere e cori, sono stati contestati dalla folla, che ha intonato l'Inno di Mameli cercando di allontanarli da Palazzo Chigi. «Dimissioni, dimissioni» oppure «tutti a San Vittore» sono gli slogan che una folla di contestatori urla davanti a palazzo Grazioli quando arriva un esponente del Pdl per partecipare all'ufficio di Presidenza. Presenti anche un'ottantina di giovani del Pdl, che attendono invece il premier per acclamarlo.

Le dimissioni di Berlusconi: la diretta di RepubblicaTv

Le dimissioni di Berlusconi: la diretta di RepubblicaTv

Folla a Palazzo Chigi - Diretta video

Fischi a Berlusconi davanti a Palazzo Chigi

Contestazioni anche a Palazzo Grazioli Cresce l'attesa e la folla al Quirinale dove il premier è atteso alle 8.30 per dare le dimissioni

Governo: Halleluja per la caduta del governo davanti al Quirinale

Roma, 12 nov. (Adnkronos) - Hanno scelto l'Halleluja per festeggiare la caduta del governo. Davanti al Quirinale dove il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi giungera' per rassegnare le dimissioni si sono riuniti tutti i cori di Roma. Associati nel gruppo 'resistenza musicale permanente' professionisti del teatro dell'Opera e dilettanti intonano il canto Handel. L'orchestra diretta da Fabrizio Cardosa ha radunato davanti alla piazza circa 500 persone, Nella folla cartelli con su scritto 'grazie Napolitano'.

DO YOU REMEMBER "CRAXI"?

Cina: nostre relazioni con Iran sono trasparenti

Cina: nostre relazioni con Iran sono trasparenti

PECHINO - Le relazioni commerciali esistenti tra la Cina e l'Iran sono normali e trasparenti. L'ha detto il portavoce del Ministero degli esteri cinese Hong Lei, a seguito di voci che chiedevano sanzioni nei confronti di aziende cinesi che appoggiano Teheran. I rapporti economici fra Pechino e Teheran sono "a beneficio dei popoli dei due Paesi" ... hanno danneggiato "gli interessi di altri Paesi e della 2comunita' internazionale" ... e "sono conformi alle risoluzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite e non hanno cambiato la posizione della Cina sulla proliferazione nucleare". Alcuni Paesi avevano richiesto sanzioni contro l'Iran dopo che l'Aiea aveva accusato l'Iran, senza prove evidenti, di partecipare in progetti e sperimenti per lo sviluppo di armi nucleari. Hong ha ribadito ha ribadito la posizione cinese, secondo cui "il dialogo e la cooperazione sono l'unica via efficace" e che la Cina vorrebbe impegnarsi con le parti coinvolte nel promuovere una soluzione pacifica della questione nucleare iraniana.

Iran: Turchia si oppone a qualsiasi tipo di intervento militare

Iran: Turchia si oppone a qualsiasi tipo di intervento militare

ANKARA - La Turchia si oppone all'eventualita' di un attacco militare contro l'iran, minacciato nei giorni scorsi da responsabili israeliani. Lo ha detto oggi il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu. ''Il fatto stesso di parlare di un eventuale intervento militare nella regione non e' corretto'', ha detto il capo della diplomazia turca. ''Ci opponiamo a un tale intervento e pensiamo che provocherebbe piu' instabilita''', ha aggiunto, second quanto riporta l'agenzia di stampa turca Anatolia. ''Non e' accettabile che dei paesi che sono essi stessi sospettati di avere la bomba atomica provochino nuove tensioni nella nostra regione'', ha affermato ancora Davutoglu, riferendosi a Israele.

Attacco all’Iran: esercitazioni militari Israele/Italia/Grecia nel deserto del Sinai

Attacco all’Iran: esercitazioni militari Israele/Italia/Grecia nel deserto del Sinai
TEHERAN – L’esercito israeliano, con la partecipazione degli eserciti di Italia e Grecia, terrà nel mese di Novembre esercitazioni militari senza precedenti nel deserto del Sinai, in Egitto. Secondo la rete satellitare Al-Alam, si tratta di manovre militari senza precedenti dal 1956 a questa parte; secondo le prime informazioni affiorate sull’esercitazione, in questa occasione Israele intende far esercitare ai propri piloti le tecniche di salvataggio a seguito dell’abbattimento dei propri aerei. Secondo gli esperti militari, si tratta di una ulteriore conferma al fatto che Israele avrebbe realmente intenzione di lanciare un attacco militare contro l’Iran. Ciò che induce molto alla riflessione è che Italia e Grecia abbiano accettato di partecipare a simili esercitazioni che nelle condizioni attuali hanno un significato chiaro nello scenario mediorientale; è chiaro che Roma e Atene compromettono in tal modo la loro posizione nel nuovo Medioriente.

