venerdì 25 febbraio 2011

IRAQ: MIGLIAIA IN PIAZZA, 15 MORTI NEL 'GIORNO DELLA COLLERA'

(ASCA-AFP) - Baghdad, 25 feb - Giornata di scontri e proteste anche in Iraq, dove le manifestazioni del ''Giorno della collera'' hanno visto pesanti scontri con le forze di sicurezza e un pesante bilancio di 15morti. Circa 5.000 le persone che si sono radunate nella piazza Tahrir di Baghdad, con la folla che ha lanciato pietre e scarpe contro gli agenti e i soldati che presidiavano la Zona Verde, l'area fortificata dove si trovano l'ambasciata Usa e il Parlamento.
Ma le manifestazioni si sono svolte in molte altre citta' del paese per chiedere migliori servizi pubblici, meno corruzione e riforme politiche.

Libia: Nato, ci prepariamo ad ogni eventualita'

Bruxelles, 25 feb. - (Adnkronos) - La Nato si prepara "ad ogni eventualita'" in Libia. E' quanto ha detto il segretario generale dell'Alleanza Atlantica, Anders Fogh Rasmussen, al termine di una riunione del Consiglio nordatlantico nel quartier generale di Bruxelles. In una nota si legge che nell'incontro di questo pomeriggio e' stata discussa "la grave situazione in Libia, che riguarda la sicurezza di migliaia di cittadini, inclusi di Paesi della Nato". "Il Consiglio nordatlantico - ha affermato il numero uno dell'Alleanza - continuera' a monitorare la situazione in stretto coordinamento con le altre organizzazioni internazionali e continuera' a consultarsi per essere pronto per ogni eventualita'".

Nuovo record per benzina e diesel La crisi in Nord Africa spinge i prezzi

Il costo del petrolio non si ferma: in arrivo la stanagata alla pompa Obama: presto la stabilizzazione Schizzano anche i biglietti aerei.

ROMA
La crisi nel Nord Africa e in particolare la situazione in Libia si fa sentire sui prezzi dei carburanti: le quotazioni del petrolio continuano ad essere in rialzo. Il Brent ad esempio ha superato i 110 dollari al barile e le ultime due chiusure delle sessioni del Platt’s hanno fatto registrare ancora aumenti nell’ordine di 0,010 euro/litro per la benzina e di 0,020 per il gasolio, in parte già assorbite sul prezzo finale.
Inevitabili le ricadute sul prezzo finale della benzina: con l’intensificarsi dei disordini in Libia, il prezzo internazionale del petrolio salirà e considerato anche l’apprezzamento dell’Euro nei confronti del dollaro, la Figisc Confcommercio stima che nei prossimi giorni ci saranno ulteriori rincari tra 1,5 centesimi di euro al litro per il gasolio e di 2 centesimi per la benzina. La Figisc ricorda che sul mercato interno, i prezzi alla pompa della benzina hanno fatto registrare un aumento di +0,021 euro/ litro con Iva per la benzina e di +0,026 euro/litro per il gasolio. «Nel panorama europeo dei prezzi, l’Italia - in una classifica decrescente dal prezzo più caro a quello meno caro - è posizionata al nono posto per il prezzo della benzina ed al sesto posto per il prezzo del gasolio».

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http://www3.lastampa.it/economia/sezioni/articolo/lstp/390624/

Tunisia: in migliaia chiedono dimissioni governo

Tunisia: in migliaia chiedono dimissioni governo
TUNISI - Decine di migliaia di persone sono scese in piazza a Tunisi chiedendo le dimissioni del governo di transizione guidato da Mohammed Gannouchi. Secondo l’Irib, i dimostranti stanno affollando il centro della capitale, in particolare la piazza davanti al palazzo del governo. La manifestazionee' la più grande dopo le dimissione di Ben Ali, annunciate il 14 gennaio scorso. La prima seduta del gabinetto del governo di transizione si è tenuta giovedi' scorso tra le polemiche dovute alla presenza di alcuni politici legati al regime precedente. Tra le approvazioni della riunione si possono citare il proscioglimento del partito di Ben Ali, la riforma della legge costituzionale e la liberazione di tutti i prigionieri politici.

