venerdì 20 dicembre 2013

Sigarette da 10, vietata la vendita da oggi nei Paesi dell'UE

Scatta il divieto per la vendita delle sigarette nel pacchetto “da dieci”.

E’ da poco scattato il divieto per la vendita dei pacchetti di sigarette “da dieci”all’interno dei paesi dell’Unione Europea. Sarebbe questa la decisione presa dai rappresentanti permanenti degli Stati membri nel Consiglio Ue (Coreper), che con questo divieto impongono un nuovo giro di vite sul problema del fumo. La ragione che sta alla base di una decisione del genere è molto semplice: i pacchetti contenenti meno di 20sigarette attraggono inevitabilmente i giovani e i giovanissimi, dal momento che costano sicuramente meno rispetto ai normali pacchetti di sigarette da 20.
Proprio rivolta ai giovanissimi è inoltre la norma che vieta l’utilizzo di additivi e di aromi (come quelli alla menta o alla vaniglia) che possano rendere più gradevole il fumo. Tale divieto sarà però applicabile nel 2020, ovvero quattro anni dopo l’entrata in vigore della direttiva.
Secondo quanto riportato dal responsabile Ue alla Salute, Tonio Borg, e la relatrice del parlamento europeo, Linda McAvan, il nuovo divieto sarebbe peraltro meno severo rispetto a quello che avrebbe voluto la Commissione europea. Fra le altre modifiche, vi è anche quella relativa alle dimensioni delle avvertenze sanitarie contro il fumo che si trovano sui pacchetti di sigarette, che corrisponderanno al 65% e si troveranno sia sulla facciata che sulla parte posteriore dei pacchetti. Inoltre, nei pacchetti di sigarette dovranno necessariamente essere inserite delle immagini approvate dalla Commissione che mostrino quali sono gli effettivi danni che il fumo provoca. Qualora i Paesi membri volessero adottare misure più rigide, potranno infine introdurre i cosiddetti pacchetti “neutri”, ovvero quelli senza marchio.
Per quanto concerne il dibattuto argomento delle sigarette elettroniche, la normativa lascia agli Stati Membri la scelta se considerare tali prodotti come delle medicine, oppure come dei derivati dal tabacco.
via | La Fucina
Foto | da Pinterest di Author Joyce Godwin Grubbs

"Accordo con FI sul Porcellum". Così Renzi 'minaccia' Alfano

Qualche renziano lo dice esplicitamente: il canale di dialogo con Forza Italia serve innanzitutto a "mettere paura" ad Angelino Alfano e, di fatto, anche a Enrico Letta. Il segretario del Pd non ci sta a farsi imbrigliare in un confronto tutto interno alla maggioranza su questo tema perché, lo dice esplicitamente, "se tu fai le regole solo con la maggioranza, basta che uno la mattina si alzi con il ciuffo storto e si mette in discussione tutto". Dopo che la Corte costituzionale ha bocciato il premio di maggioranza, un ulteriore stallo sulla legge elettorale significherebbe blindare le larghe intese all'infinito e costringere il Pd ad una posizione di assoluta subalternità al governo e Renzi davvero non è disposto ad accettarlo. Il problema è che dall'altra parte, a palazzo Chigi ma anche al Quirinale, si teme molto che l'approvazione di una legge elettorale slegata dalle riforme della Costituzione possa finire per accelerare il ritorno al voto.
Chi ha parlato con il segretario, spiega che Renzi ha un disegno molto chiaro: costringere il Nuovo centrodestra di Alfano ad arrivare già a fine gennaio, inizio febbraio ad un voto sulla legge elettorale. "Certo - viene spiegato - non abbiamo nessuna intenzione di rimettere in gioco Berlusconi. Ma loro devono sapere che se fanno i furbi sulla legge elettorale siamo pronti a tutto...". Renzi, peraltro, qualche segnale positivo lo ha visto: la disponibilità di Alfano a ragionare su una legge tipo "sindaco d'Italia" era un passo avanti, ma c'era il timore che il segretario Ncd, con alleanze importanti, volesse proporre l'elezione diretta del premier, che imporrebbe una riforma della costituzione e, quindi, tempi lunghi. venerdì invece, durante la presentazione del libro di Bruno Vespa, Alfano avrebbe fatto capire a Renzi di essere pronto a fare la legge elettorale prima delle riforme della costituzione.
Di fatto, questo sposterebbe il dibattito sul "modello d'Alimonte", un proporzionale a doppio turno che di fatto porterebbe ad una investitura del premier. Un meccanismo che permetterebbe anche a Ncd di pesarsi al primo turno con proprie liste e di allearsi al secondo turno anche con Fi, ma senza subire ricatti. Lo schema andrebbe bene a Renzi, perché il premier verrebbe comunque di fatto indicato dagli elettori, e il vincitore avrebbe - come accade nei comuni - un premio di maggioranza che gli assicurerebbe la governabilità senza dover ricorrere a larghe intese.
Tutto questo, però, va realizzato. I renziani vogliono vedere i risultati e aspettano di vedere l'atteggiamento di Ncd su un testo concreto e non si fideranno finché non vedranno la Camera votare. Per questo il segretario Pd tiene aperte tutte le strade, anche oggi Maria Elena Boschi ha sondato sia esponenti di Fi che Ncd. Il messaggio è chiaro: sono pronto ad usare !l'arma finale del dialogo con il "diavolo" Berlusconi se capisco che non si fa sul serio.


