venerdì 2 settembre 2011

Indigniamoci ma non fermiamoci

indignatissimidi Giorgio Airaudo.

Indignarsi non basta ma cominciamo a farlo!

La manovra non è solo sbagliata perché non prevede la possibilità di investimenti per il rilancio dell’ economia, non è solo ingiusta perché colpisce i soliti cittadini che pagano tutte le tasse (tra questi tutti i lavoratori dipendenti e i pensionati) e mantengono il sistema pubblico di questo paese e la sua coesione sociale, ma è anche inutile e vendicativa.

Inutile perché non affronta strutturalmente il problema del debito proponendo, ad esempio, agli italiani un nuovo patto fiscale in cui tutti progressivamente paghino le tasse a partire da chi ha di più, azzerando evasione ed elusione fiscale. Vendicativa perché continua ad accanirsi sulle nuove generazioni espropriandole definitivamente della possibilità di avere prima o poi un contratto nazionale di lavoro che dia un minimo di certezza e di sicurezza nel lavoro e nella vita, perché svuota l’articolo 18 dello statuto dei lavoratori aprendo la strada ai licenziamenti a maggioranza, per accordo sindacale, facendo pagare a tutti i lavoratori Italiani le promesse d’investimento della ex azienda nazionale Fiat.

Il 5 settembre, quando dovrebbe essere quasi concluso l’iter della manovra al Senato e dovrebbe iniziare la discussione alla Camera dei deputati, la Fiom-Cgil, come annunciato, promuove l’occupazione simbolica di alcune piazze per far sentire la voce dell’indignazione dei cittadini, delle lavoratrici e dei lavoratori privati e pubblici, dei pensionati e dei giovani, precarie e precari per questo furto di futuro. Ci troveremo a partire dalle ore 18 in piazza Carignano a Torino (sede del primo Parlamento italiano), davanti alla borsa di Milano, a Bologna e in altre città italiane, mentre il 6 toccherà a Roma in piazza Navona

E’ ora di farci ascoltare unendo le differenze di tutti quei movimenti che resistono nella crisi, che cercano soluzioni alternative per uscire dalla crisi con giustizia ed equità . Dobbiamo farci ascoltare! Dobbiamo immaginare di durare e di ritornare anche in modo permanente e continuativo nelle nostre piazze, con appuntamenti settimanali o giornalieri, facendole vivere anche tutta la notte.

Il Parlamento deve sentire la presenza e le richieste delle italiane e degli italiani mentre discute, non possono decidere da soli! Serve un’alternativa che non usi l’ emergenza per colpire i più deboli e limitare diritti e libertà come vuol fare la manovra economica e in particolare l’articolo 8.

Queste iniziative possono incontrare i sindaci e le loro comunità lasciate sole e disarmate nella crisi, far incontrare la generazione di chi ha costruito la democrazia del nostro paese anche con il 25 aprile, il 1 maggio e il 2 giugno che non valgono meno delle riconosciute feste religiose, con i giovani di San Precario e ancora accompagnare e dare continuità allo sciopero generale della Cgil del 6 settembre che non è un “rituale” isolato ma il possibile punto di partenza di un cambiamento, di un’alternativa di governo necessaria.

Il protagonismo, la partecipazione del popolo dei referendum sui beni comuni, che si è protratta in mille dibattiti estivi molto partecipati, deve e può farsi pratica sociale e soggettività politica, supplire alla fragilità dell’opposizione, ridare linfa all’esausta nostra democrazia. Facciamolo, indigniamoci adesso! E non fermiamoci, non basta!

INTERCETTAZIONI: DONADI, STRUMENTO INDISPENSABILE CONTRO MAFIE E CASTA

(ASCA) - Roma, 2 set - ''Le intercettazioni sono uno strumento d'indagine indispensabile per scoprire reati e individuare i criminali. Sono indispensabili per combattere la criminalita' organizzata e il malaffare. La privacy va certamente tutelata, ma in Italia troppo spesso la si invoca non per difendere un principio e un diritto, ma per eliminare le intercettazioni e proteggere la Casta e i criminali. Con questa maggioranza e' impossibile discutere seriamente di questo delicato argomento''. Lo afferma in una nota il capogruppo Idv alla Camera, Massimo Donadi.

