mercoledì 7 dicembre 2011

Manovra: Di Pietro, ingiusto non far pagare Ici a Chiesa su locali commerciali

Roma, 7 dic. (Adnkronos) - ''Perche' rimettere l'Ici sulla prima casa anche per chi, dopo tanti sacrifici, ha solo quella? Non sarebbe piu' giusto invece far pagare le tasse alla Chiesa per gli immobili che adopera non a scopo di culto, ma per fini commerciali? L'Italia dei valori presentera' un emendamento alla manovra per eliminare questa ingiustizia''. Lo scrive sul suo profilo Facebook il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro.

Gb, Cameron minaccia di bloccare nuovo Trattato Ue


Gb, Cameron minaccia di bloccare nuovo Trattato Ue ‎
LONDRA - Il premier britannico David Cameron ha minacciato di bloccare il nuovo trattato dell'Unione europea qualora esso non protegga gli interessi del Regno Unito.
Parlando prima del vertice di Bruxelles di venerdi' prossimo quando si sapra' se la moneta unica europea ha un futuro e quale esso sia, Cameron ha avvertito che blocchera’ una revisione del Trattato di Lisbona, se i leader europei rifiutano di garantire sia Londra che il mercato unico europeo. "Non voglio firmare un trattato che non ha queste garanzie in esso, intorno alle cose come l'importanza del mercato interno e servizi finanziari", ha detto Cameron.

Un giorno dopo il supervertice di lunedi' a Parigi, tra il presidente francese Nicolas Sarkozy e la cancelliera tedesca Angela, che ha presentato una nuova formula per cambiare il trattato, Cameron ha fatto sapere che gli interessi britannici dovrebbero essere protetti anzi rafforzati; ''La zona euro ha bisogno che le istituzioni sostengano la moneta per convincere i mercati che hanno la potenza di fuoco per farlo'', ha ribadito Cameron con evidente riferimento all'auspicato intervento della Banca centrale europea sul mercato del debito. ''La seconda cosa fondamentale – ha proseguito il premier – e' la competitivita' reale nell'insieme della zona euro, affinche' essa abbia un funzionamento corretto''. Secondo Cameron, ''nessuna di queste due cose necessita un cambiamento di trattato. Ma – ha avvertito – saro' chiarissimo, se ci sara' il cambiamento di trattato, io faro' in modo che cio' protegga e rafforzi gli interessi britanici''. Non ha spiegato come e quali leve pensa di azionare per favorire le mire di casa propria, ma si puo' immaginare che per Cameron si tratta di non provocare i piu' euroscettici in patria, che mirano sempre a un ripristino delle competenze nazionali in materia sociale e soprattutto di regole finanziarie. Tutto questo rappresenta una serie di ostacoli nuovi sulla strada di quel ''nuovo trattato'' che il presidente Sarkozy ha affermato di voler proporre a Bruxelles ''insieme alla Germania''. Un nuovo trattato che, per l'Eliseo, dovrebbe essere rafforzato nella ''disciplina, nella solidarieta' e nelle responsabilita' da assumere di fronte ai popoli, un vero governo economico''. Praticamente il contrario di quanto auspicano Cameron e gli inglesi.

Siria: venti di guerra, Usa inviano anche sottomarino nucleare


Siria: venti di guerra, Usa inviano anche sottomarino nucleare
IL CAIRO - Spirano venti di guerra sulla Siria, secondo la tv satellitare al-Arabiya. Dopo che ieri i media egiziani hanno dato notizia di navi da guerra americane e russe dirette verso la costa siriana, il sito dell'emittente araba parla oggi di un sottomarino nucleare Usa che avrebbe attraversato il Canale di Suez dal Mar Rosso al Mediterraneo e sarebbe diretto verso la Siria.

