lunedì 5 ottobre 2009

Stampa estera: giustizia e informazione - "Il sabato nero di Berlusconi"

LONDRA - "Il sabato nero di Silvio Berlusconi": così la stampa internazionale di oggi descrive gli ultimi sviluppi dello scandalo cresciuto attorno al presidente del Consiglio. La "più grande manifestazione mai tenutasi in Italia per la libertà di stampa" e la sentenza del Tribunale di Milano che ha condannato la Fininvest di Berlusconi a pagare750 milioni di danni alla Cir di Carlo De Benedetti, riconoscendo che la società del premier italiano ha corrotto dei giudici per ottenere il possesso della Mondadori negli anni '90, sono i due elementi di una giornata, il 3 ottobre 2009, che secondo i giornali stranieri "non verrà dimenticata tanto presto" dal leader del centro-destra. Dal Wall Street Journal al Financial Times, dal Guardian al Telegraph, dalla stampa francese a quella spagnola, tutti i maggiori organi di informazione danno ampio risalto alla sentenza dei giudici milanesi contro Berlusconi. "La decisione impartisce un duro colpo alla Fininvest" dal punto di vista finanziario, scrive il Wall Street Journal. Il quotidiano britannico Telegraph osserva che il verdetto conferma che il capo del governo "ha corrotto un giudice", notando che Berlusconi non è stato processato in sede penale, ma soltanto in un tribunale civile, solo grazie al fatto che sono scaduti i termini per portarlo in tribunale. Il Guardian ricorda che la sentenza giunge pochi giorni prima di un'altra molto attesa decisione giudiziaria, quella della Corte Costituzionale, che sarà chiamata a esaminare la legalità del Lodo Alfano, ossia della legge, fatta approvare dal governo Berlusconi, che concede al premier l'immunità da cause giudiziarie. Lo svizzero 24 Heures nota che, oltre a riportare in prima pagina il fatto che Berlusconi ha corrotto un giudice, la sentenza di Milano lo condanna a pagare una cifra enorme per danni all'editore del giornale che "da sei mesi denuncia i suoi scandali privati". OAS_RICH('Middle'); L'altro tema del giorno per i media esteri è la manifestazione di sabato a Roma e in altre città in difesa della libertà di stampa. Il raduno "ha sorpreso per la sua ampiezza", scrive il francese Les Temps. Una manifestazione "monstre", la più grande mai organizzata in difesa della libertà di stampa in Italia, scrive l'Humanité. L'Irish Times afferma che l'editoriale critico nei confronti della manifestazione da parte del direttore del Tg1, Augusto Minzolini, è "un perfetto esempio di come la libertà di stampa viene limitata in Italia"; e nota la severa condanna del premier espressa alla manifestazione dal giornalisti del settimanale cattolico Famiglia Cristiana: "E' diabolico cercare di far credere alla gente che questa manifestazione sia una farsa", è il commento di Famiglia Cristiana riportato dal maggior quotidiano di un paese profondamente cattolico come l'Irlanda, alludendo alle parole usate da Berlusconi per minimizzare il significato dell'evento, "chiunque dice una cosa del genere, è in malafede e sa di esserlo". Libération a Parigi e il quotidiano The Australian a Sydney sono tra gli altri organi di stampa che scrivono sulla manifestazione di Roma. Lo spagnolo El Mundo dedica inoltre un articolo al ritorno sulle scene del premio Nobel per la letteratura Dario Fo, con un lavoro "irriverente" che ha per bersaglio Silvio Berlusconi, "L'anomalo bicefalo". E il Wall Street Journal pubblica un'inchiesta sulle difficoltà delle reti Mediaset, in concorrenza con quelle di Sky (quest'ultima, come il Journal, è di proprietà di Rupert Murdoch, editore rivale di Berlusconi), osservando che le televisioni del Cavaliere stanno cercando di rispondere al calo di pubblicità scegliendo come target "le famiglie a basso reddito", ovvero quelle che non possono permettersi di pagare un pacchetto di abbonamento per una programmazione più varia e ricca.
http://www.repubblica.it/2009/09/sezioni/politica/berlusconi-divorzio-30/rassegna-5-ottobre/rassegna-5-ottobre.html

Infrastrutture: Marcegaglia, "Ponte sullo Stretto non e' una priorita'"