Drill, Obama, drill

Impennata di nuove perforazioni di petrolio sotto l’amministrazione di Barack. Cresce il malcontento nel mondo ambientalista

Trivella, Obama, trivella, si potrebbe scherzosamente affermare. Si perché nel 2010 negli Stati Uniti le perforazioni petrolifere sono schizzate in alto con una straordinaria crescita del 60%, il numero più alto dal 1987, da quando Baker Hughes Inc., una delle maggiori società del mondo operante nel settore dei servizi petroliferi, ha cominciato a tenerne traccia.

E’ BOOM - I dati sono stati riportati dal Wall Street Journal che ha piazzato in bella mostra sul suo blog un grafico che non lascia adito a dubbi circa il trend in corso. Solo nella settimana finale di agosto sono entrati in azione 1.069 impianti di perforazione. Il boom è stato determinato da una molteplicità di fattori concomitanti. L’innovazione tecnologica ha consentito lo sfruttamento di nuove riserve in stati come Nord Dakota, Texas e Ohio. Anche la tendenza all’aumento dei prezzi del petrolio ha contribuito a spostare gli investimenti delle compagnie verso l’oro nero a discapito del gas i cui prezzi invece sono in discesa.
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Inchiesta Tarantini, pm di Lecce aprono indagine sull’operato della procura di Bari

Gianpi Tarantini

Manovre per insabbiare le indagini di Bari suPatrizia D’Addario e il giro di escort a Palazzo Grazioli? Per tentare di rispondere a questa domanda la procura di Lecce ha aperto una indagine preliminare sull’operato della procura di Bari nell’inchiesta che riguarda Gianpaolo Tarantini, arrestato ieri e da tempo indagato nel capoluogo pugliese con l’accusa di sfruttamento della prostituzione, per aver procurato prestazioni sessuali di giovani escort al presidente del Consiglio. La procura salentina, infatti, è competente ad indagare su fatti che riguardino magistrati in servizio nel distretto della Corte d’appello di Bari. L’inchiesta è affidata al pm Antonio De Donno, il quale oggi sarebbe a Roma proprio per lo svolgimento di attività legate all’indagine. Nei giorni scorsi la Procura di Lecce avrebbe ricevuto documenti ed intercettazioni telefoniche dai pm di NapoliVincenzo Piscitelli, Francesco Curcio e Henry John Woodcock che indagano sull’estorsione al premier, reato per il quale hanno chiesto ed ottenuto un’ordinanza di custodia cautelare in carcere contro Tarantini, la moglie Angela Devenuto e Valter Lavitola. Non è noto se siano già state fatte iscrizioni nel registro degli indagati, né quali intercettazioni siano ora all’esame dei pm salentini. Di certo, nelle carte che accompagnano l’ordinanza di custodia cautelare di Tarantini e Lavitola, ci sono diversi passaggi di conversazioni in cui i due sostengono di avere una sorta di santo in paradiso tra gli inquirenti. In particolare Tarantini racconta di quando il suo avvocato Nicola Quaranta avrebbe incontrato “il capo”, che si sarebbe dimostrato preoccupatissimo (“è cacato nelle mutande”) per il contenuto dell’ultima informativa della Guardia di Finanza consegnata alla procura di Bari. Nel documento, ancora oggi coperto da segreto, secondo Tarantini sarebbero state trascritte tutte le sue intercettazioni, comprese quelle con il premier. E questo riaccendeva pericolosamente il rischio che il caso D’Addario riesplodesse diventando di nuovo pericolosissimo per Berlusconi e per lo stesso Tarantini. Ecco cosa si dicevano Lavitola (V) e Tarantini (G) al telefono.
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Cosa c'e di Interessante sulla casta italiana nell'archivio di Wikileaks

