TRA qualche settimana non saranno più in grado di garantire neppure le udienze. Per non parlare di indagini e inchieste destinate a fermarsi. La giustizia rischia la paralisi nell'intera regione. Niente più inchieste contro la 'ndrangheta in Calabria. Nulla contro la corruzione, men che meno contro i reati comuni. Il grido dall'allarme ieri è stato lanciato dai 13 procuratori a conclusione di un vertice che si è tenuto a palazzo di Giustizia di Catanzaro. Una riunione nella quale a parlare sono stati i numeri. L'indice di scopertura delle procure calabresi sta per toccare il 40%, con punte dell'80% (a Palmi e Vibo Valentia) ed il 100% della Procura dei minorenni di Reggio Calabria. Solo per fare qualche esempio a Palmi, nella piana di Gioia Tauro su un organico che prevede 10 magistrati resteranno in 2. A Vibo valentia 1 su 6. E a Locri 2 su 8. Ma non va meglio nelle altre procure dove le percentuali dei posti scoperti supera di molto il 50%. Procure di frontiera, in molti casi. Come quelle di Crotone o Paola. Uffici che già allo stato sono sommersi di lavoro e che a breve collasseranno. I procuratori hanno auspicato che "l'emergenza possa essere fronteggiata con il ricorso alle incentivazioni previste dalla legge di cui sollecitano l'urgente attuazione" ed hanno chiesto che "governo e Parlamento adottino tutte le iniziative perché siano presto apportate le necessarie modifiche alla legge sull'ordinamento giudiziario in modo da consentire di nuovo, nel rispetto dei principi costituzionali, di rifornire di magistrati le procure".
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