LIBIA: AMBASCIATA USA A TRIPOLI SOSPENDE TUTTE ATTIVITA'

(AGI) Washington - L'ambasciata Usa a Tripoli ha sospeso tutte le attivita' e lo staff e familiari rimasti sono stati evacuati. Lo riferisce il sito web della Cbsm secondo cui l'amministrazione ja chiesto a tutti gli americani ancora in Libia di contattare con urgenza il dipartimento di Stato .

Silvio: per gli Usa un leader che è una disgrazia e un motivo di imbarazzo

Domanda da cento milioni: sapreste indovinare a quale Presidente del Consiglio si riferiscono gli americani?

Ormai parlare dei giornali stranieri che ci deridono per le imprese di Berlusconista diventando come gli esercizi di grammatica delle scuole medie: doloroso ma necessario. Stavolta è ilProgress Report che cerca di spiegare al suo pubblico cosa capita inItalia. Lo deve spiegare perché nel resto del mondo la gente comune resta attonita quando sente raccontare le storielle del Bunga Bunga. Siccome uno non riesce a capacitarsi, glielo spiegano per bene, con tutti i link del caso.

ANNIVERSARIO – Altro fatto (come se non bastassero tutti gli altri) che inorridisce assai il popolo statunitense, innamorato da sempre della propria patria a stelle e strisce, è che tutto ciò avvenga nel 150esimo anniversario della nascita del nostro paese. Per non dire dell’atteggiamento ambiguo nei confronti di Gheddafi all’inizio della rivolta libica, ambiguità che è stata corretta solo ora che Gheddafi ha deciso che odia l’Italia. Ci ha preceduto lui, insomma, mentre noi stavamo tentennando in attesa di decidere quale posizione prendere di fronte a un dittatore che massacra la folla. Queste cose vengono notate nel resto del mondo, anche senza bisogno dei cable di Wikileaks.

PAESE INFLUENTE – “In tempi di globale debolezza economica, di sfide economiche inEuropa, di rivoluzioni in Nord Africa, mentre la Nato è impegnata di Afghanistan, è il momento sbagliato per un paese importante come l’Italia di avere un leader che è diventato una disgrazia nazionale e un motivo di imbarazzo globale”. Come dar torto a chi fa tale osservazione? Poi, al culmine della desolazione, inaspettata giunge questa frase: “l’Italia è un paese molto influente e importante negli affari mondiali. Ha la settima economia del mondo e il nono budget mondiale investito nella difesa. È uno dei paesi fondatori della Comunità Europea ed è stato membro del G-8 e del G-20.” Non sembra nemmeno che si parli di noi, talmente abbiamo perso la stima di noi stessi. Però noi siamo riusciti a fare anche queste cose, ma ce lo siamo dimenticato, tra un bunga bunga, una tenda di Gheddafi in centro a Roma e un lettone di Putin. Davvero devono essere gli americani a ricordarci chi siamo?

Libia: Gheddafi, uccideremo chi protesta

(ANSA) - BEIRUT - 'I depositi di armi sono aperti per armare il popolo e assieme combatteremo, sconfiggeremo e uccideremo chi protesta': cosi' Gheddafi alla folla a piazza Verde a Tripoli, trasmesso in diretta tv. 'Preparatevi a difendere la Libia. Vinceremo come contro il colonialismo italiano. Lotteremo e riconquisteremo ogni pezzo di territorio libico. 'Chi non mi ama -prosegue- non merita la vita, sara' un inferno'. Intanto le brigate della sicurezza sparano sui civili in diverse zone,riferisce Al Jazira.

Dall'Egitto alla Tunisia, gli altri fronti caldi

Il Cairo, 25 feb. (Adnkronos/Ign) - Continuano le rivolte in Nordafrica e in Medio Oriente. Il fronte più caldo resta la Libia, ma anche in Tunisia e in Egitto, nonostante la caduta dei regimi, la gente torna a manifestare. E in Yemen oggi in mille sono scesi in piazza contro Saleh.

