venerdì 24 febbraio 2012

Cassazione: su Dell'Utri deciderà un amico di Carnevale il 9 marzo

Cassazione: su Dell'Utri deciderà un amico di Carnevale il 9 marzo
ROMA - Mancano pochi giorni alla sentenza che metterà la parola fine - salvo casi eccezionali - alla vicenda giudiziaria di Marcello Dell'Utri, dopo le condanne in primo e secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Infatti la sentenza è prevista per il 9 marzo, davanti alla Quinta sezione penale della Corte di Cassazione.
E' dalla scorsa estate che sul fascicolo sta lavorando il giudice relatore, la dottoressa Maria Vessichelli, dopo che nel marzo scorso venne assegnato alla Quinta sezione penale. Il collegio sarà presieduto dal Presidente Aldo Grasso, salito alla ribalta delle cronache perchè negli anni '80 subì una ispezione ministeriale a causa della sua attività investigativa troppo timida nei confronti dei Cavalieri di Catania, una loggia massonica "segreta" considerata legata alla mafia. Ma anche negli anni '90, quando venne coinvolto marginalmente (solo per una serie di telefonate penalmente irrilevanti) nelle indagini relative al Giudice Corrado Carnevale, presidente della Prima Sezione della Corte di Cassazione e soprannominato "l'ammazzasentenze", perchè ha annullato decine di sentenze contro i mafiosi per vizi di forma.
Un giudice che non ha mai fatto mistero di condividere nei punti essenziali il programma sulla giustizia del Pdl (separazione delle carriere ed abolizione dell'obbligo dell'azione penale).
E toccherà a Grassi decidere cosa fare: se accogliere il ricorso della Procura e rinviare il processo in appello per far aumentare la pena, che in secondo grado è stata limitata ai fatti antecedenti il 1992; se accogliere il ricorso degli avvocati di Dell'Utri ed annullare la sentenza; o se rigettare entrambi i ricorsi e confermare la condanna a 7 anni di reclusione per il senatore del Pdl

Artrite fiscale

Uova da spruzzare

Comunicato di Primo Mastrantoni
24 febbraio 2012 12:22
Non credevamo ai nostri occhi. Nel consueto giro settimanale di controllo dei supermercati abbiamo trovato le uova in bombolette. 6 uova intere sbattute, contenute nelle classiche confezioni spray, pastorizzate, addizionate di anidride carbonica e del conservante sorbato di potassio. Eravamo rimasti alle uova in polvere (si vede che passa il tempo) ma questa delle uova da spruzzare non ce l'aspettavamo. Che dire? Che la praticita' d'uso e' la caratteristica di questo prodotto: basta spruzzare sulla padella le uova-spray e si ottiene una frittata. Elementi da considerare? Il prezzo, di 3,5 euro a fronte di 1,25 euro delle tradizionali confezioni da 6 uova; il sorbato di potassio che puo' indurre reazioni di ipersensibilita' e la confezione (la bomboletta) che va riciclata (si spera).

Imu alla Chiesa, il governo accelera

Imu alla Chiesa, il governo accelera sarà un emendamento a dl liberalizzazioniMario Monti (lapresse)


Al via la riunione a palazzo Chigi. La norma dovrebbe sciogliere il nodo della procedura di infrazione dell'unione europea contro l'italia per il trattamento fiscale di favore sulle proprietà ecclesiastiche
ROMA - Gli emendamenti sulla nuova 'golden share' italiana e sull'imu per gli immobili della chiesa destinati ad attività commerciali, secondo quanto si apprende, sono sul tavolo del consiglio dei ministri 1 in corso a palazzo Chigi. L'iter delle norme sull'Imu per gli immobili della Chiesa sarà brevissimo: potrebbe diventare legge entro pochi giorni, infatti, a conclusione dell'iter parlamentare del decreto sulle liberalizzazioni. Il consiglio dei ministri ha infatti approvato oggi un emendamento al decreto attualmente all'esame del senato che dovrebbe sciogliere il nodo della procedura di infrazione dell'unione europea contro l'italia per il trattamento fiscale di favore sulle proprietà ecclesiastiche.

L'emendamento prevede che siano sottoposti a tassazione tutti gli immobili all'interno dei quali si svolgano attività commerciali, capovolgendo il meccanismo di esenzione in vigore finora. Sarebbero però escluse dall'imu le attività no profit. Il beneficio quindi non dovrebbe riguardare la sola presenza di una Chiesa all'interno di una clinica o di una struttura di accoglienza.
Continua ...
http://www.repubblica.it/politica/2012/02/24/news/consiglio_semplificazione-30447641/

Liberalizzazioni: relatori, per edicole torna obbligo vendita allegati

Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Le edicole saranno obbligate a vendere gli allegati, forniti dagli editori. Lo prevede un emendamento al decreto legge liberalizzazioni, presentato dai relatori, Simona Vicari (Pdl) e Filippo Bubbico (Pd), in commissione Industria al Senato. La norma contenuta nel provvedimento varato dal governo consente agli edicolanti di rifiutare le forniture di prodotti complementari forniti dagli editori e dai distributori mentre, nella nuova versione messa a punto dai relatori, viene cancellata questa possibilita'.