Wikileaks Oggi ha Deciso di pubblicare Tutto il Suo archivio su Internet, chiedendo Agli utenti di Ricercare notizie interessanti NELLA talpa dei Documenti Che SI possono ora consultare attraverso il sito: http://cables.mrkva.eu/
Il sito attualmente e raggiungibile, ma non e Dato Sapere Ancora Quanto al.
Motivo per This sarebbe opportuno spulciare i Documenti per cercare Qualcosa di Interessante sulla "casta italiana" Che prima l'archivio diventi irrangiungibile.
DOPO la polemica tradi Assagne e il The Guardian, Wikileaks ha Deciso di pubblicare Tutto l'archivio Senza Filtri, vieni e finora avvenuto attraverso la Selezione di Una Ventina di organizzazioni di stampa internazionali (in Italia SI era affidato a La Repubblica) un CUI periodicamente venivano inviati Una altera parte dei Documenti riservati Servizio.
Ora l'archivio Intero e di Dominio pubbilco, Senza Filtri, purtroppo non ho Molto tempo, per CUI Chiedo uno Tutti di spulciare e pubblicare quello del Che SI riesce di trovare uno Interessante.
Per Il Momento vi giro ONU Documento Che mi sembra abbastanza sintomatico della DeGenerazione Politica italiana. Gli STATI UNITI erano entusiasti della Legge votata NEL 2008 in parlamento sul Ritorno del Nucleare in Italia, also Perchè i signori italiani dell'atomo avevano gia sottobanco Deciso di adottare la Tecnologia americana dei AP1000, Una tipologia di megareattore di III Generazione prodotta Dalla Toshiba- Westinghouse Electric Company. Gli Affari delle multinazionali Nucleari dovevano pero Sposarsi con l'italianissima cura del Proprio orticello elettorale, tant'è Che i Documenti evidenziano Gli Interessi "liguri" dell'allora Ministro allo Sviluppo, Claudio Scajola .
In Pratica governi, Ministri e Servizi Segreti lavoravano in Quei Giorni affinchè andasse in porto il matrimonio tradizio l'Ansaldo Nucleare e la Toshiba Westinghouse
Il referedum popolare Subito DOPO il disastro di Fukushima, ha fermato i Loro Affari ma non e Detto Che prima o poi non tornino all'attacco.
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Ecco le telefonate tra Berlusconi e il (latitante) Lavitola – Testo integrale

La Repubblica ha pubblicato il testo integrale delle telefonate tra Silvio Berlusconi e il direttore dell’Avanti, attualmente latitante Valter Lavitola, un documento di straordinario valore, da diffondere:

Berlusconi: «Eccomi.. ciao.. dimmi». V.: «Allora.. buona sera… senta.. io.. come le ho scritto. Ce l’ha la nota che le ho fatto?». B.: «Sì sì, l’ho letta almeno». V.: «Allora.. guardi.. dottore.. a comprova di questo.. ci sta il fatto di ieri… sui giornali… che Bisignani». B.: «Ma non capisco… perchè io… mi debba occupare di queste cose… scusa… io non c’entro niente… sono lontano da tutto.. ma perchè devo stare a parlarne?». V.: «Dottore… ma come.. perché… devo starne a parlarne?… « B.: «E scusami… non ho niente a che vedere con questa storia… Bisignani l’ho conosco da lontano.. l’avrò visto una volta in vita mia… Perché m’hai telefonato?». V.: «Ma non c’entra nulla il telefonato.. questo stronzo qua.. sapeva sempre in anticipo.. le questioni che potevano riguardare lei… e anche per quelle robe che potevano riguardare me… dalla questione di Fini… in avanti.. fino agli ultimi giorni.. quando lui le disse.. quando Letta le disse che io ero il centro di questa cosa… E invece era Bisignani… io le dico una cosa… questo qui.. secondo me… ci stanno due ipotesi. La prima.. lei la esclude.. giustamente che Letta potesse in qualche modo essere d’accordo con questo, e la cosa è da escludere. Ma l’altra cosa che non è assolutamente da escludere, è che questo delinquente qui strumentalizzasse Letta. Allora siccome questo adesso finirà nei guai fino al collo perché come ci sono le anticipazioni di oggi già sui giornali… Questo lo rimettono in carcere, questo qui che è un mascalzone, andrà a raccontare.. tutte le vicende di Letta… che è riuscito a sapere». B.: «Ma non sa niente delle vicende di Letta… (incomprensibile). Perché Letta è la persona più pulita e più onesta del mondo, quindi.. io non ho.. nessun timore di nulla… che riguardi Letta». V.: «Dottore… Bisignani è senza dubbio uomo di Letta. Tramava contro Berlusconi.. e teneva rapporti operativi con nemici vero.. forse veri… Bocchino, D’Alema, Montezemolo». B.: «Teneva rapporti con tutti.. non.. con ogni mio nemico.. Non ha mai fatto niente.. contro di me». V.: «No.. dottore.. non è così.. È credibile, secondo lei, che Letta non sapesse.. quanto meno… delle costanti prese di distanza e affermazioni lesive… della sua personalità?.. è credibile?». B.: «Ma lei, sono tutte cose… così… dici… cazzo… non fa niente… non si sbriga… che cosa sono?… niente… son descritti… sì.. circa il mio modo di comportarmi.. e allora? ».