Il deputato-talpa filma il suk degli onorevoli - Video choc sulla presunta compravendita di voti alla Camera


«Gli intoccabili», prorgamma condotto da Gianluigi Nuzzi in onda mercoledì sera su La7«Gli intoccabili», prorgamma condotto da Gianluigi Nuzzi in onda mercoledì sera su La7
Qualche sanguisuga, un po' di somari e una talpa: c'è anche questo, a Montecitorio. È il quadro desolante che esce da un micidiale reportage girato per la prima volta dentro l'aula. 
Tutto questo grazie a un deputato che si è prestato a registrare, con una micro-telecamera, le conversazioni con alcuni colleghi. Che sembrano avere un'ossessione: il vitalizio. Per il quale sono disposti a tutto. A partire, ovviamente, dalla vendita del proprio voto.
Potete scommettere che, alla vista della puntata di stasera de «Gli intoccabili», il programma su La7 condotto da Gianluigi Nuzzi, c'è chi farà un putiferio. Scatenando la caccia al deputato «traditore» che ha consentito di girare in presa diretta le chiacchierate che comunemente si svolgono, tra una votazione e una partita a carte sull'iPad, nel cuore stesso di Montecitorio, l'emiciclo dove siedono i rappresentanti del popolo.
C'è chi dirà che certo, il «tempio della democrazia» dal 1871 ad oggi ne aveva già viste, come scrive Sabino Labia nel libro «Tumulti in aula / Il presidente sospende la seduta», di tutti i colori. Dal cosiddetto «discorso del bivacco» di Benito Mussolini («potevo fare di questa Aula sorda e grigia un bivacco di manipoli...») alle scazzottate come quella che vide i commessi portare via un Francesco Storace urlante: «Quella checca di Paissan mi ha graffiato con le sue unghie laccate di rosso, io non l'ho toccato! Vi sfido a trovare le mie impronte digitali sul suo culo!». Mai, però, era accaduto che un deputato registrasse, segretamente, i colloqui con i colleghi là, nel luogo più protetto, dove i fotografi che stanno nelle gallerie sono obbligati a sloggiare appena c'è un tafferuglio perché «non sta bene» che gli italiani vedano quanto i loro delegati possano abbassarsi fino alla mischia da angiporto.

Non è stato, da parte di quel deputato, un gesto «onorevole»? Può darsi. Ogni censura è legittima. Ma guai se ancora una volta si guardasse il dito e non la luna. Perché le conversazioni «rubate» sono solo una parte del quadro ricostruito per «Gli Intoccabili» dall'inchiesta di Gaetano Pecoraro e Filippo Barone. C'è la copia di un modulo fatto firmare a un deputato del Pd che «si impegna a versare la somma di euro 50.000 quale contributo alle spese che il partito sostiene per la campagna elettorale». C'è un'intervista al deputato di Futuro e Libertà Aldo Di Biagio, che racconta di come una collega lo contattò per farlo rientrare nel Pdl: «Mi ha detto: "Noi ci aspettiamo coerenza da te. Ti consigliamo di aprirti una fondazione e ti faremo avere un contributo di un milione e mezzo da Finmeccanica o da un'altra società"». C'è la ricostruzione di come il dipietrista Antonio Razzi avrebbe contrattato la sua fiducia al governo Berlusconi, determinante in quel 14 dicembre 2010 di svolta nella legislatura, chiedendo tra l'altro l'istituzione del consolato onorario di Lucerna, finito poi a un suo amico. O ancora la rivelazione del finiano Luigi Muro: «L'onorevole Verdini mi ha detto: "Dimmi cinque cose che possono interessarti, cinque desideri e poi ragioniamo"». Meglio del genio della lampada di Aladino.
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La grande truffa della benzina


