mercoledì 23 febbraio 2011

“Processate Gheddafi per crimini contro l’umanità”

Human Rights Watch lo chiede alla corte dell’Aja per aver ordinato di bombardare la popolazione

Il leader libico Muammar Gheddafi dovra’ essere processato da un tribunale internazionale, se possibile presso la Corte Penale (Cpi) dell’Aja, per aver ordinato di bombardare la popolazione civile del suo stesso paese, la Libia. Lo chiede l’organizzazione non governativa Human Rights Watch (Hrw), che ha illustrato all’ANSA quali sono le strade da percorrere, ma anche quali saranno gli ostacoli da superare per portare in tribunale il Colonnello.

LE AUTORITA’ LIBICHE – Philippe Bolopion, responsabile di Hrw per le questioni legate alle Nazioni Unite, spiega che Gheddafi e i suoi uomini dovranno essere processati ‘non solo per quello che hanno fatto negli ultimi giorni, ma per quanto commesso in tutti gli anni del regime’, un quarantina in tutto. Ma la strada verso il Cpi, ammonisce Bolopion, e’ irta di ostacoli perche’ non essendo la Libia tra le parti costituenti del tribunale, dovranno essere le autorita’ libiche – dopo la caduta di Gheddafi, se succedera’ – a chiedere espressamente l’intervento del procuratore del tribunale, Luis Moreno-Ocampo. ‘C’e’ un precedente ed e’ la Costa d’Avorio, che nel 2003 aveva chiesto l’intervento della Corte dell’Aja anche se non faceva parte dello Statuto di Roma’, l’atto che ha sancito la nascita del Cpi, ricorda il responsabile di Hrw, ‘per indagare, identificare e processare persone e complici responsabili degli atti commessi in territorio ivoriano dagli eventi del 19 settembre 2002′, quando scoppio’ cioe’ la guerra civile.

Continua ...

http://www.giornalettismo.com/archives/115147/processate-gheddafi-per-crimini-contro-lumanita/

Gli Ogm sempre piu' diffusi

(ANSA) - ROMA - Nonostante le proteste e gli allarmi che li hanno accompagnati fin dalla loro introduzione nel 1996, gli ogm sono sempre piu' diffusi nel mondo. Solo l'anno scorso l'area coltivata con colture geneticamente modificate e' aumentata del 10% e oltre 1mld di ettari sono stati coltivati cosi' in questi 15 anni. A fare le stime e' il Servizio internazionale per l'acquisizione di applicazioni agri-biotech (Isaaa). In particolare l'uso degli ogm e' decollato in Brasile mentre e' diminuito in Europa.

Libia: Usa valutano sanzioni per fermare brutale repressione

Washington, 23 feb. (Adnkronos/Dpa) - Gli Stati Uniti stanno prendendo in considerazione l'imposizione di sanzioni contro la Libia per fermare la brutale repressione delle manifestazioni. Secondo il portavoce del Dipartimento di Stato, PJ Crowley, ci sono "una serie di misure che si possono prendere a livello bilaterale e multilaterale"contro la Libia. E tra queste, ha aggiunto, "sicuramente anche la valutazione di sanzioni che potrebbero essere imposte".

Libia: attivista, Gheddafi potrebbe usare armi chimiche a Bengasi

Libia: attivista, Gheddafi potrebbe usare armi chimiche a Bengasi
TEHERAN – L’attivista politico libico Ashraf Al-Qaraboli dice che considerando le dichiarazioni di ieri di Gheddafi è probabile che lui usi armi chimiche e batteriologiche contro la gente a Bengasi. Intervistato dalla rete Al-Alam, l’attivista politico ha fatto notare che Gheddafi ha chiamato ratti e cani i rivoluzionari e che quindi potrebbe usare pure armi proibite per riprendere il controllo della città di Bengasi, liberata dalle forze popolari. Al-Qaraboli spiega poi che Gheddafi ha cercato di terrorizzare l’Occidente con il suo discorso sventolando la probabilità della salita al potere in Libia di un governo estremista.

