sabato 15 ottobre 2011

Vuoi dimagrire? Mangia... cioccolato

www.siciliainformazioni.com

(Andrea Busalacchi) Sembra inverosimile, ma è così! Uno studio condotto all’università di Detroit, ha dimostrato che l’assunzione di cioccolato fondente, produce a livello cellulare, lo stesso effetto di un esercizio fisico. Stiamo parlando dei mitocondri, piccoli organelli che si trovano all’interno delle cellule, responsabili della produzione di energia; quando facciamo attività fisica, il numero e l’attività di questi organelli aumenta sia nel cuore che nei muscoli. L’effetto sembra essere deputato all’Epicatechina, un flavonoide dalle molteplici funzioni protettive per il nostro organismo, da quella antiossidante a quella simil-insulinica; il suo effetto è stato dimostrato in uno studio condotto su 25 topi, a cui è stata somministrata dell’Epicatechina pura per 15 giorni consecutivi. I risultati sono stati interessanti, i topi che assumevano Epicatechina, ma non svolgevano regolare attività fisica, risultavano avere le stesse perfomance dei topi che invece svolgevano attività fisica senza assumere la sostanza.

Naturalmente i risultati sono preliminari, dobbiamo aspettare uno studio condotto sull’uomo e non sull’animale, per cantare vittoria, ma se fosse confermato, il cioccolato aiuterebbe non solo a tenerci in forma, ma anche a rimanere più magri; a tal proposito ricordo che nel cioccolato fondente si trova una sostanza, la Teobromina, capace di ridurre il senso della fame. In conclusione riporto ancora un altro articolo, questa volta giapponese, che ha dimostrato come nei topi ipernutriti, bastava aggiungere del cioccolato alla dieta, per avere degli effetti dimagranti! Quest’azione sembra essere legata ad alcune proprietà del cioccolato, capaci di ridurre la trasformazione del cibo in grasso e di favorire l’utilizzo del grasso già esistente. Insomma, siamo vicini ad una dieta a base di cioccolato fondente?

Le telefonate che accusano il ministro Romano "Era al servizio di una lobby d'affari mafiosa"

L'ordinanza del gip che invia alle Camere, per autorizzarne l'utilizzo, 25 telefonate che riguardano il titolare dell'Agricoltura. C'era un "rapporto di stabile disponibilità" con il prestanome di Ciancimino. Che gli ordinava: "Devi far cambiare quella legge"di SALVO PALAZZOLO

PALERMO - C'era un "sistema affaristico-politico-mafioso" attorno alla società Gas, il gioiello di famiglia di don Vito Ciancimino, l'ex sindaco boss di Palermo. Questo ha scritto il gip Piergiorgio Morosini dopo aver letto le intercettazioni fra il principale prestanome dei Ciancimino, l'avvocato Gianni Lapis, e Saverio Romano, oggi ministro dell'Agricoltura. "Quei colloqui del settembre 2003-marzo 2004 sono rilevanti", ha deciso il giudice, dunque devono essere trasmessi alla Camera dei deputati, che dovrà autorizzarne l'utilizzazione. Era quanto chiedevano i pm Nino Di Matteo, Sergio Demontis e Paolo Guido, che da due anni ormai indagano su Saverio Romano per corruzione aggravata dall'aver favorito Cosa nostra. "Secondo l'accusa - ricorda il gip - Romano, nello svolgimento delle sue funzioni pubbliche, si sarebbe messo al servizio degli interessi delle predette società". Il ministro ha sempre negato di aver ricevuto soldi da Lapis o dal gruppo che rappresentava. Ha negato soprattutto di avere fatto favori all'insospettabile prestanome dei Ciancimino, che ufficialmente era solo un avvocato tributarista e docente universitario. Ma 25 intercettazioni sembrano dire diversamente. Il gip le ripercorre in un'ordinanza di 40 pagine, che si conclude in maniera pesante per il ministro: ha avuto un rapporto di "stabile disponibilità" con Lapis.
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Corteo degli indignati: bruciata una camionetta dei Carabinieri, decine i feriti

Corteo degli indignati: bruciata una camionetta dei Carabinieri, decine i feriti

Una ventina i feriti tra manifestanti, uno ha perso due dita.