Egitto. Nuova manifestazione, oggi in piazza Tahrir, simbolo della rivolta popolare che l'11 febbraio ha portato alle dimissioni di Hosni Mubarak. I dimostranti chiedono le dimissioni del primo ministro Ahmed Shafiq e un processo rapido per l'ex rais. Secondo quanto riferisce il servizio in lingua araba della Bbc, il migliaio di manifestanti riuniti oggi ha chiesto che il premier ad interim abbandoni il suo incarico e così il suo governo, accusato di essere eccessivamente caratterizzato da uomini della vecchia guardia. La piazza chiede inoltre il rilascio di tutti i detenuti politici.

Tunisia - Alcune decine di migliaia i manifestanti si sono riuniti nel centro di Tunisi per chiedere le dimissioni del governo provvisorio, insediatosi dopo la cacciata dell'ex presidente Zine el-Abidine Ben Ali. Ci si aspetta che, con la conclusione della preghiera islamica del venerdì, la protesta raggiunga dimensioni maggiori. Il governo transitorio tunisino ha annunciato da parte sua che le elezioni nel paese nordafricano si terranno "entro metà luglio". Lo ha riferito l'agenzia d'informazione nazionale 'Tap', non precisando se le elezioni saranno presidenziali o legislative.

Yemen - Migliaia di manifestanti, in gran parte studenti, sono scesi in piazza vicino all'Università di Sanaa, nello Yemen, per protestare contro il governo. Anche i fedeli al presidente Saleh, in carica dal 1978, hanno annunciato una contromanifestazione a sostegno del governo nella capitale yemenita dopo la preghiera del venerdì. ''Manifesteremo in sostegno dell'iniziativa del presidente Saleh e per mostrare alla comunità internazionale che noi siamo con Saleh e che l'opposizione non ha il controllo delle piazze'', ha dichiarato il portavoce del ministero degli Interni, Mohammed Maueri. Gli oppositori, invece, chiedono le dimissioni del governo. ''Questa protesta e tutte quelle che seguiranno sono per la caduta del regime'', ha detto Noman Saleem, manifestante anti-governo. "Non smetteremo fino a quando non cadrà. Non importa se succederà oggi e domani, siamo pazienti e aspetteremo'', ha aggiunto.

Battaglia a Tripoli: decine i morti Gheddafi in piazza parla alla folla: "Il popolo mi ama, vinceremo"

(Xinhua)
Tripoli, 25 feb. (Adnkronos/Aki/Ign) - A Tripoli si combatte ormai la battaglia finale fra i ribelli e quello che rimane del regime di Gheddafi.

Il colonnello è apparso oggi nella Piazza Verde, e ha parlato ai suoi sostenitori riuniti. "Sono in mezzo al popolo di Tripoli, chi non mi vuole non merita di vivere", ha detto Gheddafi parlando da un muro di cinta ai lati della piazza.

"Voi siete il popolo, preparatevi a difendere il paese. La battaglia del jihad ci ha permesso di sconfiggere la colonizzazione italiana e il popolo armato puo' sconfiggere ogni attacco". "Lotteremo e vinceremo contro ogni complotto. Proteggete la Libia e i suoi giacimenti di petrolio - ha affermato alzando i pugni in cielo per incoraggiare la folla - lotteremo e vinceremo. Sconfiggeremo i rivoltosi come abbiamo sconfitto gli italiani durante la colonizzazione". "Lotteremo per riconquistare ogni angolo della Libia - ha poi aggiunto Gheddafi -. I depositi di armi sono aperti per armare il popolo, e insieme combatteremo, sconfiggeremo e uccideremo chi protesta". "Su il morale - ha concluso - guardate sono tra voi, ballate e siate felici".

