Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
martedì 26 aprile 2011
Avvocato Stato: "I poteri del premier sono stati lesi dai giudici di Milano"
“Elettori, telefonate a Mastella!”
Bossi sventola la bandiera arcobaleno
“Voteremo contro” l’ampliamento della missione annuncia il Senatur, che contesta “non si fa così. Poi ci toccherà anche ricostruire”
Silvio Berlusconi e Umberto Bossi si incontreranno a breve, domani, ma più probabilmente giovedì, a Roma. Un colloquio per stemperare le “tensioni” tra Lega e premier sul via libera ai “raid mirati” annunciato dallo stesso premier. Perché se con Bossi sarà pure “tutto a posto”, come ha assicurato il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi oggi ai cronisti che lo incalzavano sul ‘No’ leghista in Consiglio dei ministri sui bombardamenti italiani in Libia, un chiarimento tra i vertici del Carroccio e Berlusconi è dato per certo.
“NO” - A Via Bellerio oggi non si nascondevano “tensioni” su come è stata gestita una vicenda sulla quale la Lega porterà la sua posizione contraria nel prossimo Consiglio dei ministri, che si terrà probabilmente giovedì. ‘Le guerre non si fanno e comunque non si annunciano cosi”: lo aveva detto Umberto Bossi, conversando con l’Ansa, a proposito delle dichiarazioni del premier Berlusconi. ‘Berlusconi dira’ pure che Gheddafi ci riempie di clandestini – ha aggiunto il leader della Lega – ma io dico che non sono d’accordo sui bombardamenti’. ‘Gli americani se vogliano bombardare facciano loro – ha concluso il ministro per le Riforme – E dobbiamo pensare, oltretutto, che se andiamo a bombardare poi ci toccherebbe pure ricostruire…’.
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http://www.giornalettismo.com/archives/122856/bossi-sventola-la-bandiera-arcobaleno/
I lettori del Giornale contro Berlusconi: “No alla guerra in Libia”
Il Senatur contesta apertamente l’intervento contro Gheddafi, e sul sito del quotidiano di Sallusti i commentatori del partito di Governo sembrano dargli ragione
Non c’è pace per Silvio Berlusconi: non bastavano il summit francese, i problemi giudiziari e quelli referendari. Ci si è messo anche Umberto Bossi: oggi l’alleato scalpitante del Premier ha infattimostrato tutto il suo dissenso nei confronti dell’intervento armato in Libia annunciato dal Governo, che indica un impegno sicuramente maggiore rispetto a quello annunciato all’inizio dell’operazione Gheddafi. E non solo: stando alle opinioni più diffuse fra i commentatori de Il Giornale, organo di riferimento del Silvio pensiero, anche gran parte dei suoi elettori giudicherebbe sbagliato il voltafaccia odierno.
LODI - “a parte la disapprovazione a Berlusconi, che potete benissimo censurare, tanto non ne mancano nel vasto vivo e vegeto popolo della libertà, il mio plauso va alla LegaNord e perfino a quel bischerone di Calderoli. Pensiero semplice e chiaro, duro e soprattuto puro. Come dire: è più facile che un cammello entri nel regno dei cieli che un ricco signore passi per la cruna di un ago… “, “Berlusconi, NO NO NO , niente guerra, è il trucco Napolitano delle 3 carte fatto ad arte da chi ti vuole in disparte !!! Dialogare con Putin per DIPLOMATICARE l’affaire Libia …. !!!Rgds., Lu mazzica”, “una sola parola vergogna.Noi non dovevamo entrare in questa guerra per più motivi.E abbiamo anche capito che la nostra costituzione non conta niente perchè può essere invalidata da una decisione dell’onu.La nostra è una costituzione sotto tutela.Cari appartenenti al popolo viola e soci trovatevi un altro lavoro.Forse questa è l’unica cosa buona di tutta questa faccenda. “, “Bombardare la Libia? Un motivo in più per vergognarmi di essere italiano. Mah, povera italietta. ” Sono solo alcuni dei commenti al vetriolo che è possibile leggere oggi sul Giornale circa la posizione di Berlusconi, contestata da Bossi.