ROMA - E' via via peggiorata la situazione a Roma, dopo i primi scontri durante il corteo degli "indignati". I black bloc si sono piano piano spinti a piazza San Giovanni, con la Polizia che non ha mosso un dito per impedirglielo, ma anzi li ha sospinti verso una piazza già piena di pacifici ed ignari manifestanti. Qui gli scontri sono diventati molto più violenti, con la Polizia che però non ha mai caricato i black bloc, limitandosi solo ad usare idranti contro i manifestanti e facendo fare ad alcuni mezzi un "carosello", girando in tondo abbastanza velocemente, mentre i black bloc lanciavano pietre. I manifestanti a poco a poco se ne sono andati, quando hanno visto avvicinarsi gli scontri. Verso le 17, un gruppo di manifestanti (almeno una cinquantina) hanno provato a fare da schermo, mettendosi tra i poliziotti e gli altri che stavano cercando di defluire (i black bloc si erano temporaneamente allontanati) con le braccia alzate e la bandiera della pace. Ma la Polizia ha effettuato contro di loro un paio di cariche di alleggerimento. Poi i black bloc sono tornati e hanno cominciato di nuovo a scagliare pietre contro i mezzi delle forze dell'ordine. Ad un certo punto, è stata vista una camionetta dei Carabinieri che si è fermata, ad una ventina di metri dai manifestanti. Dopo alcuni minuti si è visto scoppiare un incendio sotto al tetto della camionetta, che nessuno ha spento. Ma non ci sono state conseguenze, perchè i militari hanno abbandonato il mezzo. Tuttavia il bilancio è grave: un poliziotto ed un carabiniere sono stati feriti dal fitto lancio di sassi effettuato dai black bloc, mentre tra i manifestanti ci sono stati una ventina o una trentina di feriti, per lo più ad opera degli stessi black bloc. Il più grave è un manifestante appartenente a Sel, ferito gravemente alla mano destra, dove ha perso due dita. Secondo i testimoni, ha raccolto un petardo che i black bloc avevano lanciato in mezzo alla gente, tentando di rilanciarlo via, ma il fuoco d'artificio è esploso prima che ci riuscisse. In ogni caso, è stato peculiare il comportamento delle forze dell'ordine, che non hanno mai caricato a fondo i black bloc, nè ha mai cercato di fermarne nessuno, preferendo ritirarsi appena possibile. Tuttavia c'è una grave situazione denunciata da Giovanni Barbera, membro del Prc romano: "Ragazzi incappucciati che avevano hanno dato fuoco ad alcune auto e devastato alcuni locali di via cavour sono stati cacciati e malmenati dagli stessi manifestanti. La cosa anomala è che alcuni di loro si sarebbero rifugiati dietro i blindati delle forze dell'ordine in via dei Serpenti, da quanto riferiscono alcuni manifestanti presenti ai fatti. Li avrebbero fatti passare senza fermarli. Chiediamo che tali fatti siano accertati da chi ne ha la competenza . Se fossero veri sarebbero di una gravità inaudita e qualcuno ne dovrebbe rispondere pesantemente".

"Siamo indignati contro la violenza". In rete si scatena la rabbia dei pacifisti

(Adnkronos)
Roma, 15 ott. - (Adnkronos) - Sulle pagine di Facebook è tanta la rabbia dei giovani indignati pacifisti per gli episodi di violenza, scatenati durante la protesta dagli incappucciati. "Se questi sono gli indignati italiani io ne ho schifo" si legge sul social network aggiornato da continui post. E ancora altri commenti: "La cosa giusta sarebbe denunciare chi ferisce la causa con la violenza gratuita".

Anche su Twitter e altri siti web giovani condannano i violenti che durante la protesta hanno dato fuoco ad auto e blindati della polizia, preso a sassate forze dell'ordine e manifestanti, assaltato banche. "Avevano annunciato una manifestazione pacifica. Vergogna", "solo in Italia non è possibile lottare con giustizia", incalzano dalle pagine di Twitter. C'è chi si chiede chi pagherà i danni, causati alla città, mentre si protesta per una crisi che coinvolge il Paese intero, e i più sdegnati constatano che "oggi il movimento degli indignados è finito".

Strumenti

MA SI, FACCIAMOCI DEL MALE............. :-(

Berlusconi incassa la fiducia, ma è ancora quella degli Italiani?