Yemen: si dimettono sette senatori per protesta contro repressione

Yemen: si dimettono sette senatori per protesta contro repressione
SANAA - Sette membri del Parlamento yemenita, membri del partito del presidente Ali Abdullah Saleh, hanno rassegnato le dimissioni dall'Assemblea in segno di protesta per la brutale repressione del regime nei confronti delle manifestazioni popolari a favore di riforme nel Paese. Le defezioni avvengono mentre il presidente Saleh ha fatto un nuovo appello per la formazione di un governo di unita' nazionale. La decisione seguono di poco la morte nella notte di due studenti, uccisi a colpi di arma da fuoco da attivisti pro regime durante uno dei sit-in nel campus dell'universita' di Sanna, nella quale dal 12 febbraio, 3000 manifestanti chiedono le dimissioni del presidente Ali Abdullah Saleh. Si tratta delle prime vittime nella capitale yemenita dall'inizio delle proteste. Dal 16 febbraio in Yemen ci sono stati 12 morti e decine di feriti a Aden, dove le manifestazioni anti-Saleh si saldano con le aspirazioni secessioniste.

Iran/MezzaLuna Rossa pronta inviare aiuti umanitari in Libia

Iran/MezzaLuna Rossa pronta inviare aiuti umanitari in Libia
TEHERAN – Segretario generale della Luna Rossa iraniana, Zaher Rostami ha detto mercoledì che la Repubblica islamica dell'Iran è pronta ad inviare gli aiuti umanitari alle vittime dell'insurrezione popolare in Libia. Parlando all'IRNA, egli ha espresso rammarico per le vittime e per i feriti dei cittadini libici per l'uso eccessivo della forza da parte del regime dittatoriale di Gheddafi, contro i civili innocenti durante i recenti disordini in Libia. L'Iran ha manifestato la propria disponibilità in coordinamento con il comitato della Croce rossa internazionale di intraprendere un'azione tempestiva in tal senso, e ha sottolineato che la Mezza Luna Rossa iraniana è disposta a rendere servizio sanitario ai feriti.

Libia, accordo tra stati Ue per preparare sanzioni

Libia, accordo tra stati Ue per preparare sanzioni

BRUXELLES - I governi dell'Unione Europea hanno raggiunto un accordo oggi per preparare possibili sanzioni contro la Libia in risposta alle violenti repressioni del regime di Muammar Gheddafi nei confronti dei contestatori. Lo hanno detto diplomatici Ue. "Hanno concordato in un comunicato di prendere ulteriori misure. In termini diplomatici, questo significa sanzioni", ha detto un diplomatico Ue dopo un meeting a Bruxelles. Esperti ora stileranno una lista di possibili misure, che potrebbero includere blocchi alle carte di credito, congelamento di asset, embargo sulle armi e altre restrizioni, prima che i governi europei raggiungano un accordo su quando imporle.