Nel frattempo però prosegue la marcia dei ribelli: i manifestanti dopo aver preso l'aeroporto della capitale, sono entrati a Tripoli e, secondo quanto riferisce la tv satellitare 'al-Arabiya', controllerebbero alcuni quartieri della città.
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L'aeroporto internazionale di Maatiqa, a Tripoli, e' caduto nelle mani dei manifestanti. Secondo la tv araba 'al-Jazeera' i militari che sono presenti al suo interno hanno aderito alla rivolta contro Muammar Gheddafi. Le forze di sicurezza fedeli a Gheddafi hanno sparato sui manifestanti in diverse zone di Tripoli. Secondo la tv 'al-Arabiya', gli scontri più violenti sono nel quartiere di Zanjur, ma anche nella zona di Suq al-Jumua la polizia avrebbe fatto fuoco contro i dimostranti. Il bilancio, secondo quanto riferito da al-Jazeera, sarebbe di decine di morti.

Berlusconi: nessuno può fare meglio di me. Sinistra conquistata dal bunga-bunga

Roma, 25 feb. (Adnkronos) - "Credo che nessuno possa governare meglio di me". Così il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi nel corso della conferenza stampa a palazzo Chigi per la presentazione della fondazione Franco Zeffirelli.

Quando "sono andato oggi in Parlamento (per il voto alla Camera sul decreto milleproroghe, ndr) - ha scherzato il premier - ho visto che anche la sinistra vuole venire al bunga bunga, è vuole andare a divertirsi e a ballare, visto che li sentivo tutti dire 'bunga bunga'. Anche la sinistra è stata conquistata da questo mio modo di vivere".

Il premier scherza poi con un giornalista di SkyTg24 che voleva consegnargli un invito ufficiale dell'emittente ad un confronto politico. "Io sono un dittatore, no?, come dicono... Bene - ha detto Berlusconi citando il Caudillo - quando Franco riceveva cose così diceva: grazie e poi 'al fuego'", cioè al fuoco. Successivamente, chiarendosi con il giornalista, il premier ha dato una risposta interlocutoria, con un "vediamo" alla possibilità di realizzare la trasmissione.

Poi rispondendo a una domanda del cronista dell''Unità' riferita al governo di centrodestra della regione Lazio e della Capitale, Berlusconi ha replicato: "La platea ha capito perché votano sempre me e non voi...".
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Sangue libico, armi italiane

di Valter Vecellio
Sangue libico, armi italiane

Il presidente del Consiglio Berlusconi, finalmente si dice “preoccupato” per quello che accade in Libia. Era ora. Inizialmente non voleva “disturbare” il dittatore libico; poi gli ha telefonato, e quest’ultimo lo ha rassicurato: “Va tutto bene”; infine, dopo la montagna di cadaveri che la spietata e disperata repressione da parte di Gheddafi e dei suoi killer ha provocato, ha finalmente manifestato la sua preoccupazione; le telecamere delle TV lo hanno immortalato mentre rideva, e quel sorriso strideva con le espressioni di preoccupazione; e poi abbiamo potuto ascoltare l’auspicio che cessino “le violenze ingiustificate”. Il ministro degli Esteri Franco Frattini, che solo un paio di settimane fa, mentre si dissolveva il regime di Ben Alì, indicava il modello gheddafiano come quello che avrebbero dovuto seguire gli altri regimi arabi, ha fornito un’informativa alla Camera e al Senato patetica, e limitiamoci a questo. Il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi sostiene che è necessario, opportuno “riannodare il dialogo”; e fermiamoci qui, anche per le stupidaggini c’è un limite.
Un Gheddafi in evidente stato di alterazione, in preda a uno sconcertante delirio di onnipotenza, dopo aver esaltato la strage di piazza Tienanmen, promette che i manifestanti, drogati e mercenari, saranno perseguitati casa per casa; e accusa Stati Uniti, Israele e Italia di armare i ribelli.
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Il blog al tempo dei social media

Se ne parla ormai da un po' di tempo del fatto chel'uso dei blog starebbe perdendo interesse tra i navigatori della rete, veicolando i propri pensieri, contributi, messaggi sul web attraverso i social media. Il microblogging, twitter per intenderci, ossia il concetto di mandare un messaggio in 140 caratteri, supera il concetto stesso del blog. Almeno così sembra e in questo articolo pubblicato sul sito e sulla versione cartacea del New York Times si mette in evidenza come i giovani desiderano raggiungere il proprio pubblico attraverso i social media, perché sicuri che il loro messaggio, contenete video, foto, sia sicuramente visto.