La politica è prevedibile. Il disastro continua con l'affermazione della maggioranza che ottiene ancora una volta la fiducia. La sterile quanto miope politica dell'opposizione credeva forse in un miracolo! Non è questo che doveva esser fatto.

Gli italiani sono stati presi in giro per ben due volte, una dal governo, che nega i suoi misfatti e va avanti, e l'altra da un'opposizione, che tenta vie impercorribili. Ridicolo! Giocare sui numeri, aspettare il numero legale, sperare nella defezione di qualcuno. Berlusconi viene ancora una volta sottovalutato.
Era impensabile che il Premier non avesse "pensato" per tempo a costruire o verificare il numero delle sue forze in campo. E così è stato. La sola via, lo avevamo già scritto ieri, era (e sarebbe ancora) quella Istituzionale, attraverso l' intervento del presidente della Repubblica. Abbiamo anche motivato le nostre perplessità su quello che sarebbe stato (e sarebbe) un passo "non gradito" da parte del maggior partito dell'opposizione.
Rimaniamo così avvolti da pensieri onirici; altri sacrifici, altra incertezza, ancora contraddizioni e sofferenze per il cittadino italiano. Con 316 voti la nave corsara tiene la barra a dritta. C'è aria preoccupante in giro per il paese; domani gli Indignati italiani manifesteranno a Roma. Non è fuori luogo sperare che non avvengano disordini e lo sottolineiamo ancora una volta per esorcizzare questa possibilità. La violenza non dovrà prevalere, sia usata per protestare che in risposta a qualcosa di provocato. Non possiamo però nascondere le ragioni che questa folla umana in viaggio per la Capitale porta con sé. Le loro sono grida disperate, arrabbiate, e chiedono l'applicazione di una giustizia sociale.
Credono e invocano un mondo possibile, non facendo neppure mistero sul percorso alternativo che non si riscontra certamente nei provvedimenti presi dal governo sulla crisi. E' l'Italia di chi non vuole pagare un debito, definito pubblico, ma in realtà generato dal fallimento di un sistema socio-economico aggravato da una gestione amministrativa sulla quale viene doverosamente sospeso il giudizio.
Sono Cittadini stanchi di pagare sempre e per qualsiasi cosa. Anche domani si conteranno i numeri; ed anche se non ci troveremo nell'emiciclo Parlamentare, saranno numeri che potrebbero pesare.
Casa originale di questo articolo

Radicali, fiducia e voti. Io Segretario d’Aula alla Camera del PD vi spiego come è andata

La notizia è che Berlusconi perde 4 deputati della maggioranza e scende a quota 316 cosa che gli renderà ancora più impossibile governare fuori dai voti di fiducia.

Siccome però noi siamo la reincarnazione di Tafazzi il punto centrale del nostro dibattito (si fa per dire) è l'ennesima querelle con i radicali. Bene allora le cose stanno così: tutti noi sapevamo che l'impresa di far mancare il numero legale era un'impresa quasi impossibile.
Occorreva che al netto di tutte le defezioni dichiarate nella maggioranza, altri tre deputati non votassero la fiducia. Tutti sapevamo che gli unici tre che avrebbero potuto farlo (perché in numerose sedi avevano manifestato tale dubbio) erano Milo, Pisacane e Sardelli. Occorreva che tutti e tre non votassero la fiducia (non uno o due, ma tutti e tre). La sorte ha voluto che fosse sorteggiata per la chiama la lettera "S". Quindi dopo pochi minuti il primo ad essere chiamato è stato Sardelli che non ha votato. Ho sperato davvero che tra i tre ci fosse un accordo ed ho atteso il momento di Milo. Purtroppo Milo alla chiamata ha risposto votando "Sì". A quel punto a tutti coloro che conoscevano la situazione è stato chiaro che la partita era chiusa.
La chiama è andata avanti e, a pochi voti dalla fine della prima chiama, sono arrivati i radicali e poi le minoranze linguistiche che hanno votato no. Dopo il voto del primo radicale (Beltrandi) ci sono stati 17 deputati della maggioranza che hanno votato "Sì". Erano tutti deputati che certamente avrebbero votato sì, tra cui molti membri del governo.
Alla fine della prima chiama, sono entrato in Aula mi sono recato dagli uffici della Presidenza (che sono, ovviamente, neutri e che non contano a mano ma leggono il risultato elettronico i quali mi hanno comunicato l'esito del voto al termine della prima chiama: 322 votanti. 315 "sì" e 7 "no" (5 radicali e 2 minoranze linguistiche). Questo vuol dire che al termine della prima chiama la maggioranza aveva ottenuto il numero legale da sola a prescindere da coloro che avevano votato "no".
Nella seconda chiama un solo deputato si aggiunge a quelli che avevano votato nella prima chiama: Pisacane (irrilevante ai fini del numero legale) e così la maggioranza sale a 316. Questi sono i numeri ed i fatti veri, ufficiali.
Conosco i radicali. So perfettamente che se si riuniscono per decidere su una questione di tale importanza lo fanno ben consapevoli di cosa potrebbe comportare il loro voto, quindi sono certo che avrebbero votato (magari non tutti convinti) anche se invece fosse stato chiaro che il loro voto sarebbe stato determinante. Ritengo questa scelta come quella sulla fiducia a Romano una cazzata assoluta ma in questa come nell'altra occasione è evidente che la cazzata non è stata in alcun modo decisiva.
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CRISI: OBAMA TELEFONA A MERKEL PER SVILUPPI SU ZONA EURO

