venerdì 27 gennaio 2012

EQUITALIA


LA GIORNATA DELLA MEMORIA???


Terra trema ancora al Nord Italia. Crollate 3 statue Reggia di Colorno

Roma, 27 gen. (Adnkronos) - La terra trema ancora al Nord Italia. Una forte scossa di terremoto è stata avvertita questo pomeriggio, pochi minuti prima delle 16, dal Trentino al Veneto, dal Friuli Venezia Giulia al Piemonte, dalla Liguria alla Toscana.

Secondo le prime informazioni fornite dall'Ingv, l'epicentro è stato nel distretto sismico di Frignano, Appennino parmense. Secondo i rilievi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia l'evento sismico è stato registrato alle 15.53 con magnitudo di 5.4. Le località prossime all'epicentro sono Corniglio, Berceto, Monchio delle Corti e Palanzano. A una prima stima il terremoto si sarebbe verificato a 60 km di profondità.
Dopo circa 30 minuti dal sisma più intenso sono state avvertite dalla popolazione in provincia di Parma altre due scosse. Secondo i rilievi registrati dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia gli eventi sismici sono stati registrati rispettivamente alle 16.23 (con magnitudo di 2.7) e alle 16.34 (magnitudo 3.2).
E altre scosse potrebbero verificarsi nelle prossime ore. "Ci sono diverse zone ancora attive, non solo al Nord ma anche in Calabria - ha detto all'ADNKRONOS Alessandro Amato, sismologo dell'Ingv - Non possiamo esludere che si verifichino altre scosse". "Questi tre eventi principali, ieri a Verona e a Reggio Emilia e oggi nel parmense sono legati a un processo comune che è dovuto al movimento della placca adriatica - prosegue Amato - Questi terremoti servono da promemoria, per ricordarci che viviamo in una terra sismica". Per questo, ha concluso Amato, "è bene assicurarsi che le scuole e le case in cui viviamo siano solide e pretendere verifiche dalle autorità locali, che sono i primi responsabili della protezione civile".
Sono in corso le verifiche della Sala Situazione Italia del Dipartimento della Protezione Civile ''rispetto a eventuali danni a persone e/o cose''.
"Stiamo facendo le verifiche per capire se si tratta della stessa faglia interessata dalla scossa di mercoledì scorso con epicentro nel reggiano oppure no. Comunque è stata una scossa molto profonda e per questo motivo è stata avvertita distintamente in un raggio fino a 100 chilometri, fino a Milano e Genova, ma anche in Toscana e in Veneto", ha riferito all'ADNKRONOS il direttore dell'Agenzia regionale della Protezione civile dell'Emilia Romagna, Demetrio Egidi.
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http://www.adnkronos.com/IGN/News/Cronaca/Terra-trema-ancora-al-Nord-Italia-Crollate-3-statue-Reggia-di-Colorno_312909059344.html

In Siria è un massacro, decine di morti. Assaltata l'ambasciata al Cairo

Beirut, 27 gen. (Adnkronos/Aki/Ign) - Continua a salire il bilancio della repressione messa in atto in diverse zone della Siria dalle forze governative. Gli attivisti del Comitato generale della rivoluzione, citati dalla tv al-Arabiya, denunciano l'uccisione di 77 persone.
"Abbiamo registrato un forte aumento delle violenze negli ultimi tre giorni" si legge in un rapporto del capo della missione degli osservatori della Lega Araba, il sudanese Mustafa al-Dabi, di cui dà notizia la tv araba 'al-Jazeera'. Mentre l'Unicef lancia l'allarme sul massacro di minori. Sono ben 384 i bambini uccisi in Siria da metà marzo, quando ha avuto inizio la rivolta contro il regime del presidente Bashar al-Assad.
Il Consiglio nazionale siriano si è detto pronto a fornire armi e finanziamenti ai ribelli che in Siria stanno combattendo contro il regime per creare una struttura di comando organizzata. Lo ha dichiarato la portavoce del Consiglio, Bassma Kodmani, dicendo che dopo mesi di trattative a distanza il Cns e l'Esercito libero siriano hanno raggiunto un accordo per riorganizzare la struttura. La Kodmani ha poi sostenuto che sono in aumento le defezioni dall'esercito regolare di Damasco e che le proteste, iniziate 10 mesi fa come manifestazioni popolari di massa, hanno oggi preso una dimensione militare irreversibile.
Continuano intanto le proteste anti-Assad in altri paesi. Decine di manifestanti, contrari al regime del presidente siriano, hanno assaltato la sede dell'ambasciata siriana al Cairo, che si trova vicino alla famosa piazza Tahrir, dove oggi si sono riunite centinaia di migliaia di persone. Lo riferisce l'inviato di 'al-Jazeera'. Nuove proteste contro Assad si registrano anche in Libano.
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http://www.adnkronos.com/IGN/News/Esteri/In-Siria-e-un-massacro-decine-di-morti-Assaltata-lambasciata-al-Cairo_312908698549.html