Voto di scambio, commissione Giustizia del Senato alza le pene

Carcere da 7 a 12 anni per chi commette il reato. Introdotto anche il principio di punibilità del politico che "si mette a disposizione" dell' organizzazione mafiosa. A favore tutti i gruppi tranne Forza Italia e Gal
Voto di scambio, commissione Giustizia del Senato alza le pene
ROMA - La commissione Giustizia del Senato ha approvato il disegno di legge contro lo scambio elettorale politico-mafioso. Due novità rispetto al testo approvato lo scorso luglio dalla commissione Giustizia della Camera.

Il ddl alza la pena per il reato di voto di scambio: da 7 a 12 anni di carcere invece dei 4-10 anni precedentemente proposti. Introduce inoltre il principio di punibilità del politico che "si mette a disposizione" dell'organizzazione mafiosa.

A favore hanno votato tutti i gruppi della commissione, tranne Forza Italia e Gal. "E' stata ignorata l'intesa raggiunta alla Camera sull'elemento soggettivo della consapevolezza di chi chiede voti all'associazione criminale del soggetto che li promette in cambio di denaro o utilità - spiega Giacomo Caliendo di Forza Italia,motivando il no del suo partito all'approvazione del disegno di legge.

Per il Movimento 5 Stelle l'approvazione del ddl è stata invece un successo. "Abbiamo ottenuto una grande vittoria - commenta Mario Michele Giarrusso, senatore M5S - siamo riusciti a secondo le indicazioni del movimento 5 stelle e malgrado la ferma opposizione di una parte dei commissari".

Ora il disegno di legge passa al Senato e alla Camera per l'approvazione definitiva. "Le camere facciano presto - dichiara Donatella ferranti, presidente della commissione Giustizia - è urgente e essenziale rinforzare il sistema anticorruzione per combattere al meglio l'eventualità di infiltrazioni criminali nelle istituzioni".
http://www.repubblica.it/politica/2013/12/20/news/senato_approva_il_ddl_contro_lo_scambio_elettorale_politico-mafioso-74127018/

Mafia, tribunale di sorveglianza respinge servizi sociali per Cuffaro

Palermo - (Adnkronos) - La Procura generale di Roma proprio pochi giorni fa aveva dato parere positivo ai servizi sociali, ma a Roma e non a Palermo. L'ex governatore siciliano sconta una pena di 7 anni per favoreggiamento aggravato a Cosa nostraPm Di Matteo: "Contro Cuffaro nessun intento persecutorio"
Salvatore Cuffaro (Adnkronos)
Palermo, 20 dic. (Adnkronos) - Il Tribunale di Sorveglianza di Roma ha respinto l'affidamento ai servizi sociali per l'ex presidente della Regione siciliana Salvatore Cuffaro. La Procura generale di Roma proprio pochi giorni fa aveva dato parere positivo ai servizi sociali, ma a Roma e non a Palermo. E' di poco fa, invece, la notizia del respingimento della richiesta avanzata dai legali dell'ex governatore siciliano che sconta una pena di 7 anni per favoreggiamento aggravato a Cosa nostra.
Il procuratore generale di Roma aveva indicato nell'associazione nazionale vittime civili di guerra, che ha sede a Roma, la struttura alla quale Cuffaro avrebbe dovuto essere affidato. Mentre la difesa aveva chiesto al Tribunale di affidare Cuffaro alla Missione speranza e carità di Palermo. Cuffaro continuerà quindi la scontare la pena in carcere.
http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Mafia-tribunale-di-sorveglianza-respinge-servizi-sociali-per-Cuffaro_321015704474.html