(ASCA-AFP) - Washington, 14 ott - Il presidente Usa Barack Obamaha avuto un colloquio telefonico con la cancelliera tedesca AngelaMerkel durante il quale sono stati affrontati gli ultimi sviluppi della crisi della zona euro. ''Il presidente e la cancelliera - spiega la casa Bianca in una nota - hanno discusso inoltre dei preparativi in corso per il summit G20 di Cannes e hanno concordato di mantenere uno stretto contatto in vista dell'appuntamento''. Intanto a Parigi, questo weekend, i ministri delle Finanze del G20 si vedranno per discutere della crisi dell'eurozona.

Indignati a Londra, blitz di Assange

La polizia impedisce al fondatore di Wikileaks di indossare una maschera. La folla urla il suo nome

MILANO - All'improvviso nel cuore della manifestazione degli indignati a Londra è comparso Julian Assange, il fondatore di Wikileaks. La piazza è esplosa in un urlo di gioia e lui si è piazzato sugli scalini della cattedrale di St Paul dove sembra che voglia tenere un discorso. La gente urla: «Assange, Assange!». La polizia però lo ha fermato che gli ha impedito di indossare una maschera. Inizialmente si era diffusa tra i partecipanti al corteo e tra coloro che stanno seguendo gli eventi attraverso i social network la notizia che Assange era stato arrestato. In realtà, ha precisato una dei suoi legali, Jen Robinson, Assange è stato fermato dalla polizia che gli ha impedito di indossare una maschera.

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http://www.corriere.it/esteri/11_ottobre_15/indignati-londra-assange_ba393646-f733-11e0-9ce3-b3213c3a5a87.shtml

Obama, dietrofront sulla riforma della sanità

Salta il piano per le cure a lungo termine: "Ormai è insostenibile"

L'amministrazione Obama è costretta a rinunciare a uno dei cardini della riforma della Sanità, il piano assicurativo "Community Living Assistance Services and Supports" (Class) per le cure a lungo termine: alla notizia danno grande risalto i quotidiani statunitensi, che parlano di "marcia indietro" e "battuta d'arresto" per una delle battaglie politiche su cui il presidente aveva scommesso di più. Il ministro della Sanità Kathleen Sebelius ha messo in evidenza alcune lacune che rendono impossibile la sostenibilità finanziaria del piano, fra le condizioni imprescindibili per la sua approvazione. In una lettera indirizzata al Congresso, l'ex governatrice del Kansas ha scritto che "in questo momento non si è trovato il modo per realizzare il Class" proprio perché il piano assicurativo è "insostenibile a livello finanziario". "Continueremo a lavorare perché le cose cambino" ha assicurato la vice di Sebelius, Kathy J. Greenlee. Il segretario della Sanità ha voluto comunque precisare che la sua decisione "non influirà sul resto della riforma" che punta a fornire una copertura sanitaria a oltre 30 milioni di americani che attualmente non sono assicurati. Il capogruppo dei Repubblicani al Senato, Mitch McConnell ha però valutato che il Class era "solo uno degli ingredienti insensati e insostenibili di una riforma insensata e insostenibile". Gli analisti hanno sempre espresso dubbi sulla sostenibilità del programma, pensato in origine per superare i limiti del sistema vigente che in molti casi impone oneri gravosi per l'assistenza sul lungo periodo di persone non autosufficienti, favorendone fra l'altro l'ospedalizzazione in luogo della 'home care'. In origine il piano doveva essere finanziato esclusivamente dai premi versati da qualsiasi lavoratore che vi volesse contribuire, senza alcun sostegno da parte del governo federale: con un contributo mensile di meno di 100 dollari i volontari avrebbero garantito benefici pari a 50 dollari al giorno per i bisognosi; dalle medicine ad altre cose necessarie come una sedia a rotelle. Se gli iscritti fossero stati pochi a fronte dei numerosi ammalati, però, sarebbe venuta a mancare l'autonomia finanziaria su cui il Class si reggeva.

