(ANSA) - ROMA - 'Chiediamo che si riunisca d'urgenza il Consiglio di Sicurezza dell'Onu per prendere una posizione molto ferma' sulla Siria. Lo dice il ministro degli Esteri Frattini, al Tg2, commentando il massacro avvenuto oggi ad Hama. Frattini ribadisce poi la ferma condanna italiana delle violenze. 'C'e' stato un orribile atto di repressione del regime: oltre 100 morti, e anche nella capitale si e' colpito molto duramente. L'Italia chiede la cessazione immediata delle violenze', conclude il ministro.
Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
domenica 31 luglio 2011
Muore al pronto soccorso: 21 ore su una sedia. La figlia: per loro era codice verde
di Mauro Evangelisti
ROMA - La signora Licia aveva 82 anni, stava male ed è rimasta per ventuno ore su una sedia rotelle al pronto soccorso del San Camillo. La signora Licia ha dovuto fare i suoi bisogni per terra, riparata dalle figlie, «perché non le hanno dato neanche il catetere». La signora Licia, classificata come codice verde è morta dopo 48 ore, per un’emorragia cerebrale. «Ha vissuto le sue ultime ore in modo indegno, insieme a decine di altre persone sofferenti ammassate in pronto soccorso, senza che i medici per molte ore la visitassero». Racconta Antonella Marcellini, 47 anni, figlia della signora Licia Puglielli, morta il 16 luglio alle 17,45 al San Camillo: «Non vogliamo soldi, non vogliamo nulla, vogliamo solo fare sapere come si muore negli ospedali romani. E’ l’unico modo per ricordare nostra madre».
Licia Puglielli per tanti anni aveva lavorato proprio nella sanità romana, nel settore amministrativo. Da sette era su una sedia a rotelle per una neuropatia diabetica. Abitava al quartiere Portuense con il marito di 86 anni. «La chiamavamo la carabiniera perché era molto lucida e ben organizzata - racconta la figlia - Io avevo preso l’aspettativa dal lavoro per assisterla insieme a mia sorella. Il 13 luglio però comincia a sentirsi male. Non riesce più a usare le mani, soprattutto la destra. Alla notte le sue condizioni non migliorano. Ci preoccupiamo. Il diabetologo ci dice che forse la neuropatia sta arrivando alle mani. Il 14 luglio la portiamo al pronto soccorso del San Camillo. Sono le 17, la vede un medico a cui spieghiamo tutto: le sue condizioni, il problema alla mano. Lui ci risponde che anche se fosse stato un ictus ormai era tardi, non era un caso urgente. La classifica come codice verde. Insistiamo, ma lui conferma: codice verde».
Licia Puglielli per tanti anni aveva lavorato proprio nella sanità romana, nel settore amministrativo. Da sette era su una sedia a rotelle per una neuropatia diabetica. Abitava al quartiere Portuense con il marito di 86 anni. «La chiamavamo la carabiniera perché era molto lucida e ben organizzata - racconta la figlia - Io avevo preso l’aspettativa dal lavoro per assisterla insieme a mia sorella. Il 13 luglio però comincia a sentirsi male. Non riesce più a usare le mani, soprattutto la destra. Alla notte le sue condizioni non migliorano. Ci preoccupiamo. Il diabetologo ci dice che forse la neuropatia sta arrivando alle mani. Il 14 luglio la portiamo al pronto soccorso del San Camillo. Sono le 17, la vede un medico a cui spieghiamo tutto: le sue condizioni, il problema alla mano. Lui ci risponde che anche se fosse stato un ictus ormai era tardi, non era un caso urgente. La classifica come codice verde. Insistiamo, ma lui conferma: codice verde».
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"Caro Peppe, sei l'Italia che voglio" Il grande abbraccio a D'Avanzo sul web
La notizia della morte del giornalista ha creato una ondata di commozione e solidarietà. Lo speciale con i suoi articoli rimbalza per decine di migliaia di volte su Internet. Centinaia e centinaia di messaggi a Repubblica.it: "Non eri solo un nome in fondo a un articolo"di CARMINE SAVIANO
I MESSAGGI DEI LETTORI A REPUBBLICA.IT 1
I messaggi arrivati a Repubblica.it sono quasi settecento. Attestazioni di stima, tante. Ma soprattutto ringraziamenti, per una vita intera dedicata al giornalismo: "Con lui se ne va un pezzo dell'Italia migliore e pulita, ma sono sicura che il suo lavoro non finisce qui, sarà sempre di esempio a tutti". "Grazie Giuseppe perché con i tuoi articoli mi hai fatto vedere e sentire che esiste un'Italia che vuole essere onesta". Poi l'elenco delle caratteristiche, delle qualità, la ricerca dei termini giusti per decifrare il tono del lavoro di D'Avanzo: "Realismo, obbiettività, genialità è quello che esprimeva nei suoi articoli. Con grande dispiacere ancora una volta addio".
