Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
sabato 6 marzo 2010
Avvelenati i cani di Marina Berlusconi
PARIGI — «Chi vuole avvelenare i cani della figlia di Berlusconi?», titolava ieri il Nice-Matin. Secondo le notizie riportate dal giornale e riprese dall’agenzie Ap, la polizia francese ha aperto un’inchiesta sui tentativi di avvelenamento avvenuti presso la villa di Marina Berlusconi (in una foto di qualche anno fa) a Chateauneuf-de-Grasse, in Provenza, residenza frequentata anche dal presidente del Consiglio che vi ha trascorso con la figlia parte della vacanze di inizio anno. Qualcuno ha cercato di uccidere due dei sette cani che fanno la guardia alla proprietà. Un primo tentativo avrebbe avuto luogo il 28 febbraio scorso. Gli avvelenatori sono entrati in azione una seconda volta giovedì. La sostanza usata sarebbe veleno per topi. In entrambi i casi i cani sono stati soccorsi in tempo.
CONTINUA ...
http://www.corriere.it/cronache/10_marzo_06/avvelenati-cani-marina-berlusconi_2113787c-28f5-11df-a5a9-00144f02aabe.shtml
Fiaccole dal Quirinale a palazzo Chigi, la catena umana del Popolo viola
ROMA - Sdraiati a terra con le candele accese sotto il Quirinale, poi in corteo fino a palazzo Chigi. E' "il funerale della democrazia" la prima risposta in strada del Popolo viola appena appresa la notizia del varo del decreto salva-liste e poi della firma del Presidente della Repubblica.I rappresentanti del Popolo viola, in piazza Montecitorio ormai da trenta giorni, avevano lanciato l'appello a dare un segnale subito e, nonostante l'ora, avevano mobilitato un centinaio di persone per dichiarare la propria solidarietà al presidente della Repubblica, attendendo la remissione della firma rispetto all'ennesimo "decreto illegittimo". In piazza anche alcuni rappresentanti del Pd e dell'Italia dei valori e dei Sinistra e Libertà: "Le regole sono uguali per tutti. se si decide di cambiarle bisognerebbe farlo per tutti". Poi la notizia della firma del presidente e la catena umana che simbolicamente circonda palazzo Chigi in difesa della democrazia: "Il presidio andrà avanti fino domani mattina - dicono -. Fino alle 11, quando si terrà un incontro organizzato dal Popolo viola e da tutte le forze politiche del centro sinistra per decidere come proseguire con la mobilitazione "contro quest'ultimo colpo di coda".
http://www.repubblica.it/politica/2010/03/06/news/popolo_viola_sit_in-2524675/
L'abuso di potere
POICHE' «la sostanza deve prevalere sulla forma», secondo il nuovo comandamento costituzionale berlusconiano recitato dal presidente del Senato Schifani, il governo della Repubblica ha sanato ieri con una legge di comodo gli errori commessi dal Pdl, che avevano portato all´estromissione di Formigoni dalle elezioni in Lombardia e della lista berlusconiana a Roma. Questo gesto unilaterale compiuto dalla maggioranza a tutela di se stessa può sembrare una prova di forza. È invece la conferma di un´atrofia politica di base e di vertice, che somma un vizio finale alle colpe iniziali, rivelando il vero volto che nei sistemi democratici assume la forza quando è senza politica, e fuori dalle regole che la disciplinano e la governano: l´abuso di potere.Non c´è alcun dubbio che una competizione elettorale senza il principale partito è anomala, e il problema riguarda tutti i concorrenti (non solo gli esclusi), perché riguarda il sistema intero e il diritto dei cittadini di poter esercitare compiutamente la loro scelta, con tutte le parti in campo. Ma se il problema interpella tutti, le responsabilità di questa anomalia - che in forme diverse si è verificata a Roma e a Milano, con firme false e termini per la presentazione delle liste non rispettati - sono di qualcuno che ha un nome preciso: il Pdl. Non c´entra nulla il "comunismo", questa volta, e nemmeno c´entrano le "toghe rosse". È lo sfascio della destra che produce il suo disastro, perché quando la locomotiva della leadership non funziona più, e non produce politica, tutti i vagoni si arrestano, o deragliano senza guida.Ora chi chiede a tutti i concorrenti di farsi carico del problema nato in Lombardia e nel Lazio, con un gesto di responsabilità politica condivisa nei confronti dell´avversario e del sistema, non ha mai nemmeno pensato di assumersi preliminarmente le sue responsabilità, ammettendo gli errori commessi, chiamandoli per nome, prendendosi la colpa. Non è venuto in mente al leader di dichiarare che si attendono le pronunce delle Corti d´Appello e dei Tar chiamati a dirimere con urgenza i due casi, e deputati a farlo, nella normalità democratica e istituzionale, e nella separazione dei poteri.
continua ...