Legge elettorale, Casini: "Sì al dialogo tra Renzi e Berlusconi"


Roma, 20 dic. (Adnkronos) - "Sulle riforme si deve parlare con tutti. Anzi dovremmo essere proprio noi moderati che sosteniamo il governo a spingere perché si apra un confronto anche con Berlusconi". Lo dice a 'Repubblica' Pier Ferdinando Casini.
"Non mi scandalizzo affatto per la posizione di Renzi, anzi auspico che si apra un dialogo fra lui e Berlusconi. Che i moderati mostrino preoccupazione per questo è un segno di impotenza", dice ancora Casini che sul Ncd spiega: "tanto più Alfano dovrebbe chiedere il coinvolgimeno di Berlusconi, visto che sostiene di volersi alleare con Berlusconi alle elezioni. Allora, a maggior ragione, perché tenerlo fuori dalla discussione?».
L'esponente centristra aggiunge: "Non vedo alcun automatismo fra l'approvazione della legge elettorale e il voto anticipato. Ma chi l'ha detto? L'unico automatismo che c'è è tra il lavoro del governo e le elezioni".
http://www.adnkronos.com/IGN/Daily_Life/Edicola/Legge-elettorale-Casini-Si-al-dialogo-tra-Renzi-e-Berlusconi_321015402150.html

Nuovo arresto per Lavitola. Teste: "Ricatto a Berlusconi, filmò incontri con escort"

Napoli - (Adnkronos/Ign) - L'ex direttore dell'Avanti arrestato venerdì mattina per tentata estorsione ai danni della società Impregilo. Negli atti spunta una testimonianza dell'imprenditore Capriotti: "A Panama procurò, come in Brasile, ragazze per l'ex presidente del Consiglio"
Napoli, 20 dic. - (Adnkronos/Ign) - Valter Lavitola avrebbe presentato escort all'allora presidente del Consiglio Silvio Berlusconi e filmato gli incontri sessuali. Lo avrebbe riferito, ai pm napoletani che indagano sugli appalti a Panama, l'imprenditore Angelo Capriotti in un verbale allegato agli atti dell'inchiesta che ha riportato in cella il faccendiere per una presunta tentata estorsione ai danni di Impregilo.
Capriotti, destinatario di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dalla Procura di Napoli e arrestato a marzo scorso all'aeroporto di Zurigo, avrebbe riferito di avere appreso dell'esistenza di questi video, e di altro materiale compromettente sul presidente di Panama Ricardo Martinelli, dall'ex direttore dell'Avanti. In particolare il 9 aprile scorso avrebbe riferito ai pm Vincenzo Piscitelli e Henry John Woodcock che, in occasione di un soggiorno a Panama del Cavaliere, Lavitola "aveva procurato, come avvenuto in Brasile, delle ragazze per il presidente del Consiglio Italiano":
Questa mattina Lavitola è stato nuovamente arrestato dalla Digos di Napoli in un'inchiesta sugli appalti a Panama e lunedì sarà interrogato nel carcere di Poggioreale. L'ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip su richiesta della sezione Reati conto la pubblica amministrazione della Procura di Napoli. La vicenda riguarda la promessa da parte della società Impregilo di realizzare un ospedale a Panama in corrispettivo dell'attribuzione, da parte del governo panamense, dell'appalto per la realizzazione della metropolitana di Panama City, appalto poi attribuito a un'altra società non italiana, e la conseguente minaccia di ritorsioni di vario genere nei confronti dei responsabili della Impregilo per indurli a realizzare comunque l'ospedale.
La Procura ha ipotizzato anche il reato di corruzione internazionale, non condivisa dal gip che ha ritenuto sussistere l'ipotesi meno grave dell'istigazione alla corruzione, per la quale la richiesta di misura cautelare non è stata accolta. L'attività investigativa che ha portato all'emissione del provvedimento cautelare costituisce lo sviluppo di più ampie indagini, coordinate dai magistrati della Procura di Napoli e condotte dalla Digos della Questura di Napoli, sulle attività di Valter Lavitola nel contesto di iniziative imprenditoriali poste in essere da alcune importanti aziende italiane al di fuori del territorio nazionale.

Differenze ...


