sabato 12 marzo 2011

Tensione tra le toghe: via i magistrati dal ministero

Confronto tra le toghe

Confronto tra le toghe

Venti giorni fa era stata Magistratura democratica, la corrente di sinistra delle toghe a lanciare un appello ai giudici che lavorano al ministero della Giustizia: voi che avete "giurato fedelta' alla Costituzione" non date "in alcun modo" il vostro "contributo" a progetti legislativi che "mostrano un intento vendicativo verso i magistrati", cioe' alla riforma costituzionale della giustizia.

Ora un altro dei gruppi organizzati della magistratura, il Movimento per la Giustizia, rivolge ai giudici che sono all'ufficio legislativo o comunque in ruoli chiave di via Arenula la sollecitazione a riflettere sulla "compatibilita' della loro permanenza al ministero con la politica della giustizia che, con la loro collaborazione tecnica, si sta attuando"; il che vuol dire a ragionare sulla possibilita' di dimettersi. Una richiesta che finira' inevitabilmente per pesare nel dibattito in corso dentro l'Associazione nazionale magistrati, che tra una settimana esatta, sabato prossimo, dovra' decidere se rispondere con lo sciopero o con altre iniziative di mobilitazione alla riforma che le toghe giudicano "punitiva" nei loro confronti. La sollecitazione ai "ministeriali" a fare un passo indietro e' contenuta in un documento approvato dal direttivo del Movimento per la giustizia, alla vigilia dell'approvazione della riforma da parte del Consiglio dei ministri, ma quando ormai erano noti i suoi contenuti principali. I vertici della corrente si dicono "convinti che i magistrati abbiano il dovere di mettere la loro cultura e la loro esperienza al servizio del Paese anche dando un contributo tecnico all'attivit… del Governo: pensiamo che questa forma di collaborazione istituzionale -scrivono- sia indispensabile per la realizzazione dei compiti che la Costituzione assegna al Ministro della giustizia e riteniamo che quest'attivit…, temporanea come tutte quelle fuori ruolo, debba lealmente svolgersi qu

Santoro infuriato si scaglia contro i fotografi: ma sono solo ragazzini

I giovani stavano riprendendo il paesaggio di Amalfi nei pressi dell’abitazione del giornalista

Michele Santoro – lo racconta l’Ansa – se la prende con alcuni turisti che, ad Amalfi, scattano foto all’incantevole paesaggio ignari di trovarsi nei pressi dell’abitazione del giornalista. Il conduttore li ha resi oggetti di una sua accesa invettiva. Il fatto è stato denunciato da un gruppo di volontari della protezione civile diCamerota, la CilentoEmergenza, questa mattina in trasferta ad Amalfi per un corso di aggiornamento nella sede dell’associazione di Protezione Civile Millennium, in località Pogerola.

LA SFURIATA DI SANTORO – Il conduttore di Annozero si sarebbe infuriato per un attentato alla sua privacy. “Stavamo scattando alcune foto del panorama mozzafiato di queste zone – ha spiegato il volontario Fabio Del Gaudio, di Camerota – quando da un giardino un uomo ha iniziato a inveire nei nostri confronti. Con un linguaggio tutt’altro che oxfordiano, ci ha invitati a rivolgere l’obiettivo altrove, perchè stavamo minando la sua privacy”. Del Gaudio ha poi spiegato che, solo in un secondo momento, il gruppo di volontari si è accorto che l’uomo era il giornalista Michele Santoro: “Non avevamo idea di chi fosse quell’uomo, – prosegue – e comunque mai e poi mai avremmo immaginato si trattasse del conduttore di Annozero e che quella fosse, da quanto ho potuto capire, la sua casa”. “Siamo dispiaciuti e molto delusi: – aggiunge Del Gaudio – questa storia ci ha lasciato l’amaro in bocca”. Per il presidente dell’associazione di Camerota, Vincenzo Rubano, “quanto accaduto è davvero disarmante. Se abbiamo violato la presunta privacy del signor Santoro, ne siamo costernati. Detto questo, ora mi attendo che il signor Santoro chieda scusa ai ragazzi dell’associazione per il linguaggio utilizzato. Per chi non lo sapesse, i volontari della protezione civile mettono a rischio la loro incolumità, affrontando situazioni spesso molto rischiose”.

