Le polizie iniziano a farlo per seguire le discussioni e sventare i possibili crimini. Ora devono nascere strumenti ad hoc
Ormai i social network sembrano essere diventati il fulcro di tutto. È da qui che si organizzano feste e rivolte, devastazioni e saccheggi. E così la polizia inglese e quella americana hanno iniziato a monitorarli con sempre maggiore attenzione.
GLI ULTIMI EVENTI – La scorsa settimana, il NY Daily News ha riportato la notizia che la polizia di New York ha iniziato a setacciare i social network per scoprire dove si tengono feste e raduni. In maniera tale da poter evitare disordini o, come avvenuto in Inghilterra, eventuali saccheggi ad abitazioni private. La scorsa domenica, invece, il Times ha rivelato che ai disordini scoppiati nel Regno Unito, la polizia ha iniziato ad utilizzare Social Mention, un popolare strumento per monitorare social network. Questo perché sembra proprio che i social network abbiano avuto un ruolo determinate nella rivolta londinese.
UNA NUOVA TENDENZA – Ad interrogarsi sul futuro di tutto ciò è stato Dominick Soar, sul blog di BrandWatch. Come ha sottolineato, questi sono solo due esempi, ma è facile capire come la tendenza in atto sia quella di monitorare costantemente i social network per trovare possibili criminali. Non a caso i reparti di polizia di tutto il mondo hanno cominciato a realizzare team ufficiali per coprire il monitoraggio dei social media. “Come i processi si raffineranno”, spiega, “strumenti come Social Mention certamente inizieranno a non essere più sufficienti e si dovranno avere strumenti creati ad hoc”.
ADEGUARSI – Soar, ovviamente, vede le cose dal proprio punto di vista (BrandWatch è anch’essa una società di monitoraggio), e si chiede se si riuscirà a sviluppare questi nuovi strumenti. “Oggi Brand Watch è progettato per monitorare i marchi, ma può essere usato anche per analizzare le principali tendenze e gli argomenti delle notizie”. Allora la domanda centrale: saprà essere efficiente anche per monitorare l’attività criminale?