INPS: buco da 10 miliardi. Dal 2015 pensioni a rischio, ma nessuno deve parlarne. Tra qualche anno niente pensioni!

Iniziamo col dire che criminale è chi sa ma non vuol far sapere.
I conti sono semplici e per niente tranquillizzanti. Pesantemente in rosso specie dopo l’accorpamento, deciso da Monti, con Inpdap ed Enpals nella nuova superInps. Potremmo definire il sistema pensionistico odierno una specie di schema di Ponzi, il grande truffatore italo-americano. Ma quello che ancora la tiene in vita è il fatto che è statale, fosse stato un ente privato sarebbe già fallita per bancarotta, probabilmente fraudolenta.
In parole povere tutti i contributi che vengono versati oggi dai lavoratori non servono ad assicurare le loro pensioni ma a pagare le pensioni attuali. L’idea è che quando andranno in pensione i lavoratori di oggi, le loro pensioni le pagheranno i lavoratori di domani con i loro contributi. E così via. E adesso che i pensionati sono sempre di più mentre i lavoratori sempre di meno? Da dove si prendono i soldi? Ecco spiegato il buco di circa 10 miliardi. Ed ecco spiegato il motivo per cui l’età pensionabile sale sempre più. Ma è come mettere i rifiuti sotto il tappeto. Tra un anno o 10 anni verranno fuori.
pensioni_liquidazioni2013
A lanciare un nuovo allarme è stato anche il presidente dell’Inps, Antonio Mastrapasqua, uno che i conti li sa fare bene. Ha scritto una lettera al ministro dell’Economia e a quello del Welfare dopo aver analizzato il bilancio dell’Istituto: “Ho scritto sia al ministro Saccomanni che al ministro Giovannini, come fatto con l’esecutivo precedente, invitandolo a fare una riflessione su questo punto essendo il bilancio Inps ormai un bilancio unico ed essendo il disavanzo patrimoniale ed economico una cosa che, vista dall’esterno, nel mondo della previdenza, può dare segnali di non totale tranquillità». Il presidente Mastropasqua ha poi lanciato un appello. Bisogna valutare «nelle sedi competenti, l’opportunità di eventuali interventi normativi, tesi a garantire l’efficiente ed efficace implementazione della più grande operazione di razionalizzazione del sistema previdenziale pubblico». Il rischio altrimenti è un «aumento delle passività».
Solo quest’anno le previsioni erano di circa 213 miliardi in entrata e di circa 303 in uscita.  89 miliardi di differenza. Per ora lo Stato continua rimettere, per quello che può, nelle casse dell’INPS spremendo i cittadini con tasse e pagamenti di vario genere. Ma per quanto può durare questa situazione?
E considerando le stime per l’Italia fatte dal FMI il futuro non è certo roseo ma sempre più nero con il Pil in calo del 1,5% e quindi, per l’INPS, l’aumento di passività è assicurato. Qualcuno più ottimista ipotizza che, chi andrà in pensione tra 10-15 anni, percepirà meno del 50% di pensione rispetto allo stipendio. Noi diciamo: magari! Perché  conti alla mano, e stando alle  previsioni , gia tra 3-5 anni si farà fatica a pagare le pensioni.

Rolex, gamberoni, gasolio e denaro Tutte le richieste dei finanzieri infedeli

Ecco le intercettazioni e le denunce delle vittime che hanno portato al blitz di ieri. E spuntano altri quattro casi.
PALERMO - Un veterinario, il titolare di un “compro oro”, ma anche un distributore di benzina, un pescatore di Isola delle Femmine, il gestore di un impianto per smaltire i rifiuti e il titolare di un'azienda dolciaria. I finanzieri coinvolti nell'inchiesta che ieri ha svelato le presunte richieste di mazzette avevano il “vizietto” di chiedere denaro: non l'avrebbero fatto solo nei confronti delle due vittime che hanno denunciato, ma almeno in altri quattro casi, finiti sotto i riflettori durante le indagini. Il metodo era più o meno sempre uguale: secondo gli investigatori, Tobia Imparato, Felice Monterosso e Ferdinando Rinaldo – in carcere i primi due, ai domiciliari il terzo – avrebbero inscenato finti controlli o si sarebbero presentati da imprenditori effettivamente sotto indagine per proporsi come mediatori. A incastrarli, soprattutto, il racconto delle vittime e le intercettazioni. Ecco quei documenti.