La folla festeggia l'addio di Berlusconi: «Game over» e «Bye bye Silvio» /Video

In centinaia assediano Palazzo Chigi, molti i turisti che non vogliono perdersi gli ultimi istanti da premier del Cavaliere.

Cartelli di giubilo a via del Corso (foto Riccardo De Luca - Ap)

ROMA - Grande folla a via del Corso e in Piazza Colonna, che è off limits eccezion fatta per giornalisti e cameraman assiepati davanti a Palazzo Chigi in attesa prima che si concludesse l'incontro tra il premier Silvio Berlusconi e Mario Monti, poi dell'uscita del premier dopo l'ultimo consiglio dei ministri. Oltre alla stampa italiana, giornalisti e televisioni da tutto il mondo, tv giapponesi, corrispondenti francesi, spagnoli e tedeschi. Ai lati della piazza la folla aumenta di minuto in minuto. A creare un piccolo show con tanto di applausi e grida "brava, brava" è stata Annarella, l'ormai famosa anziana signora che diverse volte si è fermata a parlare con i politici (ultimo in ordine di tempo Umberto Bossi) che di fronte a tv e fotografi ha promesso di ubriacarsi non appena Berlusconi rassegnerà le sue dimissioni. «Berlusconi, dimissioni!», è il coro scandito da centinaia di persone a via del Corso, tra la Camera dei deputati e Palazzo Chigi. La folla, raggruppata a ridosso delle transenne, mostra cartelli di ogni genere: «12 novembre, festa di liberazione»; «Bye bye Silvio party»; «Game over». «Seguiremo Silvio dappertutto - dichiara uno dei manifestanti al megafono - da Palazzo Chigi a Palazzo Grazioli, da Palazzo Grazioli al Quirinale, dove canteremo l'Alleluia. Abbiamo già contattato gli strumentisti». La gente canta: «Noi siamo italiani, abbiamo un sogno nel cuore, Berlusconi a San Vittore». Tra la folla sono apparsi cartelli in cui si ringrazia il presidente della Repubblica: «Grazie Napolitano» c'era scritto su un grande foglio, mentre un altro riportava la scritta: «Finalmente». «Questa sarà la sua ultima cena» esclama con soddisfazione uno dei tanti ragazzi. Ad occupare il marciapiede che separa la piazza da via del Corso, non solo adulti ma anche giovanissimi, italiani e stranieri, provenienti dalla Spagna, dalla Germania, dall'America, che alla notizia delle ultime ore del premier non hanno saputo rinunciare a fermarsi. «Dobbiamo fare una foto, è un momento indimenticabile», dice una giovane spagnola. Molti, tra la folla, sono entusiasti della soluzione adottata e pronti ad accogliere il nuovo esecutivo. «Al momento non potevamo permetterci le elezioni - commenta un ragazzo raccogliendo iconsensi di chi gli è accanto - Monti sarà un ottimo traghettatore». E ancora: «Stavamo andando a fondo, Monti è più credibile». Sono decisi a restare, ad aspettare nella speranza di intravedere qualcuno varcare la soglia del Palazzo del governo. «Voglio vedere Berlusconi in faccia, adesso che ha le ore contate - dice una donna - Finalmente dopo la mezzanotte diventerà giorno». Davanti alla Camera qualcuno sventola un tricolore e alcune bandiere del Fli. Qualcun altro intona cori ('E adesso Berlusconi al 41 bis'). Diverse persone hanno intonato l'inno di Mameli esponendo cartelli con scritte come «12 novembre festa della liberazione». In piazza ci sono giovani ma anche diverse coppie di anziani. «Oggi è un giorno storico, per questo siamo qui» dicono in molti. In Piazza Montecitorio sono sorte discussioni tra diversi gruppi: alcuni hanno criticato la presenza di sostenitori di Fli. «Prima lo avete votato e ora lo criticate».

