giovedì 3 giugno 2010

Tanto vale lassà perde'

COMMISSIONE D'INCHIESTA ...

LA CASTA POLITICA ...

Allarme famacie: con la manovra 1 su 4 potrebbe chiudere

ROMA - Anche il settore delle farmacie è in fibrillazione, con la manovra finanziaria presentata dal governo. Infatti c'è il rischio che la forte riduzione di spesa imposta alle Regioni abbia effetti negativi anche sui rimborsi per le farmacie, che già non sono puntuali. E questo, dice Federfarma, potrebbe causare la chiusura di circa il 25% delle farmacie private italiane. In questa maniera, i più colpiti sarebbero gli anziani, per i quali si ridurrebbe la possibilità di avere una vicina farmacia a portata di mano; una necessità importante per chi è facilmente soggetto a malanni e ha problemi a spostarsi. Uguale allarme viene lanciato da Assogenerici, l'associazione che raduna tutti i produttori di farmaci generici, cioè quei farmaci che, pur avendo la stessa composizione e la stessa posologia di farmaci di marca, costano un terzo e anche meno. Tutt'ora il 90% delle prescrizioni mediche riguardano farmaci che si trovano anche come generici (per non parlare di tutti i farmaci da banco che non richiedono prescrizione) - si lamenta Assogenerici - eppurre l'Italia è ultima in Europa come vendita di questa tipologia di farmaci.
http://www.julienews.it/notizia/politica/allarme-famacie-con-la-manovra-1-su-4-potrebbe-chiudere/48446_politica_0.html

Manovra economica, i magistrati proclamano lo sciopero

ROMA – Magistrati italiani in sciopero. La Giunta esecutiva centrale dell'Associazione nazionale magistrati, assieme alle altre magistrature, ha deciso di proclamare uno sciopero “contro gli effetti della manovra economica da circa 25 miliardi di euro varata dal Governo”. I vertici dell'Anm, durante una riunione che si è tenuta oggi, hanno deliberato “l'organizzazione di giornate di mobilitazione e di protesta con la sospensione delle attività di supplenza, con le modalità e i tempi” che verranno proposti al Comitato direttivo centrale convocato per sabato prossimo. In una nota stilata dalla Giunta del sindacato delle toghe, i magistrati fanno sapere che “sono consapevoli della crisi economica in cui versa il Paese e non intendono sottrarsi al loro dovere di cittadini e di contribuenti, ma devono denunciare che le misure approvate dal Governo sono ingiustamente punitive nei loro confronti e di tutto il settore pubblico”.La manovra varata dal Governo, infatti, secondo l'Associazione magistrati, “incide unicamente sul pubblico impiego, senza colpire gli evasori fiscali (già beneficiati da numerosi condoni), i patrimoni illeciti, le grandi rendite e le ricchezze del settore privato; paralizza l'intero sistema giudiziario e scredita e mortifica il personale amministrativo, svilisce la dignità della funzione giudiziaria e mina l'indipendenza e l'autonomia della magistratura”.
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http://www.julienews.it/notizia/economia-e-finanza/manovra-economica-i-magistrati-proclamano-lo-sciopero/48475_economia-e-finanza_4.html

Rai, nuove regole per le docufiction: Berlusconi salterà sulla sedia

Diramati i criteri per giudicare se una “drammatizzazione di vicenda giudiziaria” possa essere giudicata illegittima. C’è di che far gongolare Santoro, e dannare i suoi avversari. Era successo tutto in una settimana. Il 12 dicembre del 2009 il CDA Rai, con voto unanime, aveva bloccato l’utilizzo delle famigerate “docufiction” nei programmi del servizio pubblico. Pochi giorni prima, ad Annozero Michele Santoro aveva mandato in diretta una ricostruzione del processo Mills, spingendosi fino a mettere in scena la deposizione di Gaspare Spatuzza. Una produzione di grande impatto: via, bloccare tutto, dunque. “Non ci risulta che vi siano leggi, sentenze o regolamenti di qualsivoglia autorità che impediscano di fare cronaca giudiziaria con l’ uso di attori”, faceva però notare Michele Santoro. Era vero solo in parte: nel maggio dell’anno precedente era entrato in vigore il “Codice di autoregolamentazione in materia di rappresentazione di vicende giudiziarie nelle trasmissioni radiotelevisive”: mancava però il Comitato per l’Applicazione del Codice, da istituirsi presso l’AgCom; comitato che viene inaugurato esattamente cinque giorni dopo, il 17 dicembre, col “compito di verificare eventuali violazioni del Codice di Autoregolamentazione”.
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Mancato allarme a L'Aquila: indagata la "Grandi Rischi"