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http://letteraviola.it/2011/09/ecco-le-telefonate-tra-berlusconi-e-il-latitante-lavitola-testo-integrale/

11 Settembre: nuovo video, Gordon Duff, fu missile a colpire Pentagono (guarda video)

11 Settembre: nuovo video, Gordon Duff, fu missile a colpire Pentagono (guarda video)

WASHINGTON – Alla vigilia del decimo anniversario dell’11 Settembre un nuovo video è stato pubblicato sulla rete che mostra immagini inedite riprese dalla tv americana che dimostrano che molto probabilmente, fu un missile cruise e non un aereo a colpire il Pentagono. Gordon Duff, editorialista di Veterans Today ha spiegato alla rete satellitare Press TV che il nuovo video che si aggiunge agli 85 precedenti, dimostra, insieme ai dati, che ciò che ha colpito il Pentagono non poteva essere un aereo di linea. Duff ha ricordato: “I reporters della CNN accorsi sul luogo hanno detto di non aver visto nessuna carcassa di aereo; secondo i migliori piloti dell’aviazione e della marina, un aereo di linea non può volare in quel modo. “Abbiamo ingegneri alla Boeing, ha detto, che dicono che un aereo di linea non è in grado di volare così veloce e così a bassa quota ed effettuare manovre così velocemente”. Il giornalista investigativo ha spiegato: “Il nuovo video mostra che l’oggetto che colpisce contro il Pentagono è di 17 o 20 piedi, vola a velocità supersonica, non ha ali ed ha una coda piccola. Duff ha spiegato che è chiaro che quindi non si tratta di un aereo.

http://italian.irib.ir/notizie/mondo/item/96161-11-settembre-nuovo-video-gordon-duff-fu-missile-a-colpire-pentagono-guarda-video

Movimento 5 Stelle a rischio implosione?

Il malcontento popolare ha premiato i nuovi movimenti come l'Italia dei Valori e il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo. Così come è nato e si è sviluppato, il Movimento 5 stelle, per la maggior parte sui Meetup ma anche su Facebook e ultimamente su Twitter, ha solo poche regole e tutte elencate nel "non Statuto".

Pur essendo nato nell'era di Internet e usandone tutte le potenzialità come i "social network" soffre dinuovi e antichi mali collegati alla politica e sono sorte delle rivalità all'interno del movimento stesso.

Attivisti che volevano diffondere la bontà dell'idea, sono stati "pregati" dai legali di Grillo di non utilizzare simboli riconducibili al Movimento 5 Stelle: alcunisimpatizzanti del Lazio hanno dovuto cambiare nome e logo su Facebook per non andare incontro a problemi legali.

"Parlatene, anche male, purchè se ne parli", magari usare questo tipo di logica sarebbe stato più utile ai fini del movimento stesso, i cui componenti spesso si scagliano contro tutto ciò che incontrano pensando che sia il "Male" sotto mentite spoglie.

Che accadrebbe se il PD diffidasse tutti quelli che vanno in giro con la maglia del "Che", o la Ferrari, la Nike o altri marchi conosciuti a livello mondiale, diffidassero tutti quelli che portano in giro i rispettivi emblemi?

La sola iscrizione ai Meetup appare limitativa per chi vuol fare attivismo. All'interno del movimento poi i giovani che partecipano tendono a diffondere l'idea che gli "anziani" (gente che ha più di 45 anni) non siano validi o da scartare, sprecando esperienze che per forza di cose, si formano con gli anni.

Inoltre, appare come movimento verticistico e non orizzontale con Grillo all'apice di questa piramide perchè è Grillo il proprietario del Movimento, ne ha i diritti di copyright proprio come una canzone o un film, e può non essere in grado di dirimere conflittualità interne, rischiando di fare la fine degli altri movimenti che sono "secolarizzati", staccati dalle reali esigenze del cittadino, e attenti ai "diktat" interni.