La stampa estera congeda il premier "L'Italia chiude l'era Berlusconi"

Giornali e siti in tutto il pianeta titolano sull'uscita di scena del Cavaliere. E tanti citano Mario Monti come unica soluzione di governo possibile per l'Italia. Il Financial Times: "Forse il berlusconismo non finisce con l'uscita di Silvio"

ROMA - Le dimissioni di Berlusconi sono argomento da grandi titoli per i giornali e i siti web del mondo. Tutti giudicano l'uscita del premier una mossa indispensabile per l'inizio del risanamento della situazione italiana, e qualcuno indica Mario Monti come unica personalità in grado di condurre il Paese in questo momento difficile. Stampa tedesca. "Roma aspetta il ritiro di Berlusconi", questo il titolo il sito del Financial Times Deutschland. Il giornale racconta l'attesa per "le dimissioni di Berlusconi", dando conto della "resistenza contro la soluzione di un governo di crisi favorita dal presidente della Repubblica". Guarda già a domani il quotidiano di MonacoSueddeutsche Zeitung, che titola: "Come l'Italia si può reinvertare". "Il sistema politico italiano è crollato in macerie, ma la fine del sistema berlusconiano autocratico e corrotto offre anche enormi possibilità al Paese", scrive il giornale bavarese. "I cittadini italiani aspettano la fine di una politica indicibilmente machista, in cui etica e morale non contavano e su tutto dominava la legge del potere e del denaro".
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Lagarde: "Ho grande stima di Monti E' estremamente competente"

La direttrice del Fondo monetario internazionale promuove il presidente del Consiglio in pectore e ribadisce: "L'Italia ha bisogno di stabilità, chiarezza e credibilità politica"

MILANO - Il direttore generale del Fmi, Christine Lagarde, ha molta "molta stima" per Mario Monti, neo senatore a vita e indicato per un possibile incarico da presidente del consiglio. "E' una persona estremamente competente che conosco molto bene" ha aggiunto nel corso di una conferenza stampa a Tokyo. "Conosco molto bene Mario Monti, ho molta stima e rispetto per lui, penso che sia una persona estremamente competente con la quale in ogni caso ho sempre avuto un dialogo allo stesso tempo produttivo ed estremamente intenso", ha rilevato il direttore generale del Fmi. Lagarde, nel corso della conferenza stampa a Tokyo al termine della breve visita in Giappone prima di partecipare al summit Apec delle Hawaii, ha ribadito che "stabilità, chiarezza e credibilità politica" sono alla base di "un serio piano di riforme".

GOVERNO: DIMISSIONI BERLUSCONI IN SERATA, DOMANI AL VIA CONSULTAZIONI COLLE

(ASCA) - Roma, 12 nov - Le consultazioni del Presidente dellaRepubblica Giorgio Napolitano per la formazione del nuovo governo prenderanno il via domani mattina al Quirinale. Secondo quanto si apprende questa sera al Colle e' atteso solo il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi per le dimissioni. L'arrivo del premier dovrebbe essere tra le 20 e le 20.30. Solo dopo l'ufficializzazione delle dimissioni il Quirinale comunichera' il calendario delle consultazioni, che prenderanno comunque il via domani mattina.

Il mondo festeggia l’addio di Silvio

Sui giornali esteri dei principali Paesi occidentali toni di giubilo per le dimissioni del nostro presidente del consiglio, almeno per poche ore ancora

Nell’imminenza delle dimissioni del premier italiano Berlusconi, la stampa estera ‘saluta’ la svolta italiana. Sui principali quotidiani di Stati Uniti, Francia, Spagna e Germania si leggono toni di sollievo per la fuoriuscita dell’uomo che stava trascinando il mondo verso una nuova, terribile, recessione globale. Il pericolo ancora non è scongiurato ma almeno Berlusconi non ci sarà più: per assicurarsene Bild fa addirittura una diretta delle ultime ore da presidente del consiglio di Silvio.

EL PAIS SALUTA SILVIO – Adesso, Silvio Berlusconi “se ne può andare” titola EL PAIS. Per il quotidiano spagnolo siamo alla fine dell’era Berlusconi e col voto ieri del senato e oggi della camera l’Italia volta pagina.