Torino: incappucciati lanciano escrementi contro redazione quotidiano

Torino, 27 gen. (Adnkronos) - Tre sacchi di escrementi sono stati lanciati sulle vetrate della redazione torinese del quotidiano Cronaca Qui, sembra da otto persone incappucciate.

Sull'Italia arriva il gelo siberiano Al Nord neve anche a bassa quota


Fiocchi anche su Torino e Milano

ROMA
Prima in Italia, poi in tutta Europa. Arrivano gelo e neve. Un nucleo di aria fredda proveniente dalla Francia raggiungerà le nostre regioni settentrionali nel fine settimana, portando nevicate anche in pianura e temperature in calo. E il Dipartimento della Protezione Civile ha emesso una allerta meteo che prevede, a partire da domani mattina e per le successive 24-36 ore, nevicate diffuse anche in Pianura su Valle D’Aosta e Piemonte.

La neve potrà interessare anche le tratte di competenza di Autostrade per l’Italia in particolare nelle zone interne della Liguria, in Piemonte, in Lombardia e localmente anche in Emilia Romagna: obbligatori gli pneumatici invernali o le catene a bordo del mezzo Domani, puntualizza il meteorologo Antonio Sanò del sito ilmeteo.it, è in arrivo una perturbazione atlantica da Ovest, con peggioramento sulle Alpi e a Nordovest, neve a bassa quota sulle Alpi e a 2/300m sul Piemonte fino in pianura.

L’Arpa (Piemonte) preannuncia problemi alla viabilità a partire da domani e per tutta domenica quando sono attese diffuse nevicate su tutta la regione. Mentre da lunedì sera calerà sensibilmente la temperatura, con valori minimi inferiori a -5° sulle zone di pianura, con conseguenti gelate diffuse. Previsto un sabato di pioggia in Liguria, con neve nella notte a 200 metri. E un peggioramento in Sardegna nel pomeriggio. Neve copiosa in Piemonte e sui rilievi liguri anche domenica, fino a Milano e all’ovest Lombardia al mattino, oltre che nel piacentino e nell’ovest dell’Emilia. L’amministrazione comunale di Bergamo ha attivato il "Piano neve", e la Regione Liguria ha emesso una allerta 1, che scatterà alle 12 di domani e proseguirà fino alle 8 di lunedì mattina. Allerta neve, da domani alle 7 fino a lunedì alle 13, diramata anche dalla Protezione civile dell’Emilia-Romagna. Ed entro la sera, precisa ancora il meteorologo Sanò, ci sarà un ulteriore peggioramento sulle regioni adriatiche con neve a 100-200m sull’Abruzzo e forte maltempo sul catanese.

Lunedì, secondo l’esperto de ilmeteo.it, persisterà un vortice depressionario con contributi freddi continentali da est e venti orientali. Maltempo e neve a quote bassissime sulle regioni adriatiche, neve forte in Abruzzo, forte maltempo su Sicilia e Sardegna. Dalla sera di martedì è poi prevista una nuova perturbazione da ovest e nel contempo aria gelida da Est. E neve su Piemonte, bassa Lombardia, Emilia Romagna, a quote basse al centro, maltempo su resto della Sardegna, Sicilia. Nel corso di mercoledì e giovedì maltempo generale. Una massa d’aria siberiana è in marcia dagli Urali diretta verso tutta l’Europa.