Può accadere che un movimento, riconducibile a una sola persona e senza personalità di spicco sul territorio, che potrebbe essere destinato al successo per la diffusione di nuove e valide idee, possaimplodere su se stesso.

L’Iran nel mirino di Sarkozy: terza guerra mondiale?

Mentre il conflitto in Libia è ancora in pieno svolgimento, Nicolas Sarkozy già pensa al prossimo obbiettivo, l'Iran. Possibile che si tratti solo di uno stratagemma, per distrarre l'opinone pubblica francese e porre così in secondo piano le accuse di corruzione che lo riguardano. Tuttavia la determinazione mostrata dal presidente francese nella guerra libica, farebbe presupporre che alle parole potrebbero seguire i fatti. Ma con tre fronti di guerra ancora attivi (Libia, Afghanistan e Iraq), un intervento contro Teheran apre scenari da terza guerra mondiale.

Nicolas Sarkozy, sotto accusa per aver percepito mazzette nell'affaire Bettencourt, si dichiara pronto ad effettuare azioni di guerra preventiva contro l'Iran. Contemporaneamente lancia pesanti accuse contro il governo siriano. Il presidente francese parla di "minaccia crescente" riferendosi all'Iran, e si sofferma sull'eventualità di colpire i siti nucleari. Secondo l'inquilino dell'Eliseo il governo di Teheran si rifiuterebbe di collaborare, lanciando insopportabili provocazioni. Sarkozy ha inoltre sottolineato la necessità che l'Unione europea si presenti con una voce unica davanti alla Comunità internazionale, mostrando compattezza e determinazione sulla questione iraniana. Resta da capire se si tratta di minacce serie oppure è una tecnica efficace per offuscare gli scandali interni, che stanno travolgendo il presidente francese. La memoria recente del conflitto in Libia, lascerebbe intendere che alle minacce la Francia potrebbe presto far seguire le manovre belliche. Personalmente ritengo inopportuno aprire un altro fronte di guerra, dal momento che sono ancora attivi i conflitti in Iraq, Afghanistan e Libia. Diventa quindi imprescindibile l’esigenza di valutare tutte le possibilità di trattativa, prima di iniziare un nuovo conflitto dall'esito quanto mai incerto. L'apparato militare iraniano è di gran lunga superiore a quello libico, inoltre Ahmadinejad è un presidente eletto democraticamente, non un dittatore come Gheddafi giunto al potere attraverso un colpo di stato. Non sarà facile per Sarkozy convincere l'Europa e la Comunità internazionale ad imbarcarsi in nuova guerra, preventiva o meno, ma di certo dolorosa. Probabilmente stati come Russia e Cina non saranno ben disposti ad accettare un'eventuale intervento della Nato, per ovvi interessi geopolitici. Esistono altissimi rischi che un simile conflitto possa degenerare ed estendersi, trasformandosi nel tanto temuto scontro di civiltà.

ITALIA - Immigrati. Partono firme per cittadinanza e voto

Con il deposito in Cassazione dei testi delle due leggi di iniziativa popolare sottoscritti dagli esponenti delle organizzazioni che hanno promosso la campagna l'Italia sono anch'io, ha preso il via ufficialmente oggi la raccolta di firme per la consegna delle leggi in Parlamento. Lo riferisce, in una nota, la Cgil. 'Ora ci sono sei mesi di tempo - spiega la Cgil - per raggiungere l'obiettivo richiesto delle 50 mila firme in calce a ciascuna delle due proposte di legge che riguardano la riforma della legge sulla cittadinanza e il voto degli immigrati alle elezioni amministrative'. La campagna 'L'Italia sono anch'io' e' promossa, nel 150* anniversario dell'unita' d'Italia, da 19 organizzazioni della societa' civile (Acli, Arci, Asgi-Associazione studi giuridici sull'immigrazione, Caritas Italiana, Centro Astalli, Cgil, Cnca-Coordinamento nazionale delle comunita' d'accoglienza, Comitato 1* Marzo, Coordinamento nazionale degli enti locali per la pace e i diritti umani, Emmaus Italia, Fcei - Federazione Chiese Evangeliche In Italia, Fondazione Migrantes, Libera, Lunaria, Il Razzismo Brutta Storia, Rete G2 - Seconde Generazioni, Sei Ugl, Tavola della Pace, Terra del Fuoco) e dall'editore Carlo Feltrinelli. Presidente del Comitato promotore e' il Sindaco di Reggio Emilia, Graziano Delrio. Scopo della campagna e' riportare all'attenzione dell'opinione pubblica e del dibattito politico il tema dei diritti di cittadinanza e la possibilita' per chiunque nasca o viva in Italia di partecipare alle scelte della comunita' di cui fa parte.