Libia, ultimi sviluppi

Libia, ultimi sviluppi

BENGASI - In Libia tentativi del regime di Muammar Gheddafi di schiacciare la rivolta contro i suoi oltre 40 anni di potere hanno provocato la morte di migliaia di persone e la secessione della parte orientale del paese. A Bengasi, nell'est della Libia, da dove è partita la rivolta contro il regime, la gente ha cominciato a riconsegnare le armi, facendo scoppiare petardi e suonando i corni per celebrare la fine della carneficina.Gran parte della Libia orientale sarebbe sotto il controllo degli oppositori. Un carcere vuoto è andato in fiamme a Bengasi e la tv britannica Sky News ha mostrato immagini di missili anti-aerei in una base militare abbandonata vicino a Tobruk.Mentre i paesi che hanno più strette relazioni con il terzo produttore africano di petrolio si danno da fare per evacuare i loro cittadini, e gli abitanti della capitale restano nascosti nel timore di bande armate fedeli a Gheddafi, la Francia, per prima, ha chiesto di adottare sanzioni."Vorrei la sospensione delle relazioni economiche, commerciali e finanziarie con la Libia fino a ulteriore avviso", ha detto il presidente Nicolas Sarkozy.Ma, in quello che è solo l'ultimo segnale di divisioni internazionali su come comportarsi con Gheddafi, il premier del Qatar ha detto invece di non voler isolare la Libia, dove numerosi esponenti istituzionali - tra cui il ministro dell'Interno e un consigliere dell'influente Saif, uno dei figli di Gheddafi - hanno dichiarato il proprio appoggio alle proteste iniziate una settimana fa.Gli oppositori hanno preso il controllo della regione orientale, quella dove si estrae il petrolio,Gheddafi ha schierato truppe all'ovest della capitale per cercare di bloccare l'estensione di una rivolta partita dall'est. A oriente intanto molti soldati hanno disertato.Le attività economiche sembrano bloccate, tra cui circa un quarto della produzione petrolifera, scatenando il timore che la crisi comprometta la ripresa economica globale.Gheddafi ha intanto chiesto oggi una manifestazione di massa per mostrargli sostegno, ma nella centrale Piazza Verde di Tripoli si sono riunite solo circa 150 persone.La maggior parte delle strade, di solito affollate, sono quasi deserte. Solo pochi caffé sono aperti, nonostante gli appelli del governo a tornare al lavoro inviati anche per sms agli utenti."Moltissima gente ha paura di lasciare casa a Tripoli e uomini armati fedeli a Gheddafi girano minacciando le persone che si raggruppano", ha raccontato un tunisino, mentre attraversava la frontiera per tornare nel paese natale.Secondo le stime sarebbero circa un milione e mezzo gli stranieri che vivono o viaggiano in Libia, e un terzo della popolazione è composta da immigrati provenienti dall'Africa sub-Sahariana.Testimoni descrivono scene di caos, mentre in molti cercano di partire. Nel frattempo il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini ha parlato di "esodo biblico", prevedendo che almeno 300mila migranti potrebbero giungere sulle coste meridionali dell'Europa.

Peter Gomez e Leo Sisti condannati a risarcire Dell’Utri

La condanna in appello dopo l’assoluzione in primo grado. I due giornalisti avevano raccontato le trattative politiche tra Dell’Utri e Cosa nostra, le indagini per droga a carico del senatore e i suoi contatti con i fratelli Graviano. Secondo la Corte gli articoli raccontano fatti veri, ma sono lo stesso diffamatori. Gomez: "Sentenza sconcertante".

Peter Gomez e Leo Sisti condannati a risarcire Dell'Utri

Avevano scritto due articoli sul passato grigio di Marcello Dell’Utri, che li ha querelati per diffamazione. In primo grado erano stati assolti, adesso la terza sezione della Corte di Appello penale di Roma li ha prescritti e condannati a risarcire al braccio destro di Berlusconi 50mila euro di danni più le spese. Le motivazioni della sentenza sono state depositate il 2 febbraio.
Il processo riguarda due articoli pubblicati su L’Espresso nel marzo del 1999. Il primo, a firma del solo Leo Sisti, parlava delle indagini per traffico di stupefacenti a carico di Dell’Utri che, tramite Vittorio Mangano, «socio in affari di droga», «sarebbe stato disponibile a finanziare una partita di cento chili di cocaina colombiana». La notizia era vera, ma secondo la Corte l’articolo sarebbe diffamatorio perché Sisti non aveva scritto che il GIP aveva respinto la richiesta di arresto per partecipazione ad associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti a carico di Dell’Utri «per insufficienza di gravi indizi di colpevolezza». Nello stesso articolo Leo Sisti scriveva che Vittorio Mangano «andava a cena nei ristoranti milanesi con Dell’Utri e alcuni pericolosi mafiosi» e cercava «aiuto dall’amico Marcello perché, Berlusconi premier, si facessero leggi meno pesanti per gli uomini d’onore». Nonostante lo stesso Dell’Utri abbia ammesso cene con Mangano e altri esponenti di Cosa nostra a Milano negli anni settanta, la Corte ha ritenuto queste frasi «una gratuita insinuazione», «una circostanza meramente asserita senza alcun riscontro negli atti giudiziari». Eppure Dell’Utri era sotto processo da quasi tre anni proprio per quegli incontri con Mangano fino a prima delle elezioni politiche del '94. Soltanto il giudizio di appello di questa estate ha ritenuto quelle accuse infondate (e il pg ha presentato ricorso contro la sentenza per manifesta illogicità delle motivazioni).
Continua ...

