lunedì 2 dicembre 2013

Arriva il primo vaccino anti Aids al mondo. Ed è Made in Italy.

Un passo avanti enorme nella lotta contro l’HIV: un vaccino terapeutico, quindi in grado di curare, per i bambini malati. Questa è ovviamente solo la base per moltissime sperimentazioni future, una base frutto del genio di dottori italiani.


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È made in Italy ed è stato testato a Roma il primo vaccino terapeutico pediatrico al mondo contro l’Hiv: il siero è stato sperimentato “con successo” all’Ospedale pediatrico Bambino Gesù. E ora lo studio, durato due anni e condotto su due gruppi di 10 bambini infetti da Hiv, è stato pubblicato sulla rivista scientifica open source Plos One“Una scelta – spiegano dall’ospedale al Gianicolo – legata alla possibilità per ricercatori di ogni Paese di accedere immediatamente e gratuitamente ai risultati della ricerca per proseguirne la strada”.
Questa sperimentazione, condotta secondo modalità no-profit (e senza contributi di case farmaceutiche) da Paolo Palma dell’èquipe dell’immunoinfettivologo Paolo Rossi, in collaborazione con la cattedra di Pediatria dell’Università di Roma Tor Vergata, ha riguardato bambini nati infetti per via materna, un tipo di trasmissione della malattia che interessa il 95% dei nuovi casi pediatrici ogni anno. “La somministrazione del vaccino, abbinata in uno dei due gruppi alla terapia antiretrovirale classica, ha determinato il significativo aumento di risposte immunologiche potenzialmente in grado di determinare il controllo della replicazione del virus dell’Hiv”. Un risultato che rende il trial dell’Ospedale Bambino Gesù lo studio pilota per sperimentazioni future. “Il successo di questo vaccino – spiegano i ricercatori –potrebbe ridurre il rischio dei fallimenti terapeutici legati alla ridotta aderenza nel tempo alle cure antiretrovirali e diminuire sensibilmente i costi per i sistemi sanitari nazionali, che spesso costituiscono un impedimento all’accesso alle cure, specie nei Paesi più poveri”.
Lo studio è stato effettuato su 20 bambini con infezione verticale da Hiv; i 10 ai quali è stato somministrato il vaccino hanno sviluppato un “significativo aumento della reattività al virus, a differenza del gruppo che non lo ha ricevuto”. La vaccinazione terapeutica rappresenta una strategia innovativa, che punta ad educare il sistema immunitario di una persona infetta a reagire contro il virus. Si parla di vaccini terapeutici perchè servono a curare persone già infette, mentre quelli profilattici hanno una funzione preventiva. Non esiste al momento un vaccino profilattico contro l’Hiv.
Il vaccino sperimentato è stato ideato dai ricercatori del Bambino Gesù econfezionato dal Karolinska Institutet di Stoccolma, nel gruppo di Britta Wahren (Svezia), secondo le specifiche dei ricercatori romani. Nel soggetto infetto, in questo caso un bambino, viene somministrato il Dna di una specifica proteina del virus dell’Hiv: queste informazioni genetiche introdotte nelle cellule del paziente stimolano la risposta immunologica dell’organismo. La cellula umana che riceve il Dna dell’Hiv inizia a sintetizzarla, migliorando la risposta immunitaria verso il virus.
Il vaccino ha ricevuto il via libera dall’Agenzia italiana del farmaco (Aifa) e dal Comitato etico dell’ospedale. Le risposte immunologiche sono state studiate in collaborazione con il Laboratorio di evoluzione e trasmissione virale dell’Irccs Ospedale San Raffaele di Milano, coordinato da Gabriella Scarlatti, il cui lavoro è focalizzato sullo studio della prevenzione della trasmissione virale e della progressione di malattia in bambini e adulti.
La trasmissione materno-infantile dell’Hiv è un problema che riguarda soprattutto Paesi poveri o poco sviluppati e la “pubblicazione su una piattaforma gratuita – notano gli studiosi – permetterà a chiunque di seguire la strada tracciata dallo studio del Bambino Gesù“. Grazie ai risultati ottenuti sarà ora possibile procedere alla fase successiva della sperimentazione, che prevede la somministrazione precoce della terapia antiretrovirale, la successiva somministrazione del vaccino e, nell’adolescenza, ”la possibile sospensione della terapia antiretrovirale per periodi di tempo ristretti e sotto monitoraggio”. Questo passo è molto importante per ridurre l’uso delle terapie antiretriovirali, molto efficaci nel tenere sotto controllo il virus, ma gravate di tossicità nel lungo termine.
Gli effetti benefici sui piccoli pazienti offerti da questa possibilità sono molteplici: si riduce drasticamente il rischio di fallimento terapeutico e l’insorgenza di virus resistenti; inoltre si ridurranno i casi di sovra-infezione. Fondamentale anche la riduzione dei costi: basti pensare che in media ogni anno di terapia di un singolo paziente costa sui 20.000 euro.