PAVIA - Il ponte sullo Stretto di Messina non e' una priorita', prima bisogna fare "opere che servono". A dirlo e' il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, a margine dell'assemblea degli industriali di Pavia. "Abbiamo bisogno - ha aggiunto Marcegaglia - di mettere in sicurezza il territorio, abbiamo bisogno di piccole opere, ci sono pezzi di autostrada non finiti, e' importante realizzare queste infrastrutture necessarie per dare piu' efficienza al sistema logistico italiano". (RCD)
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Economia/Infrastrutture-Marcegaglia-Ponte-Stretto-non-priorita/05-10-2009/1-A_000051748.shtml

Lodo Mondadori Premier, vado avanti -

Berlusconi 'allibito': sentenza al di la' del bene e del male, non tradiremo gli italiani.
ROMA - "Sono letteralmente allibito, è una sentenza al di là del bene e del male, è certamente una enormità giuridica. Sappiano comunque tutti gli oppositori che il governo porterà a termine la sua missione quinquennale e non c'é nulla che potrà farci tradire il mandato che gli italiani ci hanno conferito". Lo afferma, in una dichiarazione a proposito della decisione della magistratura sul Lodo Mondadori, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. La dichiarazione di Berlusconi era stata preceduta dalla presa di posizione dei vertici del Pdl in Parlamento. "La tempistica e i contenuti di una sentenza che a 20 anni dai fatti arriva con sospetta puntualità, rafforzano l'opinione di quanti, come noi, pensano che vi sia chi sta tentando, con mezzi impropri, di contrastare la volontà democratica del popolo italiano", sostengono in una nota i presidenti del gruppo Pdl al Senato ed alla Camera Maurizio Gasparri e Fabrizio Cicchitto, ed i rispettivi vicepresidenti vicari, Gaetano Quagliariello e Italo Bocchino. "Mentre - prosegue la nota - il governo Berlusconi affronta con energia e consenso largamente maggioritario la realizzazione degli impegni assunti con gli elettori e ogni emergenza, si tenta, vanamente, di delegittimarne l'azione. Siamo certi che questo disegno non troverà spazio nelle Istituzioni e, ciascuno nella sua diversa responsabilità, agirà partendo dal presupposto del rispetto della legalità e della sovranità popolare. Gli attacchi - conclude la nota dei vertici parlamentari del PdL - che fuoriescano dai canoni dell'opposizione democratica, dura ma rispettosa delle Istituzioni, ci portano ad assicurare che, in Parlamento così come nel Paese, forti di un consenso chiaramente e più volte espresso dagli italiani, il centrodestra proseguirà nella politica del fare e del governare, che nessun disegno eversivo potrà sconfiggere".
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2009/10/05/visualizza_new.html_965514896.html

La motivazioni della sentenza: Berlusconi 'corresponsabile'

In 140 pagine spiegata la condanna di Fininvest al pagamento di 750 milioni a favore della Cir.
MILANO - Silvio Berlusconi è "corresponsabile della vicenda corruttiva" alla base della sentenza con cui la Mondadori fu assegnata a Fininvest. Lo scrive il giudice Raimondo Mesiano nelle 140 pagine di motivazioni con cui condanna la holding della famiglia Berlusconi al pagamento di 750 milioni di euro a favore della Cir di Carlo De Benedetti. Nelle motivazioni, il giudice scrive: "e' da ritenere, 'incidenter tantum' e ai soli fini civilistici del presente giudizio, che Silvio Berlusconi sia corresponsabile della vicenda corruttiva per cui si procede". La "corresponsabilità" di Silvio Berlusconi, sostiene il giudice Mesiano, comporta "come logica conseguenza" la "responsabilità della stessa Fininvest", questo "per il principio della responsabilità civile delle società di capitali per il fatto illecito del loro legale rappresentante o amministratore, commesso nell'attività gestoria della società medesima". Il giudice scrive che "vale osservare che i conti All Iberian e Ferrido erano conti correnti accesi su banche svizzere e di cui era beneficiaria economica la Fininvest. Non è quindi assolutamente pensabile - saggiunge - che un bonifico dell'importo di Usd 2.732.868 (circa tre miliardi di lire) potesse essere deciso ed effettuato senza che il legale rappresentante, che era poi anche amministratore della Fininvest, lo sapesse e lo accettasse". "In altre parole - conclude i-, il tribunale ritiene qui di poter pienamente fare uso della prova per presunzioni che nel giudizio civile ha la stessa dignità della prova diretta (rappresentazione del fatto storico). E', come è noto, la presunzione un argomento logico, mediante il quale si risale dal fatto noto, che deve essere provato in termini di certezza, al fatto ignoto".
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http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/politica/2009/10/04/visualizza_new.html_964773971.html