Ecco perché il carburante costa così tanto (e come farlo costare meno)
Attimi di panico per le strade: i carburanti oggi hanno sfondato la soglia psicologica dell’1,7 euro al litro (dati Quotidiano Energia, uno dei più autorevoli e completi media del settore), arrivando a costare in alcune zone piuttosto scomode per la rete di distribuzione (Ischia, per esempio) anche 1,8 euro. E’ il primo effetto della cura di Mario Monti: il decreto Salva Italia è già perfettamente operativo e l’aumento delle accise è già una realtà. Il governo, per fare cassa, ha scelto la strada più facile, quella già praticata da praticamente tutti gli esecutivi in passato: alzare il prezzo della benzina (anzi, per la precisione, alzare il prelievo fiscale sui carburanti, il che, come vedremo, è più che sufficiente), un bene insostituibile per la vita dei cittadini e necessario ad ognuno di noi per mandare avanti la sua esistenza quotidiana. Un metodo sicuro per avere tanti soldini in più nelle casse dello stato in breve tempo.
IL PREZZO DELLA BENZINA – Ma perché la benzina costa così tanto? E’ soltanto una questione di tasse? Ci avventuriamo nel campo minato delle tariffe dei carburanti, un mondo a suo modo misterioso che, sì, è massimamente influenzato dall’intervento statale: tuttavia, non solo. Di certo un minimo aumento nel prelievo fiscale statale, le cosiddette accise, fa impennare il prezzo dei carburanti: ma non è solo la tassa da pagare a fare il prezzo della benzina che paghiamo al distributore. O quantomeno, non è solo da quel lato che si potrebbe agire per far costare di meno la benzina e, quel che è più importante, lasciare sostanzialmente invariato il gettito per lo stato. In giro per la rete la questione del prezzo della benzina è ampiamente analizzata e dettagliatamente spiegata: soprattutto, ci si imbatte in una campagna degli esercenti delle pompe di benzina che sembrerebbe in pieno Monti-style e che, però, per adesso il governo ammette di aver accantonato. Forse, come per l’esenzione dell’Ici agli immobili della Chiesa Cattolica, non si è neanche posto il problema. Partiamo però dalla situazione attuale: di cosa è composto il prezzo della benzina al distributore? Prendiamo i dati dal sito della campagna Libera la Benzina, di cui parleremo fra un secondo.
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L’Avvenire: “La Chiesa paga l’Ici”


Il direttore del giornale dei vescovi interviene sulle tasse a San Pietro
Marco Tarquinio, direttore di Avvenire e successore di Dino Boffo alla guida del quotidiano della Cei, se l’è un po’ presa per la montante campagna di critica della Chiesa Cattolica che non è stata inclusa nel parterre di soggetti a cui il governo Monti ha intenzione di chiedere “sacrifici” finalizzati alla messa in sicurezza dei conti pubblici per il salvataggio del Paese: “Non ci siamo proprio posti il problema”, ha risposto il presidente del Consiglio a chi chiedeva perché le esenzioni Ici sui beni del Vaticano non fossero state toccate dal decreto che entra oggi in vigore, e che prevede significativi aumenti, ad esempio, delle accise sui carburanti (il che tocca ben di più le tasche dei cittadini).
ICI? LA PAGHIAMO – Oggi Marco Tarquinio, il direttore dell’Avvenire, quotidiano della Conferenza Episcopale Italiana (che nel 2009 ha ricevuto quasi 6 milioni di fondi pubblici), tenta di spiegare che la situazione è in realtà un po’ diversa: con molta rabbia, va detto.
Le attività com­merciali svolte da enti e realtà riconducibili al­la Chiesa sono tenute a pagare l’Ici sugli im­mobili che le ospitano e tutte le altre imposte previste esattamente come ogni attività com­merciale. Gli immobili di proprietà di enti re­ligiosi dati in affitto sono assoggettati all’Ici e alle altre forme di tassazione come qualunque altro immobile dato in affitto.
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 http://www.giornalettismo.com/archives/176065/lavvenire-la-chiesa-paga-lici/

Russia, oltre 500 fermati a Mosca e San Pietroburgo nelle proteste contro il voto