Poi i particolari, i dettagli, i racconti provenienti dalla vita quotidiana dei lettori. Un almanacco di riti e ricordi. "Il mio caffè, la mattina senza i tuoi editoriali, sarà un po' più amaro". E ancora: "Se ho iniziato a leggere Repubblica è merito tuo". Ancora: "Per me non eri solo un nome e cognome in fondo a un articolo. Eri un riferimento di onestà intellettuale, di lucidità, di coraggio, di enorme professionalità". Poi l'etica pubblica, lo spirito di servizio, la battaglia incessante per la trasparenza e la qualità democrazia: "Caro Peppe, per il futuro dei nostri figli, per uscire da questo 'pantano', abbiamo bisogno anche di persone come te". In tanti non nascondono lacrime e dolore: "Caro Giuseppe, senza averti mai visto neppure in fotografia, ti abbiamo pianto come si piange un amico. Ci hai accompagnato per anni. Grazie per averci aiutato a capire meglio questo triste mondo, nel quale siamo condannati a vivere".
E sui social network il tenore dei messaggi non cambia. In un ricordo condiviso che va avanti sin dalle tre di ieri pomeriggio. Da quando la notizia è apparsa sulle agenzie, sui siti d'informazione. C'è chi rende omaggio al magistero quotidiano di D'Avanzo: "Ci hai dato gli strumenti per comprendere meglio e più a fondo il nostro Paese", "eri il principe dei cronisti, non ti conoscevo ma mi sembrava di conoscerti. Grazie per quello che mi hai dato", "io non ti leggevo, io ti studiavo". E in decine di migliaia condividono sul web lo speciale con le sue inchieste realizzato da Repubblica.it. Va in scena un confronto serrato, un'analisi collettiva degli articoli. Alla ricerca di chiavi di lettura e spunti per riflettere.
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http://www.repubblica.it/cronaca/2011/07/31/news/messaggi_web_d_avanzo-19845301/
“W eBay e abbasso il re”: l’interrogatorio del mostro di Oslo è un delirio
Breivik ha anche chiesto le dimissioni del governo, o non parlerà più
Esige le dimissioni del governo e l’abdicazione di re Harald V di Norvegia, Anders Behring Breivik, l’autore delle stragi di Oslo e di Utoya del 22 luglio con 77 morti, oltre alla nomina a capo delle forze armate, altrimenti non dira’ piu’ nulla sul massacro agli investigatori. A rivelare il suo delirio e’ stata oggi la tv pubblica norvegese Nrk, mentre sul piano politico vola nei sondaggi il partito laburista, obiettivo della strage.
ABDICA – Nelle dieci ore di interrogatorio ieri davanti agli investigatori, Breivik avrebbe ‘preteso’ le dimissioni del premier laburista Jens Stoltenberg, dell’intero governo, dello stato maggiore militare, oltre all’abdicazione del re Harald V, altrimenti non dira’ piu’ nulla agli investigatori. Tra le altre richieste anche quella di essere nominato a capo delle forze armate. Il dirigente di polizia che coordina l’inchiesta, Paal-Frederick Hjort Kraby, ha detto che l’attentatore si e’ mostrato ‘molto disponibile’ nel rispondere alle domande, tranne a quelle sulle presunte ‘cellule’ che ne avrebbero appoggiato l’azione. Attualmente agli arresti in una prigione di massima sicurezza per almeno due mesi, Breivik sara’ sottoposto nei prossimi giorni a un esame psichiatrico per determinare se e’ penalmente responsabile.
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Indignados preparano marcia europea
(ANSA) - BRUXELLES - Prima riunione operativa per organizzare la marcia su Bruxelles che gli 'indignados' europei hanno in preparazione per il 17 settembre, quando convergeranno nella capitale europea i movimenti di diversi Paesi. La prima tappa per mettere a punto ''l'assalto'' al cuore dell'Europa e' stata Namur, cittadina belga del Sud, dove alcuni rappresentanti dei diversi movimenti nazionali hanno iniziato a contare le presenze e a preparare la manifestazione del 17.
Russia, fermati manifestanti opposizione
(ANSA) - MOSCA - Decine di oppositori sono stati fermati oggi a Mosca e in altre citta' della Russia durante alcune manifestazioni non autorizzate. Nella capitale, sono state una quarantina le persone portate via dalle forze dell'ordine, a San Pietroburgo una ventina e altre dieci a Nizhni-Novgorod. L'opposizione ha invitato i suoi sostenitori a scendere in piazza il 31 di ogni mese che conta 31 giorni per rivendicare il rispetto dell'articolo 31 della costituzione che garantisce la liberta' di assembramento.
Siria, l'esercito apre il fuoco sui civili: ad Hama è una carneficina. Frattini: fermare subito le violenze
La maggior parte delle vittime sono state freddate con un colpo alla testa, ha riportato al Jazeera. Un'azione scattata oggi all'alba quando, dopo aver interrotto le forniture di acqua ed elettricità, truppe e carri armati hanno iniziato ad avanzare nel centro abitato di Hama. I cecchini si sono posizionati sugli edifici iniziando a sparare (VIDEO1 - 2).