Tv: Don Mazzi, Celentano ha ragione, Chiesa deve tornare a parole Cristo

Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Su alcune cose Celentano ha ragione: la Chiesta deve tornare alle paroole di Cristo. E' questo in sintesi il pensiero di Don Mazzi sul discorso fatto dal cantante a Sanremo. "Celentano - dice ospite di Verissimo che andra' in onda domani alle 15,30 su Canale 5 - o lo si prende cosi' com'e' o fa inevitabilmente litigare, perche' e' straordinario, lui ti mette all'angolo e poi vince la partita. Ma se invece cogli di Celentano i suoi messaggi che sono trasversali, anche se non sempre corretti (per esempio io scrivo per Famiglia Cristiana da 15 anni e mai come in questo momento scrivono sul giornale personaggi di grande levatura, come Ravasi, Tettamanzi e il monaco di Bose) allora ha ragione. Perche' la Chiesa ha un grosso difetto: e' troppo ricca. La Chiesa deve tornare povera, deve tornare alle parole del Vangelo e a quelle di Cristo".

Rogo Corano, le proteste dilagano In Afghanistan almeno 12 i morti

(Xinhua)  
Kabul, 24 feb. - (Adnkronos/Aki) - Nuova giornata, la quarta consecutiva, di violente proteste in Afghanistan dopo la notizia di alcune copie del Corano bruciate in una base americana. Cortei si registrano in diverse città del Paese. Il bilancio delle vittime sale ad almeno 12 morti.

Secondo la Bbc, che cita fonti mediche, a Herat sono rimaste uccise almeno tre persone, dopo che una folla di manifestanti ha tentato di assaltare il consolato americano. Nei disordini sono stati dati alle fiamme alcuni mezzi della polizia e diversi agenti sono rimasti feriti. Altre quattro persone sono rimaste uccise nel distretto di Adraskan, sempre nella provincia occidentale di Herat, dove - stando alla Bbc - si è registrata anche un'altra vittima.


L'agenzia di stampa Dpa, invece, riferisce dell'uccisione di una persona e del ferimento di 11 a Pul-i-Khumri, nella provincia di Baghlan, dove un gruppo di dimostranti ha tentato di assaltare il Provincial Reconstruction Team (Prt) a guida ungherese. ''La polizia - ha spiegato Zamanuddin Husaini, numero due della polizia provinciale - ha sparato in aria nel tentativo di disperdere la folla''. Secondo Husaini, i manifestanti erano ''riusciti a oltrepassare il recinto di filo spinato e a rimuovere le barriere di protezione'' esterne della base.


Un'altra persona è invece rimasta uccisa a Kabul da colpi d'arma da fuoco esplosi durante una delle varie manifestazioni organizzate nella capitale.


Nella provincia di Herat sono dispiegati la maggior parte dei militari italiani in Afghanistan nell'ambito della missione della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf). Ma nelle basi italiane dislocate nell'Afghanistan occidentale la situazione è al momento ''tranquilla''. Intorno al quartier generale di Herat, riferiscono all'Adnkronos fonti del Comando regionale Ovest della missione multinazionale Isaf, non si registrano i disordini e le manifestazioni che, spiegano fonti locali, ''fanno registrare in città almeno due morti e circa venti feriti'', mentre ''altre manifestazioni sono in atto a Shindand''. ''Gli interventi di ordine pubblico a Herat e nelle altre città interessate dalle manifestazioni sono svolti dalle forze di sicurezza afghane e non dai militari della coalizione'', precisano le stesse fonti. Per adesso quindi, in prossimità delle basi di Herat, Shindand, Bala Murghab, Farah, Badghis e Chaghcharan, non si registrano disordini. Ma l'attenzione si mantiene ai massimi livelli.


Intanto la protesta comincia a dalagare anche oltre i confini afghani. Migliaia di manifestanti hanno sfilato a Peshawar, in Pakistan, scandendo slogan contro gli Stati Uniti. Un fantoccio raffigurante il presidente Usa Barack Obama è stato dato alle fiamme. In Malaysia, la protesta si è svolta di fronte all'ambasciata Usa nella capitale, Kuala Lumpur. Alcune centinaia di manifestanti sventolavano cartelli con le scritte 'Rispettate il Corano' e 'Morte agli Usa'. I manifestanti erano in gran parte militanti del Pan-Malaysia Islamic Party, che hanno anche consegnato una lettera di protesta a un rappresentante dell'ambasciata americana. Un corteo con slogan antiamericani si è svolto anche in Bangladesh, dove i manifestanti hanno sfilato nella capitale Dacca.


Il generale John Allen, comandante delle truppe Usa e della missione Isaf, lancia un appello alla calma. Come riferisce la Bbc, parlando a un gruppo di militari Usa in una base militare nell'est dell'Afghanistan, Allen ha esortato i soldati a mostrare agli afghani che "gli Stati Uniti sono capaci di cose migliori".

COME GLI ALTRI TI VEDONO NON E' IMPORTANTE....COME TI VEDI TU INVECE DA' SIGNIFICATO A OGNI COSA-