mercoledì 2 marzo 2011

Libia,Gates: no-fly zone richiede attacco

(ANSA) - WASHINGTON - Il ministro della Difesa Usa Robert Gates ha detto che la creazione di una 'no-fly zone' richiederebbe un attacco contro la Libia. 'Diciamo le cose come stanno. Una 'no-fly zone' inizia con un attacco contro la Libia per distruggere le sue difese aeree', ha detto il ministro Gates durante una audizione al Congresso. 'Solo dopo un attacco del genere sarebbe possibile far volare i nostri aeroplani sul Paese senza la preoccupazione che i nostri piloti possano essere abbattuti', ha aggiunto.

Inchiesta trans, otto verso il processo per ricatto a Marrazzo e morte Cafasso

Chiuse le indagini: 26 capi d'imputazione per 4 carabinieri, 3 pusher e Natalie. Resta aperto il caso della morte di Brenda.

ROMA - La procura di Roma ha chiuso le indagini sui casi del presunto ricatto nei confronti dell'ex presidente della Regione Lazio, Piero Marrazzo, dell'omicidio del pusher Gianguarino Cafasso e di altri episodi minori. In arrivo la richiesta di rinvio a giudizio per otto indagati: quattro carabinieri, tre pusher e la trans Josè Alexander Vidal Silva (detta Natalie), quest'ultima sorpresa con l'ex governatore del Lazio il 3 luglio 2009.
Ventisei capi d'imputazione. Il procuratore aggiunto di Roma Giancarlo Capaldo e il sostituto Rodolfo Sabelli hanno depositato gli atti e notificato gli avvisi di chiusura indagini, per 26 i capi di imputazione: associazione per delinquere, omicidio volontario aggravato (quello di Cafasso il 12 settembre 2009), concussione, violazione della legge sulla droga, perquisizioni illegali, rapina e favoreggiamento i reati indicati nelle sette pagine del capo di imputazione.
Per il caso Marrazzo su prospetta la richiesta di rinvio a giudizio dei carabinieri, già in servizio nella compagnia Trionfale, Nicola Testini, Luciano Simeone e Carlo Tagliente. Per il tentativo di commercializzazione del video realizzato in occasione del blitz avvenuto nell'abitazione di Natalì, il 3 luglio 2009, in via Gradoli, è accusato il carabiniere Antonio Tamburrino.
Testini è anche accusato formalmente per l'omicidio di Cafasso, pusher che riforniva le trans dei quartieri romani Cassia e Trionfale. Capaldo e Sabelli lo ritengono responsabile di avergli ceduto «un quantitativo di droga - si legge nel capo di imputazione - di identità non esattamente accertata, consistente in una miscela di eroina e cocaina tale che ne risultava accentuata la potenziale lesività» cagionando, al «fine di procurare a sè medesimo e ai suoi complici Luciano Simeone e Carlo Tagliente, l'impunità dei reati», la morte dello stesso Cafasso.
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“Quando lo Ior difendeva i ricchi da fisco e comunisti”

Un esposto del Codacons alla procura di Roma riapre una pagina di storia vaticana che il papa vorrebbe chiudere. Il sospetto è che la Santa Sede assumesse la proprietà fittizia di immobili solo per evitare le tasse