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http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Siria-lesercito-apre-il-fuoco-sui-civili-ad-Hama-e-una-carneficina-Frattini-fermare-subito-le-violenze_312303160274.html
Siria, carri armati a Hama: un massacro Cannonate sui civili, almeno 100 morti
AMMAN - «Qui è un massacro, bisogna fermarlo, ci sono oltre 100 morti». Lo ha ha riferito un testimone ad Hama contattato telefonicamente. La città è sotto assedio e «da questa mattina alle sei sono cominciati gli spari». Tra le vittime, secondo il racconto, ci sono donne e bambini.
È salito ad almeno 100 il numero provvisorio dei civili uccisi nella città siriana di Hama, attaccata all'alba da carri armati, che avanzano da quattro direzioni sparando con i cannoni e con le mitragliatrici. Lo dicono fonti mediche e residenti.Le fonti dicono che le granate sparate dai tank dell'esercito piovono su e attorno alla città a un ritmo di almeno quattro al minuto.
«L'esercito e le forze di sicurezza, che hanno fatto irruzione questa mattina ad Hama, hanno aperto il fuoco su civili uccidendone 100 e facendo decine di feriti», ha detto Abdel Rahmane, presisente dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, citando fonti mediche sul posto. Il regime siriano tenta da diverse settimane di soffocare la protesta che ad Hama, 210 chilometri a nord di Damasco, ha visto uno dei suoi centri più attivi con fino a 55mila persone scese in piazza, sottolinea Rahmane.
Hama è tra l'altro una città simbolo della lotta contro il regime in Siria da quando, nel 1982, la durissima repressione di una rivolta ispirata dal movimento dei fratelli musulmani -bandito nel Paese- contro l'allora presidente Hafez al-Assad, padre di Bashar, provocò la morte di 20mila persone.
Acqua ed elettricità verso i principali quartieri di Hama sono stati tagliati: una tattica, questa, abitualmente usata dai militari nelle operazioni di repressione. Un medico che non ha voluto essere identificato ha detto di aver visto almeno 19 cadaveri e altre decine di persone ferite solo nell'ospedale Badr, mentre nell'ospedale Al-Horani vi sarebbero almeno tre corpi e due all'Hikmeh. Ma diversi corpi, dice la fonte, «giacciono abbandonati nelle strade» e che cecchini si stanno appostando sui tetti dell'edificio della compagnia elettrica e della prigione.
È salito ad almeno 100 il numero provvisorio dei civili uccisi nella città siriana di Hama, attaccata all'alba da carri armati, che avanzano da quattro direzioni sparando con i cannoni e con le mitragliatrici. Lo dicono fonti mediche e residenti.Le fonti dicono che le granate sparate dai tank dell'esercito piovono su e attorno alla città a un ritmo di almeno quattro al minuto.
«L'esercito e le forze di sicurezza, che hanno fatto irruzione questa mattina ad Hama, hanno aperto il fuoco su civili uccidendone 100 e facendo decine di feriti», ha detto Abdel Rahmane, presisente dell'Osservatorio siriano per i diritti umani, citando fonti mediche sul posto. Il regime siriano tenta da diverse settimane di soffocare la protesta che ad Hama, 210 chilometri a nord di Damasco, ha visto uno dei suoi centri più attivi con fino a 55mila persone scese in piazza, sottolinea Rahmane.
Hama è tra l'altro una città simbolo della lotta contro il regime in Siria da quando, nel 1982, la durissima repressione di una rivolta ispirata dal movimento dei fratelli musulmani -bandito nel Paese- contro l'allora presidente Hafez al-Assad, padre di Bashar, provocò la morte di 20mila persone.
Acqua ed elettricità verso i principali quartieri di Hama sono stati tagliati: una tattica, questa, abitualmente usata dai militari nelle operazioni di repressione. Un medico che non ha voluto essere identificato ha detto di aver visto almeno 19 cadaveri e altre decine di persone ferite solo nell'ospedale Badr, mentre nell'ospedale Al-Horani vi sarebbero almeno tre corpi e due all'Hikmeh. Ma diversi corpi, dice la fonte, «giacciono abbandonati nelle strade» e che cecchini si stanno appostando sui tetti dell'edificio della compagnia elettrica e della prigione.
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“Non ti verserò acido negli occhi. Anche se tu lo hai fatto a me”
Ameneh Bahrami era stata accecata da un pretendente respinto. Ora rinuncia ad applicare la legge del taglione
La giovane iraniana Ameneh Bahrami, accecata e sfigurata con l’acido, ha perdonato il suo aggressore ed ha rinunciato all’applicazione della legge del taglione prevista dalla sharia, secondo la quale quest’ultimo avrebbe dovuto essere accecato proprio oggi: lo ha annunciato la televisione di Stato iraniana. “Ameneh Bahrami, vittima di un attacco con acido, ha perdonato all’ultimo minuto il suo aggressore Majid ed ha rinunciato a richiedere come suo diritto la legge del taglione che doveva essere applicata oggi”, ha indicato l’emittente iraniana. Il procuratore di Teheran Jafar Dolatabadi ha confermato all’agenzia Isna che Bahrami ha rinunciato alla legge del taglione ma ha chiesto di essere risarcita.
