sabato 2 aprile 2011

Libia, i ribelli: "Ripresa Brega" Raid Nato fa 15 vittime 'amiche'

Gli insorti riprendono il controllo del centro petrolifero tra Bengasi e Sirte. L’ex ministro della giustizia Abdel Jalil: "Abbiamo bisogno di armi". Kussa, ex ministro degli Esteri, collabora con servizi Gb. Il Raìs accusa la coalizione di crimini contro l'umanità

Roma, 2 aprile 2011 - Sul terreno gli insorti libici sono tornati ad avanzare mentre la Nato ha aperto un’inchiesta sul raid di ieri che avrebbe fatto almeno 15 vittime “amiche” tra insorti e civili. Dopo tre giorni di intensi combattimenti, i ribelli libici hanno annunciato la riconquista di Marsa el-Brega, città strategica situata a metà strada tra Bengasi e Sirte. A lungo le sorti della battaglia sono rimaste incerte, a causa dei continui rovesciamenti di fronte: la ripresa dei raid aerei della coalizione multinazionale sembra aver favorito la vittoria degli insorti fra le cui fila si contano una decina di morti.

Anche se finora non ci sono state conferme da parte di fonti indipendenti, numerosi abitanti di Brega contattati telefonicamente sono stati concordi nel riferire che dalla mattinata gli scontri sono sostanzialmente cessati e che l’unico rumore era quello dei motori degli aerei alleati in volo sulla città, senza più esplosioni nè boati delle artiglieri pesanti. A detta dei testimoni, i rivoltosi avrebbero ormai riassunto il controllo del centro urbano, e starebbero adesso dando la caccia ai cecchini lealisti, tuttora in grado di colpire.

Fonti giornalistiche presenti sul posto hanno raccontato di aver visto i cadaveri di almeno sette soldati governativi sulla strada che porta al sobborgo di Nuova Brega, alla periferia est della città. Accanto vi erano le carcasse annerite di una decina di veicoli militari distrutti, in mezzo alle quali campeggiava un vasto cratere, largo circa 5 metri e profondo 2, la cui presenza permette di dedurre che si tratti del risultato di un bombardamento alleato notturno.

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