La storia è complicata e apparentemente marginale. Però è molto significativa, e non a caso è finita sulla scrivania di Nello Rossi, il procuratore aggiunto della Repubblica di Roma, che dallo scorso settembre indaga per violazione delle norme anti-riciclaggio sullo Ior, la banca vaticana, alla quale sono stati sequestrati 23 milioni di euro al centro di operazioni definite dagli investigatori “sospette”.
L’esposto presentato da Carlo Rienzi, presidente dell’associazione dei consumatori Codacons, prende le mosse da una microscopica causa per sfratto finita in Cassazione dopo otto anni di lite. L’inquilino sfrattato, ricostruendo i passaggi di proprietà della casa presa in affitto nel 1978, ha scoperto che una notevole massa di beni immobili, di proprietà della famiglia Sacchetti, hanno fatto avanti e indietro in modo quantomeno acrobatico tra il portafoglio dei ricchissimi e noti proprietari e quello dello Ior.
Tutto inizia nel 1973. La Tarquinia spa, società che conteneva una lunga lista di immobili della famiglia Sacchetti, decide di donare tutto il suo patrimonio allo Ior. La donazione è fatta dall’amministratore unico della società, Luigi Mennini, omonimo del Luigi Mennini che era braccio destro di monsignor Paul Marcinkus al vertice dello Ior e fu arrestato nel 1981 per il crac Sindona e nel 1987 per il crac Ambrosiano. Oggetto della donazione, tra l’altro, 800 ettari di terreni nel comune di Tarquinia (Vt) e svariati appartamenti nella Capitale.
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Scuola pubblica verso la protesta E dopo gli sms, le lettere aperte

Docenti, precari, studenti e genitori il 12 marzo in piazza a Roma e in tutta Italia per la scuola pubblica assieme ai movimenti in difesa della Costituzione. Intanto, dopo il minuto di silenzio nato via sms, ecco, da Nord a Sud, le missive indirizzate a Berlusconi da prof, presidi e giovani. E un invito da Napoli: "Presidente, venga a Scampia"

di PAOLO GALLORI
Mentre sul web l'iniziativa di Repubblica 1 a difesa della scuola pubblica ha superato le 60mila firme e si moltiplicano le iniziative, organizzate o del tutto spontanee, per esprimere il dissenso rispetto alla liquidazione della scuola pubblica da parte del premier Silvio Berlusconi, cresce il coordinamento per una protesta ormai pronta a tornare protagonista nelle piazze di tutta Italia. L'epicentro è individuato, nello spazio e nel tempo: Roma, 12 marzo.
E' infatti sancita la fusione tra l'indignazione dei protagonisti della scuola pubblica con la manifestazione già prevista in quella data a difesa della Costituzione e dei suoi valori. Il 12 marzo, dunque, dietro il tricolore, si troveranno "uniti nella differenza" esponenti di partito, insegnanti e studenti, società civile, mondo sindacale e associazioni. La manifestazione è stata presentata alla Camera da Beppe Giulietti per Articolo 21, Sandra Bonsanti per Libertà e Giustizia, Silvia Bartolini del Popolo Viola e Sofia Sabbatini della Rete degli Studenti.
Si spera, spiega Giulietti, di poter contare sul sostegno e la partecipazione di artisti che dal palco raccontino a modo loro perché difendere la Costituzione e con essa il valore e la dignità della scuola pubblica. Giulietti cita Ottavia Piccolo, Monica Guerritore, Neri Marcorè e Roberto Vecchioni, proprio uno dei primi firmatari dell'appello di Repubblica. Il sogno è avere anche Roberto Benigni e Roberto Saviano.
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FLI: DI PIETRO, SOTTOSCRIVIAMO COMMISSIONE SU COMPRAVENDITA PARLAMENTARI

(ASCA) - Roma, 2 mar - ''Condivido e sottoscrivo la proposta di istituzione di una commissione parlamentare d'inchiesta sulla compravendita di voti in Parlamento, in quanto certificherebbe documenti e testimonianze dell'avvenuta compravendita dei deputati. Caso che l'Italia dei valori ha gia' denunciato alla Procura della Repubblica''. Lo afferma il presidente dell'Italia dei valori, Antonio Di Pietro.
''Purtroppo - aggiunge Di Pietro - in Italia manca ancora il reato di corruzione parlamentare sicche', nonostante la gravita' dei fatti avvenuti, il giudice potrebbe avere le mani legate. Mentre una commissione parlamentare d'inchiesta sarebbe l'unico organo in grado di denunciare all'opinione pubblica la violazione delle regole democratiche a cui e' sottoposto il nostro Parlamento''.