LA STORIA – Studentessa di elettronica all’Università, Ameneh un giorno riceve una telefonata di una donna, la quale le comunica che suo figlio, Madschid Mowahedi, vuole sposarla. Una volta scoperto il “pretendente”, mette ben in chiaro che non vuole saperne di lui e da allora continuano non solo le telefonate della madre (di lui) ma dello stesso Madschid, il quale la accusa di averlo gettato nella disperazione. Le telefonatecontinuano, finché lei lo minaccia di chiamare la polizia; come risposta riceve un, “Presto vedrai, che cosa ti aspetta” e il giorno dopo, incontratolo per la strada, esasperata, ruggisce “sparisci dalla mia vita”. Altra minaccia per risposta: “ti brucerò”. E la vendetta viene effettivamente compiuta: Madschid le getta dell’acido in faccia, un dolore lancinante. All’inizio il buio, poi una luce accecante. E sente la faccia bruciare, mille chiodi che le penetrano il viso, sente qualcuno strapparle la pelle dalla testa. La diagnosi è grave: l’occhio sinistro è stato divorato dall’acido, per quello destro sembrava che all’inizio ci fosse una speranza, svanita subito
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Tremonti sulla graticola, Procura indaga sulle presunte 'spie'
Opposizioni incalzano per dimissioni. Lui replica: Già spiegato tutto. Fini in campo: non basta, deve chiarire ancora.
Roma, 31 lug. (TMNews) - Giulio Tremonti sempre più sulla graticola per rapporti e inchiesta su Marco Milanese, il deputato Pdl per il quale i pm napoletani hanno chiesto alla Camera di autorizzare l'arresto. Le opposizioni continuano a insiste nel chiedere spiegazioni al ministri e prospettarne le dimissioni, mentre la reazione degli alleati è rimasta fredda che certo non hanno difeso il loro ministro dell'Economia. D'altra parte è anche la magistratura a muoversi sempre più freneticamente intorno a Tremonti. La procura di Napoli intende risentirlo per avere chiarimenti sul presunto "spionaggio" denunciato dal ministro. Quella di Roma, in proposito, ha aperto un'inchiesta sulle ragioni addotte da Tremonti per l'ospitalità a pagamento nella casa di cui Milanese, suo ex consigliere politico, era affittuario a Campo Marzio a Roma.
Al pressing, dopo la full immersion mediatica di due giorni fa su Raiuno e sui principali quotidiani, Tremonti si è limitato a rispondere con poche righe: "Ho già rappresntato alla magistratura tutto quanto era in mia conoscenza. Il resto sono state solo ipotesi e fantasie giornalistiche". Una difesa che non ha convinto in primo luogo il presidente della camera Gianfranco Fini. "Non ha precedenti che un ministro dell'Economia parli così. Sono vicende, e penso anche ai rapporti con Marco Milanese - ha detto Fini - che certamente vanno ancora chiariti. Perchè se Tremonti dice che si sentiva controllato o addirittura spiato, ha il dovere di dire da parte di chi". Quanto alla opportunità che Tremonti lasci la guida dell'economia italiana e si dimetta dal Governo,"è un problema - ha detto il presidente della Camera- che attiene esclusivamente alla sua coscienza". In ogni caso, ha anticipato Fini, i deputati del suo partito Futuro e Libertà sono orientati a votare a favore dell'arresto di Marco Milanese quando a settembre la Camera risponderà alla richiesta dei magistrati di mandare in carcere l'ex consigliere politico di Tremonti. "Ritengo largamente probabile - ha detto Fini- che Fli si comporterà come per Alfonso Papa".
Al pressing, dopo la full immersion mediatica di due giorni fa su Raiuno e sui principali quotidiani, Tremonti si è limitato a rispondere con poche righe: "Ho già rappresntato alla magistratura tutto quanto era in mia conoscenza. Il resto sono state solo ipotesi e fantasie giornalistiche". Una difesa che non ha convinto in primo luogo il presidente della camera Gianfranco Fini. "Non ha precedenti che un ministro dell'Economia parli così. Sono vicende, e penso anche ai rapporti con Marco Milanese - ha detto Fini - che certamente vanno ancora chiariti. Perchè se Tremonti dice che si sentiva controllato o addirittura spiato, ha il dovere di dire da parte di chi". Quanto alla opportunità che Tremonti lasci la guida dell'economia italiana e si dimetta dal Governo,"è un problema - ha detto il presidente della Camera- che attiene esclusivamente alla sua coscienza". In ogni caso, ha anticipato Fini, i deputati del suo partito Futuro e Libertà sono orientati a votare a favore dell'arresto di Marco Milanese quando a settembre la Camera risponderà alla richiesta dei magistrati di mandare in carcere l'ex consigliere politico di Tremonti. "Ritengo largamente probabile - ha detto Fini- che Fli si comporterà come per Alfonso Papa".
