Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
sabato 2 aprile 2011
Manduria: fuga in massa da tendopoli
Caso Majorana, il nipote: ''La riapertura del caso? Sono scettico dopo 73 anni''
Libia, i ribelli: "Ripresa Brega" Raid Nato fa 15 vittime 'amiche'
Roma, 2 aprile 2011 - Sul terreno gli insorti libici sono tornati ad avanzare mentre la Nato ha aperto un’inchiesta sul raid di ieri che avrebbe fatto almeno 15 vittime “amiche” tra insorti e civili. Dopo tre giorni di intensi combattimenti, i ribelli libici hanno annunciato la riconquista di Marsa el-Brega, città strategica situata a metà strada tra Bengasi e Sirte. A lungo le sorti della battaglia sono rimaste incerte, a causa dei continui rovesciamenti di fronte: la ripresa dei raid aerei della coalizione multinazionale sembra aver favorito la vittoria degli insorti fra le cui fila si contano una decina di morti.
Anche se finora non ci sono state conferme da parte di fonti indipendenti, numerosi abitanti di Brega contattati telefonicamente sono stati concordi nel riferire che dalla mattinata gli scontri sono sostanzialmente cessati e che l’unico rumore era quello dei motori degli aerei alleati in volo sulla città, senza più esplosioni nè boati delle artiglieri pesanti. A detta dei testimoni, i rivoltosi avrebbero ormai riassunto il controllo del centro urbano, e starebbero adesso dando la caccia ai cecchini lealisti, tuttora in grado di colpire.
Fonti giornalistiche presenti sul posto hanno raccontato di aver visto i cadaveri di almeno sette soldati governativi sulla strada che porta al sobborgo di Nuova Brega, alla periferia est della città. Accanto vi erano le carcasse annerite di una decina di veicoli militari distrutti, in mezzo alle quali campeggiava un vasto cratere, largo circa 5 metri e profondo 2, la cui presenza permette di dedurre che si tratti del risultato di un bombardamento alleato notturno.
L’Italia ha già perso la sua guerra di Libia
Dopo aver celebrato in sordina il Centocinquantenario dell’Unità, il Governo italiano ha scelto d’aggiungere ai festeggiamenti uno strascico molto particolare: una guerra in Libia.
Un conflitto che sa tanto di amarcord: la Libia la conquistò Giolitti nel 1911, la “pacificò” Mussolini nel primo dopoguerra, e fu il principale fronte italiano durante la Seconda Guerra Mondiale. Questa volta, però, le motivazioni sono molto diverse.
Sgombriamo subito il campo da ogni dubbio: solo uno sprovveduto potrebbe pensare che l’imminente attacco di alcuni paesi della NATO alla Libia sia davvero motivato da preoccupazioni “umanitarie”. Gheddafi, certo, è un dittatore inclemente coi suoi avversari. Ma non è più feroce di molti suoi omologhi dei paesi arabi, alcuni già scalzati dal potere (Ben Alì e Mubarak), altri ancora in sella ed anzi intenti a soffiare sul fuoco della guerra (gli autocrati della Penisola Arabica).
L’asserzione dell’ex vice-ambasciatore libico all’ONU, passato coi ribelli, secondo cui sarebbe in atto un «genocidio», rappresenta un’evidente boutade. È possibile ed anzi probabile che Gheddafi abbia represso le prime manifestazioni contro di lui (come fatto da tutti gli altri governanti arabi), ma l’idea che abbia impiegato bombardamenti aerei (!) per disperdere cortei pacifici è tanto incredibile che quasi sarebbe superflua la smentita dei militari russi (che hanno monitorato gli eventi dai loro satelliti-spia).
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Wikileaks: Usa hanno voluto reintroduzione nucleare in Italia
ROMA - L'ennesimo cable di Wikileaks riguarda il testo di un accordo bilaterale, 'Partnership Globale sull’Energia Nucleare-GNEP', firmato nel dicembre del 2007 dall'allora Ministro per lo Sviluppo Economico Pierluigi Bersani e dal Segretario dell'Energia degli Stati Uniti d'America Bodman, nel quale si programma e si mette nero su bianco la cooperazione nucleare tra Italia e Usa. Nel cable (firmato dall'ex Amabasciatore Usa a Roma Ronald Spogli) si riporta come l'attuale Segretario del PD Bersani si impegni, e impegni il nostro paese, a riprendere la strada del nucleare, e arrivi a minimizzare il risultato del Referendum sul nucleare del 1987, sostenendo che "Il risultato de Referendum non esclude l'Italia dalla generazione di energia nucleare, l'ha solo sospesa”. Infine, come riporta il cable, Bersani al momento della firma dell'agreement sostiene che l'accordo GNEP "può giocare un ruolo importante nel modificare gli atteggiamenti italiani nei confronti dell’energia nucleare".
