Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
sabato 26 marzo 2011
Londra, in 300mila contro i tagli violenti scontri, città bloccata
Sclerosi multipla. I neurologi contro la Ccsvi: “non operatevi”
Radunata a convegno, la casta dei neurologi ha posto il suo niet. La tavola rotonda dei neurologi ha detto no a Zamboni: “è un Di Bella”, “non c’è da fidarsi”. E ancora: “nessun legame della sclerosi multipla con la Ccsvi”. Sprezzanti. Per un attimo lasciano svanire le migliaia di straordinarietestimonianze di malati guariti dalla Ccsvi.
Benefici, miglioramenti dei sintomi disabilitanti, la memoria che torna, la spossatezza che si riduce, sulla carta scientifica dei neurologi sono dunque zero. Il lancio AGI di ieri è un colpo durissimo per la ricerca del Prof. Zamboni:
“Il gruppo di Studio Sclerosi Multipla della società italiana di neurologia ribadisce che non esiste, ad oggi, alcuna indicazione a sottoporsi ad intervento chirurgico per correggere una Ccsvi, proprio perché il rapporto tra Ccsvi e SM non è certo”. Ancora: “In assenza di procedure diagnostiche standardizzate e di chiara dimostrazione di un rapporto tra CCSVI e SM, non e’ in alcun modo indicata la correzione chirurgica anche in caso di anomalie documentate del sistema venoso, dal momento che le stesse anomalie possono essere presenti anche in persone sane e in altre malattie neurologiche”.
Dunque, se il metodo Zamboni fosse anche solo un semplice rimedio, quello senza medicinali, il rimedio che funziona, che dà sollievo: lasciate ogni speranza voi che entrate. No. La neurologia si oppone a questa ingerenza, al sacrilegio dei medici vascolari. Ognuno vada per la sua strada e al diavolol’interdisciplinarità prospettata da Zamboni e dalla sua équipe.
L’interesse - cui converge anche il dovere - dei neurologi di sapere se il proprio paziente abbia o meno le vene otturate, è irrilevante. Anzi le vene otturate non contano proprio nulla. Siamo al confine con l’assurdo.
Il metodo diagnostico c’è, approvato all’unanimità da una folta comunità scientifica. L’ecodoppler constata le stenosi nel 90% dei casi.
L’interrogativo della scienza deve invece porsi scevro da scrupoli di casta. Se c’è una malattia, essa non va curata? Se le vene sono occluse anche nei soggetti sani, questi soggetti con il tempo non potrebbero sviluppare malattie neurologiche? I malati andranno ugualmente all’estero a farsi operare nelle mani di chissà chi, con quale rischio? La pena grava anche su quella responsabilità “politica” - di Governo - che “nega” il via libera a un protocollo diagnostico e di cura della malattia; e in ciò la cura delle stenosi, per ovvietà oggettiva, dovrebbe prescindere dalla sclerosi multipla.
Quella “responsabilità politica” che deve garantire non vi siano interessi delle case farmaceutiche che configgano con il metodo Zamboni. E’ quanto sollevato oggi dal Pd in parlamento: “una ricerca non profit che si scontra con un interesse, un mercato che nei paesi progrediti è di un miliardo di euro al mese. Capite che ritardare di un mese rende un miliardo…”. Allora, il giro d’affari sui malati di sclerosi multipla, “capite” non è proprio un calcioinculo. La senatrice Poretti al portavoce del ministro Fazio ha risposto chiaramente sull’esposizione di un non troppo “rigoroso” comunicato del Consiglio Superiore di Sanità, nei riguardi della Ccsvi: “E’ inaccettabile che la ricerca possa essere ostacolata, o fuorviata, da dati rilevati in modo non rigoroso”. Pur avendo il ministero riconosciuto la necessità di una ricerca sul campo del metodo Zamboni, i suoi dati infatti non erano aggiornati per il question time programmato. “Evidenze basilari sulla CCSVI sono state sottostimate” ed “è stato presentato un articolo di opinione scambiandolo per uno studio safety”, così la Fondazione Hilarescere per la ricerca sulla CCSVI.