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STESA SU SUPERSTRADA E FALCIATA DA DECINE AUTO A FROSINONE
(AGI) Frosinone - Sulla Sora-Frosinone una donna si e' stesa sull'asfalto ed e' stata falciata da decine di auto. Ha scelto una morte orribile, quasi da film horror, Maria Pia Papetti, una cinquantacinquenne residente a Boville Ernica, nel frusinate. Ieri sera, poco dopo le 23 ha fermato la sua Citroen Saxo lungo la superstrada, all'altezza dello svincolo per Boville Ernica, e poi, stando a una prima ricostruzione dei carabinieri, si sarebbe stesa nel centro della carreggiata aspettando la morte. Almeno dieci le automobili che l'hanno travolta e che non hanno potuto far nulla per evitare l'impatto. .
In arrivo una nuova Tangentopoli?
Un architetto milanese sotto il torchio dei magistrati. E la paura della politica
Si chiama Michele Ugliola, e di mestiere fa l’architetto. Dalla fine di maggio è agli arresti domiciliari, e secondo i magistrati potrebbe essere il punto d’unione di tante storie di tangenti, a destra come a sinistra, in Lombardia. Ne scrive Davide Milosa sul Fatto Quotidiano:
Continua ...LA STORIA, tutt’altro che chiusa, adesso promette di terremotare buona parte della politica lombarda. Ugliola, infatti, ex socialista, poi vicino a Forza Italia, già finito in guai giudiziari assieme all’ex assessore comunale del Pdl Giovanni Terzi, è uomo dai tanti contatti che vanno ben oltre la piccola realtà di Cassano. Di questo sta parlando con i pm. Di amicizie, denaro e politici. Insomma, sul tavolo della procura non c’è solo l’af – fare Penati. Ci sono diversi verbali secretati e soprattutto il secondo tempo della corruzione che coinvolge importanti esponenti regionali di Pdl e Lega n o rd Sulla figura di Ugliola, infatti, si concentrano due tronconi d’in – dagine: il primo confluisce nell’inchiesta sulle bonifiche di Giuseppe Grossi e sulle speculazioni immobiliari di Luigi Zunino, compresa quella per l’ex area Falck a Sesto San Giovanni. Il secondo, invece, parte da Cassano e si incardina sulle dichiarazioni di Ugliola e del cognato Gilberto Leuci. Il sistema è lineare: Leuci batte cassa dagli imprenditori ritirando mazzette in contanti anche di 500 mila euro. Quindi passa il denaro all’architetto che lo distribuisce ai politici.
http://www.giornalettismo.com/archives/135498/in-arrivo-una-nuova-tangentopoli/
Usa: raggiunta bozza d'accordo per evitare default
NEW YORK – Secondo indiscrezioni provenienti dai più importanti quotidiani americani, l'accordo tra repubblicani e democratici sarebbe quasi stato raggiunto, vanno rifiniti solo gli ultimi dettagli prima delle votazioni in aula.
Il leader dei democratici al Senato Harry Reid impegnato tutta la notte a discutere con il presidente Barack Obama e Mitch McConnell capo della minoranza repubblicana al Senato, avrebbe trovato un accordo preliminare sull'aumento del tetto del debito
La bozza d'accordo prevedrebbe un aumento del tetto del debito fino a 2.800 miliardi di dollari e tagli alle spese leggermente superiori.
L'aumento del debito avverrebbe in due fasi:
La prima da 1.000 miliardi di dollari immediata, e poi una commissione dovrebbe dopo raccomandare, entro il Giorno del Ringraziamento, ulteriori tagli fino a 1.800 miliardi di dollari per un secondo aumento del tetto del debito in grado di coprire i bisogni finanziari del paese fino a dopo le elezioni: se il Congresso non approverà i tagli entro la fine di dicembre scatteranno tagli automatici alla spese anche.
Al Congresso sarebbe richiesto di votare un emendamento alla Costituzione per un budget bilanciato, ovvero il governo potra' spendere solo quello che raccoglie con le entrate fiscali, ma l'approvazione non e' necessaria.
L'emendamento per un budget bilanciato piace agli americani con il 74%, secondo un sondaggio della Cnn, che lo appoggia e un 24% che lo respinge.
Le votazioni per rendere definitivo l'accordo sono previste al Senato oggi all'una (ore 19.00 italiane) e alla Camera tra oggi o Lunedi.
Strage Bologna: 'Giusva-la vera storia di Valerio Fioravanti', in uscita docu-film
Roma, 31 lug. (Adnkronos) - Non si puo' non partire dalla famiglia Benvenuti, la famosa serie tv degli anni '60, e dal bambino piu' famoso d'Italia, Andrea Benvenuti, il cui protagonista, nove anni dopo, diventera' un terrorista. Francesco Patierno racconta in anteprima all'Adnkronos il docu-film 'Giusva-la vera storia di Valerio Fioravanti' in uscita a settembre, che accompagnera' un libro, composto da quattro mini saggi dello stesso Francesco Patierno, di Luca Telese, di Andrea Colombo e di Nicola Rao, editi da Sperling & Kupfer.
