martedì 26 aprile 2011

Berlusconi e il pressing di Obama "A Bossi glielo spiego io"

Il Cavaliere dopo il colloquio telefonico con il capo della Casa Bianca. "Dirò a Umberto che non potevamo più tirarci indietro". Il premier avrebbe voluto schierare gli aerei senza pilota, ma sono schierati in Afghanistan. La decisione italiana potrebbe aiutare il governo nella trattativa con la Francia

di FRANCESCO BEI
"A BOSSI spiegherò che non potevamo più tirarci indietro. Ma non cambia nulla nella nostra missione, attaccheremo solo carri armati e postazioni di artiglieria". Grande è l'imbarazzo del premier. Il presidente del Consiglio è alle prese con un cambiamento di linea reso ancor più clamoroso dallo strappo del Carroccio. Eppure anche stavolta il Cavaliere è convinto di poter ricondurre a più miti consigli l'alleato: "Mi hanno spiegato - ha riferito il Cavaliere a chi lo ha cercato ieri in Sardegna - che non occorre un nuovo voto del Parlamento, dunque non ci sarà nessuna spaccatura tra noi e la Lega come spera l'opposizione".
Eppure il premier resta molto preoccupato per una escalation che, fino all'ultimo, ha tentato di evitare. Del resto era stato lui stesso, non più tardi di dieci giorni fa, a far presente che "considerata la nostra posizione geografica ed il nostro passato coloniale non sarebbe comprensibile un maggior impegno militare". Quando invece ha compreso che sarebbe stato impossibile resistere alle pressioni congiunte della Nato, degli americani, degli inglesi e dei francesi, Berlusconi ha provato a chiedere che fossero impiegati per i bombardamenti italiani solo droni senza equipaggio, per evitare almeno un altro caso Cocciolone. "Pensate - ha detto- cosa potrebbe accadere se un pilota italiano finisse in mano ai libici?".
Continua ...

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