Libia: Gheddafi ordino' strage Lockerbie

(ANSA) - LONDRA - L'ex ministro della giustizia libico ha detto a un giornale svedese di avere le prove che Muammar Gheddafi ordino' 'personalmente' la strage di Lockerbie. Lo riporta SkyNews. Mustafa Mohamed Abud Al Jeleil si e' dimesso lunedi' per protesta contro l'uso eccessivo della violenza contro i manifestanti anti-governativi. 'Ho la prova che Gheddafi diede l'ordine di Lockerbie', ha detto Abdel Jalil in arabo al tabloid svedese Expressen. A Lockerbie hanno perso la vita 270 persone.

Libia: protesta dinanzi ambasciata Roma

(ANSA) - ROMA - Oppositori di Gheddafi hanno organizzato una protesta davanti all'ambasciata libica di Roma. Dopo aver sostituito la bandiera della grande Jamahiyria con quella della Libia pre-Gheddafi, i dimostranti hanno a lungo intonato cori contro il colonnello mostrando alcune foto di 'corpi dilaniati dagli scontri di Tripoli'. Prima di andar via gli oppositori hanno assicurato: 'Torneremo qui ogni giorno fino a che la Libia sara' libera'. Registrati momenti di tensione tra polizia a manifestanti.

Libia: commissario Onu, necessaria apertura inchiesta crimini umanita'

Bruxelles, 23 feb. (Adnkronos/Aki) - "E' necessario l'avvio di un'inchiesta indipendente per crimini contro l'umanita'" per quanto sta accadendo in Libia e "mi aspetto che venerdi' mattina il Consiglio di sicurezza dell'Onu per i diritti umani approvi l'appello che chiede l'apertura di un'inchiesta" in materia. Lo ha affermato l'Alto commissario Onu per i diritti dell'uomo Navi Pillay a Bruxelles al termine di un incontro con il presidente della Commissione Ue Jose' Manuel Barroso.

Libia: stampa maltese, figlia Gheddafi su aereo respinto a Malta

La Valletta, 23 feb. - (Adnkronos/Aki) - Ci sarebbe stata anche la figlia del leader libico Muammar Gheddafi, Aisha, sul volo ATR 42 della compagnia di bandiera di Tripoli che ha cercato di atterrare all'aeroporto internazionale della Valletta, a Malta. Lo scrive il 'Times of Malta', precisando che la notizia non ha per il momento conferme ufficiali.
L'aereo e' arrivato in modo inatteso sui cieli di Malta con a bordo 14 persone e le autorita' aeroportuali gli hanno negato l'atterraggio, costringendolo a tornare indietro. All'inizio della settimana le autorita' libanesi hanno negato l'atterraggio a un jet privato proveniente dalla Libia che trasportava Aline Skaff, moglie di Hannibal, un altro figlio di Gheddafi.

Immigrati, Ue: ''Interverremo quando necessario''. Maroni: ''Sia protagonista''

Roma, 23 feb. (Adnkronos/Ign) - "Sollecitiamo un intervento al massimo livello, che consenta alla Ue di giocare un ruolo da protagonista, nell'individuare e nell'accompagnare la soluzione a questa crisi, per mettere tutta l'area in sicurezza". E' quanto sottolinea il ministro dell'Interno Roberto Maroni, al termine del vertice a villa Pamphili tra i ministri dell'Interno dei 6 Paesi Ue mediterranei: Italia, Francia, Spagna, Grecia, Cipro, Malta. "La questione mediterranea - lamenta il ministro - è stata troppo trascurata".

"Noi sollecitiamo programmi specifici e la suddivisione degli oneri tra tutti i 27 Paesi Ue - spiega il titolare del Viminale - e chiediamo di averele risorse adeguate che è necessario siano messe a carico dell'intera Europa". Infine, in riferimento alle dichiarazioni attribuite al leader della Lega Nord Umberto Bossi circa le intenzioni di trasferire gli immigrati dal Nordafrica dal nostro Paese in Francia e in Germania, Maroni assicura: ''Non vogliamo scaricare un problema su altri Paesi, che fra l'altro sono Paesi amici".