GB: deputato, sanzioni a Iran preludio della guerra


GB: deputato, sanzioni a Iran preludio della guerra
LONDRA – Il deputato britannico Jeremy Corby afferma che il dispiegamento massiccio di navi da guerra nel Golfo Persico e le sanzioni senza precedenti di Stati Uniti ed Europa sono il preludio di una devastante guerra ai danni dell’Iran. “I tamburi della guerra sono stati fatti rullare in maniera aggressiva dall’Europa”, scrive Corby sul sito del Morning Star. Secondo il deputato inglese, i candidati repubblicani alle primarie cercano di superarsi nella retorica di guerra contro l’Iran ed ognuno “è impaziente per poter lanciare la prima bomba contro l’Iran”. Secondo Corby, l’Occidente pensa ad una guerra dalle conseguenze disastrose contro l’Iran quando al suo interno è alle prese con un livello senza precedenti di disoccupazione, misure di austerità durissime ed una intera generazione di giovani senza speranza per il futuro. Secondo il deputato, i politici occidentali sbagliano credendo che “issando la bandiera del patriottismo e della guerra potranno far scomparire la miseria dell’austerità”. Corby conclude: “La generazione che si è opposta alla guerra in Iraq ed Afghanistan in milioni non ha intenzione di assistere ad un altro conflitto che sciupi risorse, uccide molte persone e renda il mondo un luogo ancor più pericoloso”.

Consigliere Guida Suprema: se Iran non vende greggio nessun altro lo puo’


Consigliere Guida Suprema: se Iran non vende greggio nessun altro lo puo’
TEHERAN – Il Consigliere della Guida Suprema iraniana per gli Affari Internazionali Ali Akbar Velayatì ha annunciato che se l’Iran non potrà vendere il suo petrolio, il mondo deve essere sicuro che nemmeno gli altri saranno in grado di farlo. Secondo Press TV, questo il monito di Velayatì, Ministro degli Esteri dei primi anni seguenti alla rivoluzione islamica e massimo consigliere della guida suprema iraniana il sommo Ayatollah Khamenei. Velayatì ha definito inutili le sanzioni Ue contro il petrolio dell’Iran ricordando che queste porteranno sicuramente all’aumento del prezzo mondiale del greggio; Velayatì ha comunque ribadito che l’Iran non se ne starebbe con le mani in mano davanti ad uno scenario in cui tutti sarebbero autorizzati a produrre petrolio e l’Iran fosse messo in condizione di non poterlo fare. “Le sanzioni europee non sono a favore di nessuno ed i politici europei sanno benissimo che queste sanzioni sono solo una manovra politica”, ha detto Velayatì che ha proseguito: “L’Iran non ha bisogno del favore di alcun paese per vendere il suo petrolio; la domanda globale di greggio è sempre lì ed è sempre crescente”. L’Iran ha informato in precedenza che qualora gli venisse impedita l’esportazione del petrolio avrebbe chiuso lo Stretto di Hormuz, attraversp cui passa ogni giorno il 40% del petrolio del mondo intero. La chiusura di questo Stretto potrebbe creare una crisi globale ed un aumento difficilmente prevedibile del prezzo del barile.

Siria: Russia contraria alla bozza di risoluzione Onu


Siria: Russia contraria alla bozza di risoluzione Onu
MOSCA - La Russia giudica inaccettabile la bozza di risoluzione Onu sulla Siria proposta dalla Lega Araba in accordo con i Paesi occidentali. Lo ha dichiarato il viceministro degli esteri, Ghennadi Gatilov. La bozza, che oggi sarà esaminata del Consiglio di sicurezza, secondo Gatilov non contiene alcuna considerazione fondamentale sulla nostra posizione e non contiene aspetti chiave che per noi sono fondamentali. La bozza chiede che Bashar Assad, ceda il potere al suo vice.