“Abbiamo foto compromettenti”
Quando il 13 maggio il veterinario si presenta a denunciare è terrorizzato. Qualche giorno prima, secondo il suo racconto, Gabriele Specchiarello – l'impiegato finito in cella nel blitz – gli ha detto che “in caso di controlli della Guardia di Finanza, lui aveva delle non meglio precisate amicizie che, a suo dire, mi sarebbero potute tornare utili”. Lì per lì il professonista ha registrato l'informazione senza darle molto peso, ma qualche giorno dopo i finanzieri si sono presentati davvero nel suo ambulatorio. Che, come spiega agli investigatori, gli hanno parlato di un'indagine in corso: “I due – dice -, dopo avermi esortato a non parlare con nessuno del nostro incontro, mi hanno subito evidenziato come la mia situazione fosse grave, non tanto da un punto di vista della mia posizione fiscale, ma poiché, a loro dire, erano in possesso di foto e documenti compromettenti. Sono rimasto subito allibito da questa loro affermazione ed ho chiesto maggiori informazioni sui documenti/foto in loro possesso”. Un'indagine lunga mezzo anno: “Il finanziere che si presentò come capitano mi ha detto che ero sotto indagine da oltre 6 mesi durante i quali erano state raccolte numerose prove contro di me, aggiungendo che ero stato costantemente intercettato, pedinato e fotografato”. Così il professionista si sarebbe rivolto all'amico. Fino ad arrivare a un punto d'incontro: “Il finanziere che si è presentato come capitano mi ha fatto intendere che c’era la possibilità di 'trovare un accordo' dopo avere però parlato anche con altri tre colleghi (oltre a loro due) che, a suo dire, avevano l’indagine nei miei confronti”.
Passa qualche giorno, e il veterinario si rende conto di essere stato raggirato. Al telefono lo dice Silvio Greco, l'artigiano finito in cella: “Quello era convinto pure ca io m'avia… cioè…che il cinghiale l'avevamo diviso io ed iddu... immagini? Per questo l‟aveva con me…”. Per il gip Lorenzo Matassa, che ha accolto le richieste dei pm Leonardo Agueci e Alessandro Picchi, “il cinghiale” è il pagamento, e “iddu” è Specchiarello. E allora nella presunta squadra si diffonde la paura. Tanto da far ipotizzare a Monterosso che “è meglio non allargare troppo il fatto delle nostre battute di caccia”. Fino a quando, per caso, Imparato incontra il professionista. Il finanziere arrestato la racconta così a Rinaldo:
Imparato: L'imbarazzo è stato no forte, tragico.
Rinaldo: Tu gli dici no, compà, noi non volevamo niente, non abbiamo fatto niente.
Imparato: Ma effettivamente (...)
Rinaldo: Ci dovevi dire, noi abbiamo visto che il controllo era a posto, che fai le fatture, fai tutto…che cosa vuoi fare?

“Stiamo indagando sui 'compro oro'”
L'altra vittima che ha denunciato è il titolare di un compro oro. Insospettito da un episodio irrituale: “Incontravo il Greco in compagnia del solo Tobia e chiacchierando ci spostavamo in direzione del mio negozio. In quel frangente il Tobia, senza alcuna pertinenza con il discorso che si affrontava, mi informava che era in corso una vasta attività della Guardia di Finanza nei confronti dei cosiddetti 'compro oro' e che un fascicolo, intestato alla mia azienda, era presente sulla scrivania del 'colonnello'”. La richiesta, secondo l'imprenditore, stavolta è esplicita: “Quest'ultimo mi informava dell'effettiva presenza sulla scrivania del colonnello di un fascicolo intestato alla mia società, avanzando, quindi, la richiesta di un regalo per i colleghi titolari della pratica al fine di 'insabbiarla', specificando che i regali dovevano essere semplicemente due orologi di marca Rolex”,
L'imprenditore rimane spiazzato. E, nel dubbio, decide di registrare le conversazioni successive con un iPhone: “Riaprendo la discussione del controllo gli chiesi le dovute certezze sulla possibilità di insabbiare tale pratica. Il Greco mi rispose dando per scontato che con l'interesse del nostro amico Tobia la situazione si sarebbe risolta. Spostatici verso l'esterno del negozio, si presentava il Tobia, al quale ripetevo i miei dubbi sulla possibilità di insabbiare la pratica al fine di non fare un investimento sbagliato. La risposta del Tobia, volendo essere rassicurante, mi confermava che se avessi pagato si sarebbe risolto tutto”. Ma l'imprenditore non può permettersi una spesa del genere. E allora la richiesta sarebbe cambiata: “Tobia – afferma la vittima – modificava la propria richiesta, sostituendo ai Rolex uno scooter”.
Continua ...
http://livesicilia.it/2013/12/20/rolex-gamberoni-gasolio-e-denaro-tutte-le-richieste-dei-finanzieri-infedeli_420312/

