venerdì 19 agosto 2011

Manovra, Rotondi: ''No allo scudo bis, via le province e dimezziamo le regioni''

Gianfranco Rotondi, ministro dell'Attuazione del programma di governo (Adnkronos)
Riforma pensioni e' tema sommerso dibattito su crisi, piu' tutela a famiglia

Roma, 19 ago. (Adnkronos) - ''Gli emendamenti toccano al Parlamento e io considererò con favore quelli favorevoli a politiche di difesa della famiglia''. Gianfranco Rotondi, ministro dell'Attuazione del programma di governo, prende spunto dal monito della Cei e torna a puntare i piedi per ottenere modifiche alla manovra a tutela della famiglia. Il leader democristiano del Pdl cita il politologo Gianfranco Miglio sottolineando che con l'abolizione totale delle province e con un notevole taglio delle Regioni ''le cose possono andare meglio di prima''.

In una intervista all'ADNKRONOS Rotondi glissa su un possibile riavvicinamento con Gianfranco Fini ma non chiude la porta a Pier Ferdinando Casini e precisa: '''Casini e Fini sono persone. La politica deve ritrovare linee conduttrici di carattere culturale e non personale. Il Pdl deve coltivare il popolarismo e se ci riuscirà, l'incontro con l'Udc sarà la conseguenza non la premessa di un nuovo corso''.

Il ministro taglia corto sull'ipotesi di uno scudo fiscale bis: ''E' una notizia di Ferragosto, una di quelle che spariranno dalla vista a settembre''. E sul tema delle pensioni, di fronte al veto della Lega, avverte: ''Sulla riforma previdenziale va detta una cosa chiara: è il vero tema sommerso del dibattito sulla crisi''. Poi interviene anche sulla vexata quaestio dei costi della politica, in particolare sui tagli al numero dei parlamentari, e non usa mezzi termini: ''Serve a mio avviso una riforma radicale''.

''La riduzione dei parlamentari - sottolinea Rotondi - è una ricetta come l'aspirina: la si dà quando non si sa che dire. Lo ripeto, dobbiamo riformare in maniera radicale senza sconti a nessuno''. E rilancia la proposta lanciata dal governatore della Lombardia, Roberto Formigoni: ''Condivido la sua idea didimezzare le regioni''.

Il ministro non ha dubbi: ''Lo stesso attacco alla casta è uno strumento di guerra preparato scientificamente dalla stampa vicina ai poteri forti. L'obiettivo è separare la classe politica dalla stima degli elettori. Quando i politici parranno a tutti solo dei magiapane a tradimento, allora sarà facile per un governo tecnico imporre la tabella di marcia economica e sociale che lor signori hanno in mente''. Rotondi insiste sul tema delle province: ''La pensava già così Miglio e prima ancora la Fondazione Agnelli. Senza le province e con otto regioni andrà tutto meglio''.

Poi torna sulle famiglie: ''E' importante introdurre il fattore famiglia nel calcolo dei doveri fiscali eccezionali in modo che il principio entri pienamente nella riforma della fiscalità ordinaria''.

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