Anche Blunotte è un programma pericoloso

Venerdì 2 ottobre, dopo la scorpacciata polemica legata al programma di Santoro, in cui, per la prima volta in Italia, è stata intervistata in TV la prostituta più alla page del momento, cioè la barese Patrizia D’Addario, è andato in onda su Rai3 la prima puntata del programma di Carlo Lucarelli, Blunotte.
Un programma non meno pericoloso per il premier, perchè ha ricordato agli Italiani che l’han visto (certo, molti meno rispetto a quelli di Santoro!) cos’è stata, e magari cos’è ancora la P2, loggia massonica deviata, con a capo il "venerabile maestro" Licio Gelli, che si gode i suoi novant’anni nella splendida villa Wanda nei pressi di Arezzo. E dove, se non con l’attivismo frenetico d’una volta, che l’età non gli permetterebbe, tuttavia continua probabilmente a tessere quei rapporti ambigui e assai discutibili con chi in questo Paese muove le fila delle trame occulte e non che passano sulla testa di noi poveri ignari cittadini.
La P2, dove la P sta per Propaganda, è stata una associazione segreta, di natura eversiva, con connivenze inconfessabili anche con la criminalità organizzata, di stampo mafioso e non, che ha reclutato personaggi potenti, o che intendevano diventarlo, venuta alla luce quasi casualmente nel 1981.E che ha rimestato nel torbido, per molto tempo, coinvolgendo tutte le categorie sociali, politiche, economiche, istituzionali. Gli iscritti, oltre 900, sono stati indagati sia da una Commissione parlamentare, presieduta da Tina Anselmi, che ne ha scandagliato le colpe, i reati, i traffici illeciti, i legami anche internazionali, i piani sovversivi. Sia dalla magistratura romana, che invece, con più mitezza, li ha qualificati poco più di un cenacolo di affaristi un po’ sprovveduti. Ma perchè parlare della P2 in tv può essere pericoloso per il premier?Berlusconi era uno degli iscritti, col numero di tessera 1816, il quale non ha mai negato l’iscrizione, ma l’ha qualificata una cosa da niente, una "pinzillacchera", come l’avrebbe definità Totò.
Neanche un incidente sul percorso luminoso (ma dalle radici oscure) della sua brillante e irripetibile carriera, ma proprio una specie di burletta, un accidente insignificante, un’appartenenza più forzata che richiesta. Insomma una cosa tutta da ridere. Berlusconi ne ha sempre parlato così, anche quando, nel 1996, la Lega che tappezzava di manifesti la Lombardia, lo chiamava Berluscaz, Berluskaiser, piduista tessera 1816. E tuttavia Berlusconi si è ispirato notevolmente al Piano di Rinascita democratica della P2, elaborato da Gelli e la sua cricca quale progetto per il futuro dell’Italia.
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DALAI LAMA A WASHINGTON, MA OBAMA NON LO RICEVE

(AGI) - Washington, 5 ott. - Il Dalai Lama arriva a Washington e per la prima volta dal 1991 non sara' ricevuto dal presidente americano. Il leader spirituale tibetano e' nella capitale Usa a conclusione di un lungo tour nel Nord America, ma la Casa Bianca ha preferito rinviare ad altra occasione l'incontro con Barack Obama per non danneggiare i rapporti con Pechino in vista della visita presidenziale in Cina, a novembre. Il primo faccia a faccia tra Obama e il Dalai Lama potrebbe avvenire in un'altra occasione, forse gia' entro la fine dell'anno, ma non mancano le critiche per questo rinvio. "Cosa deve pensare un monaco o una suora buddhista rinchiusi nella prigione di Drapchi nell'apprendere che Obama non riceve il leader spirituale tibetano?", si e' chiesto Frank Wolf, un membro repubblicano del Congresso impegnato nella battaglia per i diritti umani. Anche il primo ministro del governo tibetano in esilio, Samdhong Rinpoche, ha accusato la Casa Bianca di "acquiescenza". Del resto l'attuale Amministrazione Usa aveva gia' fatto capire quanto tenesse ai rapporti con Pechino quando a febbraio, prima di una visita in Cina, il segretario di Stato Usa, Hillary Clinton, aveva affermato che la difesa dei diritti umani umani non deve "interferire con la crisi economica globale, con la crisi dei cambiamenti climatici e con quella della sicurezza". Fonti dell'Amministrazione Obama hanno spiegato al Washington Post che in questo momento per gli Usa e' troppo importante non irritare la Cina per coinvolgerla nel dialogo sulla minaccia nucleare posta dalla Corea del nord e dall'Iran. E' una politica ribattezzata "rassicurazione strategica" di Pechino. Inoltre, viene fatto notare, lo staff di Obama non crede molto in questi incontri rituali che si traducono spesso in una bella foto ricordo senza reali progressi per la causa tibetana. Resta il fatto che nell'ultima visita del Dalai Lama a Washington, nel 2007, George W. Bush era stato il primo presidente americano a incontrarlo in pubblico e davanti a fotografi e telecamere in una cerimonia a Capitol Hill. In quell'occasione al leader spirituale tibetano fu consegnata la medaglia d'oro del congresso, la piu' alta onorificenza civile degli stati uniti. anche stavolta a ricevere il Dalai Lama ci sara', tra gli altri, proprio la speaker democratica del Congresso, Nancy Pelosi, grande sostenitrice della lotta per i diritti umani in Tibet. Dal 1991 e' l'undicesima volta che Tenzin Gyatso, questo il nome del XIV Dalai Lama, si reca in visit a negli Stati Uniti. http://www.agi.it/estero/notizie/200910051610-est-rt11162-tibet_dalai_lama_a_washington_obama_non_lo_riceve