La Internet e American Life Project del Pew Research Center ha registrato che dal 2006 al 2009, il blogging tra i ragazzi di età compresa tra i 12 e i 17 anni si è dimezzato, ora il 14 per cento dei bambini di quelle età che usano Internet hanno un blog. Nella fascia di età compresa tra i 18 e i 33 anni il blogging è sceso di due punti percentuali nel 2010 rispetto ai due anni precedenti.

Molti di quelli che si definiscono ex-blogger, dicono che hanno abbandonato il bloggin perché stufi di passare il tempo a scrivere lunghi post che poi nessuno avrebbe letto; altri invece dicono che non aveva più senso continuare perchè è più semplice mantanere rapporti coi propri contatti attraverso i social network. Ma non si corre il rischio di parlare di due cose differenti? O meglio, sarebbe anche interessante sapere, da questi ex-blogger, quale fosse il motivo per cui hanno aperto un blog, quale obiettivo si proponevano. Il problema di veicolare i propri messaggi esiste, ma va affrontato in maniera diversa. Non credo che Arianna Huffington nel creare il suo blog, The Huffington Post, non si sia posta il problema di come raggiungere il più vasto pubblico per comunicare le sue notizie. E vedi com'è finita. The Huffington Post è stato venduto ad AOL per 315 milioni di dollari, essendo diventato un vero e proprio sito di news online, con milioni di visitatori al giorno. Certo, chi vuole aprire un blog lo fa per svariati motivi, anche solo per il paicere di scrivere e non per la necessità di essere letti da milioni di persone. Va considerato anche questo.

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http://www.agoravox.it/Il-blog-al-tempo-dei-social-media.html

La regione più povera d’Italia fa guadagnare miliardi di euro all’ENI

Infatti, andando sul sito governativo, dello Sviluppo Economico, si troveranno i dati di produzione degli idrocarburi in Kg, mentre sappiamo benissimo che il costo del petrolio sulle borse mondiali lo si calcola al barile, e vi assicuro non è così semplice convertire i barili di greggio in kg, questo perché il petrolio è venduto in almeno una dozzina di qualità.

Infatti esiste sul greggio, un “differenziale di qualità”, si va dal ultra light&sweet (ultra leggero e dolce) alheavy&sour (pesante e acido) (sour e sweetdipendono dalla % di zolfo – light e heavy dai gradi API). Ci sono petroli heavy&sweet (pesanti ma dolci) e petroli light&sour (leggeri ma acidi).

Tenete presente che per gradi API > 40 i petroli sono light, inferiore a 25 sono heavy, in mezzo sonomedium (i gradi API, la cui scala va da 1 a 100, sono inversamente proporzionali alla densità).

E’ ovvio che i petroli light (cioè costituiti da miscele di idrocarburi leggeri) hanno una più alta resa in benzina + frazioni leggere e bassa in oli pesanti e bitumi, viceversa gli heavy.

Ad una scala API da 1 a 100, corrisponde un range di densità da 1,07 (heavy) a 0,61 (light) (numeri arrotondati). Per cui 1000 litri di petrolio pesano da 1,07 a 0,61 tonnellate.

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http://www.agoravox.it/La-regione-piu-povera-d-Italia-fa.html

ITALIA - Internet. Sequestro preventivo scritti presunti diffamatori: Cassazione avalla