LIBIA: NAVI DA GUERRA USA ENTRANO NEL MEDITERRANEO

(ASCA-AFP) - Il Cairo, 2 mar - Le due navi militari americane in rotta verso la Libia sono entrate nel Mar Mediterraneo. Lo ha comunicato l'Autorita' del Canale di Suez. Si tratta della nave d'assalto portaelicotteri USS Kearsarge e dell'unita' di rifornimento e trasporto USS Ponce.

“50mila euro per l’auto del capo dell’Ama, è uno scandalo”

Un contratto di noleggio per una Bmw per il capo dell’Ama voluto da Alemanno: la denuncia del Pd

“In Ama succede ormai di tutto. Mentre infuria lo scandalo ‘Parentopoli’, su cui indaga la magistratura con lo scopo di fare chiarezza sulle procedure adottate e sulle spese risultanti dalle nuove assunzioni, mentre si bloccano gli straordinari per gli spazzini con il pretesto del contenimento delle spese in considerazione di un bilancio al collasso, si comprano anche auto di lussoper il ‘supermega amministratore delegato’. Un contratto di noleggio per una nuova Bmw al costo di quasi 50 mila euro come auto di rappresentanza per l’ad di Ama Panzironi non e’ proprio quello che si puo’ immaginare come il costo di una macchina di servizio”. Lo dice in una nota il consigliere comunale del Pd, Dario Nanni.

“Invece di dimissionarlo il sindaco permette a questo suo illustre amico di essere scarrozzato perRoma con auto di lusso a spese dei contribuenti romani e delle casse comunali- conclude Nanni- Bella faccia tosta quella di Panzironi che contrariamente a quanto chiesto dal sindaco invece di usare l’utilitaria viaggia su una extralusso, forse per fare invidia proprio al primo cittadino che in dotazione ha una piu’ modesta Delta. E’ vergognoso che il sindaco invece di licenziarlo copra e mantenga ancora questo suo fedelissimo in un incarico cosi’ delicato”.

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http://www.giornalettismo.com/archives/116031/50mila-euro-per-lauto-del-capo-dellama-e-uno-scandalo/

Assange: “Un complotto ebraico contro WikiLeaks”

Ian Hislop, direttore della rivista satirica Private Eje, rivela il contenuto di una conversazione con l’ex hacker australiano. Scherzo o realtà?

“Complotto ebraico”. Spiegherebbe così il fondatore di Wikileaks i guai giudiziari di cui è stato vittima dopo la pubblicazione attraverso il suo sito di comunicazioni riservate dell’intelligence americana. A rivelarloè il direttore della rivista satirica Private Eye, IanHishop. Julian Assange avrebbe accusato di “cospirazione” diversi giornalisti ebrei.

COMPLOTTO – Nell’ultimo numero del suo giornale Hislop scrive di essere stato chiamato da Assange, il 16 febbraio, per lamentarsi di un articolo su Israel Shamir, un socio WikiLeaks in Russia che ha negato l’Olocausto e ha pubblicato una serie di articoli antisemiti. “Ha detto che io e Private Eje ci dovremmo vergognare per essere entrati a far parte della cospirazione internazionale per diffamare Wikileaks”, ha scritto Hislop. Che ha poi raccontato: “Con rabbia Assange mi ha detto che il pezzo era un evidente tentativo per privare lui e la sua organizzazione del sostegno e delle donazioni degli ebrei, e che lui conosceva benissimo chi l’aveva scritto”. Hislop ha sottolineato come Assange durante la conversazione avesse accusato ripetutamente Private Eye di essere “parte di una cospirazione guidata dal Guardian che avrebbe coinvolto il giornalista David Leigh, il direttore Alan Rusbridger e John Kampfner di Index on Censorship”. “Sono ebrei”, avrebbe ripetutp l’ex hacker australiano. “Ho sottolineato che Rusbridger in realtà non è di religione ebraica, ma Assange ha insistito sul fatto che lui fosse ‘una sorta di ebreo’, perché legato a David Leigh (sono fratellastri)”, ha fatto sapere il direttore.

