sabato 8 ottobre 2011

Fiat, la Fiom si mobilita: sciopero nazionale di otto ore il 21 ottobre

(Adnkronos)
Roma, 8 ott. (Adnkronos/Ign) - E' stata accolta dall'assemblea dei delegati Fiom la proposta della segreteria per uno sciopero nazionale di 8 ore per il 21 ottobre in tutto il gruppo Fiat. Il documento è stato approvato all'unanimità. La mobilitazione sarà allargata anche alle imprese della componentistica, con una manifestazione nazionale a Roma. Al centro della protesta il piano industriale e il progetto Fabbrica Italia ''che non esiste'', ha sottolineato il segretario nazionale della Fiom, Giorgio Airaudo, nel suo intervento di apertura all'assemblea dei delegati Fiat.

"E' un'iniziativa giusta" ha commentato Susanna Camusso, leader della Cgil, spiegando come sia "evidente il problema che abbiamo di fronte, reso ancora più chiaro dalle scelte di Fiat sul progetto Fabbrica Italia e quindi sulle sorti dei lavoratori".

Le motivazioni alla base della scelta di Marchionne di uscire da Confindustria ''non sono fondate'' e potrebbero al contrario ''confermare la scelta della Fiat di lasciare l'Italia'' ha affermato nel suo intervento all'assemblea dei delegati il segretario confederale della Cgil, Vincenzo Scudiere, sottolineando che ''il modello autoritario di Marchionne senza regole e senza contratto deve essere isolato nel paese e tra le imprese''.

Per Scudiere, infatti, ''non bisogna scambiare l'azione strumentale di Marchionne in un processo di 'marchionnizzazione' del sistema. Al massimo si porterà dietro, nella scelta fatta di uscire dalla Confindustria, quelle aziende più deboli e alle sue dipendenze''. Secondo il dirigente sindacale ''il problema vero è che non essendo fondate le motivazioni addotte dall'amministratore delegato, si conferma sempre di più il nostro timore sull'insicurezza e la debolezza del piano industriale della Fiat e della sua presenza in Italia''.

La disdetta e le motivazioni di quest'ultima, ha osservato Scudiere, ''potrebbero infatti confermare la scelta di Marchionne di lasciare l'Italia. Va infatti sfatata l'illusione che dietro la scelta ci sia l'articolo 8''. Infine, ha concluso, ''l'iniziativa del coordinamento Fiat rientra a pieno titolo in quella più generale della Cgil che si sostanzierà in una grande giornata di mobilitazione nazionale sui temi del lavoro e della crescita''.

Per Carlo De Benedetti l'uscita della Fiat da Confindustria "è un errore, in realtà la Fiat sta uscendo dall'Italia non dalla Confindustria". "Lo penso un errore perché certamente la Fiat ha fatto molto per questo paese ma credo che il paese abbia fatto di più per la Fiat di quanto la Fiat ha fatto per il paese. Anche nei momenti di difficoltà - ha aggiunto - il dialogo è possibile e non credo si possa addossare al sistema Italia la responsabilità, per esempio, della mancanza di modelli o che ci facciamo portare via le persone migliori da Volkswagen e da Audi. I problemi sono più complessi - ha concluso De Benedetti - e non si risolvono certo uscendo da Confindustria".

''Da che pulpito viene la predica - ha replicato a stretto giro il presidente dei deputati del Pdl, Fabrizio Cicchitto - Cosa ha dato De Benedetti all'Italia? Ad Ivrea ancora ricordano cosa ha fatto De Benedetti della Olivetti, cioè di un fiore all'occhiello dell'industria italiana sul terreno dell'alta tecnologia''.

L'INCHIETSA- GIA' NEL 2010 IL FILONE FINMECCANICA MA NESSUNO HA INDAGATO «Il pm sbagliò su Tarantini E lui avvisò il premier»