In via preventiva puo' essere sequestrato un articolo pubblicato su Internet. Cosi' si e' espressa la Cassazione con sentenza n.7155 della sesta sezione penale depositata il 24 febbraio 2011, confermando una misura cautelare del tribunale del riesame di Milano nei confronti di un articolo comparso sul sito Internet www.societacivile.it/blog nel quale l'europarlamentare Licia Ronzulli (Pdl) aveva riscontrato affermazioni diffamatorie.
Il sequestro preventivo, quando interessa un supporto destinato a comunicare fatti di cronaca o espressioni di critica non va a comprimere solo un diritto di proprieta' ma anche un diritto di liberta'. Quindi l'autorita' giudiziaria deve procedere con una cautela particolare e con una considerazione delle controindicazioni alle misure tanto ampi quanto "l'area della tolleranza costituzionalmente imposta per la liberta' di parola". Nel caso esaminato, la Cassazione si appoggia al giudizio dei giudici di merito che avevano sottolineato come, comunque, dalla permanenza in rete dell'articolo e delle frasi imputate, si sarebbe verificato l'aggravamento delle conseguenze del reato..
Lo scenario che apre questa sentenza e' quantomeno anomalo. All'inizio del nostro sistema repubblicano e democratico, uno dei primi passi fu l'abrogazione del sequestro preventivo nel 1946... ed oggi la Cassazione reintroduce questo sistema. Finora, in base all'art.21 della Costituzione, il sequestro preventivo degli stampati (cioe' dell'intera tiratura) e' applicato solo nei casi di stampa oscena, apologia di fascismo e plagio, espressamente previsti dalla legge. Mai nel caso di diffamazione a mezzo stampa.

LIBIA: UE, ACCORDO EMBARGO ARMI E CONGELAMENTO BENI

(AGI) Bruxelles - I membri dell'Ue hanno raggiunto un accordo di massima per adottare l'embargo alla vendita di armi alla Libia, il congelamento dei conti e dei beni degli uomini del regime e' un divieto di viaggio nei confini dei Ventisette. E' quanto riferisce una fonte diplomatica. Le sanzioni contro il regime Muammar Gheddafi includeranno anche il divieto di vendere materiale antisommossa per la polizia. L'accordo di massima raggiunto deve ora essere definito nei particolari in una bozza dagli sherpa. .

La Russa diserta il vertice della Nato "Mi spiace, ma c'è il voto di fiducia"

Il ministro: "Era riunione informale, avevo già deciso di non partecipare per la concomitanza col milleproroghe. Poi, ahimé, è diventata importante"

di MARCO BRACCONI

ROMA - Una guerra civile a un passo dai nostri confini, e un vertice Nato urgente che discute di come affrontare una emergenza di dimensioni e conseguenze ancora indecifrabili. Ma il nostro ministro della Difesa non c'è. Ignazio La Russa fa spallucce e spiega: "Avrei dovuto essere a Budapest, dove, in maniera imprevista si è recato Rasmussen, ad una riunione informale. Avevo in origine deciso non partecipare per la concomitanza con il voto di fiducia. Solo che una riunione di scarso rilievo è diventata poi importante. Ho chiesto che partecipasse per mio conto l'ambasciatore italiano, che mi riferirà".
Dunque il ministro della Difesa prima aveva deciso di "non partecipare", poi - quando la riunione è diventata importante - non si è comunque imbarcato sul primo aereo di Stato, magari chiedendo ai colleghi Nato di rinviare di un paio d'ore, ma è rimasto in aula a votare per l'esecutivo.
L'episodio rivela quanto i famosi "numeri" di cui parla Berlusconi siano fragili e appesi ad incognite imprevedibili. L'assenza di La Russa in aula sul milleproroghe non sarebbe stata decisiva. Il provvedimento sarebbe passato lo stesso. Ma la "mobilitazione permanente" che la risicata maggioranza impone a Pdl e Lega in Parlamento comporta non solo il ricorso continuo alla fiducia, ma anche il condizionamento dell'attività non solo dei deputati, ma anche dei sottosegretari e dei ministri.
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La crisi non tocca casa Berlusconi 118 milioni di dividendi per il premier