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http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/424989/

Oggi manifestazioni in tutto il mondo

Oggi manifestazioni in tutto il mondo
Sono giorni di grandi mobilitazioni in tutto il mondo contro la crisi economica e le conseguenti misure antisociali adottate dai vari governi al di là del loro colore. In Spagna, luogo d’origine del movimento dei cosiddetti 'indignados', gli attivisti lanciano la mobilitazione in tutto il mondo: “Il 15 ottobre, noi cittadini e cittadine di tutto il mondo scenderemo in strada per manifestare l’indignazione per la perdita dei nostri diritti per mano dell’alleanza di grandi multinazionali e classe politica” dicono gli attivisti spagnoli che a Madrid si sono dati appuntamento per domani a Puerta del Sol mentre a Barcellona si incontreranno in Plaça de Catalunya. Contemporaneamente si sono moltiplicati i contatti con le realtà in mobilitazione in tutto il mondo, in modo particolare con il movimento degli “occupy Wall Street” negli Stati Uniti che in queste ore ha dovuto fronteggiare la minaccia di sgombero dal parco di Lower Manahattan in cui sono accampati da un mese. Parallelamente, ispirandosi al “15 Maggio” le piazze sono state occupate anche in Cile, Messico, Portogallo e tanti altri paesi. In Portogallo, la protesta sarà particolarmente animata anche a seguito delle misure previste nella manovra economica annunciata dal premier Pedro Passos Coelho, volta a soddisfare le richieste dell'Unione Europea a fronte dell'arrivo di cosiddetti 'aiuti' per ben 78 miliardi di euro. Un massacro economico per i cittadini portoghesi che dovranno rinunciare alla tredicesima, godranno di meno deduzioni fiscali rispetto al passato e vedranno l’innalzamento dell’Iva. A Bruxelles invece stanno confluendo, in queste ore, le carovane di attivisti partite da diversi paesi, anche dagli USA, per protestare domani davanti alla sede dell’Unione Europea. “Tutti i giorni - ha denunciato uno degli attivisti accampati a Bruxelles - teniamo assemblee pacifiche in vari punti della città. Quello che non ci spieghiamo è la reazione della polizia che negli scorsi giorni ha pestato una ragazza in Place de la Bourse". Contro il potere finanziario, il sistema bancario e le classi politiche gli attivisti inglesi hanno invece preannunciato un’azione ancora più incisiva: l’occupazione della borsa di Londra, azione che ha suscitato immediatamente l’approvazione di altre sigle come Uk Uncut, che a inizio anno ha occupato Fortnum & Mason per protestare contro l’evasione fiscale dei grandi gruppi finanziari.
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Siria: uccisi 10 agenti di sicurezza, terrorismo israelo-americano contrinua a colpire

Siria: uccisi 10 agenti di sicurezza, terrorismo israelo-americano contrinua a colpire

DAMASCO - Almeno dieci forze di sicurezza siriane sono rimaste uccise ed una decina ferite in un’imboscata tesa dai terroristi nella provincia nord-occidentale di Idlib. Lo riferisce l’agenzia SANA. La Siria e' colpita, negli ultimi mesi, da un'ondata di sanguinosi disordini che e' costata la vita a centinaia di persone tra civili e militari. Intanto le Monarchie del Golfo Persico hanno chiesto una riunione dei ministri degli Esteri arabi per contestare la lotta antiterroristica del governo del presidente Bashar al-Assad. Il Consiglio della cooperazione del Golfo Persico è ormai l'autentica ruota di scorta della politica americano-israeliana in Medio Oriente, assecondando tutti i disegni destabilizzanti riguardanti il Medio Oriente che servono direttamente gli interessi di Washington, indirettamente quelli di Tel Aviv, e contribuiscono ad accrescere il potere e le fortune delle dinastie che regnano con il pugno di ferro sui loro popoli.