Ricchi salvi, classi medie sprofondate: la recessione ha ridisegnato il Paese

In mano a solo 4 milioni di persone il 34% del reddito totale. E al Sud i tassi di ineguaglianza sono maggiori. Secondo uno studio Bankitalia, l'ultima Italia egualitaria è stata quella dei primi anni '80



Superstipendi e superpensioni
Ma ai 40 mila superstipendi, superpensioni, superparcelle, superrendite, che costituiscono lo 0,1 per cento dei redditi trasparenti all'Irpef e per i quali bisogna dichiarare dai 250 mila euro in su è andata anche molto meglio. Nel 1983, questa categoria di maxiredditi assorbiva meno dell'1,50 per cento del totale delle dichiarazioni. Nel 1993, già sfiorava il 2 per cento. Ma il passo lo hanno allungato dopo, a ristagno iniziato: nel 2007, la quota dei 40 mila straricchi era salita oltre il 3 per cento...

L'articolo integrale su Repubblica in edicola o su Repubblica+(20 dicembre 2013)

Merce in offerta sul volantino: se manca in negozio è pubblicità ingannevole

Merce in offerta sul volantino: se manca in negozio è pubblicità ingannevole
Scatta la responsabilità del venditore per pubblicità ingannevole se si diffonde una promozione per far entrare il cliente in negozio, ma poi la merce in offerta manca.

Va sanzionato il negozio che, nel volantino promozionale, offre sconti e liquidazione sui prodotti in vendita, ma poi, in realtà, la merce non è disponibile in magazzino.
Si tratta, in questi casi, di pubblicità ingannevole, ossia di una pratica commerciale scorretta, sanzionata dalle autorità di vigilanza (Antitrust).

A dirlo è una sentenza di ieri della Corte di Giustizia Europea [1].

Capita spesso di imbattersi, specie nell’abito della grande distribuzione, in vendite promozionali che offrono prodotti a prezzi vantaggiosi e scontati. L’informazione pubblicitaria viene veicolata, di norma, con email volantini. E quante volte capita che, accorsi al negozio, i clienti si siano sentiti rivolgere un laconico “Siamo spiacenti, ma il prodotto è finito. Tuttavia abbiamo dell’altro…”.
Ebbene, se dietro questa scena c’è una preordinata macchinazione commerciale da parte del venditore, studiata ad arte per far accorrere i consumatori, questi ultimi possono invocare tutela all’Autority Garante per la Concorrenza e il mercato.
Infatti, la diffusione di volantini con prodotti a prezzi stracciati che poi scompaiono nei negozi che li reclamizzano deve essere considerata come una pratica commerciale ingannevole [2] per il solo fatto che il consumatore si dirige nel punto vendita.


Attenzione però: perché scatti la tutela del consumatore non basta la semplice “bugia” del commerciante. Tale bugia, al contrario, deve risultare decisiva nell’indurre il cliente a compiere una scelta (come entrare nel negozio) che altrimenti non avrebbe mai fatto.

Infatti, il codice del consumo [3] tutela i consumatori dalle pratiche commerciali ingannevoli [4] dei venditori. La condizione è che la pratica sia tale da falsare, in misura rilevante, il comportamento economico del consumatore, inducendolo ad assumere una decisione di natura commerciale che non avrebbe altrimenti preso. Tale decisione non deve necessariamente essere l’acquisto del prodotto, ma può anche limitarsi a consistere nella volontà dientrare nel negozio.

Quanto alla tutela, il consumatore ha la possibilità di chiedere al commerciante un prodotto di pari o superiore qualità, allo stesso prezzo di quello indicato nel volantino.

IN PRATICA

Il consumatore, che si reca nel negozio spinto dalla promozione dei prodotti, deve essere considerato come vittima di una pratica ingannevole perché il suo comportamento, seppure nella fase preliminare, è stato falsato.