Conti d'oro malgrado la recessione per le aziende di famiglia del presidente del consiglio. Dai conti chiusi il 30 settembre Marina ha incassato cedole per 12 milioni di euro e Piersilvio per 5 milioni. Nelle casse delle 4 holding personali del capofamiglia circa 544 milioni di liquidi

di ETTORE LIVINI
MILANO - La crisi non abita ad Arcore. Mentre l'Italia fatica a ripartire, le casseforti di casa Berlusconi - otto società familiari cui fa capo il 100% di Fininvest - archiviano l'ennesimo bilancio d'oro e girano un altro super-assegno alla dinastia del Cavaliere. Il Presidente del Consiglio si è messo in tasca in questi giorni 118 milioni di dividendi in contanti, Marina ha incassato dalla sua Holding quarta 12 milioni, Piersilvio - titolare della Holding quinta - si è accontentato di 5 milioni, mentre la Holding quattordicesima ha regalato a Barbara, Eleonora e Luigi - i figli di Veronica Lario - un assegno di 10 milioni a testa.
Le cedole, tutte relative ai bilanci chiusi il 30 settembre 2010 appena depositati, sono solo la punta dell'iceberg della montagna d'oro accumulata negli anni - malgrado l'oneroso impegno in politica - dal premier. Le quattro società personali del capofamiglia (Holding prima, seconda, terza e ottava) hanno in cassa 544 milioni in contanti tra riserve disponibili e liquidità che possono in ogni momento essere girate al socio di controllo.
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La prescrizione breve per salvare il premier dalla sentenza sul caso Mills

Quel caso spaventa più di Ruby. E allora potrebbe arrivare in extremis una leggina…Non solo Ruby, anzi. In casa Berlusconi il processo per prostituzione minorile e concussione che andrà ad aprirsi il 6 aprile a Milano è in questo momento l’ultimo dei problemi. Un po’ perché – come si sussurra nelle segrete stanze – a Napoli il pubblico ministero John Woodcock sarebbe pronto, a quanto pare, ad aprire un’altra inchiesta su un filone più pecoreccio di quello portato avanti dalla procura di Milano. Magari con protagonista quella Sara Tommasi che a tutti finora è sembrata una testimonial, più che una testimone. Ma soprattutto, sarebbe in procinto di arrivare, con un blitz parlamentare dell’ultim’ora, una leggina per salvare il premierda un caso che scotta molto di più di quello di Ruby: il processo Mills, che nel frattempo sta per arrivare a sentenza. Il retroscena lo racconta Ugo Magri sulla Stampa:

L’idea più gettonata tra i «consigliori » consiste nella prescrizione abbreviata di un quarto per tutti coloro che siano incensurati (e Berlusconi, guarda caso, lo è). Sarebbe un doppio colpo di spugna, su Mills e sul processo Mediatrade. In Parlamento scoppierebbe la guerra atomica, pure col Colle si arriverebbe alla stretta definitiva, «ma tant’è »,dicono aPalazzoGrazioli. Ecco dunque Napolitano che viene messo preventivamente sotto pressione. Con molto garbo (ma altrettanta fermezza) lo chiamano in causa Cicchitto e Quagliariello come quei calciatori che corrono dall’arbitro perché estragga il cartellino giallo contro un avversario, in questo caso contro Fini che getta benzina sul fuoco delle polemiche. Se non interviene, è il sottinteso, vuol dire che Napolitano fischia a senso unico, e non si lamenti poi se la partita gli sfugge di mano… L’altro avvertimento di queste ore è diretto ai media. La fine del divieto di acquistare nuovi giornali per chi ha le tivù (nuova versione del «Milleproroghe ») viene letta dal centrista Rao come una minaccia del premier. Suona più o meno così: «Dal 31 marzo possiamo fare shopping nella carta stampata, attenti voi che nelle redazioni scriverete deimiei processi…».

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http://www.giornalettismo.com/archives/115347/la-prescrizione-breve-per-salvare-berlusconi-dalla-sentenza-mills/

“Silvio, troppo sesso fa male”: spot animalista percula il caso Ruby

La PETA, (People for the ethical treatment of animals), una delle più importanti associazioni animaliste del mondo, ha lanciato una nuova campagna spot dalla suasede tedesca. “Fare troppo sesso fa male, castra i tuoi animali, ce ne sono già troppi senza una casa”: a campeggiare, come esempio dei danni del sesso, il nostro premier, Silvio Berlusconi - in tre lingue diverse!