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Faccia a faccia Berlusconi e Sarkozy "Cambieremo Schengen insieme"
Dopo le tensioni delle passate settimane, oggi il summit italo-francese. Il premier: "Dalla Libia agli immigrati, convergenza su tutti i temi". Lettera congiunta ai vertici dell'Ue. Al centro dei colloqui anche il caso Parmalat. Da Parigi ok per Draghi alla Bce
Ciancimino sarà ascoltato il 10 maggio Il pm: "Commissione? Nostre carte in regola"
Messineo: "Riteniamo di aver operato nei limiti della legge e per finalità che fanno parte dell'inchiesta in corso".
Arrestato deputato regionale Mpa per truffa e associazione a delinquere
Pantelleria: l'Italia regala il petrolio a chi la distruggerà
Tra poco cominceranno le trivellazioni della Transunion.
PANTELLERIA (TRAPANI) - Mancano pochi giorni all'inizio delle operazioni di trivellazione che la società petrolifera americana Transunion farà 27 chilometri al largo di Pozzallo alla ricerca del petrolio che dovrebbe esserci sotto il fondale marino. L'Audax invece in estate dovrebbe cominciare a trivellare 13 chilometri al largo di Pantelleria. Lo stesso farà la Northern Petroleum, non lontano dalle isole Egadi. Lo scorso 26 agosto era stato varato dal governo il cosiddetto "decreto antitrivellazioni", che però è limitato a 12 chilometri dalle coste. Quindi tutte le società si appostano con le loro piattaforme petrolifere appena fuori da questo limite. Anche perchè in Italia è il regno dei petrolieri: estrarre, non costa quasi niente. Fino a 50 mila tonnellate di petrolio le royalities sono zero; oltre questa quantità, si paga il 4%. Per fare qualche paragone, in Alaska si paga il 50%, in canada il 60%, in Russia l'80%, in Libia l'85%. Se si applicasse una royalty decente sull'estrazione, lo stato italiano potrebbe cancellare il debito pubblico nel giro di pochi anni. Anche perchè, chi controlla quanto petrolio è stato estratto? CI si basa su autocertificazioni; e si sa quanto valgono, soprattutto in Italia. Quello che però è certo è il livello di distruzione dell'ambiente che queste trivelle e le piattaforme petrolifere creano. Ma il governo italiano negli ultimi anni ha distribuito permessi a destra e a manca. Le conseguenze saranno facilmente prevedibili.
Incontro Berlusconi-Sarkozy: "Nessun problema, risolto tutto"
Berlusconi: "Colpa della sinistra l'attacco alla Libia".
Libia, Emergency se ne va: "Massacri di civili, i feriti sono bersagli"
Berlusconi: "A Bossi ci penso io, sui bombardamenti".
Nucleare, premier: è il futuro. Moratoria perché il referendum l'avrebbe fermato
Antitrust: multa da 200.000 euro a Rti per servizi Mediaset Premium
Francia: dipendente Telecom si da fuoco nel parcheggio ufficio
Quale liberazione?
Libia: scomparsa Imam Musa Sadr, trovato morto giornalista inchiesta Fausto Biefeni Olevano
Lo storico errore dell’Italia: sì ai bombardamenti in Libia
L’Italia, non bisogna dimenticarlo, è il paese che ha colonizzato la Libia. In altre parole, se quando si parla di Risorgimento e Unità d’Italia gli italiani ricordano i colonizzatori austriaci e la guerra condotto contro di loro, nel pensiero di ogni libico, quando si pensa ad Omar Mukhtar, il loro Garibaldi, è inevitabile ricordarsi anche dei nemici, i colonialisti, gli invasori, gli italiani.
Finora, l’Italia, aveva già messo in mostra una politica fin troppo camaleontina. Pensare che lo spazio di tempo tra la telefonata di Berlusconi a Gheddafi e il riconoscimento del Consiglio transitorio libico è stato solo di un mese. Cioè nel giro di un mese un amico, a cui baciavi pure la mano, diventa un nemico che arrivi persino a negare.
Nonostante ciò, però, quel non voler bombardare direttamente, era un minimo di speranza per il futuro, per poter dire un domani che si era costretti e che l’Italia non ha niente contro la gente in Libia e che l’Italia non era in grado di non dare le basi alla Nato. Insomma si poteva giustificare in qualche modo la politica dell’Italia, ma ora?