L'AQUILA - Omicidio colposo: è l'accusa rivolta dalla procura dell'Aquila ai membri della Commissione Grandi Rischi che il 31 marzo scorso, 6 giorni prima del terremoto che sconvolse L'Aquila, parteciparono alla riunione che si tenne nel capoluogo abruzzese. Tra gli indagati, sette persone in tutto, ci sarebbero alcuni funzionari ai vertici del Dipartimento della Protezione Civile e dell'Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia. Gli ufficiali di polizia giudiziaria stanno notificando in queste ore gli avvisi di garanzia. «Io in quella sera del 31 marzo ero il vaso di coccio che faceva domande, ma ricordo molto bene le parole di Enzo Boschi dell'Ingv: "ma che volete, all'Aquila prima o poi un terremoto arriva.."» ha raccontato il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente.
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http://www.corriere.it/cronache/10_giugno_03/terremoto-abruzzo-indagati_66046824-6f04-11df-bfef-00144f02aabe.shtml?fr=box_primopiano

Il vescovo e il palazzo «svenduto» a Lunardi

ROMA — C’è un monsignore che gestiva le case in affitto per conto della congregazione Propaganda Fide ed era in contatto con Angelo Balducci e Diego Anemone. A parlare di lui davanti ai magistrati di Perugia è stato l’architetto Angelo Zampolini, al quale i due avevano affidato il compito di curare le operazioni immobiliari. «Si occupava delle assegnazioni, mentre i contratti di vendita erano firmati dal cardinale Crescenzio Sepe. Nel 2004 fu proprio lui a cedere all’allora ministro delle Infrastrutture Pietro Lunardi il palazzo di via dei Prefetti», ha raccontato. Uno stabile che, secondo gli inquirenti, sarebbe stato acquistato a un quarto del suo valore effettivo. Un «favore» che l’alto prelato—attualmente arcivescovo di Napoli — avrebbe fatto anche su pressione dello stesso Balducci, da lui stesso inserito nel comitato dei saggi dell’istituto religioso. Lunardi ha sempre smentito di aver ottenuto sconti o trattamenti privilegiati, ma su quell’acquisto si continua a indagare visto che fu proprio Zampolini a curare la trattativa.
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http://www.corriere.it/cronache/10_giugno_03/Il-vescovo-e-il-palazzo-svenduto-a-Lunardi-fiorenza-sarzanini_9172ec7c-6ecf-11df-bfef-00144f02aabe.shtml

Tv: autorita' sul digitale, via libera piano frequenze

ROMA - Approvato il Piano nazionale di assegnazione delle frequenze televisive (PNAF) per il digitale terrestre. Lo ha deciso il Consiglio dell'Autorita' per le garanzie nelle comunicazioni, presieduto da Corrado Calabro'. Il Piano - spiega l'Agcom - si conforma ai principi di uso pluralistico ed efficiente delle frequenze su tutto il territorio, fornendo i criteri tecnici e metodologici per la pianificazione, nazionale e locale. (RCD)
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Politica/autorita-digitale-via-libera-piano-frequenze/03-06-2010/1-A_000109182.shtml

Terremoto L'Aquila: Protezione Civile, "Incomprensibile azione magistrati"