Fango

E il premier trasforma in complotto un'ordinaria storia di malaffare

La politica, per Silvio Berlusconi, è nient'altro che il modo più efficace per accrescere e proteggere il suo business. È sempre stato così fin da quando, neolaureato fuori corso in giurisprudenza, si dà agli affari. Forte di legami politici con le amministrazioni locali e regionali - e qualche "assegno in bocca" - diventa promotore immobiliare. La politica gli consente di tenere a battesimo, fuori della legge, il primo network televisivo nazionale. La collusione con la politica - la corruzione d'un capo di governo e il controllo di ottanta parlamentari - gli permette di ottenere, dal presidente del consiglio corrotto, due decreti d'urgenza e, dal parlamento, una legge che impone il duopolio Rai-Fininvest. Non proprio un prometeo dell'economia, nel 1994 è in rotta e fallito (gli oneri del debito della Fininvest - 4000 miliardi di lire - superano l'utile operativo del gruppo). Ha perso però i protettori travolti dal malaffare tangentocratico e s'inventa "imprenditore della politica" convertendo l'azienda in partito. E' ancora la politica che gli consente di manomettere, con diciassette leggi ad personam, codici e procedure per evitare condanne penali per un variopinto numero di reati (falso in bilancio, frode fiscale, appropriazione indebita, corruzione) fino all'impunità totale della "legge Alfano" che gli assicura un parlamento diventato bottega sua (domani la Consulta ne vaglierà la costituzionalità). Non c'è da sorprendersi allora se, condannato oggi al pagamento di un risarcimento di 750 milioni di euro per aver trafugato la Mondadori corrompendo un giudice, Silvio Berlusconi si nasconda ancora una volta dietro il paravento della politica. E' sempre la sua carta jolly per confondere le acque, cancellare i fatti, rendere incomprensibile quel che è accaduto, difendere - dietro le insegne dell'interesse pubblico - il suo interesse personale. Secondo un copione collaudato nel tempo, il premier anche oggi è lì a cantare la favola dell'"aggressione politica al suo patrimonio", dell'"assedio ad orologeria". Evoca, con le parole della figlia Marina (presidente di Mondadori), il "momento politico molto particolare". Piagnucola: "Se è così, chiudo". Minaccia (gli capita sempre quando è a mal partito) che chiamerà alle urne gli elettori, se sarà contrariato. Bisogna dunque dire se c'entra la politica, in questa storia della Mondadori. La risposta è sì, c'entra ma (non è un paradosso) soltanto perché salva Berlusconi dai guai (e non è una novità). Continua ...
http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/cir-fininvest/fininvest-davanzo/fininvest-davanzo.html