LA DIFESA: “NESSUNA INVETTIVA” – Santoro prova a ricucire: “Nessuna invettiva: ho soltanto invitato un signore, che da un posto pubblico ci stava fotografando, a non scattare immagini”, ha fatto sapere il conduttore nel tardo pomeriggio. Il giornalista ha sottolineato non si trattava di un gruppo, bensì di una sola persona, che avrebbe oltretutto – ha spiegato Santoto - ”approfittando di un luogo pubblico per fare foto private”. Santoro ha ribadito di aver “solo detto energicamente di smetterla”.

Ultimatum di Scajola a Berlusconi: il posto di Bondi nel Pdl o lancio un nuovo gruppo parlamentare

Se non è un ultimatum poco ci manca, e arriva da uno dei fedelissimi del premier, l'ex ministro Claudio Scajola, pronto ad avviare una scissione interna al Pdl se non otterrà, sono parole dei suoi uomini, «il giusto riconoscimento politico». Che, fuor di metafora, significa soprattutto un ruolo di prestigio in quel partito che lui ha contribuito a far nascere. Nel suo entourage la mettono giù così. «Claudio vorrebbe prendere il posto di Sandro Bondi come coordinatore del Pdl, ma insomma il presidente Berlusconi saprà trovare il modo di valorizzarlo».

Il nodo rimpasto preoccupa il Cavaliere
Insomma, la richiesta è chiara e domani o al più tardi lunedì Scajola si ritroverà faccia a faccia con il premier già alle prese con il nodo rimpasto. Annunciato più volte e ora rinviato sia per le perplessità della Lega (che chiede poltrone dopo aver rinunciato a piazzare uno dei suoi all'Agricoltura) sia per le difficoltà legate a uno dei nomi del riassetto: l'ex UdcSaverio Romano, destinato a subentrare a Galan e la cui nomina pare aver sollevato più di qualche dubbio al Quirinale (guarda il ritratto). Per non dire poi dei mal di pancia nel partito del Cavaliere, preoccupato di rimanere fuori da un nuovo allargamento della squadra dell'esecutivo (per ora l'unico nome è quello di Anna Maria Bernini come viceministro dello Sviluppo, ma i berlusconianiaspirano anche a qualche sottosegretariato).

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http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2011-03-12/lultimatum-scajola-berlusconi-posto-132726.shtml?uuid=AadlldFD

RIFORMA E CONTRORIFORMA

Il terremoto in Giappone divide l’Italia

Esplosione alla centrale di Fukushima: favorevoli e contrari al nucleare si scontrano.

Ci si dovrebbe unire nel nome della solidarietà ed in virtù dell’aiuto che il nostro Paese dovrà rendere, di concerto con l’Europa al paese asiatico colpito da un terribile disastro naturale. E invece il terremoto in Giapponediventa terreno di scontro. L’Italia, quella della politica e del Parlamento, ne approfitta per dividersi. E farsi la guerra sulla necessità di ritornare, 24 anni dopo il no al nucleare, alle vecchie centrali a fissione. L’esplosione del contenitore di un reattore della centrale di Fukushima diventa l’occasione per sostenere le ragioni del sì al nucleare in Italia. Ma anche del no.

IL PARTITO DEL NO – “Bisogna chiuderla qui con l’avventura delle centrali nucleari, non si può neanche pensare di discuterne dopo quanto accaduto in Giappone”, ha fatto sapere stamane il leader di Sinistra Ecologia Libertà Nichi Vendola. Sul piede di guerra anche i Radicali. Il presidente Silvio Viale ne approfitta per punzecchiare Umberto Veronesi: “Condividendo con lui le stesse opinioni su quasi tutto, a parte appunto il nucleare, mi permetto di chiedergli se non abbia nulla da dichiarare. Non si tratta di arroccarsi oggi sulle suggestive immagini diFukushima, come mezzo secolo fa si Chernobyl, esasperando il pericolo delle centrali nucleari, ma di prendere atto che il nucleare non e’ la politica energetica migliore”. Gli fa eco ElisabettaZamparutti sottolineando l’elevato rischio sismico della nostra penisola: “La tragedia che ha colpito il Giappone deve porre con la massima urgenza la necessita’ di mettere in sicurezza il patrimonio edilizio del nostro Paese, dove il 40% della popolazione vive in aree a rischio sismico ed il 64% degli edifici non è costruito secondo le norme antisismiche”. A seguire le dichiarazioni delle principali associazioni ambientaliste italiane (Legambiente, Wwf, Greenpeace), che chiedono a gran voce al governo, dopo il sisma tsunami giapponese di interrompere la “corsa” all’atomo.