Giappone, falla nei reattori di Fukushima acqua altamente radioattiva in mare
Per la prima volta il premier giapponese in visita nelle zone colpite dal terremoto. Bilancio ufficiale: 11.828 morti.
Montezemolo pronto a scendere in politica ma l'Udc già sospetta
Casini: Non faccia tatticismi come i peggiori politici e si muova senza remore. Lui: Serve quadra, non credo a one man show.
Roma, 2 apr. (TMNews) - Dopo l'annuncio della "tentazione di scendere in politica" Luca Cordero di Montezemolo ha voluto rispondere a chi ieri lo ha liquidato con un "tanto lo dice sempre". Sulle pagine del mensile Max, infatti, ha cominciato a svelare il suo programma, partendo da un "must" che lo ha accompagnato per tutta la sua carriera, dalla direzione sportiva della Ferrari fino alle presidenze di Fiat e Confindustria: "Niente one man show, serve una squadra".
Poi, la lista dei "to do": niente quote rosa nei cda delle aziende, perchè "la meritocrazia non è nè rosa nè azzurra", promozione del lavoro femminile, fare squadra anche nel mondo, o almeno in Europa. "Ci vuole una politica estera europea, una politica economica comune, una politica commerciale. Gran parte delle cose buone che si sono fatte in Italia le dobbiamo all'Europa. Io stesso ne sono un testimone grazie alla liberalizzazione del trasporto ferroviario". Per ultimo, il pallino di ogni imprenditore: per fare le cose ci vogliono i soldi. "L'Italia ha tre grandi tesori: il sistema industriale, il turismo, la cultura. Prima di tagliare cultura, ricerca e scuola - ha annunciato il "candidato Montezemolo" - vorrei tagli ai costi della politica".
Una ricetta, quella di Montezemolo, guardata con un po' di sospetto da parte dell'Udc di Pier Ferdinando Casini. "Montezemolo - ha detto Casini a Torino, città a cui Montezemolo è legatissimo - la smetta di fare vecchi tatticismi come i peggiori politici. Scenda in campo e si muova senza remore", perchè in Italia, ha rincarato, "c'è una situazione di degrado e non possiamo rimanere fermi". Più aperto pare invece il segretario dell'Udc, Lorenzo Cesa: "Ben venga - afferma - che gente come Montezemolo partecipi alla vita politica".
Chiaiano, rifiuti, Affari Interni. Politica funzionante alla mafia
Partiamo dai dati di fatto, dalle certezze matematiche, le stesse certezze che in manierainequivocabile pongono con le spalle al muro i responsabili dei gravi fatti avvenuti in Campania a riguardo della gestione dei rifiuti. Discarica diChiaiano: nuove perquisizioni e sequestri effettuati dai Carabinieri del Noe nell’ambito di un inchiesta della Direzione Distrettuale Antimafia nella gestione dell’impianto. L'asse politico-mafioso-imprenditoriale. Lo stesso asse che comanda e pilota tutta la filiera dei rifiuti in Campania. Un sodalizio criminale che ha goduto per decenni sia di una vasta visibilità, spiattellata e raccontata da tutti i massmedia, sia della protezione dei governi, locali e nazionali. Nessun fatto è sconosciuto e tutte le più autorevoli firme se ne sono occupate: da Saviano, allaCapacchione, alle incursioni di Report e via discorrendo. Cosa ha quindi impedito alle procure e ai tribunali di condannare in via definitiva i tanti nomi politici e imprenditoriali seppur inchiodati da tante e tali prove? A Giugliano è stata sequestrata una immensa discarica di 15.000 metri quadri, abusiva e di proprietà della famiglia Carandente-Tartaglia. Piccoli boss parte di ben altro disegno ampiamente ricostruito dagli inquirenti e poi, puntualmente, insabbiato. Non è affatto difficile ricostruire la geometriapolitico – mafiosa della gestione rifiuti in Campania, basta indagare sulle ditte che gestiscono le cave, gli impianti e la raccolta dei rifiuti. Basta prendere il nome di una qualsiasi azienda per scoprire che tale società rientra in una serie di scatole cinesi tutti riconducibili all'alta dirigenza politica campana e non parlo solo di assessori