Siria, truppe attaccano Hama e sparano sui civili: è una strage
Continua quindi a salire in modo drammatico il bilancio dell'attacco sferrato dalle forze siriane contro la cittadina nel centro della Siria che è stata una dei focolai della rivolta contro il governo siriano. Un'azione scattata oggi all'alba quando, dopo aver interrotto le forniture di acqua ed elettricità, truppe e carri armati hanno iniziato ad avanzare nel centro abitato. I cecchini si sono posizionati sugli edifici iniziando a sparare.
USA, RAGGIUNTO L'ACCORDO SUL DEBITO, SI LAVORA AI DETTAGLI
Congresso Usa
WASHINGTON - La Casa Bianca e il Congresso hanno raggiunto in extremis - secondo indiscrezioni - un accordo preliminare per l'aumento del tetto del debito e per evitare il default. Le parti continuano a lavorare per la messa a punto dei dettagli. Ufficialmente la Casa Bianca non commenta le indiscrezioni sull'accordo raggiunto. Il Senato potrebbe votare il piano, se i negoziati si chiuderanno, all'una (le 19 ora italiana). La palla poi passerà alla Camera, ma non è ancora chiaro quando voterà: non c'è alcuna sessione in programma ma il leader dei repubblicani, Eric Cantor, ha detto che i parlamentari sono pronti a rientrare rapidamente se sarà necessario. L'accordo deve essere approvato entro il 2 agosto, per evitare il rischio di default.
L'ACCORDO. Il piano prevedrebbe un aumento del tetto del debito fino a 2.800 miliardi di dollari e tagli alle spese leggermente superiori. L'aumento del debito avverrebbe in due fasi, la prima da 1.000 miliardi di dollari immediata. Una commissione dovrebbe poi raccomandare, entro il Giorno del Ringraziamento, ulteriori tagli fino a 1.800 miliardi di dollari per un secondo aumento del tetto del debito in grado di coprire i bisogni finanziari del Paese fino a dopo le elezioni. Se il Congresso non approverà i tagli entro la fine di dicembre scatteranno tagli automatici alla spesa.
EMENDAMENTO ALLA COSTITUZIONE. Al Congresso sarebbe richiesto di votare un emendamento alla Costituzione per un budget bilanciato, ovvero che consente al governo di spendere solo quanto raccolto con le entrate fiscali, ma l'approvazione non è necessaria. L'emendamento per un budget bilanciato riscuote l'appoggio degli americani con il 74%, secondo un sondaggio della Cnn, che lo appoggia a fronte di un 24% che lo respinge.
L'ACCORDO. Il piano prevedrebbe un aumento del tetto del debito fino a 2.800 miliardi di dollari e tagli alle spese leggermente superiori. L'aumento del debito avverrebbe in due fasi, la prima da 1.000 miliardi di dollari immediata. Una commissione dovrebbe poi raccomandare, entro il Giorno del Ringraziamento, ulteriori tagli fino a 1.800 miliardi di dollari per un secondo aumento del tetto del debito in grado di coprire i bisogni finanziari del Paese fino a dopo le elezioni. Se il Congresso non approverà i tagli entro la fine di dicembre scatteranno tagli automatici alla spesa.
EMENDAMENTO ALLA COSTITUZIONE. Al Congresso sarebbe richiesto di votare un emendamento alla Costituzione per un budget bilanciato, ovvero che consente al governo di spendere solo quanto raccolto con le entrate fiscali, ma l'approvazione non è necessaria. L'emendamento per un budget bilanciato riscuote l'appoggio degli americani con il 74%, secondo un sondaggio della Cnn, che lo appoggia a fronte di un 24% che lo respinge.
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Regione, il record di un consulente: quattro contratti in tre anni
Riccardo Ursi, professore di diritto Amministrativo all’Università di Palermo, è arrivato alla cifra di 126 mila euro di incasso. Il tutto vincendo ogni volta un bando. A breve firmerà ancora per il dipartimento Territorio e Ambiente
PALERMO. L’ultimo contratto lo firmerà a giorni: un anno da consulente del dipartimento Territorio e Ambiente per 36 mila euro. E così Riccardo Ursi, professore di diritto Amministrativo all’Università di Palermo, sommerà il quarto contratto in tre anni arrivando alla cifra record di 126 mila euro di incasso. Il tutto, va detto, vincendo ogni volta un bando. Che però la Regione legittima sostenendo che in tre anni non ha trovato fra i suoi 20 mila dipendenti un esperto di diritto a cui affidare a costo zero l’incarico in questione. Storia del recordman delle consulenze della Regione. Un caso già finito all’attenzione della Corte dei Conti. Gioacchino Genchi, dirigente dell’assessorato Ambiente e protagonista di una vicenda giudiziaria legata alla revoca del suo incarico, ha presentato un esposto per conto della Cgil in occasione dei primi contratti. «E un altro ne presenterò adesso» rilancia Genchi.