"Non esiste diversità etica a sinistra serve una svolta"

Colloquio con il sindaco di Firenze: "Bersani deve essere più coraggioso, l'antipolitica ha raggiunto livelli di guardia. Pronto alle primarie, contro la casta. Governo tecnico sarebbe una sconfitta"

di CONCITA DE GREGORIOSINDACO Renzi, esiste la "diversità etica" della sinistra? "No, non esiste. Ci sono buoni e cattivi politici, amministratori". Esiste un sistema-Sesto? La corruzione è estesa ad ogni latitudine? "Esistono a ogni latitudine corrotti e corruttori, collusi, concussi. Le responsabilità penali sono personali. Quelle politiche sono della classe dirigente intera. Giustificarsi dicendo "gli altri fanno peggio" è inaccettabile. Non è un problema di quanto. È un problema di come". La questione morale. "O si svolta decisamente o, coi rabberci, non si va da nessuna parte. L'antipolitica ha raggiunto livelli di guardia. E' impossibile, impensabile, accedere alla prescrizione prevista dalle leggi di Berlusconi. O si gioca in contropiede o si sta all'infinito sulla graticola, fino a bruciare". Il contropiede com'è? "Senza esitazioni, con coraggio, andiamo alla riforma delle indennità, del numero dei politici, dei criteri di nomina nelle aziende pubbliche. Cambiamo radicalmente il finanziamento ai partiti. Ma lo sa che sono stati appena erogati contributi elettorali a partiti che non esistono più, Ds, Margherita, decine di milioni di euro... no, non è qualunquismo. Facciamo come negli altri paesi, per ogni cento euro di erogazione dei privati registrata una percentuale di denaro pubblico. C'è una ragione se altrove funziona così. Siamo a un bivio decisivo, bisogna assestare un colpo alla casta. Se non si dimezza il numero dei parlamentari si dimezza quello degli elettori". Dimezzare, dice. Ha una proposta? "Certo, io intanto a Firenze l'ho fatto. Potevo avere 16 assessori, ne ho nominati 8. La storia delle Province è solo ammuina. Alla Leopolda, il 23 ottobre, presenteremo una riforma di legge costituzionale per superare il bicameralismo. Una sola Camera di 475 deputati, quanti sono i collegi. Un Senato delle autonomie locali composto da 140 amministratori: i cento sindaci dei comuni capoluogo, 20 presidenti di Regione e di consiglio regionale. Questi 140 già pagati come amministratori e dunque senza alcuna indennità parlamentare. Si passerebbe da mille retribuzioni a meno di 500, e il Parlamento funzionerebbe meglio". Pisapia suggerisce di limitare a due il numero di mandati, senza deroghe. "Per gli amministratori, per i sindaci due mandati sono il giusto, a volte anche troppo. Per i parlamentari il problema sono le deroghe, che poi diventano la norma. Io preferisco dire: limite di tre mandati, ma davvero senza deroghe per nessuno: del resto questa classe dirigente ha mostrato di aver terminato il suo compito, ha già dato. Io dicevo rottamazione. Pisapia, più elegante, dice rotazione. È lo stesso".
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Turchia espelle ambasciatore Israele Sospesi anche contratti militari

L'annunciato dell ministro degli Esteri turco, dopo le mancate scuse di Tel Aviv per l'incidente della Mavi Marmara, costato la vita il 31 maggio del 2010 a nove cittadini turchi. Davutoglu ha aggiunto che Ankara non riconosce la legalità del blocco israeliano di Gaza. Declassate relazioni diplomatiche al livello più basso