Il procuratore Laudati al Csm: non andava perquisito

ROMA - Silvio Berlusconi fu informato oltre un mese prima dell'intervista a Patrizia D'Addario che Gianpaolo Tarantini era sotto inchiesta a Bari. Fu lo stesso imprenditore pugliese ad avvisarlo con un sms l'11 maggio 2009, pochi minuti dopo l'inizio di una perquisizione nella sua abitazione e nei suoi uffici disposta dal pubblico ministero Giuseppe Scelsi. «Un errore gravissimo che bruciò l'intercettazione del secolo», sostiene il procuratore Antonio Laudati, riferendosi ai contatti tra lo stesso Tarantini e il premier. L'ha detto davanti al Consiglio superiore della magistratura il 22 settembre scorso. Il verbale di quell'audizione conferma le tensioni interne all'ufficio giudiziario pugliese nella gestione dell'indagine sulle ragazze reclutate e pagate per partecipare alle feste del presidente del Consiglio. E i documenti acquisiti dallo stesso Csm rivelano come già dal novembre 2010 i pubblici ministeri pugliesi avessero scoperto che la «contropartita» per Tarantini erano gli appalti e le consulenze di Finmeccanica, ma quel capitolo non è stato ancora esplorato. È un duro atto d'accusa quello che Laudati pronuncia a Palazzo dei Marescialli, soprattutto quando si riferisce alla perquisizione nella casa dell'imprenditore. E aggiunge: «È come se avessi l'indagine sul narcotraffico più importante al mondo, sto per prendere 400 tonnellate di cocaina e vado a fare a casa del narcotrafficante intercettato una perquisizione per acquisire il riscontro della contravvenzione stradale perché è passato con il semaforo rosso». Il procuratore non nasconde la sua avversione per Scelsi, che con la sua denuncia ha provocato un'indagine a carico di Laudati da parte della Procura di Lecce, per abuso d'ufficio, favoreggiamento e violenza privata. E nega in maniera decisa di aver detto durante una riunione avvenuta a luglio 2009 e cioè due mesi prima del suo insediamento, di essere «arrivato a Bari su mandato di Alfano», come invece sostengono lo stesso Scelsi e l'ufficiale della Guardia di finanza Salvatore Paglino. «Sono accuse false e calunniose - sostiene - che mi rendono vittima di un'operazione dietrologica. E se un giorno la Procura di Lecce o chiunque dimostrerà che veramente la riunione è andata come dicono loro, per favore nel mio interesse mandatemi in manicomio perché evidentemente ho perso il senno».
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«MALPANCISTI» DEL PDL - L'IPOTESI DELLA NASCITA DI GRUPPI AUTONOMI. E spunta il documento dei «ribelli»

Le richieste di Scajola e Pisanu: svolta in economia e partito «aperto»

Scajola (Ansa)
Scajola (Ansa)
ROMA - Lo descrivono «amareggiato e deluso» per il trattamento ricevuto dal «quotidiano di proprietà del premier», Il Giornale , che ieri titolava spietato «Un'altra casa di Scajola». Ma assicurano anche, i suoi amici più stretti, che l'ex ministro non ha alcuna intenzione di tornare sui propri passi. «Serve un governo dei migliori allargato ai centristi», ripete nelle cene e negli incontri con i fedelissimi Claudio Scajola, all'uniscono con Beppe Pisanu con il quale cammina affiancato, sostenuto da 30-40 fedelissimi che - giurano - sono pronti a seguirlo sulla strada che alla fine si deciderà di intraprendere. Per andare dove? L'approdo finale non è chiaro, ma le prime tappe del cammino sono state stabilite.

Si sta infatti lavorando a un documento (la cui esistenza al momento è smentita dagli interessati) che dovrebbe vedere la luce tra qualche giorno, e che dovrebbe sostanzialmente contenere la richiesta di un partito più aperto, rappresentativo di tutte le anime, che torna a discutere e decidere in sedi prestabilite visto che - dicono gli scajoliani - finora «di Alfano si può dire solo che si presenta bene...»; una «svolta» in economia, a partire dal decreto sviluppo che sarà il vero banco di prova per la sopravvivenza del governo; la disponibilità ad «allargare il governo ai centristi» per fare un «esecutivo dei migliori che affronti la crisi globale».

L'idea è quella di sottoporre allo stesso premier il documento, o comunque di discuterlo, spiega Paolo Russo, nelle «sedi più opportune del partito, perché non è possibile che non esistano più luoghi di confronto. I temi che noi poniamo sono di metodo in primo luogo, poi di merito». Se non si riuscirà ad avere risposte in tempi brevi, potrebbe diventare realtà quella che per ora è solo una sorta di minaccia sottintesa: la creazione di gruppi parlamentari autonomi.