Iran: probabile immediata interruzione esportazioni petrolio verso Europa

 
Iran: probabile immediata interruzione esportazioni petrolio verso Europa
TEHERAN – Il Parlamento iraniano risponde con forza alle sanzioni Ue: il Majles ha intenzione di interrompere da subito le furniture di petrolio all’Europa per punire i 27 per le sanzioni al petrolio ed al settore finanziario che entreranno in vigore dal mese di giugno. Secondo Nasser Soudani, deputato iraniano, il Parlamento iraniano lavorerà in fretta e furia per far approvare una legge che interrompa ben prima di giugno le esportazioni di petrolio all’Europa, in modo che i paesi europei incontrino problemi ancora maggiori nella diversificazione dei fornitori e nell’adattamento delle raffinerie a tipi di petrolio diversi da quello iraniano. Il deputato Soudani spiega: “Il Parlamento iraniano intende dare una lezione esemplare ai partner europei in modo che imparino a non giocare più con il fuoco”. Secondo fonti vicine al Parlamento la nuova legge potrebbe passare già la settimana prossima al Parlamento ed entrare in vigore ai primi di Febbraio, nei simbolici giorni dell’anniversario della rivoluzione islamica in Iran.

Nuovi ticket sanitari su pannoloni, prodotti per diabetici e cibi per celiaci


Le Regioni frenano sul documento tecnico Chiudono gli ospedali
con meno di 120 posti

PAOLO RUSSO
ROMA
Niente più pediatra per gli adolescenti tra 6 e 14 anni, colpo di acceleratore sulla chiusura dei 220 piccoli ospedali da riconvertire in strutture per l’assistenza territoriale e ticket nuovi di zecca per i così detti dispositivi medici: dai pannoloni all’ossigeno terapeutico, dai prodotti per i diabetici agli alimenti per i celiaci. Sempre chiamando gli assistiti a contribuire in misura commisurata al reddito, riveduto a corretto dal «sanitometro».

Si arricchisce di altri particolari il documento tecnico messo a punto mercoledì dal conclave degli assessori regionali alla sanità e del quale oggi, dopo le anticipazioni a mezzo stampa, nessuno vuole rivendicare la paternità. Uscito dalla Conferenza di ieri convocata proprio per discutere il nuovo Patto per la salute 2013-2015, il presidente delle Regioni Vasco Errani, si è affrettato a precisare «che non c’è nessun documento messo a punto dagli assessori sui ticket». Una smentita che non cancella le 51 pagine del documento discusso per un’intera giornata ieri l’altro, e che, del resto, parte dalla stessa considerazione di Errani, ossia che il finanziamento 2013-2014 della sanità, «così come previsto dalla manovra d'agosto è per le regioni insostenibile».

Come dire che qualche soluzione va trovata per tamponare il taglio da 8 miliardi per i prossimi due anni. O con nuove risorse, magari derivati dalla tassa sul cibo spazzatura o tagliando sprechi dove ancora c'è da tagliare, come negli ospedali da meno di 120 posti letto.

Soluzione, quest'ultima, sulla quale nessuno vuole metterci la faccia, ma alla quale le regioni «amiche» del Governo stanno lavorando per evitare il default del servizio sanitario nazionale.
Nel frattempo fa già discutere l’ipotesi di assegnare ai pediatri unicamente i bambini da 0 a 6 anni, affidando i ragazzi da 7 a 14 anni alle cure del medico di famiglia.

Ipotesi contro la quale insorge la federazione dei pediatri, la Fimp, per la quale il progetto «contrasta con i convincimenti di tutta la comunità scientifica internazionale, concorde nel ritenere inamovibile il principio che l'età pediatrica va da zero a 14 anni».

