Vincenzo Capacchione, 49 anni, aveva risposto alla chiamata nonostante fosse a casa febbricitante.
ROMA - Un cardiologo del servizio di Emodinamica dell'ospedale di Rho, Vincenzo Capacchione, 49 anni, è morto sabato scorso dopo aver risposto a una chiamata per un intervento urgente, nonostante non fosse in buone condizioni di salute.
Capacchione quel giorno «si trovava a casa in stato febbrile - spiegano dall'ospedale - seppure in reperibilità, per non lasciare scoperta un'eventuale urgenza. Fatto che si è verificato. Dopo essersi recato in ospedaleil dottor Capacchione ha effettuato un intervento di angioplastica su un paziente salvandone la vita. Finita l'operazionesi è accasciato a terra privo di sensi». Un malore che lo stesso medico aveva segnalato come «uno strano dolore al petto», presumibilmente un infarto.
«Quando arrivano notizie di questo genere - commenta Ermenegildo Maltagliati, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Salvini di Garbagnate Milanese, a cui afferisce il presidio di Rho - è sempre difficile trovare le parole giuste. Lo è ancora di più quando l'età del collega che ci lascia è così giovane e quando a casa lascia tre figli piccoli e una moglie. Se poi a questo si aggiunge il fatto che Vincenzo Capacchione facesse parte di un team di tre medici emodinamisti che ogni giorno, tra mille difficoltà, ha il compito di salvare la vita alle persone, davvero non si trovano le parole. Posso però affermareche uomini come Capacchione, per il loro quotidiano impegno, per il loro altruismo e per la loro dedizione, danno lustro alle istituzioni per cui lavorano. E di questo, io in primo luogo, e tutti noi colleghi, gliene saremo sempre grati».
La vicenda ricorda un caso analogo, avvenuto un anno fa al Cardarelli di Napoli, il 27 giugno 2010. Filippo Minieri era primario del reparto di chirurgia endovascolare dell'ospedale, ed è morto per infarto dopo un turno di 11 ore consecutive. In quella occasione l'Ordine dei medici di Napoli aveva chiesto di «rivedere i carichi di lavoro dei medici per evitare altre tragedie».
Capacchione quel giorno «si trovava a casa in stato febbrile - spiegano dall'ospedale - seppure in reperibilità, per non lasciare scoperta un'eventuale urgenza. Fatto che si è verificato. Dopo essersi recato in ospedaleil dottor Capacchione ha effettuato un intervento di angioplastica su un paziente salvandone la vita. Finita l'operazionesi è accasciato a terra privo di sensi». Un malore che lo stesso medico aveva segnalato come «uno strano dolore al petto», presumibilmente un infarto.
«Quando arrivano notizie di questo genere - commenta Ermenegildo Maltagliati, direttore generale dell'Azienda Ospedaliera Salvini di Garbagnate Milanese, a cui afferisce il presidio di Rho - è sempre difficile trovare le parole giuste. Lo è ancora di più quando l'età del collega che ci lascia è così giovane e quando a casa lascia tre figli piccoli e una moglie. Se poi a questo si aggiunge il fatto che Vincenzo Capacchione facesse parte di un team di tre medici emodinamisti che ogni giorno, tra mille difficoltà, ha il compito di salvare la vita alle persone, davvero non si trovano le parole. Posso però affermareche uomini come Capacchione, per il loro quotidiano impegno, per il loro altruismo e per la loro dedizione, danno lustro alle istituzioni per cui lavorano. E di questo, io in primo luogo, e tutti noi colleghi, gliene saremo sempre grati».
La vicenda ricorda un caso analogo, avvenuto un anno fa al Cardarelli di Napoli, il 27 giugno 2010. Filippo Minieri era primario del reparto di chirurgia endovascolare dell'ospedale, ed è morto per infarto dopo un turno di 11 ore consecutive. In quella occasione l'Ordine dei medici di Napoli aveva chiesto di «rivedere i carichi di lavoro dei medici per evitare altre tragedie».


Mara Carfagna, ministro per le Pari Opportunità, si prende i primi ringraziamenti per l’approvazione del Ddl sulle quote rosa, dopo al Senato, anche alla Camera. “E’ un grande giorno per il paese. Una grande occasione per dimostrare che non siamo una democrazia dimezzata. E’ un testo condiviso, equilibrato, avanzato: mi onoro di averla proposto e portato avanti; è una legge epocale di cui ringrazio tutti: Governo, ministro Carfagna, gruppi parlamentari e le commissioni e le centinaia di donne che mi hanno sempre sostenuta”, dice Lella Golfo, deputata PdL che ha presentato il testo insieme alla PD Alessia Mosco. Con la doppia approvazione delle Camere, ora la modifica alla disciplina delle società commerciali che impone alle società private il riparto dirigenziale a favore dell’Italia femminile è realtà.
I Comunisti-Sinistra Popolare sono un gruppo creatosi da una scissione a sinistra del PDCI, il Partito dei Comunisti Italiani di Oliviero Diliberto: fanno capo a Marco Rizzo, già capogruppo alla Camera della frazione dei Comunisti. Insomma, rossi duri e puri che non rinunciano alla falce e al martello. E, a quanto pare, nemmeno all’anti-Europeismo.
Si arricchiscono di due imputate che difficilmente si sarebbero potute immaginare coinvolte nel casoScazzi il fascicolo della procura di Taranto sulla morte della giovane Sarah di Avetrana: hanno ricevuto un avviso di garanzia per concorso in falso la deputata del PdL Melania Rizzoli e la giornalista di LiberoCristiana Lodi. L’accusa è di essere penetrate in maniera fraudolenta nel carcere in cui si trovava detenuto lo zio di Sarah, Michele Misseri, per un colloquio che sarebbe poi diventato un’intervista non autorizzata.
INDAGATE – Una vera e propria frode, appunto, con la deputata che usufruisce dei suoi diritti di ispezione alle carceri per entrare nella casa circondariale, portandosi appresso la giornalista del quotidiano di Maurizio Belpietro presentandola come una sua collaboratrice; in realtà, la Lodi era lì per ascoltare il colloquio fra la Rizzoli e Misseri trasformandolo in un’intervista mai concessa e però regolarmente pubblicata su Libero del 15 febbraio scorso. Ora sono entrambe indagati, come 