Lodo Alfano, irritazione alla Consulta - Domani si apre la seduta sulla legge

ROMA - "Sarà una decisione tecnica, e basta. Come tutte quelle che, di continuo, vengono prese qui alla Corte costituzionale. Chi cerca di colpire il nostro prestigio etichettando le nostre sentenze come "politiche" tenta solo di esercitare una pressione che respingiamo in quanto indebita". Lo sfogo dell'alto giudice della Corte non potrebbe essere più risentito di così. E rispecchia il mood che si respira in queste ultime ore di vigilia nel palazzo che fronteggia il Quirinale prima della seduta pubblica sul lodo Alfano, domattina alle 9 e trenta nella sala specchi e stucchi dorati. "Una decisione e poi una sentenza come le altre, né più né meno" ripete il giudice che non autorizza a "firmare" con nome e cognome il suo scatto di fastidio. Una decisione che potrebbe richiedere un solo pomeriggio di discussione, giusto domani, o anche di più. Per ora c'è un solo fatto certo: nel ruolo della Consulta l'illustrazione pubblica sul lodo Alfano ha il primo posto. E, stimano i giudici, gli interventi non prenderanno più di un paio d'ore. Il relatore Franco Gallo, i difensori di Berlusconi Niccolò Ghedini, Piero Longo, Gaetano Pecorella, l'avvocato della procura di Milano Alessandro Pace, l'avvocato dello Stato Glauco Nori. Poi seguiranno le altre cause. Nel pomeriggio i giudici si riuniranno in camera di consiglio. E qui basterà che uno solo dei 15 chieda di rinviare il caso per un ulteriore approfondimento e il presidente Francesco Amirante, che fu il relatore della precedente sentenza sul lodo Schifani, non potrà opporre un diniego. OAS_RICH('Middle'); Gli ultimi sondaggi interni sul possibile risultato non danno un esito diverso da quella che Repubblica ha già reso noto il 24 settembre. Tutte i giudici parteciperanno alla seduta e voteranno perché le due toghe, Luigi Mazzella e Paolo Maria Napolitano, che a maggio hanno cenato (con Berlusconi, Letta, Alfano, Vizzini, Bruno) a casa dello stesso Mazzella, non ci pensano proprio a farsi da parte. Di fatto la questione è stata accantonata. La Corte comunque è spaccata. Sette alte toghe sono propense a bocciare il lodo Alfano che, con la sospensione dei processi, di fatto attribuisce un'immunità a quattro alte cariche dello Stato, viola il principio di uguaglianza, e avrebbe richiesto una legge costituzionale. Cinque giudici sono propensi a licenziare il lodo, motivandolo con la precedente sentenza della Corte cui il governo si sarebbe attenuto e che ha portato Napolitano a firmare la legge. Tre restano incerti, e il loro voto sarà determinante per una decisione che avrà un impatto politico molto forte. Tant'è che il pd Francesco Rutelli, qualora il lodo venisse bocciato, ipotizza "un governo del presidente che faccia quelle riforme necessarie che Berlusconi non è riuscito a fare". Nello stretto entourage del premier il nervosismo è palpabile. Il Guardasigilli Angelino Alfano, di fronte alle continue domande sull'esito del giudizio, dà sempre risposte di rito, come ieri a Caltagirone: "Attendiamo fiduciosi il giudizio della Consulta". Lui e Ghedini già pensano a un futuro lodo qualora questo venga bocciato o quantomeno azzoppato. Ma la via è impervia. Scriveva ieri sul Fatto la costituzionalista Lorenza Carlassare: "Riapprovare una norma dichiarata illegittima non è consentito perché la Costituzione e le istituzioni di garanzia non sarebbero che un'inutile farsa e l'ordinamento intero un vuoto castello di carte smontabile a piacere". Ma Berlusconi, per i processi Mills e diritti Tv, non può fare a meno di uno scudo.
http://www.repubblica.it/2009/06/sezioni/politica/giustizia-11/lodo-alfano-vigilia/lodo-alfano-vigilia.html

Grillo, un comizio-show lancia il suo "movimento"