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http://www.giornalettismo.com/archives/117402/il-terremoto-in-giappone-divide-litalia/

Giustizia,scoppia caso toghe a ministero

(ANSA) - ROMA - Il Movimento per la Giustizia, una delle correnti dei giudici, sollecita i magistrati che lavorano al ministero della Giustizia a verificare 'la compatibilita' della loro permanenza in tali uffici con la politica della giustizia che si sta attuando con la loro collaborazione tecnica'. La sollecitazione, di fatto una richiesta di dimissioni, e' legata alla riforma costituzionale appena approvata dal consiglio dei ministri.

Un arsenale per la Libia, cosi' l'Italia ha venduto le armi

Un arsenale per la Libia, cosi' l'Italia ha venduto le armi

Un vero e proprio arsenale consegnato nelle mani dei giannizzeri del rais: 7.500 pistole, 1.900 carabine e 1.800 fucili per un valore di otto milioni di euro. L'affare messo a punto nel giugno 2009 durante la visita del colonnello a Roma. I fucili in dotazione ai Marines americani che l'Italia ha venduto alla Libia.
Altro che limette per le unghie di cui ha continuato a parlare per giorni il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, per buttarla in ridicolo e sviare il forte sospetto che l’Italia avesse fornito negli ultimi tempi tante armi micidiali a Gheddafi. Buona parte di quegli ordigni con cui il raìs fa massacrare gli insorti in realtà sono italiani, venduti a Tripoli alla fine del 2009 e fabbricati dalla Beretta di Gardone Val Trompia. Si tratta di un vero e proprio arsenale: 7.500 pistole, 1.900 carabine e 1.800 fucili consegnati nelle mani del capo del Settore di pubblica sicurezza del Comitato popolare del dittatore nordafricano. Cioè, in pratica, i giannizzeri del raìs. Valore della fornitura, circa 8 milioni di euro.
Quelle esportazioni negli atti ufficiali vengono qualificate come armi di “non specifico uso militare”, poco più che fuciletti da caccia, insomma, una dicitura forse usata per poter sfruttare al meglio le incongruenze della legislazione italiana sulle esportazioni di armi, rigorosa per quelle militari, molto più blanda per le altre. Tra gli oltre 11 mila pezzi inviati alla Libia, però, ci sono perfino centinaia e centinaia di fucili di un particolare modello da 13 anni in dotazione ai marines americani, l’M4 Super 80 ad anima liscia, un’arma progettata per uso bellico e prodotta dalla Benelli, antica fabbrica di Urbino controllata dal gruppo Beretta. Anche gli altri oggetti consegnati a Gheddafi presentano caratteristiche che con la caccia a lepri e fagiani hanno poco a che vedere. Ci sono, per esempio, le pistole PX4 calibro 9 semiautomatiche, con un peso ridotto di soli 800 grammi e un caricatore di 10 colpi che con un elemento supplementare può arrivare a 15. E poi le carabine CX4, anche queste calibro 9, su cui possono essere montati sistemi di puntamento ottico e laser.
L’affare delle armi fu affrontato il 10 giugno 2009, in un’occasione considerata a suo modo storica dal governo italiano per quanto riguarda i rapporti con la Libia, il giorno in cui il raìs arrivò a Roma, accolto con tutti gli onori da Silvio Berlusconi, accompagnato da un codazzo di auto e furgoni blindati, decine e decine di guardie del corpo e gli fu consentito di piantare la sua tenda berbera nel giardino di villa Pamphili. La consegna di fucili e pistole avvenne a tambur battente pochi mesi dopo. Quattro container di armi furono sistemati a bordo di una nave che dal porto di La Spezia fece scalo a Malta per dirigersi infine verso le coste libiche. La fornitura fu effettuata con modalità che, per una serie di circostanze fortuite emerse nel tempo, hanno ingenerato una sfilza di sospetti, fino all’emersione di una verità che le autorità italiane di governo fino all’ultimo hanno sostanzialmente negato.
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Iran: potere Usa in declino in Medio Oriente e Nord Africa