Mosca, 7 dic. (Adnkronos/Dpa) - Al termine del secondo giorno di proteste e manifestazioni di piazza controi risultati elettorali di domenica la polizia russa ha arrestato a Mosca e San Pietroburgo 569 persone per resistenza a pubblico ufficiale. Oltre la metà degli arrestati nella notte è ancora in stato di fermo questa mattina e rischia una condanna a 15 giorni, riporta la Interfax citando la polizia.
Anche oggi nel centro di Mosca è forte la presenza delle forze della sicurezza, mentre i blogger dell'opposizione hanno indetto un'altra manifestazione per sabato 10 vicino al Cremlino.

Spariti 9 milioni di euro, raccolti due anni fa per Haiti


Il consorzio Agire affida 9 milioni di euro raccolti nel gennaio 2010 per il terremoto di Haiti e mai spesi a un promotore finanziario indagato, in cambio titoli falsi e soldi spariti.
Il sistema dell'Industria dell'Assistenza dimostra, ancora una volta e come minimo, incapacità e incompetenza.
A volte è triste dire l’avevamo detto. Se ci rileggiamo i racconti fatti da Gilberto e da Titti su Haitipubblicati nel mio blog troviamo le premesse (e predette) del nuovo scandalo che ha investito l’industria dell’assistenza italiana.
La onlus Agire, che comprende 12 altre organizzazione del terzo settore, apre una sottoscrizione a cui partecipano nove sue associate:Save the Children, ActionAid, Cesvi, InterSos, Gvc, Terres des Hommes, Coopi, Cisp. Ma soprattutto Vis, Volontariato internazionale per lo sviluppo, ong della galassia Don Bosco. Il sistema per effettuare le donazioni è facilissimo: basta un sms per donare da 2 a 3 euro. In breve vengono raccolti 14,7 milioni di euro, cui vanno aggiunti 6,5 milioni ricevuti direttamente dai sostenitori. Oltre la metà, 11 milioni e mezzo, viene investita già nel corso del 2010 in interventi nel settore educativo, agricolo e sanitario. Parte delle somme raccolte invece viene destinata a progetti a più largo respiro (?) e, in attesa che questi vengano realizzati, rimangono in cassa 9 milioni. E qui entra in scena Dino Pasta, fondatore nel 2001 della ReteManager, società assicurativa specializzata nel «private insurance” a cui vengono affidati i soldi.
Questi nove milioni, malgrado i bisogni e le emergenze descritti dalle ONG per raccogliere fondi e salvare il mondo e i lamenti per la diminuzione dei fondi pubblici per la cooperazione internazionale, invece di essere destinati ad Haiti, alla Somalia o alle altre situazione di grave disagio, sono finiti nelle mani di una società d’investimenti privata, gestita da un personaggio già in affari con Lele Mora.
Ricordiamo che il terremoto ad Haiti è stato nel gennaio 2010, cioè quasi due anni orsono e che i bisogni erano descritti come necessari e immediati.
Pasta però nel 2010 era stato denunciato da una società di assicurazioni irlandese per cui stipulava contratti. Secondo l’accusa però a persone inesistenti, o ignare: Retemaneger versava la prima rata, incassa la provvigione e poi nessuno pagava più. Per questa accusa ieri l’uomo è stato rinviato a giudizio e la sua società dichiarata fallita”.
Malgrado queste referenze le Onlus gli hanno affidato 9 milioni di euro e, infatti, è scappato con la cassa, alla faccia dei sagaci dirigenti delle ONG coinvolte, dei donatori telefonici e dei bambini di Haiti a cui i soldi, prima di finire su presunti fondi d’investimento londinesi, dovevano essere destinati.
Questo evento ripropone argomenti già triti e triti nel mio blog. Gran parte delle ONLUS e ONG non sono, di fatto, enti senza scopo di lucro perché i dirigenti e il personale, a volte strapagato, deve assicurasi il futuro e, come ogni imprenditore, fatturare (raccogliere donazioni) per mantenersi. Questo spiega come si raccolgono fondi oltre i reali bisogni e, sempre, con lo scopo di guadagnare s’investono speculativamente. Questa vicenda è esemplare.
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Con i costi della Chiesa ci faremmo un’altra manovra