MILANO - Contro tutto e tutti. Iscrizione gratuita. Niente tessere né sezioni. E ogni proposta votata in rete. Tra le più gettonate, l'abolizione dei libri di scuola stampati, del valore legale dei titoli di studio, la valutazione dei docenti universitari da parte degli studenti. Tra il comizio e lo show, Beppe Grillo ha tenuto a battesimo al teatro Smeraldo la nascita della sua nuova formazione politica battezzata semplicemente "Movimento", cinque stelle dorate nel simbolo, che intende presentarsi alle prossime elezioni politiche. In Emilia e Piemonte, e forse Campania, ci sarà anche alle regionali. Per il resto appoggerà liste civiche locali. Davanti a duemila sostenitori entusiasti, in platea anche Adriano Celentano con Claudia Mori, l'eurodeputato Idv De Magistris, i giornalisti Massimo Fini e Petra Reski, e un prete "rivoluzionario" genovese, Paolo Farinella, Grillo ne ha avute per tutti. Per Berlusconi ("Il nanetto deve farsi processare come qualsiasi cittadino"), per Napolitano "Ponzio Pelato che firma qualsiasi cosa", per il Pd e la sinistra "che ha finto per 20 anni di fare opposizione per spartirsi tutto". Nel mirino anche la Rai ("non paghiamo il canone e le facciamo perdere 24 milioni") e la manifestazione per la libertà di stampa "rinviata dopo i 6 morti di Kabul ma non dopo i 23 di Messina". Ha salvato solo Di Pietro: "Per quello che fa è un monumento". Quanto al suo programma, che è "il contrario di quanto dicono destra e sinistra", propone di abolire Province e Prefetture, il lodo Alfano e la legge Gelmini, di bloccare la Tav, il ponte sullo Stretto e le centrali nucleari, togliere i privilegi ai parlamentari, dare internet gratis, fare piste ciclabili, insegnare la Costituzione. (r. b.)

"Si sono messi in testa di farmi fuori" Il Cavaliere tentato dal ricorso alle urne

ROMA - Il rischio di una escalation c'è tutto. E il clima che si respira in queste ore a palazzo Chigi è quello di un fortino assediato, con gli assalitori che già scalano le mura: già tra 24 ore forse si saprà se la Consulta avrà bocciato il lodo Alfano e i pessimisti nel Pdl sono ormai la maggioranza. Da qui il via libera dato ieri dal Cavaliere a una mossa estrema come quella del ricorso alla piazza. "È la nostra carica di Balaklava", celia un berlusconiano per mascherare la preoccupazione. Un'ipotesi, quella della piazza, che si era affacciata una decina di giorni fa durante una riunione ristretta a palazzo Grazioli, ma su cui il premier aveva inizialmente preso tempo per decidere. Ieri ha rotto gli indugi: "Si sono messi in testa in farmi fuori, dobbiamo rispondere". A far infuriare il Cavaliere, più della manifestazione di piazza del Popolo, è stata la concomitante condanna al maxirisarcimento da 750 milioni di euro nei confronti della Cir per il Lodo Mondadori. Una sentenza che, nei ragionamenti che il premier ha fatto con i suoi, porta soltanto in una direzione: "Vogliono farmi chiudere". Raccontano che Berlusconi si sia infuriato per un verdetto che sente "profondamente ingiusto" e che assolutamente non si aspettava: "È stato un fulmine a ciel sereno". Oltretutto con una richiesta ritenuta talmente "sproporzionata" che costringerebbe il gruppo a mettersi di nuovo nelle mani delle banche. Né il premier ripone grandi speranze nell'appello sul lodo Mondadori visto che, come commenta sconsolato uno dei suoi, "da Milano cosa mai vuoi aspettarti?". OAS_RICH('Middle'); Chi gli ha parlato in queste ore lo descrive diviso tra la tentazione di mollare tutto e la rabbia che lo spingerebbe a una dura reazione (come appunto potrebbe essere un'adunata da un milione di persone), nella convinzione che "più mi attaccano e più mi rafforzano". Tra i consiglieri ormai c'è chi è certo che, se messo con le spalle al muro da una bocciatura del lodo Alfano, il premier davvero possa tentare la carta del ricorso al "giudizio del popolo", dimettendosi e chiedendo a Napolitano lo scioglimento delle Camere. Su quest'ultima ipotesi Berlusconi sarebbe anche sicuro di portarsi dietro Gianfranco Fini, a cui serve più tempo per tessere la sua tela. Fantapolitica? Ormai nella cerchia stretta del Cavaliere sono questi i ragionamenti che si fanno. La convinzione che si sta facendo strada infatti è che la Consulta si avvii a bocciare il lodo, imponendo una legge costituzionale per stabilire l'immunità processuale delle alte cariche dello Stato (mentre il lodo Alfano è stato introdotto con legge ordinaria).
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http://www.repubblica.it/2009/10/sezioni/politica/cir-fininvest/berlusconi-complotto/berlusconi-complotto.html

Usa: California, 4500 abitanti evacuati per incendi

WASHINGTON - Brucia ancora la California: 4500 abitanti della citta' di Wrightwood sono stati evacuati per l'avvicinarsi di un incendio. Il rogo ha gia' devastato 1.500 ettari della Foresta di San Bernardino. Il governatore Schwarzenegger ha dichiarato lo stato d'emergenza per la contea di San Bernardino. La cittadina di Wrightwood si trova circa 75 chilometri di Los Angeles. (RCD)
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Usa-California-4500-abitanti-evacuati-incendi/05-10-2009/1-A_000051577.shtml