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http://www.giornalettismo.com/archives/116025/assange-complotto-ebraico-wikileaks/

“Fermate Lele Mora, ha venti milioni di debiti”

Il Pm chiede di inibire l’attività imprenditoriale al talent scout della tv.

Inibire Lele Mora da qualsiasi tipo di attivita’ imprenditoriale. E’ questa la richiesta che la Procura di Milano ha avanzato oggi ai giudici del Tribunale fallimentare.

I DEBITI – L’istanza e’ stata depositata questa mattina dai pm Eugenio Fusco e Massimino Carducci per sollecitare il giudice Filippo Lamanna a dichiarare il fallimento di Mora come persona fisica insieme a quello di due persone giuridiche, le societa’ Diana Immobiliare e Lele Mora Production. Il verdetto del giudice e’ atteso per il prossimo 6 aprile. Mora, uno dei personaggi chiave del cosiddetto caso Ruby, risulta anche indagato per bancarotta in relazione al fallimento della Lele Mora Management, societa’ gia’ dichiarata fallita dal Tribunale di Milano per l’impossibilita’ a ripagare i 16 milioni di debiti accumulati nei confronti del fisco, piu’ altri 3 milioni di euro verso soggetti privati. Ma i guai giudiziari dell’agente dei vip non finiscono qui: Mora e’ infatti iscritto nel registro degli indagati con l’accusa di evasione fiscale nell’inchiesta sul fallimento della Corona’s, la societa’ di Fabrizio Corona. Sempre il prossimo 6 aprile, giorno in cui peraltro prendera’ il via il cosiddetto processo Ruby nei confronti del premier Silvio Berlusconi, il gup decidera’ se rinviare a giudizio Mora, Corona e altri 4 imputati.

Francoforte: spari contro soldati Usa, 2 morti e 2 feriti

FRANCOFORTE (GERMANIA) - Due morti e due feriti: questo è il bilancio di una sparatoria avvenuta questo pomeriggio all'aeroporto di Francoforte. Secondo quanto ricostruito finora, un ragazzo kosovaro di 21 anni ha aperto il fuoco su un pullman con a bordo soldati americani, che si stava avvicinando al terminal 2 dell'aeroporto. I proiettili hanno ucciso l'autista dell'autobus ed uno dei soldati. Altri due soldati sono rimasti feriti seriamente, ma non si sa, al momento, se siano in pericolo di vita o meno. L'omicida è stato arrestato dalla Polizia tedesca, immediatamente intervenuta. Ancora non si sa se si tratti di un attentato terroristico o del gesto di un folle. In Germania ci sono diverse basi che ospitano truppe statunitensi, per cui la presenza di soldati con la bandiera a stelle e strisce non è così rara, in quel Paese.

Gheddafi:se sara' guerra migliaia morti

(ANSA) - ROMA - Gheddafi riappare in pubblico e minaccia che in caso di intervento militare Usa o Nato in Libia ci saranno migliaia di morti.'Non accetteremo mai di tornare schiavi come eravamo sotto gli italiani,dice il rais in un intervento in tv, ribadendo che dietro ai disordini c'e' al Qaida.Poi chiede un'inchiesta dell'Onu,annuncia un'amnistia a chi consegna le armi e minaccia che e' pronto a sostituire le compagnie straniere con imprese indiane e cinesi e che i campi e i terminal di petrolio sono sicuri.