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Belgio: accordo fatto, dopo 18 mesi di vacanza sta arrivando un governo

Otto partiti hanno raggiunto un'intesa su una riforma istituzionale grazie all'opera del socialista Di Rupo

Elio Di Rupo (Reuters)
Elio Di Rupo (Reuters)
MILANO - Sotto la regia del socialista Elio Di Rupo otto partiti belgi hanno raggiunto dopo due mesi di negoziato un'intesa complessiva su un pacchetto di riforme istituzionali con poteri aumentati trasferiti alle regioni che spiana la strada alla nascita di un nuovo governo che arriverebbe dopo oltre un anno e mezzo di assenza di un esecutivo. Il Belgio infatti è guidato da un governo operativo solo per gli affari correnti da oltre un anno e mezzo ed ha stabilito il record mondiale per la durata di una crisi.

RIFORMA - Il presidente del Partito liberale francofono Charles Michel ha sottolineato che la riforma istituzionale, la sesta nel Paese, sia « la più importante dalla seconda guerra mondiale».

Gli spagnoli preparano la valigia Emigrati sono più degli immigrati

(Xinhua)
Madrid, 8 ott. (Adnkronos) - Spinti dalla crisi economica, gli spagnoli tornano a emigrare. Lo scrive in prima pagina 'El Pais', spiegando che, per la prima volta da decenni, gli emigrati sono piu' degli immigrati. Secondo le proiezioni Ine, l'istituto nazionale di statistica, quest'anno lasceranno il paese oltre 580mila persone, a fronte di 450mila ingressi. Buona parte di chi si reca all'estero, inoltre, e' in eta' lavorativa.

L'Aquila: "Ora ci chiedono le tasse arretrate" Il sindaco Cialente: "La ricostruzione non è partita" Video

Non solo dopo il terremoto del 2009 “nulla è partito della ricostruzione materiale ed economico-sociale” de L’Aquila. Tanto che “tutto si è fermato a marzo del 2010”. Ma sugli acquilani sta per abbattersi anche la mannaia fiscale: da novembre si dovranno pagare le tasse arretrate. Lo spiega il sindaco Massimo Cialente a margine del Saie, il salone dell’edilizia in corso a Bologna.

“Ce le hanno sospese per 14 mesi - dice- adesso ce le vogliono far restituire in 120 rate”. Un esborso, continua, che un territorio la cui economia è ginocchio da due anni non si può permettere: “Per il 2011 - dice- si tratta di 100 milioni di euro a carico del comprensorio aquilano”.

Cialente si è espresso anche contro l’ipotesi di condono edilizio: “E’ impensabile, perché siamo senza una lira”.

Generale Mini: “Afghanistan: missione fallita”

L'ex comandante della missione Nato in Kosovo traccia un bilancio molto negativo della missione afgana ed esprime pessimismo per il futuro di Enrico Piovesana - peacereporter.net.

Generale Mini, che bilancio traccia di questi dieci anni di guerra in Afghanistan? Un bilancio del tutto negativo, visto che non è stato conseguito nessuno dei grandi obiettivi con cui gli Stati Uniti e la comunità internazionale hanno giustificato l'intervento in Afghanistan: dalla sconfitta del terrorismo internazionale, che non è certo morto con Bin Laden, alla democratizzazione e ricostruzione del Paese, al contrasto al narcotraffico.

Se la missione Isaf si fosse limitata al suo obiettivo iniziale stabilito a Bonn nel dicembre del 2001, ovvero alla stabilizzazione dell'area di Kabul e al supporto alla creazione di un governo transitorio, le cose sarebbero andate diversamente.

Quando e perché sono cambiati gli scopi della missione afgana? Il fallimento afgano è iniziato quando nel 2003 gli Stati Uniti, per concentrarsi sull'Iraq, hanno lasciato la missione Isaf in mano alla Nato, che ne ha stravolto gli scopi allargandoli ai suddetti obiettivi di antiterrorismo, nation-building e antidroga, ma che poi non è stata in grado di gestire la situazione. La Nato ha voluto strafare, disperdendo le sue scarse forze su tutto il territorio e finendo così a fare da bersaglio senza riuscire a raggiungere nessuno di quegli ambiziosi convertiti. Il paradosso è che eravamo andati lì per difendere gli afgani, e oggi ci ritroviamo a difendere noi stessi dagli afgani.