ROMA - La magistratura non puo' seguire nel suo lavoro gli umori e i desideri di una parte della popolazione. Lo scrive il Dipartimento della Protezione Civile commentando l'inchiesta che ha portato alla notifica della chiusura indagini per i membri della Commissione Grandi Rischi che il 31 marzo dell'anno scorso si riunirono a L'Aquila. ''Davvero non si comprende quale sia l'obiettivo della magistratura aquilana'', si legge. (RCD)
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Cronache/Terremoto-Aquila-Protezione-Civile-Incomprensibile-azione-magistrati/03-06-2010/1-A_000109215.shtml

Sì a inchiesta e stop embargo Gaza La Santa Sede 'condanna' Israele

Istanbul, 3 giu. (Adnkronos/Ign) - Il rappresentante alle Nazioni Unite di Ginevra, mons. Silvano Tomasi, ha espresso il proprio appoggio a un'inchiesta imparziale e trasparente sull'assalto dei militari israeliani alla nave delle ong che si stava dirigendo a Gaza con l'obiettivo di rompere l'embargo. Tomasi e' intervenuto alla riunione urgente che si e' tenuta sull'accaduto al Consiglio dei Diritti Umani in corso a Ginevra.
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http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/Si-a-inchiesta-e-stop-embargo-Gaza-La-Santa-Sede-condanna-Israele_486221967.html

Abusi su minori "di lieve entità": un problema?

ROMA - Nel ddl sulle intercettazioni telefoniche ci è finito un po' di tutto, ultimamente. Ma tra le norme che fanno discutere, ce n'è una che sta colpendo molto gli internauti: un emendamento che esclude dall'obbligo di arresto coloro che compiono abusi su minori definiti "di minore gravità". La discussione è sul fatto che non si può considerare uno stupro "di minore gravità"; men che meno se è fatto su un minore. O no?Se noi leggiamo l'articolo 609 bis e l'articolo 609 quater del Codice Penale, cioè quello che parla del reato di violenza sessuale e quello del rapporto sessuale consenziente con minori, al penultimo capoverso c'è scritto: "Nei casi di minore gravita’ le pena e’ diminuita fino a due terzi". Quindi è qualcosa che è già previsto dal Codice Penale. Ma non riguarda lo stupro bensì quegli atti che sono considerati violenza sessuale dal punto di vista penale, ma non nella mentalità comune. Mi spiego: se uno pensa alla violenza sessuale, pensa allo stupro, tentato o compiuto. Ma se io allungo la mano sul sedere di una donna, già questo è violenza sessuale, per il nostro Codice Penale. Ma è una violenza non paragonabile allo stupro vero e proprio. Ed allora ecco prevista l'ipotesi attenuata: se io commetto una vera violenza sessuale su un minore, vengo condannato - salvo riduzioni o aggravi - ad una pena che va dai 6 ai 12 anni; se allungo la mano sulle parti intime e mi fermo lì, vengo condannato ad una pena che va dai 2 ai 4 anni. Se si mette l'obbligo di arresto immediato in tutti i casi di violenza sessuale su minori, anche in questo caso ci dovrebbe essere l'arresto; che tuttavia non è ammesso come obbligatorio per tutti i reati con pena massima pari a 4 anni. La cosa potrebbe generare ricorsi in Cassazione e davanti la Corte Costituzionale.
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Il Pd litiga anche per la sua festa "Torniamo a chiamarla dell'Unità"

BOLOGNA, 3 giugno 2010 - L’UNITÀ vorrebbe che le feste del Pd tornassero al marchio d’origine. Da tempo, ormai, hanno altri nomi: a Modena e Reggio Emilia, dove si mettono assieme kermesse gigantesche e la capacità di organizzazione è più forte che altrove, da tempo il nome è FestaModena, o FestaReggio. Perchè allora tornare alla «denominazione d’origine»? Lo spiega sull’Unità Onide Donati, in un editoriale sull’edizione dell’Emilia Romagna. «In questi giorni — scrive — si svolgono tante feste organizzate dal Pd che, nell’immaginario collettivo, restano ‘le feste dell’Unità’. Chissà perché, un bel giorno, si è deciso che si dovesse dismettere il marchio l’Unità per sostituirlo con denominazioni anonime e scialbe, senza storia e memoria. Lo sappiamo - sostiene l’Unità - che il Pd è, ancora, un’incompiuta... ma questo nuovismo politicamente corretto non piace a nessuno; ed è illusorio pensare che accantonando simboli e padri nobili, le sorti del Pd potranno d’un tratto diventare magnifiche e progressive».
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Manovra, i tagli alla politica? Sono l’uno per mille del totale