Usa/ Iran: il falso complotto scatena un vero terremoto diplomatico

Usa/ Iran: il falso complotto scatena un vero terremoto diplomatico
L’Arabia Saudita e i Paesi arabi del Golfo Persico non devono cadere nella trappola ordita dagli Stati Uniti, perché qualsiasi attrito nelle relazioni tra i Paesi del Vicino Oriente va a vantaggio degli Usa e di Israele. È la posizione dell'Iran in risposta all’accusa lanciata dall’amministrazione Usa circa un presunto complotto di Teheran ai danni dell’ambasciatore saudita a Washington. “Speriamo che l’Arabia Saudita comprenda quali scopi stanno dietro a questa macchinazione”, ha dichiarato il viceministro degli Esteri iraniano, Ali Ahani, sottolineando che la “patetica sceneggiata” messa in piedi dalla Casa Bianca è “talmente goffa che persino i media e i circoli politici statunitensi vi assistono con sospetto”.

Stando al giornale La Rinascita in molti hanno sollevato dei dubbi sulla ricostruzione ufficiale e sull’effettivo coinvolgimento delle Guardie della Rivoluzione islamica (Pasdaran), facendo notare proprio le molte “ingenuità” commesse da un presunto attentatore. Tra queste, la decisione di contattare i narcos messicani, notoriamente infiltrati dall’antidroga e dall’intelligence di Washington, e l’aver pagato il sicario con dei bonifici bancari. “Sembra più una soap opera o la sceneggiatura di un buon film”, ha commentato Jose Reveles, autore di diversi saggi sulle bande di narcos, sottolineando come i cartelli della droga messicani non avrebbero mai organizzato un attacco così diretto al governo Usa – rischiando una dura rappresaglia – perché “andrebbe contro i loro interessi”.

L'infondata accusa ha comunque scatenato una nuova, feroce, offensiva diplomatica della Casa Bianca – con relativo inasprimento delle sanzioni – e causato un vero terremoto nelle relazioni tra Iran e Arabia Saudita. Dopo un’attesa di oltre 24 ore, in cui Riadh aveva mantenuto il silenzio sulla vicenda, l’agenzia ufficiale saudita Spa ha diffuso un comunicato in cui il governo condannava il “peccaminoso e abominevole” complotto iraniano e faceva i complimenti alle autorità statunitensi. “Ogni atto che tentano (gli iraniani ndr) subirà una risposta adatta da parte dell’Arabia Saudita”, ha calcato la mano il ministro degli esteri saudita, principe Saud al Faisal.

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http://italian.irib.ir/notizie/politica/item/97977-usa/-iran-il-falso-complotto-scatena-un-vero-terremoto-diplomatico

Yemen: polizia apre fuoco su manifestanti, 12 morti

Yemen: polizia apre fuocosu manifestanti, 12 morti
SANAA - Sono almeno 12 i manifestanti rimasti uccisi dopo che la polizia yemenita ha aperto il fuoco a Sanaa sulla folla che chiedeva le dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh. Le forze di sicurezza hanno usato munizioni vere, gas lacrimogeni e idranti per disperdere le centinaia di persone che dalla via Al Zubeiri, al confine tra le zone controllate dai due schieramenti, tentavano di raggiungere la centrale Piazza del cambiamento. Decine i feriti che sono stati portato in quattro ospedali della capitale .

Guida suprema: il governo americano e' piu' odiato nel mondo

Guida suprema: il governo americano e' piu' odiato nel mondo

KERMANSHAH - L'ultima campagna anti-iraniana, lanciata dagli Stati Uniti, mira a isolare la Repubblica islamica.