Gli italiani, potranno dire ai bambini libici, che saranno grandi domani, che erano “costretti” a sganciare le loro bombe all’uranio impoverito sulla gente, bombe che faranno morire di cancro per secoli quella gente e le faranno avere bambini malformati?
Quando la guerra sarà finita, qualunque sia l’esito, cosa penserà il popolo libico. “Grazie agli italiani che ci hanno bombardato così bene”?
Ma poi purtroppo, c’è una lunga esperienza su casi come questi. Oggi gli iraqeni amano gli americani? Nossignore, li odiano a morte. Eppure gli americani li hanno liberati da Saddam. Ma la gente preferiva l’ingiustizia di Saddam ad Abu Ghraib, a Blackwater, ai milioni di morti, all’uranio impoverito di Falluja.
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Libia, Berlusconi: sì ai bombardamenti No della Lega, il governo si spacca
Il premier telefona a Obama: ok a raid mirati. Calderoli: non con il mio voto. Fli: si apre crisi di governo.
Vertice Italia-Francia a Roma, al centro la questione immigrati
Sarkozy incontrerà Berlusconi. Nell'incontro si discuterà anche di Libia e della scalata di Lactalis su Parmalat.
Roma, 26 apr. (TMNews) - Immigrazione, Libia, nucleare e gli acquisti francesi di aziende italiane. Saranno questi i temi caldi del vertice Italia-Francia che si terrà oggi a Roma. Il formato del tradizionale summit intergovernativo italo-francese di primavera è stato ridotto quest'anno a tre ministri, oltre ai capi di Stato e di governo: Esteri, Interni ed Economia. A fare gli onori di casa a villa Madama ci saranno quindi il premier Silvio Berlusconi, Franco Frattini, Roberto Maroni e Giulio Tremonti. La delegazione francese sarà composta dal presidente Nicolas Sarkozy, il primo ministro Francois Fillon, il capo della diplomazia Alain Juppé, il titolare degli Interni Claude Gueant e il ministro dell'Economia Christine Lagarde. Eliminati i "fronzoli" di memorandum d'intesa o accordi su questioni minori, si tratterà di un confronto più snello e diretto sui temi prioritari per entrambe le capitali. Prima dei faccia a faccia fra omologhi, e poi una sessione plenaria. Obiettivo: una lettera congiunta firmata da Sarkozy e Berlusconi alle istituzioni europee sul tema dell'immigrazione, in vista dell'importante Consiglio europeo del 24 giugno; e una dichiarazione congiunta dei due governi sui principi comuni che ispirano la politica estera in Libia e verso il Mediterraneo. Punto centrale del vertice è infatti l'immigrazione: sul flusso di migranti dal nord Africa andrà trovato un accordo definitivo sugli attraversamenti del confine italo-francese degli immigrati tunisini con i permessi temporanei, tenendo conto che dopo la £crisi di Ventimiglia£ le tensioni tra i due paesi si sono "molto stemperate" fanno notare dal Viminale. Oltre a ciò, andranno definiti i particolari del pattugliamento congiunto aereo-navale davanti le coste della Tunisia, previsto dall'intesa fra i ministri degli Interni Maroni e Gueant lo scorso 8 aprile a Milano ma ancora non operativo; infine bisognerà stabilire il ruolo dell'Italia nel programma di rimpatrio dei tunisini, cui scadrà il permesso mentre si trovano in territorio francese: la competenza è naturalmente di Parigi, ma Maroni si è impegnato a fornire in ambito Ue il sostegno di Roma.
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http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/20110426_072619.shtml
USA-CINA: "G2" ECONOMICO IL 9 E 10 MAGGIO A WASHINGTON
SIRIA: AMBASCIATA USA FA PARTIRE PERSONALE NON ESSENZIALE
L'ITALIA BOMBARDERA' LA LIBIA FRATTINI: NON SERVE ALCUN VOTO
Berlusconi e il pressing di Obama "A Bossi glielo spiego io"
Il Cavaliere dopo il colloquio telefonico con il capo della Casa Bianca. "Dirò a Umberto che non potevamo più tirarci indietro". Il premier avrebbe voluto schierare gli aerei senza pilota, ma sono schierati in Afghanistan. La decisione italiana potrebbe aiutare il governo nella trattativa con la Francia
di FRANCESCO BEI