A preoccupare il presidente della Federazione di Asl e ospedali (Fiaso), Giovanni Monchiero, è invece il fatto che «già oggi la carenza di risorse rende difficili i rapporti con gli operatori sanitari e i fornitori delle aziende sanitarie».
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Architetto si uccide all'ufficio imposte: «Volevate la mia pelle, ora l'avete»


A Créteil, periferia di Parigi, il gesto estremo di un uomo di 55 anni che doveva al fisco francese circa 26mila euro

Il luogo del suicidio (da «Le Parisien») Il luogo del suicidio (da «Le Parisien»)
MILANO - Giovedì pomeriggio, 14 e 30 circa. Un architetto francese di 55 anni entra nell'ufficio imposte di Créteil, periferia di Parigi. Dopo un rapido scambio di battute con un impiegato allo sportello, raggiunge il cortile dell'edificio e si spara un colpo alla tempia con una calibro 38. L'uomo, padre di due figli adolescenti, non lavorava da tempo ed era travolto dalle difficoltà economiche. Doveva al fisco 26mila euro. Prima di suicidarsi, ha lasciato agli uscieri del centro delle imposte un biglietto drammatico: «Volevate la mia pelle, ora l'avete».
«UNA COSA MAI VISTA» - «Abbiamo sentito una forte detonazione - ha testimoniato un impiegato al quotidiano francese Le Figaro -. E' vero che le persone che vengono qui sono spesso snervate, ma una cosa del genere non l'avevamo mai vista».
«RACCOMANDATE TUTTI I GIORNI» - «Tutti i giorni riceveva raccomandate - ha raccontato invece una vicina del 55enne che aveva notato negli ultimi tempi il gran numero di lettere con l'intestazione Centre des impots - lettere dell'ufficio delle tasse, sembrava martoriato dai debiti».
L'INCHIESTA - Sulla vicenda è stata aperta un'inchiesta. La pistola con cui l'uomo si è sparato era stata caricata con sei colpi. Sembra tuttavia che non avesse alcuna intenzione di fare del male ad altri: il suo è stato solo un gesto eclatante dovuto alla disperazione. Sul suo cadavere è stata in ogni caso disposta un'autopsia.

LA GIORNATA DELLA MEMORIA SIA ... TUTTI I GIORNI

LA GIORNATA DELLA MEMORIA SIA ... TUTTI I GIORNI

Per tutti i bimbi del mondo ...

per quelli a cui abbiamo rubato il futuro,
per quelli nati sotto ad una cattiva "stella",
per quelli brutalizzati dalla "religione del silenzio",
per quelli che nascondiamo dentro di noi e che ... lasciamo piangere senza ascoltarne le suppliche,
per quelli che giocano nonostante tutto,
per quelli a cui è rimasto solo ... un dolcissimo sorriso.
(pasdan)