Dimettendosi, dice il quotidiano spagnolo “per una volta con una certa sensatezza” Berlusconi mette fine a “diciassette anni di eccentrica presenza nella vita politica italiana”. A succedergli, continua il quotidiano, sarà probabilmente Mario Monti, “un uomo integro” e candidato più autorevole “a formare un governo di ampio consenso”. Sempre in Spagna, EL MUNDO titola sulla cronaca di giornale e mette in evidenza l’incontro Berlusconi Monti, che “si riuniscono per affrontare la formazione del nuovo governo”.

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http://www.giornalettismo.com/archives/167667/il-mondo-festeggia-laddio-di-silvio/

Indignati a Plaza Catalunya a Barcellona

(ANSA) - MADRID - A una settimana dalle politiche anticipate spagnole del 20 novembre gli indignados di Barcellona hanno rioccupato la notte scorsa la Plaza Catalunya, uno dei due grandi simboli con Puerta del Sol a Madrid dell'esplosione del movimento nel maggio scorso. I giovani intendono rimanere accampati sulla piazza della citta' catalana, dove hanno aperto un 'punto d'informazione' sulle elezioni, almeno fino al giorno del voto, ha indicato un loro portavoce. Il movimento non ha dato indicazioni di voto.

Allelujah per le dimissioni di Berlusconi

Appuntamento in piazza per intonare Handel per congedo del premier

La ‘resistenza musicale permanente’ si è data appuntamento alle ore 17 davanti al Quirinale per “un’esecuzione estemporanea dell’ ‘Hallelujah dal Messiah’ di Handel che accompagnerà le dimissioni del Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, previste intorno a quell’ora al Colle”.

CANTIAMO - “Non vogliamo – è scritto nella mail di convocazione agli associati- che questo cambiamento passi inosservato, che la classe politica lo digerisca automaticamente e passi ad altri governi autoreferenziali senza avvertire il peso delle nostre aspettative, dei nostri desideri, della nostra intelligenza. Che almeno si possa sentire il suono di tutto questo. Invitiamo tutti, musicisti e non, professionisti e dilettanti a cantare e suonare con ogni sorta di strumento. Sarebbe bello che anche chi non conosce affatto la musica si sentisse in diritto di gridare: ‘Alleluia!’…’”

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http://www.giornalettismo.com/archives/167669/allelujah-per-le-dimissioni-di-berlusconi/

Berlusconi alla disperata ricerca di un salvacondotto giudiziario?

Berlusconi alla disperata ricerca di un salvacondotto giudiziario?
Se - come dice Marco Travaglio - per la prima volta in vita sua (e sicuramente per la prima volta da quando è in politica) Silvio Berlusconi manterrà la sua parola e si dimetterà oggi, al termine dell'approvazione in Parlamento della legge di stabilità, e darà il via ad un governo Monti, per lui ci sarà un altro problema: quello giudiziario. Infatti il premier ha tre processi attivi: quello per la corruzione di David Mills come testimone, quello per violazione delle leggi fiscali nella compravendita di diritti dei film dall'estero, e quello in cui è accusato di prostituzione minorile e di concussione in relazione alle vicende di Karima El Marough, alias Ruby Rubacuori. E tutti e tre sono a Milano. Le situazioni sono diverse: il primo è quasi prescritto (verrà sancita la prescrizione a febbraio), ma la situazione è chiara. Infatti c'è una sentenza di terzo grado che dice che Mills è stato corrotto da Berlusconi con 600 mila dollari per mentire in due processi che riguardavo il "quasi-ex" premier. Ogni altra discussione quindi è inutile, dal punto di vista morale; dal punto di vista sostanziale, una sentenza che passa in giudicato prima della prescrizione è impossibile. Il secondo andrà in prescrizione solo nel 2013, e quindi già è più difficile. Per il terzo, che è ancora alle fasi iniziali, c'è una prescrizione di 15 anni e quindi c'è tempo. Ma ci sono anche alcuni processi ancora in fase di indagine: Firenze, Milano, Caltanissetta... insomma, di lui si occupano diverse procure. E adesso Berlusconi non ha più lo scudo della sua attività di premier, che gli impedisce di andare in Tribunale. Mentre finora è sempre stato difficile fare le udienze che lo riguardavano, adesso sarà molto più semplice. Anche perchè Silvio Berlusconi è solo iun parlamentare, non ha cariche nè posto in una delle commissioni. Sarà difficile dimostrare, come prevedono le sentenze della Corte Costituzionale, la sua indispensabilità nelle attività parlamentari. Di conseguenza, i giudici potranno fissare anche più di una udienza alla settimana, con ovvia riduzione dei tempi necessari per il processo. E questo riguarda in particolare il processo Mediaset: con una udienza alla settimana, ci poteva volere un anno per chiudere il processo; con più udienze ci vorrà di meno. E quindi può darsi si riuscirà a chiudere prima della prescrizione. Per questo è facile capire perchè stia cercando di ottenere da Mario Monti, futuro Presidente del Consiglio in pectore, una qualche forma di salvacondotto. Che in realtà non è concedibile da nessuno: l'indipendenza della magistratura e l'obbligatorietà dell'azione penale, escludono concessioni del genere. Ma che è raggiungibile attraverso l'approvazione delle leggi ad personam volute dal premier: processo breve (per avvicinare la prescrizione), processo lungo (per allungare i tempi di un processo all'infinito) e così via. Per questo, coloro che stanno festeggiando per il governo Monti, devono trattenersi un attimo: se non avrà quello che gli interessa, il premier ben difficilmente sosterrà il governo.

