ROMA - Mancano pochi giorni alla sentenza che metterà la parola fine - salvo casi eccezionali - alla vicenda giudiziaria di Marcello Dell'Utri, dopo le condanne in primo e secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Infatti la sentenza è prevista per il 9 marzo, davanti alla Quinta sezione penale della Corte di Cassazione.
E' dalla scorsa estate che sul fascicolo sta lavorando il giudice relatore, la dottoressa Maria Vessichelli, dopo che nel marzo scorso venne assegnato alla Quinta sezione penale. Il collegio sarà presieduto dal Presidente Aldo Grasso, salito alla ribalta delle cronache perchè negli anni '80 subì una ispezione ministeriale a causa della sua attività investigativa troppo timida nei confronti dei Cavalieri di Catania, una loggia massonica "segreta" considerata legata alla mafia. Ma anche negli anni '90, quando venne coinvolto marginalmente (solo per una serie di telefonate penalmente irrilevanti) nelle indagini relative al Giudice Corrado Carnevale, presidente della Prima Sezione della Corte di Cassazione e soprannominato "l'ammazzasentenze", perchè ha annullato decine di sentenze contro i mafiosi per vizi di forma.
Un giudice che non ha mai fatto mistero di condividere nei punti essenziali il programma sulla giustizia del Pdl (separazione delle carriere ed abolizione dell'obbligo dell'azione penale).
E toccherà a Grassi decidere cosa fare: se accogliere il ricorso della Procura e rinviare il processo in appello per far aumentare la pena, che in secondo grado è stata limitata ai fatti antecedenti il 1992; se accogliere il ricorso degli avvocati di Dell'Utri ed annullare la sentenza; o se rigettare entrambi i ricorsi e confermare la condanna a 7 anni di reclusione per il senatore del Pdl
E' dalla scorsa estate che sul fascicolo sta lavorando il giudice relatore, la dottoressa Maria Vessichelli, dopo che nel marzo scorso venne assegnato alla Quinta sezione penale. Il collegio sarà presieduto dal Presidente Aldo Grasso, salito alla ribalta delle cronache perchè negli anni '80 subì una ispezione ministeriale a causa della sua attività investigativa troppo timida nei confronti dei Cavalieri di Catania, una loggia massonica "segreta" considerata legata alla mafia. Ma anche negli anni '90, quando venne coinvolto marginalmente (solo per una serie di telefonate penalmente irrilevanti) nelle indagini relative al Giudice Corrado Carnevale, presidente della Prima Sezione della Corte di Cassazione e soprannominato "l'ammazzasentenze", perchè ha annullato decine di sentenze contro i mafiosi per vizi di forma.
Un giudice che non ha mai fatto mistero di condividere nei punti essenziali il programma sulla giustizia del Pdl (separazione delle carriere ed abolizione dell'obbligo dell'azione penale).
E toccherà a Grassi decidere cosa fare: se accogliere il ricorso della Procura e rinviare il processo in appello per far aumentare la pena, che in secondo grado è stata limitata ai fatti antecedenti il 1992; se accogliere il ricorso degli avvocati di Dell'Utri ed annullare la sentenza; o se rigettare entrambi i ricorsi e confermare la condanna a 7 anni di reclusione per il senatore del Pdl