La Svizzera ci chiede di arrestare un boss mafioso, ma l’Italia non si muove
Un esponente della ‘Ndrangheta rimane a piede libero per un mandato di cattura non completo.
A inizio marzo la polizia italiana ha concluso un’importante operazione contro la malavitacalabrese, denominata “Il Crimine 2″. 41 arrestati, tra i quali importanti esponenti delle ‘ndrine calabresi. Colpite anche cellule attive all’estero, in Germania, Australia e Canada. Anche un capo mafia residente inSvizzera avrebbe dovuto essere arrestato, ma le autorità elvetiche non hanno eseguito il fermo perchè nell’ordine di cattura mancava il capo di imputazione. Da allora l’Ufficio di Giustizia federale chiede alle autorità italiane di inviare di nuovo il mandato di arresto in modo corretto, così da poter fermare il pericoloso criminale. Il più venduto quotidiano della Svizzera lancia un appello.
OPERAZIONE FERMATA AL CONFINE - A inizio mese l’operazione Il Crimine 2 si è bloccato nella Confederazione Elvetica. Ecco come riportava la stampa svizzera l’episodio.
L’Ufficio federale di giustizia (UFG) ha respinto il 7 marzo la richiesta italiana di arrestare un presunto membro della ‘ndrangheta in Svizzera. Le prove fornite erano vaghe e insufficienti, aveva dichiarato il suo portavoce Folco Galli.
Nella richiesta non era chiaro che cosa si rimproverasse concretamente alla persona in questione, ha detto Galli, interpellato su dichiarazioni del procuratore di Reggio Calabria Giuseppe Pignatone: il magistrato ha detto alla radiosvizzerotedesca DRS di aver trasmesso un mandato d’arresto internazionale a Berna, che però non ha reagito. La magistratura italiana può completare la sua richiesta in qualsiasi momento, ha aggiunto Galli. Riferendo sull’operazione Crimine 2 con 41 mandati d’arresto complessivi condotta ieri in Italia, Germania, Canada e Australia contro esponenti della mafia calabrese, la stampa della Penisola ha parlato anche di un presunto clan della ‘ndrangheta nelcanton Turgovia, a Frauenfeld. La Procura cantonale ha indicato oggi di non sapere nulla dell’indagine. Christoph Greminger, portavoce della polizia cantonale, ha detto all’ATS che non ci sono indizi di presenze mafiose sul territorio cantonale.
Continua ...
Siria: spari a Latakia, sette morti
Siria: centinaia in piazza a Latakia, incendiate sedi partito Baath
Lampedusa, bimbo nasce su un barcone. Scoppia la polemica sui soldi ai rimpatriati
Germania: da Fukushima tracce iodio radioattivo nella Foresta Nera
Un po' di menzogne sulla guerra di Libia
Giappone, l’emergenza nucleare e la fuga dei militari Usa
Raid israeliano a Gaza, distrutta la fabbrica di bevande
Egitto: giunta militare vuole legge vieta-proteste, sdegno popolare
Libia, uranio impoverito nei missili Usa e Gb
Libia, uranio impoverito nei missili Usa e Gb
di Luca Galassi 21/03/2011
MONSIGNOR MASSONE
Gianni Mattioli: i danni biologici delle radiazioni
- di Marco Pagani -
Ieri ho avuto il piacere e l’onore di ascoltare parlare Gianni Mattioli, vero scienziato e veroambientalista, a proposito dei problemi del nucleare.
Ascoltarlo è stato entusiasmante, da far tornare la voglia di iscriversi all’università…
Qui potete vedere la prima parte del suo discorso sui danni biologici da radiazione. Seguiranno le altre. Meritano di essere seguite con attenzione per la loro chiarezza.
Guarda i video ...
http://informarexresistere.fr/gianni-mattioli-i-danni-biologici-delle-radiazioni.html