Quando avete intenzione di acquistare un prodotto messo in offerta da un ipermercato o da una grande distribuzione, vi consigliamo di conservare sempre i volantini promozionali ove avete letto dell’offerta. Infatti, se la merce a cui eravate interessati non è disponibile in magazzino, potrete chiedere tutela. In particolare il venditore vi dovrà garantire un prodotto di pari o superiore qualità, allo stesso prezzo in promozione apparso sul volantino.

[1] C. Giust. UE sent. causa C281/12, pubblicata il 19.12.13.
[2] Vietata dalla direttiva 2005/29/CE sulle pratiche commerciali sleali delle imprese nei confronti dei consumatori nel mercato interno recepita in Italia con Dlgs 146/2007.
[3] D.lgs. 2006/05.
[4] Ai sensi della direttiva 2005/29/CE.
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Il potere si prepara alla guerra

Crollo nel teatro Apollo a Londra Trenta feriti, si temono vittime

Crollo nel teatro Apollo a LondraTrenta feriti  si temono vittime
(AGI) - Londra, 19 dic. - La balconata dell'Apollo Theatre nel cuore di Londra e' crollata e diverse persone sono rimaste intrappolate sotto i detriti. Lo riferisce la polizia che teme la possibilita' di vittime. Al momento, secondo il servizio ambulanze della capitale, si conterebbero circa 30 feriti.
La polizia riferisce che nel teatro sulla "Shaftesbury Avenue (a poche centinaia di metri da Piccadilly Circus) una parte del soffitto (o della balconata) e' crollata mentre era in corso una rappresentazione. "Siamo a conoscenza di un certo numero di vittime ma non sappiamo al momento quante siano", ha dichiarato un portavoce di Scotland Yard. Le operazioni di soccorso sono in corso. Sul posto sono arrivati 8 mezzi dei vigili del fuoco che si stanno facendo strada tra i detriti della balconata al di sotto dei queli alcuni spettatori sono rimasti intrappolati. Nel teatro era in corso la rappresentazione de "Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte" tratto dal romanzo di Mark Haddon del 2003. (AGI) .

Scoperta enorme rete di tunnel che collegano la Scozia alla Turchia. Immagini

Archeologi e geologi stupiti dal fenomeno rilevato e spiegato al Daily Mail

Veri e propri tunnel sotterranei ricondotti all’Età della Pietra sono stati scoperti in Baviera, da un gruppo di archeologi tedeschi che sta analizzando nel dettaglio tutti i possibili collegamenti e le cause e i motivi che ne avrebbero portato alla costruzione. Tra questi, nascondigli neolitici e riti di ogni tipo in primis ma non solo: anche il riparo dai fenomeni naturali. Secondo gli esperti, questa rete di tunnel ricondotta all’Età della Pietra si estende in tutta Europa, a partire dalla Scozia fino alla Turchia.
L’archeologo spiega Kusch, parlando al Daily Mail, spiega che “Solo in Germania abbiamo trovato 700 metri di questa rete di tunnel sotterranei.In Austria abbiamo trovati altri 350 metri. I tunnel di tutta Europa potrebbero essere migliaia. Si tratta di cavità ampie solo 70 centimetri, appena sufficienti a permettere il passaggio di una persona. I tunnel sono intervallati da piccole camere di stoccaggio e posti a sedere”.La scoperta è avvenuta a seguito di una voragine che si è aperta in una campagna di proprietà della famiglia Greithanner, che poco dopo, è stata sede di numerosissimi rilievi effettuati da geologi e, appunto, archeologi.
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ORA ANCHE IN AUSTRIA IL PARTITO ANTI-EURO È IL PRIMO PARTITO

