BENGASI - «La situazione in tutto il paese è drammatica, i morti non si contano più. Lavoriamo con quello che abbiamo, ovvero più nulla. Mancano medicine di ogni genere, strumentazione, garze, fasce. Manca tutto». È il racconto all'Ansa di Hassan e Alì, un anestesista e un ortopedico in servizio all'ospedale di Bengasi, città di un milione e mezzo di abitanti a circa 1.000 chilometri da Tripoli, nel nord-est della Libia. «Abbiamo un disperato bisogno di fissatori ortopedici - proseguono - e di antibiotici. Qualche medicinale è arrivato con una nave turca, giunta per rimpatriare i connazionali». Tra i feriti oggi sono arrivati anche 17 soldati con i nasi e le orecchie mozzate: «Si tratta di disertori che hanno consegnato le armi ai rivoltosi e per questo sono stati torturati, sono morti poco dopo il ricovero». I due medici oggi sono riusciti a contattare alcuni colleghi a Tripoli: «La capitale è isolata ma da quello che siamo riusciti a sapere i morti sono tantissimi».
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