Libia:ong, 6.000 morti da inizio rivolta

(ANSA) - IL CAIRO - E' di 6.000 morti dall'inizio dell'insurrezione il bilancio delle vittime in Libia. Lo annuncia l'ong Lega libica per i diritti umani. Intanto si apprende che l'area al confine con la Tunisia, occupata ieri da migliaia di profughi, in questo momento e' deserta. 'Non abbiamo notizie certe riguardo la presenza di masse di persone al di la' del confine, anche perche' non abbiamo sentinelle sul posto che possano fornire tali informazioni', ha spiegato un portavoce dell'Unhcr.

Lele Mora, mi candido, forse con il Pdl

(ANSA) - ROMA - 'Mi candido alle elezioni con un partito di destra, forse il Pdl': lo ha detto Lele Mora ad 'Exit', programma in onda su LA7 alle 21.10. 'Se mi vorranno sono pronto a questa scelta, dopo che mi avranno assolto o prosciolto, visto che chi e' inquisito non puo' fare il mestiere di politico o almeno, non dovrebbe'. Nel corso dell'intervista l'agente delle star ha rivelato che Ruby si sposera' il 17 marzo a Genova. Sara' lui stesso, ha annunciato, come un padre, a portare all'altare la ragazza.

Libia: Gheddafi a cittadini Bengasi, stop rivolta o resterete senza cibo

Tripoli, 2 mar. - (Adnkronos/Aki) - "Cessate la rivolta e disarmate i gruppi armati altrimenti rimarrete senza cibo". E' quanto ha affermato Muammar Gheddafi parlando ai suoi sostenitori a Tripoli, in occasione del 34esimo anniversario della nascita dei Comitati popolari in Libia. "Se non finisice la rivolta a Bengasi - ha affermato - la citta' rimarra' senza cibo, senza ospedali, senza servizi e la popolazione non potra' piu' vivere".

Crac Cirio, i pm chiedono quindici anni di reclusione per Cragnotti e otto per Geronzi

Roma, 2 mar. (Adnkronos) - Quindici anni per Sergio Cragnotti, dodici anni per suo genero Filippo Fucile, otto anni ciascuno per Andrea Cragnotti ed Elisabetta Cragnotti e otto anni per l'ex presidente della Banca di Roma Cesare Geronzi. Sono queste le condanne richieste oggi a conclusione della requisitoria dai pubblici ministeri Gustavo De Marinis, Rodolfo Sabelli e Tiziana Cugini nel processo per il dissesto della società agrialimentare Cirio.

I pubblici ministeri inoltre hanno chiesto altre condanne varianti dai quattro ai sei anni di reclusione.

In particolare sei anni sono stati chiesti anche per un altro figlio di Cragnotti, Massimo, e per la moglie dell'ex patron della Cirio, Flora Pizzicheni. Otto anni anche per Antonio Nottola anch'egli della Banca di Roma. Sei anni poi sono stati chiesti per una serie di funzionari di banca e anche per sindaci e amministratori delle società che facevano capo alla holding di Sergio Cragnotti. Per tutti poi sono state chieste le pene accessorie come l'interdizione dai pubblici uffici e l'interdizione da attività.

Per tre degli imputati, Angelo Brizzi, Alberto Giovannini e Sebastiano Baudo, è stata chiesta la prescrizione.

A nessuno degli imputati i pubblici ministeri hanno riconosciuto le attenuanti generiche, nemmeno agli incensurati. Il processo coinvolge 35 persone per i reati di bancarotta fraudolenta sotto i vari profili.

Fonti vicine alla presidenza delle Generali informano, "nel rispetto dell'autorità giudiziaria, di confidare pienamente in una decisione del collegio giudicante che, per le ragioni esposte dalla difesa, riconosca la correttezza dell'operato del presidente Geronzi, ricordando altresì che tutte le volte che la sua condotta, nell'esercizio dell'attività di banchiere, è stata sottoposta al vaglio della magistratura, essa è risultata sempre corretta, con la conseguenza della dichiarazione di non colpevolezza".
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Gheddafi a Berlusconi: "Io sono la Libia".