Quali sono le sue previsioni sul futuro dell'Afganistan e della missione internazionale?alt Riguardo al futuro sono altrettanto pessimista, perché in dieci anni non è stato affrontato nessuno dei problemi sociali e culturali che avrebbe potuto garantire un futuro diverso all'Afghanistan. In tutto questo tempo non abbiamo portato nessun miglioramento dal punto di vista dell'economia, dell'istruzione, delle leggi. Anzi, con la nostra inazione e i nostri errori abbiamo peggiorato le cose, allontanando sempre più la popolazione dal nuovo governo sostenuto dall'Occidente. Per riparare ai nostri danni dovremmo rimanere in Afghanistan per decenni!

Quindi non crede che l'occupazione dell'Afganistan finirà nel 2014? Noi europei ce ne torneremo a casa nei prossimi anni senza aver risolto niente, ma gli americani rimarranno a tempo indeterminato, lasciando basi e forze speciali: loro non usciranno mai più dall'Afghanistan, esattamente come non usciranno mai più dall'Iraq. E già che ci sono, fanno di necessità virtù: dovendo rimanere per forza, ne approfittano per piantare degli avamposti contro potenziali nemici regionali e globali, Cina in primis, gettando i presupposti per nuove e ben più rischiose guerre globali. E per rimanerci sono prontissimi a scendere a patti con i talebani.

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http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/6902-generale-mini-afghanistan-missione-fallita.html

Indignados/ Usa: Nobel Krugman si schiera con Occupy Wall Street

Indignados/ Usa: Nobel Krugman si schiera con Occupy Wall Street

NEW YORK - L'accusa dei manifestanti verso Wall Street, considerata come una forza distruttiva, sia economicamente sia politicamente, è completamente giusta": questa è la posizione decisa che oggi Paul Krugman esprime in un editoriale sul New York Times. Secondo il premio Nobel per l'economia, visto quello che è successo negli ultimi anni, è impossibile non comprendere le ragioni di chi protesta contro il cinismo e l'avidità dei banchieri americani, colpevoli prima di aver approfittato della mancanza di regolamentazione del loro settore e poi, una volta scoppiata la bolla speculativa, di averne fatto ricadere le conseguenze sulle spalle dei risparmiatori. L'occupazione di Wall Street, secondo Krugman colpevolmente ignorata nelle sue fasi iniziali dai media, sta diventanto troppo grande per non essere presa sul serio e potrebbe "addirittura essere considerata come un punto di svolta". Per il professore di Princeton, i giudizi negativi sulla natura del movimento sono pretenziosi. Il fatto che i manifestanti non siano "ben vestiti", ad esempio, non può certo determinare la loro superficialità, visto che "l'esperienza passata ha reso fin troppo chiaro che gli uomini in giacca e cravatta non solo non hanno il monopolio del sapere, ma che in realtà ne hanno veramente poco da offrire".

Italia: identificati decine di ragazzi che hanno manifestato a Roma

Italia: identificati decine di ragazzi che hanno manifestato a Roma

ROMA - Sono decine i manifestanti del corteo di Roma identificati dalla polizia dopo l'occupazione della stazione Ostiense. Intanto dopo avere occupato per circa 15 minuti i binari gli studenti sono usciti dalla stazione presidiata dalle forze dell'ordine. "All'iniziativa preavvisata se ne sono aggiunte ulteriori di minore portata - si legge in un comunicato della questura - che hanno richiesto una riorganizzazione dei servizi, anche alla luce dei ripetuti cambiamenti di direzione del corteo rispetto a quanto preventivato in sede di preavviso dai promotori". "In diverse occasioni e, in particolare, in diversi punti del Lungotevere, i manifestanti hanno provato ad aggirare e superare gli sbarramenti delle forze dell'ordine, con l'intento di raggiungere il centro e le sedi istituzionali - prosegue la nota -. Le forze dell'ordine, che sono state anche destinatarie di lancio di oggetti e fumogeni, hanno mantenuto le posizioni, gestendo i momenti di tensione con estremo equilibrio".