I conti li fa il quotidiano Europa, che pubblica anche un interessante grafico, riferendosi alla parata del 2 giugno e ricordando in che misura i tagli colpiranno la politica e, ad esempio, i dipendenti delle Forze Armate. “Dunque, 421 milioni di tagli per i militari che sfilavano, 11 milioni per la politica che li applaudiva. E zero tagli per l’uomo che ieri mattina appariva il più felice di tutti, cioè l’intoccato e intoccabile presidente del consiglio. Raccomandiamo la semplice visione della tabella a fianco a tutti coloro che pensano e scrivono che questa è una manovra «contro la casta». Una scemenza che potete leggere sul Giornale, con qualche dubbio in più su Libero, e che vi verrà riproposta nel prossimo fine settimana se incrocerete i gazebo dei circoli della Brambilla. A lei, oltre che a Minzolini, Berlusconi ha ordinato di diffondere il messaggio: il governo colpisce i privilegiati“, dice Europa.
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“La legge-bavaglio ostacola le indagini su Falcone e Borsellino”

Antonio Ingroia, procuratore aggiunto di Palermo, si scaglia contro l’emendamento che stabilisce il segreto di Stato per le comunicazioni degli agenti segreti. E sulle stragi confessa: “Un problema trovare le prove”. «Se viene approvato l’emendamento, avremo una opportunità investigativa in meno. Tutti chiedono la verità su quella stagione. Ci vorrebbe una maggiore attenzione per favorire le indagini anzichè ostacolarle». Lo dice in un’intervista alla Stampa il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, che indaga sulla «trattativa» tra Cosa Nostra e pezzi dello Stato tra ‘92 e ‘93 a proposito dell’emendamento sulle intercettazioni che stabilisce di opporre il segreto di Stato per le comunicazioni degli 007.
CIANCIMINO PADRE NON CREDIBILE – Sulle dichiarazioni che Vito Ciancimino, l’ex sindaco mafioso di Palermo, rese nell’interrogatorio del 17 marzo del 1993, in cui svelò l’esistenza della trattativa con il Ros dei carabinieri e parlò dell’identità del mediatore-ambasciatore dei Corleonesi, Antonino Cinà, Ingroia spiega che «era venuto meno il presupposto di credibilità». «Non volle mai riconoscere i suoi rapporti con Cosa nostra. Per quasi un anno lo interrogammo – spiega - e si riteneva già un collaboratore per i suoi rapporti con i carabinieri. Erano già diverse settimane che lo andavamo a sentire a Rebibbia, e avremmo continuato a farlo fino al 1994. Per mesi e mesi, Ciancimino provò a dimostrare la sua volontà a collaborare. Certo – prosegue -, ci raccontò dei contatti con i carabinieri del Ros ma li rappresentò in funzione di un piano per infiltrarsi dentro Cosa nostra. Che credibilità poteva avere quando denigrava Falcone, accusandolo di essere manovrato da Andreotti?».
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http://www.giornalettismo.com/archives/65748/la-legge-bavaglio-ostacola-indagini/