In mattinata, prima dell'intervento del ministro, il portavoce della Commissione Ue Olivier Bailli ha assicurato che in caso di ondate migratorie dal Nord Africa, l'Europa non lascerà sola l'Italia e i Paesi membri a gestire l'emergenza. "Non c'è alcun dubbio sulla necessità di una risposta europea quando lo scenario si materializzerà" ha affermato.

La Commissione ritiene inoltre che, "per il momento, sia difficile fare una valutazione accurata" del numero di immigrati che potranno arrivare nei prossimi giorni dalle coste libiche. "Ci sono cifre diverse da fonti diverse e da diversi Paesi" ha detto il portavoce Bailli in replica all'allarme lanciato dal ministro degli Esteri Franco Frattini, che teme l'arrivo di almeno 300 mila migranti.
Continua ...

Libia: al-Arabiya, Gheddafi ordina di colpire pozzi petrolio, pilota rifiuta

Tripoli, 23 feb. - (Adnkronos/Aki) - Il leader libico Muhammar Gheddafi avrebbe ordinato il bombardamento di alcuni pozzi di petrolio, ma il pilota a cui sarebbe stato rivolto l'ordine si sarebbe rifiutato di eseguirlo. E' quanto riferisce l'emittente satellitare al-Arabiya, che cita una fonte militare passata dalla parte dei manifestanti.

Polizia: destituito definitivamente Gioacchino Genchi

Palermo, 23 feb. - (Adnkronos) - Il ministero dell'Interno ha destituito definitivamente dalla Polizia di Stato Gioacchino Genchi, l'ex consulente di Luigi De Magistris, indagato per abuso d'ufficio e violazione della privacy. Genchi, che era gia' stato sospeso per un periodo dal servizio di vicequestore aggiunto della Polizia di Stato, e' accusato di avere reso dichiarazioni, in occasione di due convegni, "dal contenuto lesivo del prestigio di organi e istituzioni dello Stato alle quali e' stata data ampia diffusione sui mass media a livello nazionale". La notizia della destituzione, firmata dal capo della Polizia Antonio Manganelli, e' stata data dallo stesso Genchi anche su Facebook.

Caso Mills, Csm conferma il giudice Vitale. Processo riprende, udienza l'11 marzo

Mills (Foto Wikio)
Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Il giudice Francesca Vitale deve essere applicata al processo Mills, nel quale il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è imputato per corruzione in atti giudiziari. Il plenum del Consiglio superiore della magistratura ha infatti approvato la delibera della settima commissione, favorevole all'applicazione, con 19 voti a favore, un voto contrario e tre astenuti.

Ha votato contro il consigliere di maggioranza Bartolomeo Romano, che durante la discussione aveva chiesto il rinvio della delibera in commissione, richiesta poi respinta. Si sono astenuti i consiglieri laici del Pdl Annibale Marini, Filiberto Palumbo e Niccolò Zanon. Il consigliere della Lega Matteo Brigandì, tornato a partecipare ai lavori del plenum dopo due settimane di sospensione, non ha partecipato al voto.

Il documento della settima Commissione, votato a maggioranza dal plenum delibera "di approvare il decreto con cui il presidente vicario della Corte di Appello di Milano in data 26 gennaio 2001 ha applicato 'la dottoressa Francesca Vitale, in servizio presso la Corte di Appello di Milano, al Tribunale di Milano per la prosecuzione del procedimento penale n. 1622/2007 a carico dell'onorevole Silvio Berlusconi e per tutte le udienze che si renderanno necessarie per la sua definizione, con efficacia immediata''.

Il giudice Vitale deve quindi continuare a far parte del consiglio giudicante dato che "sussistono imprescindibili e prevalenti esigenze", scrive la Commissione, "di ricomporre il medesimo collegio che aveva proceduto alle attività sopra descritte, che hanno richiesto ben tre udienze e che preventivamente aveva provveduto allo studio del fascicolo, ciò in riferimento a un procedimento riguardante un reato il cui termine prescrizionale è previsto il 13 gennaio 2012".
Continua ...