Realtà

gaffe

Errori di mira

Fitch declassa l'Italia con outlook negativo Draghi: per i giovani futuro a rischio

Agenzia rating declassa anche la Spagna, Portogallo a rischio "spazzatura". Il governatore: riforme strutturali sono la priorità

Mario Draghi

ROMA - Anche Fitch ha declassato l'Italia, abbassando il rating sovrano di lungo termine da AA- a A+ con outlook negativo. La valutazione di breve termine scende a F1 da F1+. «Il downgrade riflette l'intensificarsi della crisi della zona euro che costituisce un significativo shock finanziario ed economico che ha indebolito il profilo di rischio sovrano dell'Italia» spiega Fitch in una nota, sottolineando che «una soluzione credibile e complessiva della crisi è politicamente e tecnicamente complessa e ci vorrà tempo per realizzarla a per guadagnare la fiducia degli investitori». Fitch aggiunge che «l'alto livello di debito pubblico e le esigenze di finanziamento del debito, assieme a un basso livello di crescita potenziale rendono l'Italia particolarmente vulnerabile a shock esterni». Declassata la Spagna, Portogallo a rischio "spazzatura". Fitch ha tagliato il rating di lungo termine della Spagna portandolo da AA+ ad AA-, con outlook negativo. Per il Portogallo rimane invece il rischio di un taglio del rating a "junk" (spazzatura). Fitch mantiene il rating sovrano del Paese lusitano sotto osservazione con implicazioni negative. Ad aprile Fitch aveva tagliato il rating di Lisbona a BBB-, ossia all'ultimo livello d'investimento. Il governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi, lancia intanto l'allarme sul futuro delle nuove generazioni: «Le prospettive di reddito per loro sono più che mai incerte. Si stanno sprecando risorse preziose e stiamo mettendo a repentaglio non solo il loro futuro ma quello del Paese intero». «Misure strutturali sono priorità assoluta». «La priorità assoluta dell'Italia è oggi uscire dalla stagnazione riavviando lo sviluppo con misure strutturali - ha detto Draghi al seminario per la sussidiarietà dedicato a giovani e crescita - La bassa crescita dell'Italia degli ultimi anni è anche riflesso delle sempre più scarse opportunità offerte alle giovani generazioni. La crescita economica non può fare a meno dei giovani, né i giovani della crescita. Le difficoltà da loro incontrate devono preoccuparci non solo per equità, ma per un problema di inutilizzo del loro patrimonio di conoscenza e capacità di innovazione».

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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=165652&sez=HOME_ECONOMIA

SIRIA: CASA BIANCA, ASSAD DIA SUBITO LE DIMISSIONI

(AGI) Washington - Il presidente siriano Bashar al-Assad deve dare "subito" le dimissioni. Lo ha ribadito la Casa Bianca aggiungendo che il leader siriano sta portando il suo paese "su un cammino molto pericoloso". In un comunicato il portavoce Jim Carney ha anche condannato l'uccisione del leader curdo Meshaal Tamo cosi' come le violenze sugli attivisti: "Ancora una volta - ha aggiunto - le promesse di Assad di dialogo e riforme si sono dimostrate vane".

Staminali per far ricrescere i capelli

La guerra contro la caduta dei capelli ha un nuovo alleato: si chiama 'Prp Ht' ed e' l'ultima frontiera terapeutica per il trattamento della calvizie e del diradamento di capelli, nata negli States e ora sbarcata anche in Italia. 'Prp Ht' sta per 'Platelet rich plasma hair therapy', ovvero: terapia dei capelli con plasma arricchito di piastrine. Di che si tratta lo spiega la dottoressa Valeria Dente, responsabile del settore Tricologico dell'Istituto Dermopatico dell'Immacolata (Idi) di Roma, dove la Prp e' quotidianamente praticata e ha sempre piu' adepti. L'esperta dell'Idi definisce la nuova tecnica curativa, che rientra nel campo della medicina rigenerativa, come "una soluzione a meta' strada tra la terapia domiciliare fatta di pillole e lozioni, e il trapianto; ed e' una soluzione immonulogicamente neutra e priva di tossicita'". La tecnica, spiega l'esperta all'AGI, "si fonda sul principio secondo cui le cellule staminali presenti nel bulbo del capello sono dotate di recettori per i fattori di crescita. Poiche' il sangue contiene molte piastrine, a loro volta ricchissime di fattori di crescita, si utilizza il sangue stesso del paziente, opportunamente lavorato con un macchinario ad hoc, una centrifuga che separa le componenti del sangue proprio per ottenere un composto ricco di piastrine". Tocca quindi ai fattori di crescita presenti nelle piastrine, iniettate nel cuoio capelluto, stimolare le staminali dei bulbi piliferi ancora presenti a produrre il capello. "E' una delle terapie piu' innovative", ha ribadito il medico, "che necessita della presenza di un ematologo, e quindi si puo' fare solo in ospedale". La nuova tecnica e' indicata nell'alopecia androgenetica, sia maschile sia femminile ("e' un problema che riguarda anche le donne - ricorda l'esperta - con risvolti psicologici anche piu' importanti rispetto agli uomini") e i fattori di crescita iniettati nel cuoio capelluto agiscono sulla quantita' ma anche sullo spessore del capello.