Pensioni: Sgarbi prende 8mila euro al mese, il Giornale se ne dimentica

Il quotidiano diretto da Vittorio Feltri pubblica i nomi degli ex parlamentari che ricevono un cospicuo assegno mensile “a vita”. Stando attento a tutelare gli amici.
Ricordate il regista Pasquale Squitieri? E il giornalista del Tg1 Demetrio Volcic? Beh, molti di voi sicuramente sì. E’ a loro che fa riferimento il giornale della famiglia Berlusconi nel titolare oggi, a pagina 11, l’articolo che riguarda i “pensionati vip” del parlamento italiano. Eppure ci sarebbero molti personaggi ben più noti da citare e che vengono omessi.Scorrendo l’elenco pubblicato oggi dal Giornale, la sesta ed ultima tranche di nomi (complessivamente 2.238) di ex deputati e senatori che godono degli assegni mensili, si scopre che uomini molto più in vista avrebbero dato maggior risalto alla notizia.
PIU’ NOTI – Tra i destinatari di quelle pensioni che, come sottolinea il giornale diretto da Vittorio Feltri, sono costate alle casse dello stato ben 219 milioni di euro solo nell’ultimo anno non ci sono solo illustri sconosciuti. Nella lista pubblicata (che contiene i dati relativi all’anno 2007) spicca Vittorio Sgarbi, che porta a casa 8.455 euro lordi mensili, c’è l’avvocato Carlo Taormina, che riceve un assegno di 3.108 euro, l’ex ministro dei Beni Culturali Giuliano Urbani (6.590 euro), Walter Veltroni (tre anni fa non era parlamentare, oltre 9.000 euro lordi), l’ex ministro dell’Università e della Ricerca Ortensio Zecchino (circa 8.500 euro). Perchè non vengono citati nel pezzo? La domanda nasce spontanea.
RAI E FINIANI – Sicuramente tra amici e amici degli amici meglio citare – avranno pensato – l’ex giornalista Rai, militante nel Pds, e l’esponente di Alleanza Nazionale che incassa denaro pubblico pur essendo stato seduto in parlamento solo per mezza legislatura. L’elettore del Giornale, si sa, è molto esigente.
http://www.giornalettismo.com/archives/65761/lista-pensionati-vip-giornale/

Evasione, processi e condoni la "favola" fiscale del premier

NELLA sua breve e "inappellabile" telefonata a Ballarò 1 dell'altro ieri, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi ha fornito agli italiani due importanti "notizie". La prima in risposta ad una osservazione effettivamente sollevata in studio da chi scrive. "È una menzogna che io abbia fornito qualunque forma di giustificazione morale ai fenomeni di evasione fiscale". La seconda replicando ad un'accusa che invece nessuno gli aveva mosso: "Non ho mai evaso le tasse, né io né le mie aziende". GUARDA IL VIDEO 2Rispetto a queste affermazioni, e affidandosi esclusivamente ai fatti oggettivi della cronaca di questi anni, è utile ripercorrere tutto ciò che è realmente accaduto. Senza giudizi. Senza commenti. Ma attingendo semplicemente alle parole pronunciate dal premier, ai processi nei quali è stato ed è tuttora coinvolto, e ai condoni varati dai governi che ha presieduto.
Continua ... http://www.repubblica.it/politica/2010/06/03/news/favola_fiscale-4531285/

"Sulle tasse non mi hai difeso" tra Silvio e Giulio è nuova crisi

ROMA - "È inaccettabile: qualunque cosa accada al mondo, per la Rai è sempre colpa del sottoscritto!". Martedì sera, salotto di palazzo Grazioli. Il grande televisore al plasma è sintonizzato su Ballarò, seduto in poltrona Silvio Berlusconi segue la trasmissione di Floris in compagnia del cuoco Michele. È sempre più impaziente, si agita. A dar fede alla versione di alcuni uomini vicini al premier, a causare tanto nervosismo sarebbe l'atteggiamento "compiaciuto" del ministro dell'Economia, restio a rintuzzare con la dovuta durezza le accuse di Massimo Giannini sull'evasione fiscale e i dati di Nando Pagnoncelli. A scatenare la reazione indignata del premier, tanto da indurlo a telefonare in diretta al programma, dicono sia stata proprio la tabella sulla fiducia degli elettori nel leader. "Ma come? Mi fanno finire in fondo insieme a Montezemolo?". Per il premier si tratta di dati "fasulli", troppo distanti da quelli rilevati il 31 maggio dalla fidata Alessandra Ghisleri, dati montati ad arte per dar corpo ad "un'operazione politica di sputtanamento del governo e del suo leader". Un'operazione alla quale, secondo il Cavaliere, Tremonti non avrebbe opposto una resistenza convinta. Il giorno dopo né Floris né Pagnoncelli intendono tornare sulla polemica. "Non voglio entrare nell'agone politico - si schermisce il presidente di Ipsos - chiedo solo rispetto per me e per tutti i miei colleghi".
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http://www.repubblica.it/politica/2010/06/03/news/berlusconi_tremonti-4531357/