Iran: potere Usa in declino in Medio Oriente e Nord Africa

TEHERAN – Per il vice Comandante dei Guardiani della Rivoluzione Islamica i recenti sviluppi in Medio Oriente e Nord Africa indicano che il potere degli Stati Uniti è in declino. "Oggi il Medio Oriente non è più il cortile degli Stati Uniti; la potenza di Washington era maggiormente dovuta al suo controllo sulle risorse energetiche, il mercato e l’economia del Medio Oriente", ha detto il generale di brigata, Hossein Salami, citato dall’ISNA. "Ma ora, questo potere è in declino grazie alla diffusione sempre in crescita dell'Islam ", ha proseguito ribadendo che le sollevazioni in corso nei paesi arabi si sono ispirate alla Rivoluzione islamica in Iran. "Seguendo l'esempio della rivoluzione iraniana del ‘79, le nazioni in Libia, Giordania, Bahrain e Arabia Saudita hanno avviato un movimento islamico in grado di mettere in ginocchio la tirannia americana", ha spiegato. Lo scorso giovedi’ la Guida suprema iraniana, ayatollah Seyyed Ali Khamenei, ha detto che alla fine i popoli riusciranno a sconfiggere le super potenze mondiali. "I regimi corrotti ed guerrafondai , come quello degli Stati Uniti, finalmente subiranno la sconfitta davanti alle nazioni; questo e’ la promessa di Dio e si avverrera' di sicuro", ha detto il Leader della Rivoluzione islamica in un incontro con il capo ed i membri dell'Assemblea di esperti (Majlis Khobregan). Secondo l'Ayatollah Khamenei "la compartecipazione e la resistenza" dei popoli saranno la chiave della loro la vittoria.

Afghanistan: Karzai, stop azioni Nato

Afghanistan: Karzai, stop azioni Nato

KABUL - Il presidente afghano Karzai ha chiesto alla Nato di cessare le operazioni militari nel paese, in un discorso nella provincia di Kunar, dove l'Isaf e' accusata di aver ucciso di recente decine di civili. "Voglio chiedere alla Nato e agli Usa, con onore e umilta' e senza arroganza, di cessare completamente le operazioni nel nostro paese. Se e' una guerra contro il terrorismo internazionale la devono condurre nelle regioni che noi indichiamo da nove anni e che loro conoscono", ha aggiunto Karzai.

11 Settembre: ritrovato esplosivo nelle Torri, ora e' ufficiale

11 Settembre: ritrovato esplosivo nelle Torri, ora e' ufficiale

Ora è ufficiale. Tracce di esplosivi di nano-termite sono stati raccolti dai detriti del WTC poco dopo il loro crollo dell'11/9/2001. Alla Brigham Young University, il professore di fisica, il dottor Steven Jones, ha fatto la scoperta dell'esplosivo insieme ad un team internazionale di nove scienziati.
Grazie quindi alle prove di laboratorio più estese, gli scienziati hanno concluso che i campioni analizzati, hanno mostrato che si tratta di esplosivi nano-termite, generalmente usati per scopi militari.
Dopo un rigoroso processo di peer-review, il loro documento è stato pubblicato nella Bentham Chemical Physics Journal, una delle riviste più accreditate negli USA e che ha approvato alcuni Premi Nobel, essendo rispettata all'interno della comunità scientifica. Primo autore dello studio è Dr. Niels Harrit di 37 anni, professore di chimica all'Università di Copenaghen in Danimarca e un esperto di nano-chimica, che dice: "Il conto ufficiale messo avanti dal NIST viola le leggi fondamentali della fisica."
Il Governo ora sa delle prove che confermano la presenza di Esplosivo Nano-Termite, utilizzati per far cadere tutte le Torri del WTC l'11 / 9.

Nuovi assegni e foto del bunga bunga le papi girl fanno 13 (milioni)

Le indagini sul conto di Berlusconi. I contatti tra Lele Mora e un doganiere, il progetto di Nicole Minetti di aprire uno studio dentistico, nuovi movimenti bancari per le arcorine. E spunta anche qualche immagine "volgare”.