o governatori o sindaci, anche, di coordinatori regionali di partito o semplicipresidenti di provincia, massimi dirigenti e timonieri. Nel caso dell’inchiesta si è indagato su: la Ibiidrobioimpianti spa (già destinataria di un provvedimento interdittivo antimafia), la quale gestisce diversi siti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti. Questa azienda oltre ad occuparsi di Chiaiano si occupa anche dell’impianto di Bellolampo a Palermo, della quale si occupa anche l'azienda pubblica palermitana, altra città sepolta dai rifiuti. Altra società colpita dagli inquirenti, la Edilcar sas,subappaltatrice controllata dalla famiglia Carandente-Tartaglia, quella che controlla la cava abusiva di Giugliano e ritenuta vicina al clan Mallardo, vecchia famiglia nata tra gli anni 70\80 e divenuta alleata nella lotta a Cutolo. Secondo gli inquirenti attraverso queste due società i clan camorristici Mallardo e Zagaria controllano le attività connesse al deposito e allo smaltimento dei rifiuti e i relativi appalti. GliZagaria non sono soltanto dei semplici boss, ma, sono dei Capi importanti, con amicizie nell'alta cupola mafiosa siciliana e quella ancor più terrificante,nela Cupola politica con innesti sia nella Confindustriasia nella Finmeccanica attraverso le quali partecipano e vincono appalti e stanziamenti pubblici.
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Chi ha scritto la Bibbia? Non gli Apostoli
Bart D. Ehrman è “Distinguished Professor of Religious Studies” all’università del North Carolina e ha scritto diversi libri, pubblicati in Italia da Mondadori e Carocci, di cui si consiglia la lettura a tutti coloro che sono interessati allo studio critico dei testi considerati sacri da cristiani ed ebrei. Su Hufftington Post ha pubblicato un’interessante articolo in cui riprende un argomento affrontato in modo più approfondito nei suoi testi: l’identità di chi ha scritto alcuni dei testi biblici. Conviene riportare alcuni passi tradotti pari pari dall’articolo.
“I buoni studiosi cristiani della Bibbia, tra cui i più importanti protestanti e cattolici d’America, vi diranno che è piena di bugie, anche se si rifiutano di usare questo termine. Ed ecco la verità: molti dei libri del Nuovo Testamento sono stati scritti da persone che hanno mentito sulla loro identità, sostenendo di essere un famoso apostolo – Pietro, Paolo o Giacomo – ben sapendo di essere qualcun altro. In linguaggio moderno menzogne; e un libro scritto da qualcuno che mente sulla sua identità è un falso”. Questi libri vengono definiti con termine asettico “pseudepigrapha” che letteralmente significa “scritti eseguiti con la menzogna”. “Ed è quello che tali scritti sono. Chi ha scritto il libro del Nuovo Testamento 2 Pietro ha affermato di essere Pietro. Ma gli studiosi di tutto il mondo – eccetto che i nostri amici fondamentalisti – vi diranno che non è possibile. Qualcun altro lo ha scritto spacciandosi per Pietro. Gli studiosi possono anche dire che, nel mondo antico, quella di scrivere un libro a nome di qualcun altro era una pratica accettabile. Ma è qui che si sbagliano. Se si guarda a ciò che gli antichi hanno detto in proposito si vedrà che invariabilmente veniva chiamata menzogna e condannata come pratica disdicevole, anche negli ambienti cristiani. 2 Pietro è stato alla fine accettato nel Nuovo Testamento perché i Padri della Chiesa, secoli più tardi, erano convinti che l’avesse scritto Pietro. Ma non lo fece. Qualcun altro ha fatto. E questo qualcun altro ha mentito sulla sua identità, Lo stesso vale per molte delle lettere presumibilmente scritte da Paolo. La maggior parte degli studiosi vi dirà che mentre sette delle 13 lettere che vanno sotto il nome di Paolo sono sue, le altre sei non lo sono. I loro autori hanno semplicemente affermato di essere Paolo. Nel mondo antico, scritti come questi erano etichettati come ‘pseudoi’, bugie”.