Muammar Gheddafi (fermo tv)
Tripoli, 2 mar. - (Adnkronos/Aki/Ign) - Il colonnello libico, Muammar Gheddafi, è di nuovo apparso oggi sulla tv di stato libica. "Dal 1977 ho dato il potere al popolo e da allora non ho più poteri nel paese né di tipo politico né di tipo amministrativo", ha detto il raìs parlando ai suoi sostenitori a Tripoli, in occasione del 34esimo anniversario della nascita dei Comitati popolari in Libia.

Nell'incontro, trasmesso dalla tv libica, Gheddafi ha salutato il suo popolo sottolineando che "dal 3 marzo del 1977 abbiamo passato il potere al popolo e voglio ricordare al mondo che da allora ho dato il potere al popolo. Abbiamo vinto l'occupazione italiana e americana e il popolo gestisce il petrolio e i suoi proventi".

A proposito dell'Italia, ha raccontato di come è stata "costretta ad abbassare la testa nei nostri confronti". "Siamo andati in Italia portando il figlio di Omar Mukhtar - ha ricordato-, e li abbiamo costretti a scusarsi per la colonizzazione. E' una cosa storica, costringere l'Italia dopo tanti anni a pagare la Libia, è una cosa importante".

"La nostra democrazia è senza governo e presidente. Si basa sui Comitati popolari, in cui c'è tutto il popolo", ha spiegato ancora il colonnello leggendo poi il documento fondativo della 'Jamahiriya' redatto nel 1977. Le leggi stesse "sono emanate direttamente dal popolo attraverso i comitati popolari, non sono io a firmarle. In tutti questi anni io ho solo dato indicazioni di indirizzo". Per questo Gheddafi ha detto: "Non ho un incarico dal quale dimettermi, come negli altri paesi" e "sono rimasto stupito quando ho visto le manifestazioni in mio sostegno in diverse zone del paese perché il mio non è un posto di potere dal quale dimettersi".
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Parlando della rivolta, il raìs ha puntato il dito contro "i militanti di al-Qaeda e alcuni libici reduci dall'Afghanistan". Ci sono loro "dietro la rivolta di questi giorni. Ci sono ex detenuti di Guantanamo consegnatici dagli americani: si erano pentiti e li avevamo liberati e loro hanno formato cellule terroristiche dormienti". Si tratta, ha precisato, "di piccoli gruppi di Bengasi e di al-Zawiyah, anche di Misurata. Molti sono venuti dall'estero e si sono fermati in questi posti. Alcuni sono venuti anche dall'Iraq, a scaglioni, tra loro ci sono anche stranieri ad esempio algerini".

Ruby, Fini: ''Giunta Regolamento approfondisca su conflitto poteri''

Roma, 2 mar. (Adnkronos) - "Ritengo opportuno che la questione sia oggetto di approfondimento in sede di Giunta per il Regolamento". Così Gianfranco Fini, a quanto si apprende, avrebbe risposto, durante l'ufficio di presidenza della Camera, ai rappresentanti della maggioranza che ieri con una lettera dei capigruppo di Pdl, Lega e Responsabili ha chiesto di sollevare un conflitto di attribuzione sulla vicenda Ruby

Sotto il profilo del merito, è stato il ragionamento del presidente Fini, come da prassi la lettera dei capigruppo di maggioranza "sarà trasmessa al presidente della Giunta per le autorizzazioni al fine di acquisire l'orientamento di tale organo, competente nella materia oggetto della richiesta".

Sotto il profilo procedurale, Fini ha fatto notare che "nella lettera si fa riferimento al ruolo dell'Assemblea quale 'sede ultima di decisioni della Camera' su tale questione". Ma il presidente ha ricordato che "la consolidata prassi procedurale in ordine ai conflitti di attribuzione prevede che, nel caso in cui si tratti di elevare o meno un conflitto da parte della Camera nei confronti di un altro potere dello Stato, è riconosciuto all'ufficio di presidenza un ruolo di flitro". Per questo, in passato, la valutazione negativa dell'ufficio di presidenza "ha condotto alla mancata sottoposizione della questione all'Assemblea".