Latte: Bruxelles, protesta agricoltori e riunione dei ministri

BRUXELLES - Con 2000 trattori gli agricoltori europei manifestano oggi di nuovo Bruxelles contro la crisi del latte. La protesta va in scena contemporaneamente alla riunione dei ministri dell'Agricoltura dell'Unione Europea, un incontro per concordare con la commissaria europea Mariann Fischer Boel un piano di intervento sul fronte del latte. (RCD)
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Latte-Bruxelles-protesta-agricoltori-riunione-ministri/05-10-2009/1-A_000051579.shtml

Pakistan: un morto in attentato contro uffici Onu

ISLAMABAD - Una persona e' rimasta uccisa nell'attentato contro un ufficio dell'Onu a Islamabad, in Pakistan. Si tratterebbe di uno straniero, mentre sarebbero quattro le persone ferite. L'esplosione nell'ufficio del World Food Programme (Wfp). (RCD)
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Esteri/Pakistan-morto-attentato-uffici-Onu/05-10-2009/1-A_000051604.shtml

THAILANDIA: DERAGLIA TRENO PASSEGGERI, ALMENO 10 MORTI

Bangkok, 5 ott. (Adnkronos/Dpa) - E' di almeno 10 morti ed una cinquantina di feriti il bilancio del deragliamento di un treno passeggeri nel sud della Thailandia. L'incidente e' avvenuto all'alba di oggi nel distretto di Khao Tao, provincia di Prachuab Khiri Khan, circa 130 chilometri a sudovest di Bangkok. Al momento non si hanno dettagli sulle cause dell'incidente. http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/THAILANDIA-DERAGLIA-TRENO-PASSEGGERI-ALMENO-10-MORTI_3843875448.html

Grecia, vittoria schiacciante dei socialisti di Papandreou

Roma, 5 ott. (Apcom) - I socialisti greci del Pasok sono tornati al potere in Grecia dopo cinque anni, con una vittoria schiacciante sui conservatori di Nea Demokratia del premier uscente Costas Caramanlis. Le elezioni di ieri hanno consacrato premier George Papandreou, leader del partito e terzo membro della sua famiglia a guidare il paese ellenico dopo la Seconda guerra mondiale. Con il 40% dei voti scrutinati, il Pasok ha riportato il 43,7% delle preferenze, pari a 159 seggi su 300, mentre a Nd andrebbe il 37,2% dei voti e cioè 96 seggi. Caramanlis si è congratulato con Papandreou per la vittoria e ha annunciato le sue dimissioni dalla guida del partito: "La sola strada onesta e responsabile per me è di assumere la responsabilità di questa sconfitta e di mettere in atto una procedura per convocare un congresso straordinario del partito fra un mese", ha detto il premier uscente, "è chiaro che non sarò candidato".
http://www.apcom.net/newsesteri/20091005_050907_4be6e53_72266.shtml

Scontro sul Tg1, Garimberti: Il caso in Cda Rai

Roma, 5 ott. (Apcom) - Lo scontro tra le forze politiche sul Tg1 non si placa, dopo l'editoriale del direttore contro la manifestazione per la libertà di informazione. Augusto Minzolini spiegherà alla commissione parlamentare di Vigilanza sulla Rai le ragioni del suo editoriale contro la manifestazione per la libertà di informazione promossa dal sindacato dei giornalisti. Lo spiega il presidente della Vigilanza, Sergio Zavoli, precisando che la convocazione del direttore del Tg1, come di tutti gli altri direttori delle testate Rai, è già in programma anche se in data da destinarsi. Minzolini sarà il primo ad essere convocato e "figuriamoci - dice Zavoli, che tuttavia rifiuta di commentare l'episodio - se non si va a cadere su questo editoriale". Intanto il presidente della Rai fa sapere di considerare "assolutamente irrituale" il comportamento del direttore del Tg1 e di essere pronto a scrivere al direttore generale della Rai Mauro Masi e a sollevare il caso nel Consiglio di amministrazione di viale Mazzini. Contro il direttore del Tg1 si schiera il Comitato di redazione della testata giornalistica, che giudica senza precedenti lo "schieramento" della testata ammiraglia della Rai contro una manifestazione. Con il Cdr il presidente della Fnsi Roberto Natale, secondo il quale Minzolini, con il suo "scandaloso" editoriale, "ha confermato che questa manifestazione aveva cento e più ragioni per essere indetta". "E' la dimostrazione - reagisce Minzolini - che c'è chi manifesta per la libertà di stampa ma è intollerante verso chi ha un'opinione diversa". Con il giornalista solidarizzano molti esponenti del Pdl, mentre il Pd chiede l'intervento della Vigilanza e dei vertici Rai.
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http://www.apcom.net/newspolitica/20091005_051040_4b88f66_72267.shtml