Daniele Stefanini
IMMIGRATI: UNHCR, 400 DISPERSI NEL MEDITERRANO
MANIFESTAZIONE ALL'AQUILA: "RICOSTRUZIONE E LEGALITA'"
IMMIGRATI: VENDOLA A MANDURIA, SMANTELLARE TENDOPOLI
"Ribelli e civili uccisi in raid della Nato" Londra: "Possiamo armare gli insorti"
La replica dell'Alleanza atlantica: "I nostri hanno diritto a difendersi" se qualucno spara contro di loro. Nel Paese arrivano gli operatori umanitari. Uno dei figli dei rais pronto a lasciare il padre?
Berlusconi: "Vicini ai 330 deputati vinceremo le amministrative"
Il premier ostenta ottimismo: "In Parlamento troveremo il modo di andare avanti e fare le riforme". "Pensate a votare senza dar peso all'opposizione". "Sulla giustizia non si può andare avanti così. Fini alleato dei pm politicizzati". Bersani: "Potrà comprarne uno o due, ma tutti vediamo che non c'è un governo. Meglio votare"
Giustizia, Alfano sulle barricate "Nelle piazze per fare passare la riforma"
Il Guardasigilli: "La sinistra ci dice che non sono pronti a fare il bene dell'Italia, pur di fare il male di Berlusconi"
Antitrust, multe alle aziende per oltre 111 milioni di euro
Poste, Ferrovie gestioni autostradali e aeroportuali, banche e autostrasporto sono i settori in cui è più carente la liberalizzazione dei mercati. L'apertura alla concorrenza, dopo due anni e mezzo, è largamente insufficiente
I pacifisti tornano in piazza "Aboliamo la guerra"
Da Roma a Milano. Ed ancora Bologna, Napoli, Torino. E poi a Sigonella e ad Aviano nei pressi delle basi militari. Presidi, cortei, flash mob e manifestazioni, riecco i "no war"
Fukushima, l’esperto: “A un passo da catastrofe peggiore della fusione”
Secondo Sergio Ulgiati, professore di Chimica a Napoli, la situazione in Giappone sarebbe tutt’altro che tranquilla
“Speriamo che non accada altro, anche perche’ cio’ che sta accadendo e’ gia’ quanto di peggio potesse succedere a una centrale nucleare. Siamo a un passo dall’evento piu’ catastrofico della fusione, nonostante io mantenga ancora qualche speranza negli interventi di contenimento. Dobbiamo imparare da questa esperienza”. E’ Sergio Ulgiati, professore di Chimica ambientale all’Universita’ Parthenope di Napoli e membro del comitato scientifico del Wwf Italia, a definire all’AdnKronos “la situazione della centrale atomica di Fukushima non buona e con poco o nulla che noi possiamo fare, a parte aiutare con tutti i mezzi il popolo giapponese a risollevarsi”.
NON BASTA - “Lo sforzo eroico delle poche centinaia di tecnici impegnati nel tentativo di raffreddamento e di chiusura delle crepe – sottolinea Ulgiati – e’ degno della massima ammirazione e l’unica speranza e’ che riescano nel loro intento di contenere il danno. Questi tecnici sono ben consapevoli dei rischi a cui vanno incontro, perche’ sanno perfettamente di contrarre malattie da radiazione, ma sono gli unici a poter intervenire direttamente”. “Se il nocciolo fonde usciranno ancora piu’ radionuclidi – spiega Ulgiati – e a quel punto sarebbe impossibile arrestare una contaminazione ancora maggiore. Una eventuale esplosione del contenitore del combustibile, a causa dell’aumento di pressione o della formazione e combustione di idrogeno causerebbe conseguenze di estrema gravita’. L’unica cosa che possiamo fare e’ imparare la lezione, pensando al futuro del nostro Paese e del mondo. Trovo tragico – conclude l’esperto – che ci sia ancora qualcuno che sostiene che il nucleare e’ sicuro: per questi incidenti ci saranno migliaia e migliaia di persone che subiranno ingenti danni e gia’ ora interi settori dell’economia vengono pesantemente danneggiati con altre gravi conseguenze sulla vita di milioni di persone: dobbiamo imparare da tutto cio’ ”
Continua ...