Libia '10mila morti e 50mila feriti'

(Fermo immagine dal video di OneDayOnEarth.org)
Tripoli, 23 feb. - (Adnkronos/Aki/Ign) - Diecimila morti. Tante sarebbero le vittime in Libia dall'inizio delle proteste contro il leader Muammar Gheddafi. E' il tragico bilancio fornito da un esponente arabo delTribunale Penale Internazionale (Tpi), ai microfoni di al-Arabiya. Secondo la fonte, i feriti sarebbero oltre 50mila e sarebbe in corso una fuga di massa attraverso il confine con l'Algeria. L'esponente del Tpi ritiene che la situazione possa ulteriormente degenerare e arriva a ipotizzare che Gheddafi decida di usare armi chimiche per sedare la protesta.

Timore condiviso anche da una ex diplomatica libica in una testimonianza raccolta via Skype dal "Mondo di Annibale", blog sugli Esteri di Articolo21. "Il grande timore espresso è che Gheddafi usi le armi chimiche che non ha mai distrutto" spiega. "Ci si prepara ad aiutare Tripoli a combattere l'ultima battaglia. Ci si aspetta che da stasera milizia e mercenari escano in città e si teme il peggio'', scrive la ex diplomatica.

La battaglia infatti continua. Tajura, sobborgo di Tripoli, sarebbe caduto in mano ai manifestanti antigovernativi. Lo scrive il giornalista del 'New York Times' Nicholas Kristof, che su Twitter afferma di aver appreso da testimoni che i ribelli hanno piantato la loro bandiera sulla località a circa sedici chilometri dal centro di Tripoli. Sempre tramite Twitter, altri testimoni raccontano che si sentono ancora colpi di arma da fuoco per le strade di Tajura.

Intanto continua a crescere il numero di militari che voltano le spalle al regime di Muammar Gheddafi. E' di stamattina la notizia di due piloti che per non eseguire l'ordine di bombardare Bengasi, si sono lanciati col paracadute e hanno lasciato precipitare l'aereo. Il fatto, riportato dal sito del quotidiano libico 'Quryna' considerato vicino a Seifulislam Gheddafi, è avvenuto a ovest di Adjabiya. Fonti militari hanno confermato la notizia, sostenendo che il caccia, un Sukhoi 22 di fabbricazione russa, era decollato da Tripoli. "I due piloti a bordo, Abdel Salam Atiya al-Abdali e Ali Omar Gheddafi - ha spiegato un colonnello dell'aviazione - si sono rifiutati di eseguire l'ordine di bombardare Bengasi e hanno fatto precipitare il velivolo dopo essersi lanciati con il paracadute".
Continua ...

Berlusconi attacca il Parlamento "Ero più potente da imprenditore"

ROMA - "Il nostro assetto istituzionale dà al Governo solo il nome e l'immagine del potere. Ma chi occupa la Presidenza del Consiglio non ha alcun potere". Lo ha detto il premier Silvio Berlusconi, intervenendo agli Stati Generali di Roma Capitale. "Da imprenditore invece avevo dei poteri: potevo assumere, licenziare, anche se non ho mai licenziato nessuno", ha proseguito dal palco del Palazzo dei Congressi. "Quando leggo di alcuni ottimi editorialisti che ci rimproverano di non aver fatto le riforme - ha detto il premier - mi viene una gran voglia di raccontare il perché. Il nostro governo come tutti i governi precedenti è dentro quell' assetto istituzionale che i nostri padri costituenti giustamente pensosi sul non rendere possibile un regime dittatoriale, spartirono il potere fra il Presidente della Repubblica, il Parlamento e la Corte costituzionale. Al Governo rimane soltanto il nome e la figura, l'immagine del potere".
Poi ha incalzato. Toccando ogni tema a partire dalla crisi in Libia. "Spero non prevalga il fondamentalismo islamico. Per tutta la notte siamo stati in contatto con i leader europei e americani per monitorare la situazione in Libia e in altri paesi del nord Africa. Quello che è importante è che non ci siano violenze ma dobbiamo anche essere attenti a quello che accadrà dopo quando saranno cambiati questi regimi con cui noi trattiamo e che sono per noi importanti per la fornitura di energia".
Leggi tutto:

La vignetta di Gianni Carino

Libia: ai soldati che disertano vengono tagliati naso e orecchie

Libia: ai soldati che disertano vengono tagliati naso e orecchie
BENGASI - «La situazione in tutto il paese è drammatica, i morti non si contano più. Lavoriamo con quello che abbiamo, ovvero più nulla. Mancano medicine di ogni genere, strumentazione, garze, fasce. Manca tutto». È il racconto all'Ansa di Hassan e Alì, un anestesista e un ortopedico in servizio all'ospedale di Bengasi, città di un milione e mezzo di abitanti a circa 1.000 chilometri da Tripoli, nel nord-est della Libia. «Abbiamo un disperato bisogno di fissatori ortopedici - proseguono - e di antibiotici. Qualche medicinale è arrivato con una nave turca, giunta per rimpatriare i connazionali». Tra i feriti oggi sono arrivati anche 17 soldati con i nasi e le orecchie mozzate: «Si tratta di disertori che hanno consegnato le armi ai rivoltosi e per questo sono stati torturati, sono morti poco dopo il ricovero». I due medici oggi sono riusciti a contattare alcuni colleghi a Tripoli: «La capitale è isolata ma da quello che siamo riusciti a sapere i morti sono tantissimi».

Striscia di Gaza: manifestazioni di protesta contro massacri in Libia

Striscia di Gaza: manifestazioni di protesta contro massacri in Libia

GAZA - Centinaia di studenti universitari della Striscia di Gaza hanno marciato in segno di protesta verso i massacri perpetrati dalle forze libiche contro i manifestanti disarmati che chiedono la fine del regime di Gheddafi.

I manifestanti hanno sfilato per le strade di Gaza con slogan di protesta per quanto sta accadendo in Libia e per il silenzio occidentale. Chiedendo di intervenire per fermare la carneficina, gli studenti palestinesi hanno raggiunto la sede locale delle Nazioni Unite recapitando un messaggio chiaro: "Fermare ora l'eccidio in Libia". Anche Hamas e il Jihad islamico sono intervenuti pubblicamente, dichiarando la propria condanna all'azione del leader libico, Mu'ammar Gheddafi, responsabile dei bombardamenti sui civili. Anche la stampa palestinese ha espresso preoccupazioni per la repressione attuata dal dittatore libico. La solidarietà arabo-islamica oggi infuria anche per le strade di Gaza. La condanna è giunta pure dalla leadership di Hamas in Siria, che ha voluto dimostrare la propria solidarietà con il popolo libico, "le cui proteste pacifiche contro la dittatura di Gheddafi sono state represse nel sangue". Lo rende noto la France Press.

Libia: navi e caccia italiani avrebbero aiutato regime, lo dicono testimoni oculari su Twitter

Libia: navi e caccia italiani avrebbero aiutato regime, lo dicono testimoni oculari su Twitter
TRIPOLI – Testimoni oculari che hanno lasciato i propri post su Twitter dicono di aver visto aerei dell’aviazione italiana bombardare i protestanti a Tripoli.Secondo l’IRIB lo stesso si dice anche per quanto riuguarda le navi che hanno bombardatro dal mare il porto di Bengasi. Anche in questo caso la gente che ha scritto sul Social Network avrebbe visto navi della marina italiana.