Alluvione a Messina, diciotto indagati

Disastro e omicidio colposo plurimo le ipotesi di reato. A Giampilieri nel 2009 morirono 37 persone

MESSINA - Due anni fa l'alluvione che travolse e devastò Giampilieri, Scaletta Zanclea e Itala provocando 37 morti. Adesso la procura di Messina ha chiuso le indagini. Gli indagati sono diciotto, per le ipotesi di reato di disastro e omicidio colposi plurimi. L'inchiesta è coordinata dal procuratore Guido Lo Forte e dai sostituti Adriana Sciglio e Stefano Ammendola.

MANCATI INTERVENTI - Gli avvisi di conclusione delle indagini, notificati o in corso di notifica, riguardano il sindaco di Messina Giuseppe Buzzanca, quello di Scaletta Zanclea, Mario Briguglio, l'ex commissario straordinario del Comune di Messina Gaspare Sinatra, l'ex responsabile della Protezione civile regionale Salvatore Cocina, il capo di gabinetto dell'assessorato regionale Territorio ed Ambiente Giovanni Arnone, i geologi Antonino Savoca, Alberto Pistorio, Tiziana Flora Lucchesi, Salvatore Cotone e i progettisti dei lavori eseguiti nei torrenti di Divieto e Racinazzi straripati in occasione del disastro del primo ottobre 2009 a Scaletta Zanclea, Francesco Triolo, Salvatore Di Blasi, Stefano Bello, Giovanni Garufi, Carmelo Antonino Melato, Agatino Giuseppe Manganaro, nonchè i tecnici Giuseppe Rago, Felice Grasso e Giovanni Randazzo. La procura - sulla base di una corposa consulenza tecnica - punta l'indice contro i mancati interventi di messa in sicurezza del territorio dopo l'alluvione dell'ottobre 2007 che doveva mettere in preallarme visto che si sarebbe trattato di una tragedia solo annunciata. (fonte Agi)

Gli scontenti del Pdl vanno nel Misto E gli ex An si smarcano dal partito

Antonione, Destro, Gava, Pittelli e Sardelli danno vita a «Costituente popolare liberale-Pli»