ANKARA - La Turchia ha espulso l'ambasciatore d'Israele e sospeso tutti i contratti militari dopo le mancate scuse1di Tel Aviv per l'incidente della Mavi Marmara 2, l'assalto della marina isrealiana a una nave umanitaria turca costato la vita il 31 maggio del 2010 a nove cittadini turchi. Lo ha annunciato il ministro degli Esteri turco, Ahmet Davutoglu aggiungendo che la Turchia riduce la sua rappresentanza diplomatica in Israele al livello di un secondo segretario e sospende anche tutti gli accordi militari con Israele. E scoppia la crisi diplomatica. Ankara inoltre non riconosce la legalità del blocco israeliano di Gaza. La scelta turca avviene dopo la pubblicazione delle conclusioni dell'inchiesta commissionata dall'Onu sul blitz israeliano contro la Freedom Flotilla, considerate "inaccettabili". Davutoglu ha quindi annunciato l'espulsione dell'ambasciatore israeliano e la "sospensione di tutti gli accordi militari" con lo Stato ebraico. Sospesi anche i contratti in campo energetico. VIDEO Il blitz israeliano 3 "In questa fase", ha spiegato il ministro degli Esteri turco, "prendiamo le seguenti misure: le relazioni tra Turchia e Israele sono ricondotti a livello di secondo segretario d'ambasciata. Tutti i responsabili con un rango superiore a quello di secondo segretario, come l'ambasciatore, rientreranno nel loro Paese entro mercoledì" ha detto il ministro. A bordo della Mavi Marmara, l'ammiraglia della Freedom Flotilla I che nel maggio dell'anno scorso tentò invano di forzare il blocco navale della Striscia di Gaza e fu quindi assaltata dalle forze speciali israeliane, furono uccisi nove attivisti turchi. Nella relazione Onu si afferma che si trattò di un'azione "eccessiva e irragionevole", ma si certifica però anche la sostanziale legalità del blocco di Gaza. Il capo della diplomazia turca ha bollato invece come "inaccettabili" le conclusioni cui sono pervenuti gli inquirenti, guidati dall'ex primo ministro neozelandese Geoffrey Palmer.
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Tarantini, indagine della procura di Lecce sui magistrati baresi dell'inchiesta escort

L'obiettivo è capire se l'imprenditore di Bari avesse sponde tra le toghe. I pm salentini hanno ricevuto documenti e intercettazioni telefoniche dai colleghi di Napoli che si occupano dell'estorsione al presidente del Consiglio. In questura a Roma interrogati gli avvocati del faccendiere agli arresti da ieri a Poggioreale. A Napoli interrogatorio di Marinella Brambilla, storica segretaria del premier

LECCE - La Procura di Lecce ha avviato un'indagine per verificare eventuali responsabilità penali dei magistrati di Bari in una delle inchieste che riguardano Giampaolo Tarantini. L'imprenditore pugliese è stato arrestato ieri - su ordine del gip di Napoli - per estorsione ai danni del presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, ma era già indagato proprio a Bari con l'accusa di aver procurato prestazioni sessuali di giovani escort al premier: un'inchiesta - quella barese per sfruttamento della prostituzione - molto lenta, con un fascicolo preliminare aperto ormai da più di due anni. I magistrati salentini - che sono competenti a indagare per fatti che riguardano i colleghi in servizio nel distretto barese - dovranno capire se, come Tarantini millantava al telefono, l'imprenditore avesse davvero sponde all'interno della procura. I sospetti su Bari. L'inchiesta è affidata al pm salentino Antonio De Donno, che è stato a Roma oggi proprio per occuparsi di questo caso, ed è partita dopo un'iniziativa dei magistrati napoletani: nei giorni scorsi, infatti, la Procura di Lecce ha ricevuto documenti e intercettazioni telefoniche dai pm di Napoli Vincenzo Piscitelli, Francesco Curcio e Henry John Woodcock che indagano sull'estorsione al premier, reato per il quale hanno chiesto ed ottenuto un'ordinanza di custodia cautelare in carcere contro Giampaolo Tarantini, la moglie Angela De Venuto e Valter Lavitola. Nelle carte dei pm napoletani, in effetti, ci sono intercettazioni che riguardano proprio la condotta della procura barese. Ecco uno stralcio di una conversazione telefonica tra Giampaolo Tarantini e Valter Lavitola. Parlano della riapertura dell'inchiesta a Bari. "È per darci un vantaggio", dice Gianpi. GT: "È stato fatto per non chiudere le indagini, per non mandare l'avviso di conclusione, così non escono intercettazioni". VL: "Embè, e che vantaggio ha il pm a riaprire le indagini, scusa?" GT: "No, il vantaggio ce l'abbiamo noi; l'ha fatto apposta Laudati (ndr, capo della procura di Bari) questo, perché, si sono messi d'accordo, nel momento in cui riaprono l'indagine e non mandano l'avviso di conclusione, non diventano pubbliche le intercettazioni". L'inchiesta barese era d'altronde finita in qualche modo anche all'attenzione del Csm: il 9 luglio l'ex sostituto procuratore di Bari Giuseppe Scelsi scrisse al Consiglio superiore della magistratura attaccando il capo, Antonio Laudati. Sostenne di essere stato ostacolato proprio nell'indagine sulle escort portate da Tarantini a palazzo Grazioli. Convocata la segretaria di Berlusconi. Ma torniamo all'inchiesta napoletana. I pubblici ministeri campani hanno convocato in procura, come persona informata dei fatti, la storica segretaria del premier,Marinella Brambilla. 1 L'interrogatorio - condotto dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dai pm Francesco Curcio, Vincenzo Piscitelli ed Henry John Woodcock - è attualmente in corso. Secondo quanto si sostiene nell'ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Amelia Primavera, Marinella Brambilla - per conto del premier - avrebbe consegnato denaro a un collaboratore di Valter Lavitola: in tutto 500 mila euro. Lavitola avrebbe girato una parte - appena 100 mila euro - a Tarantini e ad altri indagati, trattenendo per sè quella più consistente. Secondo i pm napoletani - lo ricordiamo - il premier doveva pagare proprio per il silenzio sulla vicenda delle escort.
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E la Rai fa causa allo Stato per due miliardi

