venerdì 20 dicembre 2013

"Accordo con FI sul Porcellum". Così Renzi 'minaccia' Alfano

Qualche renziano lo dice esplicitamente: il canale di dialogo con Forza Italia serve innanzitutto a "mettere paura" ad Angelino Alfano e, di fatto, anche a Enrico Letta. Il segretario del Pd non ci sta a farsi imbrigliare in un confronto tutto interno alla maggioranza su questo tema perché, lo dice esplicitamente, "se tu fai le regole solo con la maggioranza, basta che uno la mattina si alzi con il ciuffo storto e si mette in discussione tutto". Dopo che la Corte costituzionale ha bocciato il premio di maggioranza, un ulteriore stallo sulla legge elettorale significherebbe blindare le larghe intese all'infinito e costringere il Pd ad una posizione di assoluta subalternità al governo e Renzi davvero non è disposto ad accettarlo. Il problema è che dall'altra parte, a palazzo Chigi ma anche al Quirinale, si teme molto che l'approvazione di una legge elettorale slegata dalle riforme della Costituzione possa finire per accelerare il ritorno al voto.
Chi ha parlato con il segretario, spiega che Renzi ha un disegno molto chiaro: costringere il Nuovo centrodestra di Alfano ad arrivare già a fine gennaio, inizio febbraio ad un voto sulla legge elettorale. "Certo - viene spiegato - non abbiamo nessuna intenzione di rimettere in gioco Berlusconi. Ma loro devono sapere che se fanno i furbi sulla legge elettorale siamo pronti a tutto...". Renzi, peraltro, qualche segnale positivo lo ha visto: la disponibilità di Alfano a ragionare su una legge tipo "sindaco d'Italia" era un passo avanti, ma c'era il timore che il segretario Ncd, con alleanze importanti, volesse proporre l'elezione diretta del premier, che imporrebbe una riforma della costituzione e, quindi, tempi lunghi. venerdì invece, durante la presentazione del libro di Bruno Vespa, Alfano avrebbe fatto capire a Renzi di essere pronto a fare la legge elettorale prima delle riforme della costituzione.
Di fatto, questo sposterebbe il dibattito sul "modello d'Alimonte", un proporzionale a doppio turno che di fatto porterebbe ad una investitura del premier. Un meccanismo che permetterebbe anche a Ncd di pesarsi al primo turno con proprie liste e di allearsi al secondo turno anche con Fi, ma senza subire ricatti. Lo schema andrebbe bene a Renzi, perché il premier verrebbe comunque di fatto indicato dagli elettori, e il vincitore avrebbe - come accade nei comuni - un premio di maggioranza che gli assicurerebbe la governabilità senza dover ricorrere a larghe intese.
Tutto questo, però, va realizzato. I renziani vogliono vedere i risultati e aspettano di vedere l'atteggiamento di Ncd su un testo concreto e non si fideranno finché non vedranno la Camera votare. Per questo il segretario Pd tiene aperte tutte le strade, anche oggi Maria Elena Boschi ha sondato sia esponenti di Fi che Ncd. Il messaggio è chiaro: sono pronto ad usare !l'arma finale del dialogo con il "diavolo" Berlusconi se capisco che non si fa sul serio.


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