Giustina Destro (Imagoeconomica)
Giustina Destro (Imagoeconomica)
MILANO - Prove di cambiamento di orizzonte politico. C'è chi come Gabriella Carlucci passa in una notte dal Pdl all'Udc c'è anche chi preferisce compiere un percorso di transizione a tappe. Così oggi i deputati Roberto Antonione, Giustina Destro, Fabio Gava, Giancarlo Pittelli e Sardelli ex esponenti del Pdl hanno formalizzato la costituzione all'interno del gruppo Misto della Camera dei deputati della componente «Costituente popolare liberale-Pli». All'iniziativa ha partecipato Enzo Scotti in rappresentanza di «Noi Sud». All'iniziativa dei deputati «malpancisti» ha avuto un «ruolo determinante» il Partito liberale italiano con il quale, spiega Pittelli, «è stato raggiunto un accordo di collaborazione politica».
EX AN - Poi tocca agli ex An nel Pdl. È quasi pronto infatti un documento che sarà sottoscritto da una trentina di deputati dell'ex An, oggi nel Pdl, nel quale si sostiene che l'opzione principale resta quella delle elezioni anticipate dopo le dimissioni di Silvio Berlusconi. Ma si aggiunge che se il Pdl dovesse proporre un nuovo governo, riferiscono diverse fonti, allora questo dovrà essere solo tecnico e portare ad elezioni in primavera. Il testo è in corso di elaborazione e la decisione è stata presa al termine di una riunionoe con Maurizio Gasparri, Ignazio La Russa, Giorgia Meloni e una trentina di deputati che hanno sostenuto in queste ore la linea del voto anticipato. Da segnalare poi che Santo Versace, ex Pdl, è passato all'Api di Rutelli.

Iran, forte esplosione in base militare dei Pasdaran. Almeno 27 morti, 16 feriti

Teheran, 12 nov. - (Adnkronos/Aki) - Almeno 27 morti e 16 feriti, di cui alcuni in condizioni critiche. E' il bilancio dell'esplosione avvenuta oggi in una base militare dei Guardiani della Rivoluzione a Malard, citta' situata a 45 chilometri da Teheran. Lo ha riferito la tv di Stato di Teheran.

Secondo i media iraniani, a provocare l'incidente sarebbe stata l'esplosione di un deposito di munizioni, la cui natura deve essere ancora accertata. La deflagrazione e' stata cosi' forte che e' stata avvertita anche a decine di chilometri di distanza dalla base.

Monti-Berlusconi 2 ore a colloquio Via libera definitivo a Ddl stabilità

Roma, 12 nov. (Adnkronos/Ign) - E' iniziata di buon ora la lunga giornata di Mario Monti. Il neo senatore a vita, intorno alle 9.15 ha lasciato l'hotel Forum, nel centro di Roma e ha raggiunto i suoi nuovi uffici di palazzo Giustiniani, senza rilasciare nessuna dichiarazione ai cronisti che lo aspettavano. Qualche ora dopo è stato raggiunto dal presidente della Bce Mario Draghi. Anche il segretario del Pd Pierluigi Bersani accompagnato dal suo vice Enrico Letta ha avuto un colloquio informale con il neo senatore a vita.

Poi Monti si è recato a Palazzo Chigi per incontrare il premier Silvio Berlusconi. Al colloquio, durato oltre 2 ore hanno partecipano anche il sottosegretario alla presidenza Gianni Letta e il segretario del Pdl Angelino Alfano.

Nel frattempo è arrivato il via libera al ddl stabilità dalla commissione Bilancio della Camera. Il provvedimento, insieme al ddl bilancio, passa all'esame dell'Aula di Montecitorio per ottenere l'ok in questi minuti. Dopo l'approvazione alla Camera il premier dovrebbe salire al Colle a rassegnare le dimissioni. Poi si apriranno le consultazioni e già domani, probabilmente entro la giornata, il capo dello Stato procederà ad assegnare il nuovo incarico.

Mario Monti è il candidato più gettonato, ma il nome è avversato dalla Lega (che ieri ha indicato Dini) e da parte del Pdl che punta su Alfano. Un'ipotesi che non piace assolutamente al Pd. " Assolutamente no, non credo che questa sarebbe una soluzione", ha detto Massimo D'Alema. "Non so se un governo di questo genere avrebbe la maggioranza. Non riesco a capire in che cosa un governo guidato da Alfanodovrebbe essere più forte di un governo Berlusconi. L'ipotesi -ha aggiunto D'Alema- si può tentare. Se ritengono di doverla tentare, la tentino pure, ma una prospettiva di questo genere non convince nessuno, neppure l'Udc, neppure il Terzo Polo. Mi pare un'idea tutta interna agli equilibri del centrodestra, ma mi sembra che oramai il problema sia un altro: è quello di costruire una soluzione su cui possa convergere un più largo consenso delle forze politiche e del Paese". Quanto ai tentennamenti dell'Idv il segretario Pd Bersani li liquida con una delle sue metafore: "O si va a messa o si sta a casa".
Continua ...