Ad affermarlo e la Guida suprema iraniana, l'ayatollah Khamenei, riferendosi all'accusa dell’amministrazione Usa su un presunto complotto di Teheran contro l’ambasciatore saudita a Washington.

"Dicono che vogliono isolare l'Iran ... ma loro stessi sono isolati ... oggi gli Stati Uniti sono il paese piu' odiato nel mondo", ha aggiunto il Leader in un discorso a Gilan-e Gharb, nella provincia occidentale di Kermanshah. L'Ayatollah Khamenei ha detto che il governo americano e' odiato da popoli in Iraq, Afghanistan, Tunisia, Egitto e persino in Europa.

Martedì scorso, il Dipartimento di Giustizia Usa ha accusato le Guardie della Rivoluzione islamica dell'Iran (Pasdaran) di voler pianificare un complotto ai danni dell'ambasciatore saudita Adel Al-Jubeir con l'aiuto di un cartello della droga messicano.

L'Iran l'ha categoricamente smentita definendola una pretesa ridicola che mira a distogliere l’attenzione dai movimenti di proteste contro Wall Street e dal fallimento degli Usa nel portare avanti le loro politiche di oppressione in Medio Oriente e nel mondo.

Afghanistan: attaccata base militare Usa nel Panjsher

Afghanistan: attaccata base militare Usa nel Panjsher

Kabul - La base del Gruppo di ricostruzione provinciale (PRT) della Nato, gestita dall'esercito americano, nel Panjsher, nella zona centrale dell'Afghanistan, e' stata attaccata oggi da un commando di militanti.

Almeno tre attentatori kamikaze sono rimasti uccisi e due guardie di sicurezza sono rimaste ferite, secondo quanto riporta la tv Tolo citando il capo della polizia della provincia, Mohammad Qasim Jangalbagh. La base è stata attaccata da quattro kamikaze arrivati davanti alla base a piedi e al volante di un veicolo 4X4. "L'esplosione ha ucciso due autisti afgani" che si trovavano davanti alla base per consegnare della benzina e "ferito due guardie" del Prt, ha precisato. Un portavoce della forza della Nato in Afghanistan ha confermato l'attacco ma non il bilancio fornito dalla polizia afghana.

Incappucciati padroni di San Giovanni Attacchi agli agenti, incendiato blindato

Brucia sede Difesa, crolla tetto. Assaltate banche, auto in fiamme. Tre feriti. Gli indignati contro i teppisti: tre bloccati e consegnati a forze ordine / Video - Foto - Diretta tv

Striscioni e manichini in piazza della Repubblica (foto Alessandro Di Meo - Ansa)

ROMA - Roma in preda al caos dopo gli incidenti scatenati da alcune centinaia di incappucciati nel grande corteo delle decine di migliaia di indignati partito poco prima delle 14 da piazza della Repubblica diretto a San Giovanni. Dopo un inizio pacifico, già alle 14,30 sono entrati in azione gli incappucciati, strappando e bruciando bandiere, assaltando banche e negozi, incendiando auto e un edificio della Difesa, il cui tetto è crollato. I gruppi di violenti si sono via via ingrossati, raggiungendo secondo la polizia le 500 unità. Le forze dell'ordine sono intervenute alla fine di un lungo percorso di devastazioni, su via Labicana. Da quel momento è stato un crescendo di scontri, con i violenti che hanno preso di fatto il controllo di piazza San Giovanni, attaccando le forze dell'ordine da tre fronti. Un blindato dei carabinieri è stato bloccato e dato alle fiamme. I due militari a bordo sono riusciti a fuggire prima che il mezzo venisse incendiato. Diversi i feriti, sia tra gli agenti che tra i manifestanti. Un militante di Sel ha perso due dita, colpito da una bomba carta. La massa degli indignati ha sostenuto l'azione delle forze dell'ordine, arrivando anche a bloccare e consegnare alcuni incappucciati. Guarda la diretta tv Il corteo è partito in anticipo perchè «piazza della Repubblica non ci conteneva tutti». «People of Europe: rise up», è lo striscione che apre il corteo, al grido di «Noi la crisi non la paghiamo». I primi a entrare in azione sono stati quattro manifestanti mascherati da Guy Fawkes, saliti sulla tettoia dell'hotel Atlantico, che con un fumogeno hanno dato fuoco a una bandiera italiana e a una europea, lanciando volantini con su scritto «È arrivata la rivoluzione precaria». Poco dopo sono scesi con una scala, lasciando un fumogeno acceso sulla tettoia dell'albergo. Poi un gruppo di incappucciati e a volto coperto ha sfondato la vetrata di una banca colpendola più volte con un cartello stradale. Subito dopo è stata sfondata la vetrina di un'altra banca e un supermercato è stato distrutto e saccheggiato, mentre una macchina è stata data alle fiamme. Incendiate pochi minuti dopo altre due auto. Incendiati cassonetti, mentre i violenti attaccano il distributore di benzina in fondo a via Cavour, su largo Corrado Ricci. Danneggiato lo sportello bancomat di un ufficio postale. Su via Cavour sono arrivati i vigili del fuoco per spegnere i roghi facendosi spazio tra i manifestanti, molti dei quali impauriti per le esplosioni dei serbatoi delle auto e per le colonne di fumo nero che si innalzano. I pompieri sono stati bersagliati con lancio di oggetti dai teppisti.