I verbali della 'ndrangheta in Senato - "Di Girolamo vide le schede false, rideva"
ROMA - "Rideva, rideva... Era proprio contento, contentissimo... Io gli ho fatto vedere pure le immagini (delle schede elettorali "votate"; ndr).... Era felicissimo".
È Nicola Di Girolamo, detto Nic, così come esce dalla descrizione di Roberto Marcori e Gennaro Mokbel che il 9 aprile 2008, al telefono, raccontano dei "voti" procurati ad arte per il loro sodale che è già entrato nei panni di senatore della Repubblica italiana, "eletto" nella circoscrizione Estero, con anticipo di qualche giorno sui risultati dei voti in Italia. È quanto emerge dalle carte dell'inchiesta che ha travolto l'ex senatore Pdl, e due società come Telecom e Fastweb.Le schede elettorali portate con il furgoncino.
È il 7 aprile 2008 quando Gennaro Mokbel, grande sostenitore di Di Girolamo, chiama Roberto Marcori (che si autodefinisce "rappresentante del senatore" in un incontro "con l'onorevole Romagnoli"). Marcori riferisce che "uno è arrivato con un furgone che gli ha portato 320 schede elettorali".
Ed è proprio Marcori il trait d'union tra Mokbel al vertice dell'organizzazione elettorale pro Di Girolamo, e gli italiani in Germania, aiutato in questo compito da Giovanni Gabriele, domiciliato a Stoccarda e da altri calabresi. Molti di questi, per gli inquirenti, "fanno parte dell'entourage delinquenziale".
I ringraziamenti del "senatore" e i 2 mila euro per il "lavoro".
In una conversazione del 10 aprile 2008, Marcori chiama Gabriele e gli passa Di Girolamo che lo ringrazia per il "lavoro". Marcori lo informa di aver fatto delle foto al Consolato e che quasi sicuramente il suo interlocutore diventerà senatore: "Ieri notte siamo andqati al consolato e abbiamo fatto l'ultimo sforzo fino a fotografare l'evento. Comunque, qua l'aspettano". Di Girolamo conferma e annuncia che presto andrà in Germania per ringraziare. Quindi Marcori chiede i dati anagrafici di Gabriele per spedirgli 2 mila euro.
Rivolta sul web per il decreto salva liste - "Che arroganza, difendiamo la democrazia"
UNA protesta in tempo reale. Per dire no al decreto salva-liste varato dal Governo Berlusconi. E' quella che dalle 22 di ieri è in corso sul web. Su Facebook più di venti pagine aperte non appena si diffonde la notizia. Da Twitter un flusso ininterrotto di commenti che non si arresta neanche nella notte. "Abuso", "arroganza" e "sdegno" le parole più utilizzate. Si va dal Popolo Viola, che in un batter d'occhio organizza un sit-in al Quirinale fino al gruppo che lancia nella rete un appello al presidente della Repubblica. E poi proposte per una manifestazione nazionale. Tra dichiarazioni di principio - "Difendiamo la democrazia" - e dure critiche al governo: "Sembrate una banda di arroganti".Basta accedere a Twitter e fare una ricerca con la parola "decreto". Ci si trova davanti a centinaia di post che aumentano a ogni secondo. C'è chi ipotizza scenari a dir poco inquietanti: "Essendo un decreto legge, se dovesse vincere la Bonino nel Lazio il governo potrebbe non convertirlo. A questo punto mi aspetto di tutto". In molti pongono la stessa domanda: "Può il consenso fare a meno della legge?". E ancora: "Se fosse stato il Pd a presentare le liste in ritardo, Berlusconi avrebbe fatto lo stesso?". Non mancano cinismo e ironia: "Devo chiedere a Silvio di fare un decreto per abolire il fuorigioco". E poi: "Caro Silvio, ho pagato una multa in ritardo. Me lo fai un salva-multe?".
CONTINUA ...
http://www.repubblica.it/politica/2010/03/06/news/rivolta_sul_web_per_il_decreto_salva_liste-2526146/
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