BENGASI - In Libia tentativi del regime di Muammar Gheddafi di schiacciare la rivolta contro i suoi oltre 40 anni di potere hanno provocato la morte di migliaia di persone e la secessione della parte orientale del paese. A Bengasi, nell'est della Libia, da dove è partita la rivolta contro il regime, la gente ha cominciato a riconsegnare le armi, facendo scoppiare petardi e suonando i corni per celebrare la fine della carneficina.Gran parte della Libia orientale sarebbe sotto il controllo degli oppositori. Un carcere vuoto è andato in fiamme a Bengasi e la tv britannica Sky News ha mostrato immagini di missili anti-aerei in una base militare abbandonata vicino a Tobruk.Mentre i paesi che hanno più strette relazioni con il terzo produttore africano di petrolio si danno da fare per evacuare i loro cittadini, e gli abitanti della capitale restano nascosti nel timore di bande armate fedeli a Gheddafi, la Francia, per prima, ha chiesto di adottare sanzioni."Vorrei la sospensione delle relazioni economiche, commerciali e finanziarie con la Libia fino a ulteriore avviso", ha detto il presidente Nicolas Sarkozy.Ma, in quello che è solo l'ultimo segnale di divisioni internazionali su come comportarsi con Gheddafi, il premier del Qatar ha detto invece di non voler isolare la Libia, dove numerosi esponenti istituzionali - tra cui il ministro dell'Interno e un consigliere dell'influente Saif, uno dei figli di Gheddafi - hanno dichiarato il proprio appoggio alle proteste iniziate una settimana fa.Gli oppositori hanno preso il controllo della regione orientale, quella dove si estrae il petrolio,Gheddafi ha schierato truppe all'ovest della capitale per cercare di bloccare l'estensione di una rivolta partita dall'est. A oriente intanto molti soldati hanno disertato.Le attività economiche sembrano bloccate, tra cui circa un quarto della produzione petrolifera, scatenando il timore che la crisi comprometta la ripresa economica globale.Gheddafi ha intanto chiesto oggi una manifestazione di massa per mostrargli sostegno, ma nella centrale Piazza Verde di Tripoli si sono riunite solo circa 150 persone.La maggior parte delle strade, di solito affollate, sono quasi deserte. Solo pochi caffé sono aperti, nonostante gli appelli del governo a tornare al lavoro inviati anche per sms agli utenti."Moltissima gente ha paura di lasciare casa a Tripoli e uomini armati fedeli a Gheddafi girano minacciando le persone che si raggruppano", ha raccontato un tunisino, mentre attraversava la frontiera per tornare nel paese natale.Secondo le stime sarebbero circa un milione e mezzo gli stranieri che vivono o viaggiano in Libia, e un terzo della popolazione è composta da immigrati provenienti dall'Africa sub-Sahariana.Testimoni descrivono scene di caos, mentre in molti cercano di partire. Nel frattempo il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini ha parlato di "esodo biblico", prevedendo che almeno 300mila migranti potrebbero giungere sulle coste meridionali dell'Europa.
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