Hanno rovinato l’Italia e li fanno ancora parlare


Hanno rovinato l’Italia e li fanno ancora parlare
Lui, il principale responsabile del disastro italiano, Silvio Berlusconi, soltanto qualche giorno fa ha avuto il coraggio di affermare: “È cambiato il governo ma le cose non sono migliorate. Mi aspetto che mi richiamino”. Il suo omologo Umberto Bossi gli ha intimato di dare la sfiducia ad un “governo infame”, senza provare nemmeno un po’ di vergogna per il cumulo di nefandezze compiute in dieci anni di governo e undici di dissennata alleanza.
Come se non bastasse tutto questo spettacolo indecente, i loro fogli, “Libero” e “Il Giornale”, quotidianamente sparano a zero sui provvedimento economici del governo Monti, come se l’ex presidente della Bocconi fosse a palazzo Chigi da venti anni e si portasse appresso la responsabilità delle disastrose politiche economiche che hanno gettato sul lastrico la maggior parte della popolazione italiana.
Naturalmente, la realtà è esattamente il contrario di quella disegnata da queste fonti inattendibili e dal giornalismo propagandistico che le anima. Le drammatiche condizioni economiche in cui versa il nostro Paese sono da addebitare, al cento per cento, alla incapacità del governo Berlusconi e dei suoi ministri, dimostratisi molto più inetti di quanto anche la più pessimistica previsione potesse mai ipotizzare. Quando erano al governo, il differenziale fra i titoli di Stato tedeschi e italiani era arrivato a superare i 550 punti base (ora sono sotto la soglia dei 400), mentre il premier era oramai un uomo isolato e dileggiato da tutte le Cancellerie europee e mondiali.
L’attuale governo, pur con difficoltà quasi insormontabili e non sempre con equità, ha provveduto ad approvare norme sulle liberalizzazioni che finalmente potrebbero (ma il condizionale è obbligatorio) aprire il mercato dei servizi fino ad ora in mano a corporazioni medievali che decidono i prezzi da praticare e il numero degli operatori, scaricando sui consumatori la loro agiatezza economica, perlomeno quella degli anni di vacche grasse. Il centro-destra non ha fatto che coprire queste categorie – il famoso “ceto medio” affluente che ogni giorno Maurizio Belpietro difende come se fosse una razza in via di estinzione, quando la percentuale di poveri in Italia ha superato oramai la soglia del 14 per cento – mistificando poi la propria azione come una “rivoluzione liberale” propugnata dal monopolista televisivo miliardario, capo del ramo di azienda definito Pdl.
In un Paese serio, come ad esempio la Spagna dove Zapatero non si sa più nemmeno che cosa faccia, dopo che si è responsabilmente assunto le colpe della crisi economica, diverse bocche che oggi strepitano ed annaspano nelle pagliacciate parlamentari in stile leghista, rimarrebbero rigorosamente cucite, provando vergogna per la situazione prodotta dalla loro incompetenza. Ed invece Giulio Tremonti pubblica un nuovo libro di profezie, Berlusconi è continuamente intervistato, ai soldatini pagani si concedono titoli di testa e servizi televisivi, quando invece meriterebbero soltanto un lungo quanto repentino oblio politico ed una influenza pari a quella della “Sudtiroler Volkspartei”.
Per fortuna che gli elettori sembrano aver compreso la necessità di archiviare il centro-destra berlusconiano, relegandolo nei sondaggi  sempre più in basso e mostrando più fiducia nella competenza di Mario Monti. Ed ora, che il Pdl sembra volersi sfilare dalla maggioranza che sostiene l’attuale governo e puntare ad elezioni anticipate, sarebbe forse il caso che lo stesso Monti diventasse il leader di una coalizione di centro-sinistra per continuare nella sua opera di ricostruzione delle macerie di diciassette anni di berlusconismo. In questo modo, l’Italia potrebbe entrare nuovamente in un periodo di crescita, con una classe dirigente finalmente all’altezza dei complessi problemi che deve affrontare, lasciando al magnate di Arcore la frequentazione delle sue allegre olgettine e a Umberto Bossi le serate degli ossi mangiati con i membri del suo cerchio magico.