Ecco il Movimento di Grillo: ''Diamo fastidio a tutti''. Tra i fan anche il 'padre nostro' Celentano e Claudia Mori

Milano, 4 ott. - (Adnkronos/Ign) - Comico, blogger e da oggi anche politico. Beppe Grillo è a Milano per fondare, davanti a 2000 spettatori riuniti nel teatro Smeraldo, il suo Movimento di Liberazione Nazionale. Ecco il Movimento di Grillo: ''Diamo fastidio a tutti'. Tra i fan anche il 'padrenostro' Celentano e la Mori "Di Pietro va difeso. E' un monumento per quello che fa", ha detto Grillo iniziando il suo comizio-show dal palco. In una delle sue battute, il comico ha criticato duramente lo scudo fiscale e ha speso parole in favore alle critiche espresse dall'ex magistrato. "Non siamo un partito, né una associazione. Siamo un movimento che già c'è. Quello di oggi è il parto di una lunga gestazione iniziata nel gennaio del 2005 ma, poiché non abbiamo fatto alcuna amniocentesi, potrebbero nascere 1, 2, più gemelli". "La nostra forza - urla il comico dal palco di un teatro letteralmente gremito - è che non capiscono cosa facciamo, ma diamo fastidio a tutti. E' la rete. Io ho messo la faccia e la mia vita. Noi siamo indistruttibili". Nel pubblico ci sono anche Adriano Celentano, salutato dal comico genovese come ''il padre nostro'', e la moglie Claudia Mori. Grillo critica poi la manifestazione sulla libertà di stampa che si è tenuta ieri a Roma: "Era stata rinviata dopo la strage di Kabul, ma è stata fatta ugualmente con oltre 20 morti a Messina. Ma che senso ha?". "La libertà di stampa non significa nulla", dice, ricordando come a Torino il suo movimento avesse promosso una manifestazione alla quale avevano partecipato 140mila persone al fine di indire un referendum per chiedere la fine dei finanziamenti pubblici ai giornali e l'abrogazione dell'Ordine dei giornalisti. "Chi era in piazza ieri non ha capito che le cose cambiano e che l'informazione ce la daranno direttamente in Rete, tra non molto, i ragazzini di 14 anni". Dopo un breve riassunto delle vicende che hanno portato alla fondazione di questo Movimento, il blogger genovese inizia a snocciolare alcuni punti chiave del programma intorno al quale nasce il suo Movimento. Si va dall'''insegnamento della Costituzione con esame obbligatorio per ogni rappresentante pubblico'' alla ''messa on line delle proposte di legge tre mesi prima della discussione in Parlamento come fa quel santo di Obama'' passando per la realizzazione delle infrastrutture per disabili sul territorio, l'incentivazione del telelavoro, lo stop al Ponte sullo stretto e alla Tav, l'abolizione della legge Biagi, la rappresentanza dei piccoli azionisti nei Cda, l'obbligatorietà della discussione di proposte di legge di iniziativa popolare, la copertura della banda larga sul territorio e la riforma del copyright. Presente nel programma di Grillo anche l'impegno ambientale con lo stop al Nucleare e la scommessa sulle energie alternative. ''Questo movimento - ricorda il comico - nasce con la benedizione di un santo che è san Francesco, meglio di così.... Immaginatevelo oggi Francesco con le centrali nucleari...'' Due le regioni nelle quali il Movimento di liberazione nazionale conta di presentarsi alle prossime elezioni: il Piemonte e l'Emilia Romagna. "Nelle nostre liste - spiega - non ci saranno persone che hanno problemi con la giustizia, persone che hanno più di due candidature e che sono presenti in altri partiti. Non ce la facciamo a essere presenti con le liste in tutte le regioni ma solo in Emilia Romagna e in Piemonte - per il resto sosterremo le liste civiche regionali che vorranno presentarsi". Quanto a future elezioni comunali, "saremo sempre disponibili - assicura - a sostenere e lanciare le nostre liste civiche".

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