In piazza per ricucire l'Italia aderisce anche Saviano

Oggi a Milano la manifestazione di Libertà&Giustizia: "Questo governo è finito". Videomessaggio dello scrittore di Gomorra. Bonsanti: "La società civile vuole pesare"

di ANNALISA CUZZOCREA ROMA - C'è un filo rosso che collega la manifestazione del Palasharp del 5 febbraio scorso e l'iniziativa di questo pomeriggio all'Arco della Pace, sempre a Milano. Allora, Libertà e Giustizia e intellettuali come Umberto Eco, Maurizio Pollini, Salvatore Veca, avevano chiesto le dimissioni di Silvio Berlusconi. Ora escono dal palazzetto per essere in piazza con la società civile, e lanciano proposte che servono a ricostruire, a rimettere insieme i lembi stracciati di dignità e diritti, certezze e valori. C'era e c'è il presidente emerito della Consulta Gustavo Zagrebelsky, che lì aveva lanciato una parola d'ordine ancora valida: "Non chiediamo niente per noi, ma tutto per tutti". C'era - e ci sarà con un messaggio video - lo scrittore Roberto Saviano, che a Repubblica anticipa il senso del suo intervento: "Oggi la difficoltà sta in questo: nel non cedere alla certezza che niente possa cambiare, che vivere onestamente sia inutile.
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“Obama è stato veramente un cafone con l’Italia”

Ogni puntata di Porta a Porta regala piccole perle di saggezza. In questa puntata, Bruno Vespa sostiene che “Obama è stato veramente un cafone con l’Italia”: il presidente americano è colpevole di non aver ringraziato l’operato dell’Italia nelle missioni libiche. C’è da dire che, in quanto a perle, anche La Russa si difende bene.

“Nicole Minetti e Barbara Faggioli vestite da suora nelle feste di Silvio”

Imane Fadil racconta cosa ha visto nelle serate del bunga bunga: “C’era chi scattava foto e video”

Imane Fadil, la modella marocchina che testimonierà al processo contro il premier, decide di parlare con il Fatto, e in un’intervista concessa a Gianni Barbacetto ed Antonella Mascali spiega che cosa ha visto in casa di Berlusconi:

Sbotta: “Non ce la faccio più a passare per quella che si è venduta ad Arcore. Non m’interessano i soldi, m’interessa la mia dignità. Ho partecipato a qualche serata a casa del presidente, ma io non ho mai fatto niente di sconveniente. Finita in questa storia, per sei mesi mi sono chiusa in casa. Nessuno mi dà più lavoro. Allora ho deciso di parlare, di raccontare quello che ho visto, perché non voglio far vincere quelli che denigrano le donne, che convincono le ragazze che si fa strada non per meritocrazia, ma per mignottocrazia. Io non riuscirei a mostrare la mia carne, a vendermi per fare carriera. Non credo che le soddisfazioni nella vita si ottengano in questo modo. Credo che le personalità forti non abbiano bisogno di fare certe cose per centrare i loro obiettivi. Non se ne può più!”.

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http://www.giornalettismo.com/archives/155917/nicole-minetti-e-barbara-faggioli-vestite-da-suora-nelle-feste-di-silvio/

Olanda: cannabis forte vietata nei caffe'

(ANSA) - BRUXELLES - Nuovo giro di vite del governo olandese contro i coffee shops: e' stato annunciato oggi il divieto di vendita della cannabis ''forte'', cioe' con un tasso di tetrahydrocannabinol (THC) superiore al 15% a partire da marzo-aprile del 2012. ''Dopo la modifica della legge, i coffee shops non potranno che offrire cannabis il cui tasso di THC sia inferiore al 15%'', ha annunciato il vice premier e ministro per l'economia Maxime Verhagen. Il giro di vite scattera' tra sei mesi.