Premessa: parto dall’assunto che le spese di tutte le religioni dovrebbero sostenerle chi le professa. 
In Italia ciò non accade per tutta una serie considerevole di leggine e normative emanate “a favore della fede” pagando, o agevolando, le comunità della fede anziché i fedeli stessi. Al momento pare che nessuno sappia quanto sia prospero il “mercato” delle esenzioni e dei benefici che la chiesa cattolica riceve – direttamente o indirettamente tramite gli enti locali – dallo Stato italiano. Questo non significa che le altre religioni non ne beneficino, significa solamente che il rapporto tra Santa Sede, CEI, ordini e movimenti religiosi cattolici, associazionismo cattolico, eccetera, e le altre fedi è di circa 100.000 a 1.
Nessuno conosce i costi sostenuti dallo Stato verso la religione cattolica, e non perché non possono venir resi pubblici, bensì perché nessuno li vuole rendere pubblici. Non li rendono pubblici né la Conferenza Episcopale Italiana, né lo Stato italiano.
L’UAAR – l’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti – ha deciso di dar vita ad una piattaforma chiamata “I costi della Chiesa in cui l’obiettivo è di presentare una stima di massima che sia la più attendibile e accurata possibile, citando estesamente le fonti e utilizzando metodologie trasparenti. Il compito non è facile perché le cifre di cui parliamo, diversi miliardi di euro, sono per lo più ignote sia allo Stato che alla chiesa. Con tutto ciò, l’UAAR, si è messa di buona lena ed ha esaminato delibere, capitoli di spesa, bilancio dello Stato e quelli di tutte le Regioni, le Province, i Comuni, gli enti pubblici, le società a partecipazione pubblica che in un modo o nell’altro hanno a che fare con la chiesa cattolica.
Il risultato scaturito è devastante per le casse statali, ma soprattutto per noi italiani che l’Ici le tasse e le imposte le paghiamo regolarmente senza battere ciglio.
La stima aggiornata dei costi della Chiesa è di oltre 6 miliardi di euro.
Di seguito la tabella riepilogativa
PDF - 170 Kb
http://www.agoravox.it/Con-i-costi-della-Chiesa-ci.html

Così i boss truccavano le elezioni "Nicola è una volpe, qui comanda lui"


Nuova richiesta di arresto per Cosentino, ex sottosegretario e coordinatore del Pdl in Campani. Le intercettazioni: "Quel centro commerciale è roba sua"di IRENE DE ARCANGELIS e DARIO DEL PORTO

NAPOLI - La realizzazione del centro commerciale "Il Principe" non era solo "sponsorizzata" da Cosentino. Era proprio "cosa sua". Questo, almeno, gli inquirenti napoletani deducono anche da una conversazione intercettata il 17 luglio 2006. Parlano dell'affare il futuro sindaco di Casal di Principe, Cipriano Cristiano, il genero del boss del clan dei Casalesi Giovanni Lubello, l'imprenditore Nicola Di Caterino, l'architetto comunale Mario Cacciapuoti.

Cristiano: "Noi dopo dobbiamo dire che questo fatto è un fatto di Nicola. Nicola Cosentino, non lo conosci tu?",
Lubello: "No, io lo conosco".
Di Caterino: "... allora... "
Cristiano: "... allora Nicola Cosentino ha detto... dopo guarda, quello che dici tu quello facciamo. Mo lascia stare 7-8 mesi, poi quando è tanto... ".
Di Caterino: "Poi quando è tanto (quando sarà) quando tu sei andato a fare il sindaco, dici il sindaco lo faccio io e il tecnico lo fa... quello che ci sta va troppo bene".