Consensi a Pdl e Berlusconi ai minimi dal 2008 - democratici restano inchiodati al 27%

Esecutivo e premier poco sopra il 40% nel gradimento degli elettori; Pdl al 33% nelle intenzioni di voto: gli indicatori sullo stato di salute di governo e maggioranza sono al minimo della legislatura. Però il principale competitor di Berlusconi - il Pd di Bersani (27%) - non sembra trarne vantaggio. Questo quadro emerge da opinioni e intenzioni di voto espresse lontano da scadenze elettorali. Tuttavia, nell'Atlante Politico di Demos si rintracciano importanti segnali di cambiamento.
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http://www.repubblica.it/politica/2010/06/03/news/demos_3_giugno-4531495/

Tra manovra e intercettazioni il Cavaliere adesso è solo

In passato i nemici erano i pessimisti. Ma oggi tocca a lui predicare sacrifici: difficile farsi credere. La "svolta emotiva" colpisce soprattutto il premier, ritenuto colpevole di aver negato la crisi.
IL PREMIER è uno specialista di sondaggi. Ne conosce l'importanza, in quest'epoca senza ideologie, senza maestri e senza profeti. I sondaggi: servono a supplire a questo deficit di senso. A costruire consenso.Per questo non tollera "rappresentazioni della realtà" in contrasto con la sua narrazione. Soprattutto in tempi difficili. Quando incombe la crisi: sulle imprese e sui cittadini. A cui si chiedono sacrifici. Lacrime e sangue. Mentre governo e parlamento sono impegnati - un giorno sì e l'altro anche - a discutere una legge sulle intercettazioni, che interessa soprattutto a lui. Personalmente. Per questo gli saltano i nervi quando in tivù, a Ballarò, uno specialista serio, come Nando Pagnoncelli, attraverso i sondaggi di Ipsos, propone un'Italia delusa. Dal premier. Il fatto è che la nostra democrazia è fondata sull'Opinione Pubblica assai più che sul voto. E l'Opinione Pubblica si esprime attraverso i sondaggi e i media. Soprattutto la tivù. Ogni giorno. Per questo Berlusconi reagisce quando i sondaggi, attraverso i media, danno una rappresentazione dell'Opinione Pubblica - e della realtà - diversa da quella che lui vorrebbe. In contrasto con i suoi sondaggi, secondo i quali egli sarebbe amato da 2 italiani su 3. Anche se il suo partito personale, alle recenti elezioni regionali, si è fermato al 30% dei voti validi. Cioè: meno di un terzo dei due terzi degli elettori. Insomma, intorno al 20%. Da parte nostra, ci limitiamo - come sempre - a proporre i risultati di un sondaggio condotto nei giorni scorsi. Su un campione rappresentativo della popolazione (poco più di 1000 persone). Attenti a rispettare criteri di rigore, nella rilevazione e nell'elaborazione. Indifferenti ai risultati. Non ci riguardano. Da molto tempo, d'altronde, forniscono indicazioni penose sul centrosinistra e sul Pd, in particolare. Questa volta, però, anche i dati sul premier e il governo appaiono negativi. Peggiori di quelli forniti da Ipsos. Secondo il sondaggio di Demos, infatti, la fiducia verso Berlusconi e il governo non è mai stata così bassa, dalla primavera del 2008. Dunque, da quando è in carica. Negli ultimi due anni, il premier aveva attraversato altri momenti difficili. Ma questo appare diverso. Perché non investe il "privato" di Berlusconi, ma il suo ruolo "pubblico" e di governo. Fino a ieri, gli elettori li tenevano distinti. Magari, non apprezzavano i comportamenti personali del premier, ma approvavano l'operato del governo. Oggi molto meno. L'azione del governo è valutata con un voto "sufficiente" (6 o più) da poco più 4 elettori su 10. Il dato più basso da due anni. Un orientamento analogo a quello verso Berlusconi, giudicato in modo "positivo" o "sufficiente" dal 43% degli elettori: 6 punti in meno rispetto a 4 mesi fa e quasi 10 rispetto a un anno fa. Ma, soprattutto, 7 meno di un mese fa. Quando superava, comunque, il 50%. Continua ...
http://www.repubblica.it/politica/2010/06/03/news/diamanti_3_giugno-4531500/