La depressione accelera l'invecchiamento delle nostre cellule

r.gagliardi_depressione-h120Negli ultimi anni la ricerca si sta occupando molto dei rapporti tra i fattori psicologici e la loro influenza  sulla salute fisica. Si sta facendo sempre piùà chiarezza sulla complessità del rapporto Mente-Corpo e sta aumentando la conoscenza, ad esempio, dell'impatto che fattori psicologici hanno sui sistemi cardiovascolare, neuroendocrino e immunitario.
Josine Verhoeven (Università VU Medical Centre - Olanda) ha pubblicato insieme a D. Révés, E.S.Epel, J.Lin, O.M.Wolkowitz, BWJH Penninx (Molecular Psychiatry, novembre 2013) uno studio condotto su 2407 persone per approfondire il rapporto tradepressione e invecchiamento.
Sono stati indagati (attraverso specifiche analisi del sangue), i cambiamenti che si riscontrano a livello cellulare profondo in situazioni di depressione.
Nello specifico, i ricercatori hanno indagato sui "telomeri", quelle aree terminali dei nostri cromosomi che costituiscono una sorta di "orologio biologico". Queste zone infatti tendono ad accorciarsi con la senescenza delle cellule. Misurare la lunghezza dei telomeri è quindi un modo di valutare il grado di invecchiamento cellulare.
Dai risultati emerge che:
1. le persone in stato di depressione, o che avevano vissuto una condizione di depressione, avevano i telemori molto più corti rispetto a chi non aveva mai sofferto la depressione,
2. le persone più gravemente e cronicamente depresse risultavano  avere maggiormente accorciati anche i telomeri.

I ricercatori vedono questi risultati come la reazione dell'organismo alla depressione e sostengono di aver provato che la depressione si associa a diversi anni di invecchiamento biologico, soprattutto per quelle situazioni con sintomi più gravi e croniche.

Tracciabilità: anche per tasse divieto di pagamento in contanti.

Anche imposte e tributi andranno versati con sistemi tracciabili: la precisazione del Ministero dell’Economia.   
Il divieto di effettuare pagamenti in contanti per somme uguali o superiori a mille euro non si applica solo ai pagamenti tra privati, ma anche tra privati e Stato o Pubbliche Amministrazioni. Pertanto, viola la legge [1] chi, anche nel versare imposte e tributi di importi pari o superiori a 1000 euro non utilizza sistemi tracciabili come il bonifico bancario, la carta di credito, l’assegno, ecc…   A precisarlo è stato, di recente, il Dipartimento del Tesoro del Ministero dell’Economia e delle Finanze.   Resta dunque confermato che il divieto di pagamenti in contanti non vale solo nei rapporti tra i cittadini e le banche o gli uffici delle Poste, presso i cui sportelli si potranno continuare ad effettuare operazioni (prelievi e/o versamenti) anche superiori a mille euro, senza perciò incorrere in alcuna sanzione (fermi restando gli obblighi derivanti dalla normativa antiriciclaggio). L’argomento era stato approfondito in un precedente articolo (leggi: “Tracciabilità: posso versare o prelevare dal conto in banca più di 1000 euro per volta?”).   - See more at: http://www.laleggepertutti.it/43131_tracciabilita-anche-per-tasse-divieto-di-pagamento-in-contanti#sthash.T7T2zYDk.dpuf

PRENDIAMOCI IN GIRO

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