KABUL - Sarà un ballottaggio a decidere chi governerà l'Afghanistan. Una prospettiva ormai chiara dopo che la Commissione per i reclami, nominata dall'Onu, ha chiesto l'annullamento dei voti per le presidenziali del 20 agosto in 210 seggi. Alla base della decisione ci sono "prove chiare e convincenti di brogli". Nel caso, molto probabile, in cui la percentuale dei consensi del presidente uscente Hamid Karzai dovessere scendere sotto il 50%, la Commissione elettorale sarà costretta a convocare il ballottaggio con il suo principale rivale, l'ex ministro degli Esteri Abdullah Abdullah. E pare proprio che questa sarà la prossima tappa. Con Karzai che accetta l'esito del riconteggio, affermando di "rispettare pienamente l'ordine costituzionale". Parole che arrivano dopo che fonti Onu e osservatori Usa avevano stimato il presidente sotto il 50% dei voti. Soddisfatto lo sfidante: "Il rapporto fa luce sui brogli, sapevamo dei risultati del riesame da due giorni e li riteniamo accettabili", dice un portavoce di Abdullah. A questo punto la palla passa alla Commissione elettorale indipendente, considerata vicina a Karzai. Ma, secondo alcuni esperti citati dalla Bbc, l'organismo sarebbe giuridicamente tenuto alle prove raccolte dalla Commissione per i reclami. Nel frattempo dalla Commisione europea arriva un pressante invito a Karzai perché accetti la nuova sfida elettorale. "Se i risultati del primo turno - dice il ministro degli Esteri svedese Carl Bildt - puntano in direzione della necessità di avere un secondo turno, dovrà essere organizzato un secondo turno. Tutti coloro che prendono parte al processo elettorale in Afghanistan devono rispettare gli aspetti della procedura".
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