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http://napoli.repubblica.it/cronaca/2011/12/07/news/cosentino_volpe-26207360/

Minzolini, l’ora dell’addio

Tutti contro il direttore del Tg1. Per lui pronto un posto da inviato
Augusto Minzolini saluterà il suo impegno alla direzione del Tg1 lunedì, quando il Consiglio d’Amministrazione della Rai gli toglierà l’incarico. Ma in cambio lo “promuoverà” ad inviato, probabilmente a New York. Assicurandogli ancora un sontuoso stipendio a carico nostro, in attesa di un’altra offerta professionale. Repubblica racconta cosa succede a viale Mazzini:
Minzolini  ha vissuto male la decisione dell’azienda di costituirsi parte civile. Lo ha considerato lo schiaffo finale, visto che ha restituito i soldi spesi con la carta di credito aziendale firmando un accordo con la Rai. È stato il segno che Viale Mazzini si prepara a fare la sua mossa definitiva. Con i tempi lunghi della burocrazia, ma con l’intenzione di arrivare alla rimozione. Non sarà un percorso semplice, ma il tema successione al Tg1 è già sul tavolo. «C’è una legge, dunque un obbligo per noi amministratori», dirà oggi in consiglio di amministrazione il direttore generale Lorenza Lei. È una norma del 2001 che sancisce per il dipendente pubblico che va a processo per reati connessi alle sue funzioni, il trasferimento ad altro incarico senza pregiudicarne la carriera. Per la Cassazione un dirigente della Rai è equiparato al pubblico impiegato. A questa scelta della Lei i consiglieri di Pdl e Lega dovranno inchinarsi giocoforza.
Ma sul nome del successore il cda ha pieni poteri:
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Iran: Usa aprono 'ambasciata virtuale'

(ANSA) - WASHINGTON - Dopo oltre 30 anni di gelo, dopo la chiusura della sede diplomatica Usa a Teheran, l'amministrazione Obama ha inaugurato una sorta di ambasciata virtuale, completamente on-line, con una versione anche in farsi. L'apertura di questa pagina web segue la scelta di alcuni mesi fa di avviare una serie di contatti via Facebook e Twitter, sempre in doppia lingua, per informare gli iraniani della posizione del governo di Barack Obama sulla crisi col regime.

Manovra: iniziato confronto leader Cgil Cisl e Uil

Roma, 7 dic. (Adnkronos) - E' iniziato il confronto tra i leader di Cgil Cisl e Uil. Susanna Camusso, Raffaele Bonanii e Luigi Angeletti si stanno incontrando per fare il punto sulla manovra Monti e le iniziative e le mobilitazioni messe in campo. ''Non l'ho neanche visto'', ha risposto Camusso entrando alla riunione, ai cronisti che gli chiedevano un commento alle parole del Premier Mario Monti ieri a 'Porta a Porta'.

Gaza, esercito israeliano spara contro i militanti della Jihad: 1 morto e 4 feriti

Tel Aviv, 7 dic. (Adnkronos/Dpa) - Un militante della Jihad islamica è rimasto ucciso e quattro civili feriti - due dei quali in modo grave - dal fuoco dell'artiglieria israeliana prima dell'alba nella parte orientale della città di Gaza. A riferirlo sono stati testimoni e fonti mediche, secondo cui i tank israeliani di stanza al confine tra Israele e la parte orientale della città di Gaza hanno aperto il fuoco contro un gruppo di militanti della Jihad che stava lanciando proiettili di mortaio contro uomini delle forze israeliane appostati nella zona. Ad essere colpito inizialmente è stato il quartiere di Zeitoon, dove una persona è rimasta ferita, quindi i blindati hanno esploso nuovi colpi contro i militanti che continuavano a lanciare proietti contro i soldati.

La manovra di Monti