La carriera da esterno di Ursi, ricostruita dal dirigente sindacalista, inizia nel giugno del 2008. È quella la data del primo contratto da 36 mila euro che scade ad aprile 2009. A settembre dello stesso anno il professore, quarantenne di origini messinesi, ottiene una proroga di cinque mesi per altri 18 mila euro. Nel frattempo esce un nuovo bando e all’inizio del 2010 Ursi si aggiudica lo stesso incarico per un altro anno. Nel marzo 2011 l’assessorato pubblica l’ennesimo bando e Ursi vince di nuovo: partecipano in tre, una delle domande viene esclusa e Ursi batte un altro docente universitario, il barese Antonio Barone. Ottenendo così due giorni fa la certezza di un nuovo contratto da un anno a 36 mila euro prorogabile per altri sei mesi con una eventuale spesa pubblica aggiuntiva di altri 18 mila euro.
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USA - New York. Central Park: troppi affamati mangiano piante
Prima era solo qualche hippy vegetariano, un po' stagionato, a nutrirsi del verde di Central Park. Oggi, pero', con la crisi galoppante, sono in tanti a cercare sostentamento tra le piante del centro di New York.
Al fenomeno in triste crescita a cui le autorita cittadine hanno dichiarato guerra. Un problema che spicca sulla prima pagina del New York Times, con un titolo agro-dolce: 'La citta' dice:'goditi il verde del parco, ma non l'insalata'.
Con le difficolta' a trovare lavoro, e i prezzi sempre piu' cari, sono in tanti, tra nuovi poveri e giovani immigrati, a campare sul Parco. Torna cosi' lo spettro di 'Hoover Park', com'era chiamata la zona del parco, in cui durante la Grande Depressione del '29, si accamparono migliaia di famiglie di gente che aveva perso lavoro e casa. In altri posti d'America, queste baracche presero il nome di Hooverville, un termine coniato da un democratico per attaccare il presidente repubblicano Herbert Hoover e le sue politiche anti-sociali.
Al fenomeno in triste crescita a cui le autorita cittadine hanno dichiarato guerra. Un problema che spicca sulla prima pagina del New York Times, con un titolo agro-dolce: 'La citta' dice:'goditi il verde del parco, ma non l'insalata'.
Con le difficolta' a trovare lavoro, e i prezzi sempre piu' cari, sono in tanti, tra nuovi poveri e giovani immigrati, a campare sul Parco. Torna cosi' lo spettro di 'Hoover Park', com'era chiamata la zona del parco, in cui durante la Grande Depressione del '29, si accamparono migliaia di famiglie di gente che aveva perso lavoro e casa. In altri posti d'America, queste baracche presero il nome di Hooverville, un termine coniato da un democratico per attaccare il presidente repubblicano Herbert Hoover e le sue politiche anti-sociali.
Nei verbali la paura del "metodo Boffo"
Tremonti parlò davanti ai pm di Napoli di macchinazioni contro di lui. Il superministro indicò Adinolfi come capo-cordata degli ufficiali vicini a Berlusconi. L'ultimo capitolo innescato dal "pasticcio" sull'ospitalità dal suo ex consigliere.
di MARIA ELENA VINCENZIROMA - C'è un appartamento da duecento metri quadrati nel cuore di Roma che da settimane imbarazza il ministro dell'Economia Giulio Tremonti. Un fastidio crescente che lo spinto a dichiarare a Repubblica di essere stato "seguito e spiato". E di avere per questo deciso di abbandonare gli alloggi della Finanza per trovarsi una casa privata. Nulla di tutto questo è mai stato messo a verbale. Eppure davanti ai pm, per la precisione i pm di Napoli che si occupano della P4, il responsabile del Tesoro si è seduto più volte.L'AFFITTO E I CONTANTI
Per tutta la legislatura 2001-2006, in cui è stato ministro, Tremonti ha passato le sue notti a Roma in albergo o in alloggi della Guardia di Finanza. Poi, nel 2009, come ha spiegato lui stesso, "ho deciso di accettare l'offerta dell'onorevole Milanese". Una scelta che ora lo mette in difficoltà. Il suo braccio destro per quell'immobile paga 8.500 euro di canone al Pio Sodalizio dei Piceni. Questa la versione ufficiale. Una somma, ha spiegato Milanese nella memoria depositata alla Camera, alla quale il ministro contribuiva con 4 mila euro "in contanti" ogni mese. Non bastasse il cash, a rendere più complicato il quadro ci si è messo anche un imprenditore ai domiciliari per l'inchiesta Enav, Tommaso Di Lernia, che durante il suo interrogatorio di garanzia, l'11 luglio, ha detto: "Cola (consulente del presidente di Finmeccanica Guarguaglini, indagato a Roma, ndr) mi disse che Proietti era il soggetto che Milanese gli aveva descritto come "il tipo che mi dà 10.000 euro al mese per pagare l'affitto a Tremonti"". Angelo Proietti, imprenditore edile e titolare di Edilars, è uno dei principali partner di Sogei. In sostanza: l'affitto non sarebbe stato pagato da Milanese, ma da un imprenditore che voleva ingraziarsi il politico per averne "utilità".