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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=166565&sez=HOME_ROMA

FRANCIA - Sequestrato sito web che informa sulle violenze della polizia

Il sito web Copwatch Nord-Ile-de-France, che vuole essere un punto di informazione per “lottare a favore della trasparenza e l'informazione contro le violenze, la repressione e l'impunita' dei poliziotti”, e' stato bloccato sui suoi sei fornitori di Internet sul territorio francese. Cosi' il tribunale di Parigi in una sentenza. E' stato il ministro dell'Interno, Claude Guèrant, a chiedere la censura di una dozzina di pagine che consentivano l'accesso a dati personali di alcuni poliziotti. Ma essendo tecnicamente impossibile procedervi, e' stato deciso di bloccare l'accesso a tutto il sito. Il blocco sara' mantenuto fintato che non sara' presa una decisione definitiva sulla denuncia del ministero dell'Interno per ingiurie e diffamazione verso funzionari di polizia e dell'amministrazione. Il sito e' gia' inaccessibile, ma in Rete ci sono gia' dei siti “mirror” (specchio) che lo ripropongono. Qui la vicenda di questo sito web raccontata dal quotidiano Le Monde: Copwatch, le site qui surveille la police, suscite l'ire de Guéant.

Indignati in piazza dall'Asia all'Europa A Londra fermato Julian Assange

Nella capitale britannica Scotland Yard blocca il fondatore di Wikileaks, proibendogli di indossare la maschera simbolo della rivolta. Cinquemila persone radunate a Berlino. Cortei anche a Francoforte, Madrid, Amsterdam e nelle principali città europee. Manifestazioni nelle capitali dell'Estremo oriente, davanti ai palazzi della borsa e delle banche centrali

ROMA - Wellington, Sydney, Tokyo, Manila, Taipei, Hong Kong. La sveglia del movimento degli indignati è suonata inizialmente dall'altra parte del pianeta con le mobilitazioni in Asia e Oceania. Solo alcune delle 951 città di 82 Paesi che hanno espresso la loro adesione alla manifestazione globale di oggi sul sito http://15october.net/ 1. Asia e Oceania. Nella città australiana quasi duemila persone, tra le quali rappresentanti degli aborigeni, partiti comunisti e organizzazioni sindacali, si sono date appuntamento fuori dalla banca centrale, obiettivo di molte delle contestazioni in tutto il mondo. Più ristretta la partecipazione per le strade di Tokyo dove alcune centinaia di cittadini hanno manifestato contro la gestione della crisi nucleare dopo l'incidente di Fukushima. Cortei anche a Taiwan dove i manifestanti si sono radunati di fronte al grattacielo Taipei 101, sede della borsa, cantando "Noi siamo il 99% di Taiwan", e a Hong Kong, nel distretto finanziario, dove almeno 500 persone si sono riunite per esprimere la propria rabbia contro gli eccessi e le disugualianze del capitalismo dei liberi mercati. Indignati in piazza anche a Manila, dove un piccolo gruppo di manifestanti si è diretto verso l'ambasciata degli Stati Uniti gridando "Abbasso l'imperialismo americano" e "Filippine non in vendita".
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