Heinz-Christian Strache
Diventano tre i Paesi dove il fronte anti-euro è maggioritario. Dopo Francia e Olanda anche in Austria la formazione che si oppone alla moneta unica è ora il primo partito. L’ultimo sondaggio ATV Austria Trend pone l’Fpo di Heinz Christian Strache (erede diretto di Jorg Heider) in testa alla classifica del consenso con una percentuale del 26%. Rispetto alle politiche di tre mesi fa registra un aumento del 5%. Calano, invece i Popolari e i Socialdemocratici che si sono alleati dando vita ad una Grande Coalizione in salsa viennese. In base agli ultimi dati i due partiti, insieme, non hanno più la maggioranza assoluta.
Una perdita di consenso che si aggiunge a quanto accade altrove. Risultano essere il primo partito il Front National di Marine Le Pen in Francia e il Freedom Party di Geert Wilders in Olanda con percentuali che variano fra il 20 e il 26%. In crescita il Vlaams Belang belga, l’Ukip in Gran Bretagna e l’Afd in Germania. Anche in Italia il blocco composto da Grillo e dalla Lega si pone in testa alle classifiche. Ovviamente sono estrapolazioni basate sui risultati delle ultime politiche quando i due partiti, insieme avevano raggiunto la soglia del 30%. Non ci sono ancora sondaggi per le Europee dal momento che mancano più di cinque mesi alle elezioni. In ogni caso è facile immaginare un largo consenso anche da noi. La rivolta dei Forconi, per quanto male organizzata e peggio guidata, ha dato voce ad un disagio sociale molto diffuso. All’inizio della settimana, infatti, l’Istat ha diffuso una statistica molto allarmante. Ha certificato che nel 2012, il 29,9% degli italiani è a rischio di povertà o esclusione sociale. Significa che circa una persona su tre sta precipitando verso la soglia della povertà. Una percentuale di quattro punti più alta rispetto alla media europea (24%). Una situazione direttamente figlia delle politiche di austerità imposte dall’euro. Una situazione insostenibile che ha portato anche il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi a usare parole dure nei confronti del governo. Se anche gli industriali passano all’opposizione per il presidente del consiglio si mette proprio male. Tuttavia non si vedono all’orizzonte cambi di strategia. Tutto sembra destinato a continuare come prima. Fra cinque mesi, al momento del voto, i popoli d’Europa, stanchi di austerità e oppressione fiscale, presenteranno il conto.

Trapani, scontro tra il sindaco e il suo predecessore

Trapani, scontro tra il sindaco e il suo predecessore
Non si placa la tensione dopo l'approvazione della Tares che ha portato all'aumento della tassa sui rifiuti. Ancora sotto assedio il Consiglio comunale
TRAPANI  -  Cittadini in agitazione, tensioni e scontri tra consiglieri che chiedono scusa ai cittadini mentre altri si dicono pronti a lasciare la maggioranza. Scontri pure tra il sindaco e il suo predecessore. Non si placano a Trapani le polemiche e le contestazioni, che lunedì scorso hanno portato in piazza migliaia di manifestanti, sugli aumenti  -  fino al 150 per cento - della tassa per i rifiuti.  Stamani un gruppo di cittadini si è dato appuntamento a palazzo Cavaretta dove si è svolto un concitato consiglio comunale più volte interrotto da una trentina di contestatori che hanno continuato a chiedere a gran voce le dimissioni del sindaco Vito Damiano e dei 14 consiglieri che hanno votato l'atto per l'introduzione della Tares.

"Noi eravamo in piazza, voi dove eravate? Tutti a casa", hanno gridato i cittadini che hanno assistito ai lavori consiliari mentre una settantina di contestatori attendeva fuori dal palazzo senatorio. Il consiglio è stato chiamato a esprimersi sull'atto di indirizzo  -  proposto ieri da Ncd e approvato in consiglio all'unanimità - che prevede l'esenzione della terza rata della Tares per coloro che hanno un reddito annuo non superiore ai 35 mila euro. L'approvazione del documento è giunta dopo momenti di alta tensione tra pubblico e consiglieri, alcuni dei quali, tornando indietro sui propri passi, non hanno fatto mancare dure contestazioni al primo cittadino. Mentre il pubblico inveiva e lanciava un volantino con insulti al sindaco e ai 14 consiglieri, c'era chi tra i consiglieri ha continuato a difendere l'introduzione della Tares.

"Riconduciamo tutto nell'ambito della buona creanza - ha detto il sindaco ai cittadini  -  capisco che il sacrificio chiesto è notevole ma se non avessimo introdotto la Tares il Comune avrebbe rischiato il dissesto perché avrebbe sforato, per la terza volta, il patto di stabilità".

"Io l'ho sostenuta  -  ha detto al sindaco il consigliere di Forza Italia Francesco Salone, che aveva votato no alla Tares  -  e sono mortificato più degli altri, lei è un fallimento amministrativo". Intanto la maggioranza che sostiene il sindaco sembra sempre più traballare. "Dobbiamo uscire da un tunnel di cui mi assumo la responsabilità. Chiedo scusa ed esco da questa maggioranza perché a bordo di questa nave rischio di annegare", ha detto il consigliere Salvo Pumo di Insieme per Trapani. Su 17 consiglieri di maggioranza altri tre sembrerebbero intenzionati a non sostenere più il sindaco. 

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