lunedì 5 ottobre 2009

Anche Blunotte è un programma pericoloso

Venerdì 2 ottobre, dopo la scorpacciata polemica legata al programma di Santoro, in cui, per la prima volta in Italia, è stata intervistata in TV la prostituta più alla page del momento, cioè la barese Patrizia D’Addario, è andato in onda su Rai3 la prima puntata del programma di Carlo Lucarelli, Blunotte.
Un programma non meno pericoloso per il premier, perchè ha ricordato agli Italiani che l’han visto (certo, molti meno rispetto a quelli di Santoro!) cos’è stata, e magari cos’è ancora la P2, loggia massonica deviata, con a capo il "venerabile maestro" Licio Gelli, che si gode i suoi novant’anni nella splendida villa Wanda nei pressi di Arezzo. E dove, se non con l’attivismo frenetico d’una volta, che l’età non gli permetterebbe, tuttavia continua probabilmente a tessere quei rapporti ambigui e assai discutibili con chi in questo Paese muove le fila delle trame occulte e non che passano sulla testa di noi poveri ignari cittadini.
La P2, dove la P sta per Propaganda, è stata una associazione segreta, di natura eversiva, con connivenze inconfessabili anche con la criminalità organizzata, di stampo mafioso e non, che ha reclutato personaggi potenti, o che intendevano diventarlo, venuta alla luce quasi casualmente nel 1981.E che ha rimestato nel torbido, per molto tempo, coinvolgendo tutte le categorie sociali, politiche, economiche, istituzionali. Gli iscritti, oltre 900, sono stati indagati sia da una Commissione parlamentare, presieduta da Tina Anselmi, che ne ha scandagliato le colpe, i reati, i traffici illeciti, i legami anche internazionali, i piani sovversivi. Sia dalla magistratura romana, che invece, con più mitezza, li ha qualificati poco più di un cenacolo di affaristi un po’ sprovveduti. Ma perchè parlare della P2 in tv può essere pericoloso per il premier?Berlusconi era uno degli iscritti, col numero di tessera 1816, il quale non ha mai negato l’iscrizione, ma l’ha qualificata una cosa da niente, una "pinzillacchera", come l’avrebbe definità Totò.
Neanche un incidente sul percorso luminoso (ma dalle radici oscure) della sua brillante e irripetibile carriera, ma proprio una specie di burletta, un accidente insignificante, un’appartenenza più forzata che richiesta. Insomma una cosa tutta da ridere. Berlusconi ne ha sempre parlato così, anche quando, nel 1996, la Lega che tappezzava di manifesti la Lombardia, lo chiamava Berluscaz, Berluskaiser, piduista tessera 1816. E tuttavia Berlusconi si è ispirato notevolmente al Piano di Rinascita democratica della P2, elaborato da Gelli e la sua cricca quale progetto per il futuro dell’Italia.
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