Un sottufficiale della Guardia di finanza in stretto contatto con Lele Mora. Un contratto e una trattativa in corso di Nicole Minetti per aprire uno studio dentistico. Nuove carte bancarie sui generosi pagamenti di Silvio Berlusconi alle ragazze del bunga-bunga. E, come racconta il quotidiano La Repubblica questa mattina, “alcune foto delle ragazze, alcune decisamente volgari”. Sono alcune delle novità sull’inchiesta Ruby contenute nei nuovi documenti depositati dalla Procura di Milano ai difensori del presidente del Consiglio. Niccolò Ghedini e Piero Longo hanno fatto una visita di cortesia, ieri mattina, al procuratore Edmondo Bruti Liberati e all’aggiunto Ilda Boccassini, che con il sostituto Antonio Sangermano e l’aggiunto Pietro Forno conducono le indagini su Berlusconi rinviato a giudizio immediato per concussione e prostituzione minorile. I due legali hanno poi ritirato i nuovi atti depositati dalla procura, con i risultati delle investigazioni integrative realizzate dopo la decisione del gip Cristina Di Censo di mandare a processo, il prossimo 6 aprile, il presidente del Consiglio. Tra questi spicca la vicenda di un giovane sottufficiale della Guardia di finanza in servizio alla frontiera con la Svizzera, che è risultato essere in contatto, attraverso un intermediario, con Lele Mora, l’impresario delle veline accusato di essere uno dei “fornitori” delle ragazze per le feste di Arcore. L’intermediario è un fiduciario di Mora spesso al telefono con il sottufficiale. Interrogato dai magistrati di Milano, questi ha ammesso l’amicizia con il collaboratore di Mora, le frequentazioni con l’impresario e anche la partecipazione a feste nella sua abitazione di viale Monza. Ha però negato di averlo in alcun modo favorito durante il suo lavoro, al posto di frontiera tra Italia eSvizzera. Mora, che ha un’auto con targa elvetica e nella Confederazione ha impiantato un’attività economica, valica spesso e volentieri il confine. Ma, assicura il finanziere nel suo interrogatorio, senza aver mai ricevuto alcuna “facilitazione” nei suoi passaggi. Dalle nuove carte emerge anche una vicenda che ha per protagonista Nicole Minetti, l’igienista dentale fatta inserire da Berlusconi nel listino bloccato di Roberto Formigoni e dunque diventata consigliera regionale della Lombardia. Minetti era in trattativa con un imprenditore e un architetto per acquistare e ristrutturare un immobile da trasformare in studio dentistico. Le trattative, di cui c’è traccia nelle intercettazioni telefoniche, sono confermate da un contratto trovato durante una perquisizione alla consigliera regionale. Gli investigatori si chiedono con quali risorse economiche Minetti intendesse far fronte al notevole impegno finanziario a cui stava per impegnarsi.

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http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03/12/i-nuovi-assegni-del-bunga-bunga-le-papi-girl-fanno-13-milioni/97184/

C-DAY: CORTEI SFILANO IN 100 CITTA, "SIAMO PIU' DI UN MILIONE"

(AGI) - Roma, 12 mar. - In oltre cento citta' italiane sfilano cortei 'A difesa della Costituzione' e della scuola pubblica. Cuore dell'iniziativa e' Roma, con un lungo corteo e interventi dal palco, allestito grazie anche a una raccolta di fondi online. Gli appuntamenti sono stati organizzati dal Comitato a Difesa della Costituzione che mette insieme oltre 100 sigle tra partiti, movimenti e associazioni. Il corteo della Capitale e' partito alle 14 da piazza della Repubblica.

La cifra che hanno fornito gli organizzatori del C-Day e' di piu' di un milione di persone che avrebbero partecipato alle manifestazioni in difesa della Costituzione e della Scuola pubblica, che si sono tenute in oltre 100 citta' in Italia e all'estero.

Sul palco della manifestazione, si legge nel programma ufficiale, saliranno artisti, costituzionalisti, attori e musicisti. Da Ottavia Piccolo a Monica Guerritore, da Ascanio Celestini a una grande orchestra che intonera', insieme a un coro di centinaia di persone, il 'Dies Irae' di Mozart e il 'Va pensiero' di Verdi. Poi ci saranno Roberto Vecchioni, Antonello Venditti, Francesco Baccini e Daniele Silvestri. E ancora un genitore della scuola di Adro, il presidente dell'Fnsi Roberto Natale, il costituzionalista Alessandro Pace, esponenti del mondo della scuola. Prevedibilmente folte saranno anche le delegazioni dei partiti che hanno dato la loro adesione, a partire da Pd, Idv e Sel. E' atteso Pier Luigi Bersani, se gli dara' tregua il mal di schiena che accusa da giorni. Ci saranno di certo Dario Franceschini, Rosy Bindi e Ignazio Marino. Poi Nichi Vendola e Claudio Fava. E Antonio Di Pietro, Massimo Donadi. Ma hanno dato il loro sostegno anche i finiani Angela Napoli e Fabio Granata, e Pino Pisicchio dell'Api. Non c'e' solo Roma pero'.

Sono oltre cento i piccoli e grandi centri mobilitati domani, comprese capitali europee tra cui Bruxelles, Parigi e Madrid. A Milano, dalle 15 alle 19 in largo Cairoli interverranno dal palco tra gli altri Dario Fo, Salvatore Borsellino e Gioacchino Genchi.

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http://www.agi.it/in-primo-piano/notizie/201103121513-ipp-rt10049-c_day_manifestazioni_in_10_citta_sfilano_politici_bipartisan