Gli esempi riguardano tre casi risalenti al 2003, 2006 e 2008. In tutti e tre i casi l'ufficio di presidenza rilevò che non vi erano i presupposti per un conflitto di attribuzione. "Per quanto riguarda il caso in esame, non riconducibile in maniera immediata ai precedenti in materia, ritengo opportuno che la questione sia oggetto di approfondimento in sede di Giunta per il Regolamento affinché la Presidenza possa disporre di tutti gli elementi utili per definire la procedura seguire", ha sottolineato Fini, a quanto si riferisce, annunciando che la Giunta verrà convocata nel corso della prossima settimana, una volta concluso l'esame presso la Giunta per le autorizzazioni.

Libia: da Lega Araba 'no' ad interventi militari stranieri

Il Cairo, 2 mar. - (Adnkronos/Aki) - La Lega Araba e' contraria ad interventi militari stranieri in Libia. E' quanto prevede la bozza di risoluzione che i 22 ministri degli Esteri dei paesi aderenti al gruppo sigleranno alla riunone al Cairo, secondo quanto riferiscono fonti ufficiali citate dal sito Gulf News.

Libia, riprendono gli scontri: Gheddafi fa bombardare Ajdabiya

Tripoli, 2 mar. - (Adnkronos/Aki) - I caccia militari dell'aviazione libica fedele a Muammar Gheddafi hanno bombardato questa mattina alcune zone della città di Ajdabiya, in Cirenaica. Secondo quanto riefrisce un giornalista locale alla gtv araba 'al-Jazeera', dopo aver appreso dell'attacco contro Brega, i rivoltosi che controllano il centro di Ajdabiya si stanno preparando a resistere ad un imminente attacco. Si teme che Gheddafi abbia deciso di scagliare un'offensiva contro la zona orientale del paese controllata dai rivoltosi. A Brega le milizie fedeli a Gheddafi hanno ripreso il controllo. Secondo quanto riferisce il giornalista libico Fouzi al-Mughrabi ad 'al-Jazeera', i miliziani vicini al colonnello sono entrati nella città sparando all'impazzata e prendendo il controllo della zona caduta nei giorni scorsi nelle mani dei manifestanti. La città pur essendo piccola è sede di un importante terminal petrolifero con una produzione pari a circa 60mila barili al giorno. Le brigate hanno ripreso il controllo anche dell'aeroporto della città, nel cui centro si combatte ancora. Secondo la tv araba 'al-Jazeera', i militari controllano anche i terminal petroliferi mentre i ribelli starebbero opponendo una dura resistenza per tenere il controllo della città. L'attacco a Brega ha messo in stato di allerta tutte le citta' della Cirenaica perche' si teme che l'avanzata possa proseguire. Nei giorni scorsi il figlio del colonnello, Seifulislam Gheddafi, aveva affermato che non ci sarebbero stati attacchi armati contro le città della parte orientale del paese in mano agli insorti. Sul fronte politico interno, il colonnello Gheddafi ha nominato due nuovi ministri, dopo che nei giorni scorsi i titolari del dicastero dell'Interno e della Giustizia si sono dimessi dai rispettivi incarichi. Lo riferisce la tv di Stato libica. Alla guida del dicastero dell'Interno Masoud Abdel Hafiz sostituisce Abdel Fattah Younes al Abidi e al ministero della Giustizia, al posto di Mustafa Mohamed Abdel Jalil, arriva Mohamed Amhamad al-Qamoudy. Inoltre, a Mohamed Aqri Al-Mahgouby e' stato affidato l'incarico di procuratore generale, dopo le dimissioni di Abdul-Rahman al-Abbar.
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