L’onorevole viaggia gratis: i cittadini pagano 17 milioni di euro l’anno


ROMA – Aereo, nave, treno o autostrada loro non pagano nulla. Gli onorevoli viaggiano gratuitamente sul territorio nazionale. Ed oltre a biglietti gratis e a non pagare il pedaggio autostradale ricevono anche rimborsi tra i 3 mila ed i 4 mila euro per percorrere la distanza che separa la loro casa dall’aeroporto più vicino. Ovviamente anche il trasporto Montecitorio-Fiumicino è rimborsato o comunque gratuito per loro. Il Fatto Quotidiano spiega che a pagare per loro i 17 milioni di euro l’anno sono sempre i “soliti”. I cittadini che pagano loro viaggi, e vacanze, e che ogni giorno devono fare i conti con i rincari dibenzina e gasolio, che nessuno rimborsa loro per andare a lavoro, o con trasporti pubblici ed eventuali scioperi.
Viaggi gratuiti non solo per fini istituzionali, ma anche per pagare l’onorevole vacanza. I Questori della Camera, spiega il Fatto Quotidiano, hanno stimato di poter risparmiare 1 milione di euro l’anno sui propri rimborsi viaggi, mentre al Senato il risparmio potrebbe raggiungere 1.5 milioni di euro l’anno.
Il risparmio sui trasporti sarebbe possibile solo se i parlamentari imparassero a spendere meno, spiega il Fatto Quotidiano. Nel Bilancio della Camera del 2010 sono stati spesi 11.605.000 euro, di cui 8.180.000 in aerei, 1.650.000 per i treni , 600.000 per i pedaggi autostradali e 200.000 per autonoleggio. Per le “altre spese di trasporto” sono stati spesi altri 15 mila euro. Senza contare poi i soldi degli eletti all’estero, 12 parlamentari che viaggiano in business class per il prezzo all’anno di 950 mila euro.
A viaggiare a spese dei cittadini poi anche gli ex deputati e gli ex senatori. Chi è stato eletto almeno una volta ha diritto a 10 voli gratis ogni anno e può viaggiare su treni intercity e regionali gratis, ma non sui Frecciarossa. Sobrio però il comportamento degli ex senatori, come mostrano le cifre riportate dal Fatto quotidiano: su una previsione di 1.9 milioni di euro per le loro spese di trasporto, ne hanno utilizzati solo 1.3 milioni. Ma dove gli ex senatori risparmiano, i senatori in carica sprecano:  5.2 erano i milioni di euro previsti per le spese di trasporto, arrivate invece alla “modica” cifra di 5,8 milioni di euro.

Università: i professori dovranno insegnare, basta ricercatori colf


riccardo-galli-opinioni
di Riccardo Galli

Leggi tutti gli articoli di Riccardo Galli
Università

Brutte notizie per la Cepu e per i professori universitari nella bozza del decreto semplificazioni a cui il governo sta lavorando. L’articolo 56, lettera E, stabilisce infatti che vengano escluse “tutte le università telematiche dalla ripartizione di una quota dei contributi di cui alla legge sulle università non statali legalmente riconosciute”. In particolare si tratta dei fondi per il merito, soldi che alle telematiche potevano arrivare grazie ad una norma introdotta dalla riforma Gelmini, e ribattezzata appunto “emendamento Cepu”. Un’altra importante novità riguarderà poi i ricercatori di tutte le università: ai ricercatori a tempo indeterminato infatti, non potranno più essere affidati “compiti di tutorato e didattica integrativa”. Dovranno fare ricerca punto e basta, e i professori dovranno tornare a fare i professori. Cioè dovranno lavorare molto più di quanto non facciano oggi.
Che i ricercatori debbano fare i ricercatori e i professori i professori, appare come un’ovvietà. Ma nelle nostre università tale non è. I ricercatori svolgono infatti spesso, quando non sempre, compiti di “didattica integrativa”. Fanno in altre parole quello che dovrebbero fare i professori, cioè tengono lezioni ed esaminano gli studenti. In questo modo di tempo per la ricerca a loro ne rimane ben poco ovviamente, mentre ai professori di tempo ne rimane, e molto.
Tempo per scrivere libri o concedere munifiche consulenze. O ancora per tenere corsi in università private o magari anche solo tempo per andare al cinema o, visto che di problemi all’interno delle nostre università ne esistono, e che i prof non sono tutti degli scansafatiche, anche tempo da dedicare all’università stessa. Ma che sia per una buona o per una cattiva causa, con i ricercatori che svolgono il compito dei professori, questi fanno per forza di cose altro. Ora, se questo paragrafo del decreto passerà, i professori dovranno tornare a fare i professori. E gli studenti, spesso costretti ad inseguire i loro insegnanti per un colloquio, non saranno più costretti a parlare con un giovane ricercatore, ma potranno sedersi, incredibile ma vero, di fronte al loro professore.
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S'ignora il Signoraggio !!!!!!!!!!!