Appalti: prefetto dell'Aquila indagato per turbativa d'asta

NAPOLI - L'attuale prefetto dell'Aquila, Giovanna Iurato, e' indagata a Napoli con l'accusa di concorso in turbativa d'asta, nell'ambito dell'inchiesta su alcuni appalti per la sicurezza in cui e' chiamata in causa anche Finmeccanica. Iurato, all'epoca dei fatti, era direttore centrale dei servizi tecnico logistici e della gestione patrimoniale del Dipartimento. (RCD)
http://www.corriere.it/notizie-ultima-ora/Cronache/Appalti-prefetto-dell-Aquila-indagato-turbativa-asta/03-06-2010/1-A_000109080.shtml

INTERCETTAZIONI: INGROIA, EMENDAMENTO SEGRETO DI STATO OSTACOLA INDAGINI

(ASCA) - Roma, 3 giu - L'emendamento al ddl intercettazioni che stabilisce di opporre il segreto di Stato per ogni comunicazione degli 007 ''se approvato togliera' una opportunita' investigativa'' anche sulle indagini di mafia e sulle stragi del '92-'93. E' quanto sottolinea il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, che in una intervista a La Stampa aggiunge: ''Tutti chiedono la verita' su quella stagione, ci vorrebbe una maggiore attenzione per favorire le indagini anziche' ostacolarle...''.
http://www.asca.it/news-INTERCETTAZIONI__INGROIA__EMENDAMENTO_SEGRETO_DI_STATO_OSTACOLA_INDAGINI-920959-POL-1.html

Appaltopoli/ Di Pietro: Temo rivelazioni orologeria, c'è mandante

Roma, 3 giu. (Apcom) - Il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, si difende, in un'intervista a 'Repubblica', dall'accusa, avanzata da Zampolini, di essere coinvolto nel 'sistema Anemone' per l'affitto di due case. E rilancia: C'è un mandante, "ora io voglio scoprire chi tira le fila". "Com'è possibile - chiede - che quattro giorni prima Angelo Zampolini non sa che cosa rispondere e poi, d'improvviso, sente la spasmodica volontà di tornare dal magistrato? Non so se è in buona o cattiva fede, ma so che il suo ruolo è quello del 'nuncius', per dirla in linguaggio giuridico di colui che riporta per conto di un altro soggetto una dichiarazione". "Forse io e Idv - sostiene Di Pietro - facciamo paura. Certo qualcosa posso sapere e da tempo mi sto recando presso le varie autorità giudiziarie. Posso capire e sapere e vado avanti". "In questo momento - dice il leader Idv - nel centrodestra sono in un 'cul de sac'.
Continua ... http://www.apcom.net/newspolitica/20100603_085402_3087417_89805.shtml

Unipol: processo velenoso

Paolo Berlusconi, fratello del premier Silvio Berlusconi, editore del quotidiano – Il Giornale - e socio di minoranza del gruppo Mondatori, ritorna a far parlar di se attraverso il caso Unipol. Un’indagine delicata, che tocca, come una pallina pazza i punti cardini dell’alta Finanza italiana e di conseguenza uomini politici. La Procura di Milano vorrebbe incriminarlo per ricettazione; stando all’accusa, Paolo Berlusconi, nel 2005, avrebbe comprato materiale audio compromettente, per occultarlo, o forse, per usarlo come strumento di ricatto politico. La trattativa si sarebbe svolta ad Arcore, a casa del premier. Quel che non appare chiaro è come sia stato possibile che, uno stralcio di questo compromettente audio, sia poi finito pubblicato sul Il Giornale il 31 dicembre 2005: subito dopo l’acquisto dell’audio da parte di Paolo Berlusconi. Lo stralcio di conversazione pubblicata dal Il Giornale riguarderebbe Giovanni Consorte, al tempo a capo dell’Unipol e il diessino Piero Fassino, questo direbbe al primo: "Abbiamo una banca".
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http://www.agoravox.it/Unipol-processo-velenoso.html