L'EXIT STRATEGY: UNA QUESTIONE DI PRIVACY
Troppe voci, troppi sospetti. Venerdì il ministro decide di parlare. "La verità è che, da un certo momento in poi, in albergo o in caserma non ero più tranquillo. Mi sentivo spiato, controllato, in qualche caso persino pedinato... ". È la conferma a ciò che Milanese aveva raccontato, il 13 giugno, ai pm Woodcock e Curcio: "Ho visto il ministro qualche giorno fa e mi ha detto che ha avuto uno sfogo con il presidente del Consiglio Berlusconi perché aveva saputo che lui, il ministro, era seguito. O comunque, negli ambienti politici, si dice che stanno attuando "il metodo Boffo" anche con nei suoi confronti, utilizzando le intercettazioni fatte a me. E che quindi si utilizzino i miei problemi giudiziari per contrastare l'ascesa politica del ministro Tremonti. Lui mi ha ribadito che ha riferito a Berlusconi che stanno cercando cose per metterlo in difficoltà da un punto di vista politico. Ho capito che faceva riferimento anche alla guardia di finanza e al generale Adinolfi".
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http://www.repubblica.it/dal-quotidiano/personaggi/2011/07/31/news/nei_verbali_la_paura_del_metodo_boffo-19831148/
Troppe baby-gang scatta il coprifuoco per i dodicenni
La svolta del sindaco Rahm Emanuel nella città di Obama
dal nostro inviato ANGELO AQUARONEW YORK - Nella città di Al Capone i bambini devono tornare a casa per le 8 e mezzo di sera. Ma il coprifuoco per i minori di 12 anni non è stato pensato per proteggerli: più che altro per proteggersi. Perché i piccoli delinquenti sono i protagonisti della criminalità sempre più in ascesa.L'altra notte una baby gang ha spedito all'inferno un diciottenne. Ieri mattina un gruppo di teppistelli ha quasi accoppato un altro 16enne: bang bang. Il fatto è che Chicago non è solo la metropoli del vecchio Al e della strage di San Valentino: è anche la patria di quel Barack Obama che ha promesso di cambiare - "Change!" - anche l'America violenta. E invece si ritrova con il cattivo esempio proprio in casa. Il coprifuoco, per esempio, varrebbe anche per la sua Sasha, che il 10 giugno ha compiuto dieci anni. Malia, invece, che il 4 di luglio, giorno dell'Indipendenza, ne ha appena fatti 13, rientra nell'altra categoria: i minori di 16 anni sono pregati di non farsi vedere per strada dopo le 10 di sera. Aggiungeteci che le norme sono state ratificate da Rahm "Rambo" Emanuele: cioè l'ex braccio destro di Barack che questa primavera è stato eletto sindaco proprio nella sua città. E il quadretto, per niente idilliaco, è completo. Ma non c'era davvero un'altra misura per riportare l'ordine in città?
"Io stesso sono cresciuto con il coprifuoco" dice Rambo Emanuel: "Quando le luci della strada si spengono raccogli la tua coda: e dritto a casa". E alle critiche dei soliti libertari che lo accusano di mettere il naso nella patria potestà il neosindaco ribatte: "In questo modo facciamo quadrare le leggi della città con quelle dei bravi genitori". I bravi genitori per la verità hanno un diavolo per capello: se quei delinquenti dei figli non si ritirano a casa per tre volte in un anno la multa di 500 dollari si triplica a 1500 - scontabile anche come lavori diciamo così forzati.
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http://www.repubblica.it/dal-quotidiano/reportage/2011/07/31/news/troppe_baby-gang_scatta_il_coprifuoco_per_i_dodicenni-19831150/
Tremonti spiato? La Procura apre un’inchiesta
Le dichiarazioni del ministro dell’Economia non passano inosservate
Giulio Tremonti spiato e pedinato? La procura di Roma vuole vederci chiaro dopo quanto dichiarato dal ministro dell’Economia in un’intervista ed aprira’ un fascicolo processuale sulla vicenda. L’uomo dei conti potrebbe essere convocato come persona informata sui fatti per approfondire le sue sensazioni. E, sempre sul presunto spionaggio, il direttore del Dis, Gianni De Gennaro, riferira’ martedi’ prossimo al Copasir sul possibile coinvolgimento di 007.
SERVIZI SEGRETI - ‘Tu mi hai fatto spiare’. E’ il 9 giugno scorso quando ‘Libero’ riferisce di un acceso faccia a faccia tra Tremonti e Silvio Berlusconi, con il ministro che accusa il premier di ‘aver messo i servizi segreti alle mie calcagna’. Ieri e’ ‘Repubblica’ a raccogliere le confidenze del titolare dell’Economia. ‘Ho fatto – spiega il ministro a proposito della scelta di andare a vivere nella casa di Campo Marzio offertagli dal suo ex braccio destro Marco Milanese – una stupidata. E di questo mi rammarico e mi assumo tutte le responsabilita’. Ma in quella casa non ci sono andato per banale leggerezza. Il fatto e’ che prima ero in caserma ma non mi sentivo piu’ tranquillo.
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