Sotto accusa il canone non corrisposto dal ministero del Tesoro. Un altro buco nei conti di Tremonti?

Se l’affaire andasse in porto sarebbe un bel salasso per il ministero dell’Economia. La Raiinfatti ha intenzione di far causa allo stato per la bella cifretta di 1,6 miliardi di euro. Ovvero, il canone non trasferito alla tv pubblica dal ministero del Tesoro negli ultimi sei anni. Ne parla Franco Bechis di Libero:

A ventilare la maxi-causa era stata il 12 luglio scorso lo stesso direttore generale della Rai, Lorenza Lei, di fronte alla commissione parlamentare di vigilanza presieduta da Sergio Zavoli. «Non c’è dubbio», aveva spiegato la Lei, «che mi adopererò in tutti i modi per ottenere quanto necessario, visto che in relazione alla separazione contabile, la Rai nei diversi anni ha accumulato crediti nei confronti dello Stato, la cui somma potrebbe aggirarsi intorno a un miliardo di euro». Sempre il direttore generale aveva anticipato «l’intenzione dei vertici aziendali di valutare in consiglio di amministrazione la possibilità di adire le vie giudiziarie ordinarie al fine del recupero dello sbilancio risultante dalla contabilità separata fra costi dell’offerta di servizio pubblico e ricavi da canone».

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http://www.giornalettismo.com/archives/143873/e-la-rai-fa-causa-allo-stato-per-due-miliardi/

Alaska, terremoto: allarme tsunami

La magnitudo è di 7.1

Un terremoto di magnitudo 7.1 ha colpito le isole Aleutine, possedimento dell’Alaska, provocando un allarme tsunami. Lo segnala il Servizio Geologico degli Stati Uniti. Il sisma ha avuto il suo epicentro a circa 130 chilometri dalla città di Dutch Arbor, sede di importanti imprese di pesca commerciale. L’Alaska Tsunami Warning Center ha comunque specificato che ‘non sussiste la minaccia di uno tsunami di vaste proporzioni’.

LA SCARSA POPOLAZIONE – Grazie anche allo scarso popolamento del remoto arcipelago, non sembrano esservi stati feriti ne’ danni materiali degni di nota: ma la relativa superficialità del fenomeno ha indotto le autorita’ a lanciare l’allarme-’tsunami’, anche se soltanto a livello locale. L’epicentro e’ stato infatti localizzato a soli 10 chilometri di profondita’ sotto al fondale oceanico, e 201 chilometri a sud-est del villaggio di Atka. In particolare, ha riferito l’istituto di sorveglianza geologica statunitense USGS, il sisma ha colpito l’arcipelago delle Aleutine, con epicentro a sudest di Atka.