Povero Guido. E intanto il denaro dell’emergenza de L’Aquila è finito

Dall’incontro con il sindaco, nonché vice commissario alla ricostruzione, Cialente, promosso ieri dal tavolo di lavoro sulle tasse del presidio di piazza Duomo, scopriamo che il primo cittadino è indignato. Lo rivela in un tendone pieno di persone venute per ascoltare le sue parole e quelle di altri politici ed amministratori. Indignato con il governo,dopo quattordici mesi, la bella addormentata finge di svegliarsi. Dopo non aver mai preso una posizione netta e le necessarie distanze dalle linee governative per la conduzione dell’emergenza e per i decreti che non mettono danaro in questa tragedia. Continua a modificare i suoi discorsi secondo la platea che ha davanti. Continua ad essere oscuro ed inefficace. E con lui tutto il team di dirigenti e tecnici di vecchia e nuova nomina. Persone inadeguate a fronteggiare la nostra condizione. Piccoli burocrati che si sono adeguati alle manovre dei pescecani che ci hanno divorato. Altro che orgoglio degli Aquilani. Il primo cittadino ha provveduto ad informarci che il danaro dell’emergenza è terminato. Quello per la ricostruzione non c’è. Quindi nessun contributo di autonoma sistemazione per i venticinquemila che si autogestiscono e che hanno visto gli ultimi miseri spiccioli a febbraio.
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http://www.agoravox.it/Povero-Guido-E-intanto-il-denaro.html

Dopo lo spegnimento della tv analogica: a chi destinare le frequenze liberate nell'etere?

"L'Italia a differenza di gran parte dei paese europei non ha ancora deciso di destinare ai nuovi servizi di telecomunicazioni una parte delle frequenze liberate nel passaggio alla tv digitale". Lo ha detto Paolo Gentiloni, responsabile Comunicazioni del Pd, per il quale "la risposta del ministro Vito alla nostra interrogazione durante il question time conferma le preoccupazioni che avevamo: il governo sta sottovalutando l`importanza degli investimenti su internet che hanno anche un potere moltiplicativo sull`occupazione. Il governo Berlusconi è un governo troppo televisivo"."In Germania - ha proseguito Gentiloni durante il question time -, la gara che si è conclusa la settimana scorsa per assegnare alla telefonia mobile il `dividendo di spettro` liberato dal passaggio della tv al digitale, si è conclusa assicurando alle casse 4,4 mld di euro. In tempi di crisi è dunque molto importante fare questo passaggio sia per le entrate delle casse dello Stato che per le ricadute positive sull`occupazione. Nel nostro Paese le vecchie frequenze liberate dal passaggio al digitale rimarranno ai vecchi editori. Questa scelta del governo Berlusconi di difendere il vecchio club televisivo impedisce allo Stato un introito paragonabile a quello di misure come il blocco degli stipendi pubblici oppure l`ennesimo condono edilizio. La conferma di un uso televisivo di tutte le frequenze mette in fine a rischio i collegamenti in banda larga dalle reti mobili, collegamenti sempre piú preziosi vista la diffusione degli smartphone e degli iPad".
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Blitz Gaza, rientrano gli italiani: ''Nessun diritto rispettato''

Istanbul, 3 giu. (Adnkronos/Ign) - Farà ritorno in Italia questo pomeriggio Angela Lano, la giornalista torinese che si trovava a bordo di una delle navi dirette a Gaza e coinvolte nel raid israeliano. Il suo aereo proveniente da Istanbul dove si trova attualmente atterrerà intorno alle 16.30 a Milano, dove ad attenderla ci saranno i famigliari, il marito Fernando Lattarulo e i due figli che la riporteranno subito a Sant'Ambrogio di Susa, dove vive.
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