Nervi fragili e "praticamente folle" Gli inglesi e la psiche di Gheddafi

Fin dalla sua ascesa al potere, con il colpo di Stato del 1969, il "rais" di Tripoli è stato studiato dai servizi segreti di mezzo mondo. Dalle carte dei Nationa Archives di Kew Gardens esce il ritratto di una persona seriamente disturbata di mente

di ATTILIO BOLZONI
Questo articolo di Attilio Bolzoni, basato sulle ricerche di Mario J. Cereghino nei National Archives inglesi, è uscito su Repubblica il 25 gennaio 2009. Riguarda la preoccupazione di Londra sulla salute mentale di Gheddafi.
Per anni si sono chiesti se fosse pazzo. Tutti a indagare sulla sua psiche, le sue sfuriate improvvise, paranoie e malinconie. Alla salute mentale del rais di Tripoli, le spie di Sua Maestà dedicano summit e una valanga di rapporti segreti. Il colpo di Stato del primo settembre 1969 li coglie di sorpresa; non riescono a capire chi sia veramente lui, il colonnello Muammar Gheddafi, il nuovo leader libico; le informazioni sicure sono scarse: non ha ancora trent'anni, viene dalle sabbie della Sirte, il suo idolo è il presidente egiziano Nasser. Dagli scaffali dei National Archives di Kew Gardens - a pochi chilometri da Londra - riaffiorano le schede e le informative del Foreign and Commonwealth Office su uno dei personaggi più controversi del Ventesimo secolo. Sono dossier "secret" e "confidential", molti dei quali resi pubblici fra il 2002 e il 2007.
La figura misteriosa a capo del Consiglio Rivoluzionario della Libia è ossessivamente controllata dalle legazioni britanniche sparse fra Rabat e Bagdad, studiata, analizzata, sviscerata in ogni dettaglio. Tutte le notizie che gli inglesi raccolgono fra l'autunno del '69 e la primavera del '72 riflettono un'ansia crescente per la "follia" di Gheddafi, data per certa da innumerevoli fonti.
Continua ...

Tra i disperati in fuga dall'inferno "I soldati sparavano sui civili"

In migliaia varcano la frontiera tra Libia e Tunisia. Centinaia di immigrati al confine: "Situazione terribile, gli uomini di Gheddafi seminano il terrore"

dal nostro inviato GIAMPAOLO CADALANU
RAS AJDIR (confine tra Tunisia e Libia) - Non basta l'abbraccio dei compatrioti per i tunisini in fuga, non basta l'accoglienza della gente di Ben Guerdane. Non basta per togliere l'angoscia dal viso degli algerini, dei turchi usciti dalla Libia. Sono al sicuro, al di là del confine, ma ancora non si permettono un sospiro di sollievo. "È il terrore. Il terrore", dice Hassan, senza trovare il coraggio per descrivere ciò che ha visto.
Il posto di frontiera di Ras Ajdir, a pochi passi dal mare, è uno dei più frequentati dai 50mila tunisini che hanno trovato lavoro nella ricca economia libica. Ma adesso che il sogno di un futuro sta diventando un incubo, migliaia di operai, pizzaioli, manovali tornano in patria d'urgenza. Nella giornata di ieri sono stati dai 2 ai 3mila: è l'avanguardia di un esodo che si annuncia massiccio. Vengono soprattutto dalla regione di Tripoli. Chi non ha un'auto si fa accompagnare fino al confine in taxi o in autobus, poi trascina la valigia per un chilometro fra le pozzanghere e l'asfalto sbrecciato del posto di controllo. Solo quando sente l'accento della sua gente, capisce di essere fra amici. "Benvenuti, benvenuti in Tunisia. Prendete, questo è offerto dalla popolazione di Ben Guerdane, prego, prego, prendete". La prima assistenza è fatta di baguette con marmellata oppure con tonno e pasta di peperoncino piccante, bottiglie di latte, merendine, vasetti di yogurt, oltre a una distesa di bottiglie d'acqua. I fuggiaschi si accalcano, in attesa di partire verso il piccolo centro vicino alla frontiera.
Continua ...

LIBIA: TRE NAVI DELLA MARINA ITALIANA IN NAVIGAZIONE VERSO TRIPOLI

(ASCA) - Roma, 22 feb - Sono la San Marco, la San Giorgio e la Mimbelli le tre navi della Marina Militare in navigazione verso le coste della Libia.
Le tre unita', pronte ad intervenire per l'evacuazione dei nostri connazionali ancora nel paese del Nord Africa, stazioneranno nel Canale di Sicilia.