Regioni, la giungla dei privilegi In Sicilia e Sardegna stipendi record


Tagli per Vendola e Chiodi. Ma a Cota vanno 1.779 euro in più della Bresso

Raffaele Lombardo (Imagoeconomica) Raffaele Lombardo (Imagoeconomica)
ROMA - Al governatore siciliano Raffaele Lombardola sola definizione di gabbie salariali «fa schifo». La sua coerenza è da lodare. Alla guida di una Regione con un numero di abitanti pressoché identico a quello del Veneto, ma un costo della vita inferiore del 9,4%, Lombardo porta a casa fra indennità e rimborsi il 43% in più del suo collega Luca Zaia: 170.319 euro netti l'anno contro 118.703, secondo i dati contenuti nel sito ufficiale della conferenza dei governatori ( www.parlamentiregionali.it ). Senza considerare, poi, la differenza abissale nella ricchezza di quei due territori. Il prodotto interno lordo del Veneto, dice l'Istat, è del 75% superiore a quello della Sicilia.
La verità è che in Italia le uniche gabbie salariali esistenti (quel sistema in voga un tempo per cui gli stipendi erano più bassi dove il costo della vita era inferiore) ce le hanno i politici. Però al contrario. Ha senso che un consigliere regionale molisano, dove la vita costa il 32,8% in meno, intaschi ogni mese fra indennità e rimborsi vari 10.125 euro netti contro gli 8.639 del suo collega della Liguria? E sorvoliamo sul fatto che il Molise ha un quinto degli abitanti della Liguria e una ricchezza procapite del 37% inferiore.
Ha senso che un consigliere regionale dell'Emilia Romagna abbia un appannaggio netto pari a metà di quello del consigliere della Sardegna (5.666 euro contro 11.417)? O che la busta paga del governatore della Calabria, pure dopo essere stata tagliata di 27 mila euro, sia ancora di 43 mila euro l'anno superiore a quella del presidente della Toscana?
Conosciamo le argomentazioni di chi difende il proprio status quo: i dati vanno presi con le molle, anche quelli ufficiali. Vero, ma anche con queste precauzioni certi numeri fanno sempre fare un salto sulla sedia. Per quanto il presidente della Provincia di Bolzano Luis Durnwalder si dica profondamente convinto di meritarsi i 25.620 euro che fra stipendio e rimborsi gli toccano ogni mese, perché lui lavora dall'alba a notte fonda, è stato rilevato che l'impegno del presidente degli Stati Uniti Barack Obama non è certamente inferiore al suo: per 2.600 euro di meno nella busta paga.
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Cancellati i mini-debiti col fisco Non si pagherà fino a 30 euro


Le imprese potranno rientrare negli appalti con l’accordo sulle rate

ROMA — I contribuenti che hanno debiti fiscali di modestissima entità, e magari noie procedurali enormi per assolverli, possono tirare un sospiro di sollievo. Con il decreto per la semplificazione tributaria, atteso in Consiglio dei ministri venerdì prossimo, il governo dovrebbe raddoppiare il limite al di sotto del quale l'amministrazione non darà corso alla riscossione dei crediti dovuti allo Stato o agli enti locali, portandolo a 30 euro per «ciascun tributo» e per «ciascuna annualità d'imposta » (ma con una clausola anti furbi). Nel decreto, inoltre, dovrebbe esserci una norma che consentirebbe alle imprese che hanno debiti fiscali scaduti, ma per i quali è stato concordato un piano di rateizzazione, di rientrare in ballo negli appalti e nelle commesse pubbliche. Mentre dovrebbero cadere alcune incombenze da parte dei contribuenti, come l'indicazione del domicilio fiscale negli atti destinati all'amministrazione.
Le misure a costo zero
Il testo definitivo del provvedimento deve ancora essere messo a punto dal ministero dell’Economia, ma si annuncia corposo. Le misure del pacchetto riguarderanno sia i cittadini che le imprese e il decreto, sottolineano a via XX settembre, non avrà impatto sul bilancio pubblico. La maggior parte degli interventi punta a rimuovere gli ostacoli inutili all'attività delle imprese, e come il decreto sulla semplificazione che il governo approverà oggi, a ridurne gli oneri amministrativi. Eventuali misure che avessero effetti finanziari, assicurano al Tesoro, sarebbero comunque compensate all'interno dello stesso provvedimento.
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