lunedì 25 novembre 2013

Dal 9 dicembre 2013


Il succo di frutta che percula Berlusconi

Ancora un volta le disavventure di Silvio offrono spunto per pubblicità che fanno rumore.
Il succo di frutta che percula Berlusconi
succo berlusconi 1
LO SLOGAN -  «Più immunità di Berlusconi»: è quanto promette lo slogan scelto dal marchio danese Froosh per le etichette dei suoi succhi di frutta. La foto, che sta facendo il giro dei siti web, è stata scattata dal napoletano Pierluigi Scatola, in vacanza a Copenhagen, e diffusa su Facebook, da dov’è poi dilagata in rete.
BERLUSCONI IN PUBBLICITÀ - Il riferimento all’immunità è relativo alle virtù vantate dal succo, che fornisce, appunto, molte difese immunitarie e non è la prima volta che Berlusconi personaggio che ha sempre fatto molto rumore anche all’estero con le sue avventure, tra le tante è possibile ricordare che già nel 2011 Rayanair aveva utilizzato lo slogan «ho 560 milioni di motivi per scappare» o la Ford indiana, che aveva realizzato uno spot, poi ritirato, il cui Berlusconi scappava a bordo di una Ford Figo con Ruby e la Minetti rinchiuse nel bagagliaio.
http://www.giornalettismo.com/archives/1233055/lo-slogan-dei-succhi-di-frutta-che-fa-il-verso-a-berlusconi/

Tempo scaduto: Ryanair potrebbe lasciare l’Aeroporto di Trapani da un momento all’altro. Solo un miracolo potrebbe salvare la struttura

Trapani_Airport
Time out per il “futuro” dell’aeroporto di Trapani Birgi. Ryanair vuole una risposta concreta alla sua richiesta che equivale a: o “rimanere” a volare dallo scalo Vincenzo Florio di Trapani/Birgi agiatamente “sovvenzionato”, oppure spostare i propri velivoli su uno scalo più “generoso”. Il braccio di ferro tra l’Airgest, la società che gestisce l’aeroporto trapanese, e la Compagnia Aerea si protrae ormai da mesi, ma solo ora il tempo ultimo, del 30 novembre, è scaduto; o si trovano 3 milioni di euro per le operazioni definite di coomarketing o la compagnia aerea irlandese sceglierà un altro scalo.
Anche il prefetto Leopoldo Falco, Commissario straordinario dell’ex Provincia Regionale di Trapani, aspettava per la stessa data  l’ultimatum che aveva intimato ai 24 Comuni dell’hinterland che dovranno decidere se intendono o meno sostenere economicamente la società per il rinnovo del contratto con Ryanair. Tre milioni non sono certo un obolo da poco. La Camera di Commercio aveva avanzato, con il placido assenso del Commissario Straordinario, la proposta di versare una quota in base al ritorno economico del turismo nei comuni interessati. In pratica una tassa “indolore” per le casse degli Enti Pubblici che graverebbe solo sul soggiorno dei turisti nella misura di due euro a persona a notte. La proposta è stata accettato, al momento, solo da tre Comuni su 24: Erice, Favignana e San Vito Lo Capo. Trapani, invece, metterà 300.000 euro senza introdurre la tassa, ed anche Marsala pare intenzionata a seguire la stessa strada.
E gli altri? Evidentemente non sono interessati all’operazione “salva Ryanair”.  La Compagnia Aerea irlandese vuole una risposta e l’ultimatum è scaduto proprio ieri. Intanto a Marsala ben 23 consiglieri di Sala delle Lapidi hanno proposto e approvato un ordine del giorno per il rilancio dell’aeroporto. Il Sindaco Giulia  Adamo, dal canto suo, insiste su quella che è invece per lei la priorità: “Il Vincenzo Florio presto dovrebbe assumere la denominazione di aeroporto di Trapani-Marsala”. Peccato che il cambio del nome dell’aeroporto non serve a salverà lo scalo.
C’è di buono che il 30 novembre è caduto di domenica e quindi ha spostato la decisione di 24 ore. Ben poca cosa per mettere d’accordo un Presidente di Regione, un commissario straordinario, 24 sindaci, un presidente di Camera di Commercio ed un Presidente della società che gestisce lo scalo. Ryanair da parte sua si sta comunque cautelando, e le notizie non sono buone. In attesa di capire se rimarrà a Trapani o no, la compagnia irlandese low – cost riduce le rotte, tanto che ormai è certo che gli aerei che faranno base a Trapani non saranno più quattro ma tre, se non meno.
 L’ottimismo che era trapelato il 15 settembre scorso quando la Regione Siciliana era subentrata alle quote detenute dall’ex Provincia Regionale di Trapani, è scomparso. ”Abbiamo vinto la battaglia per Birgi” diceva soddisfatto il capogruppo del Pd all’Ars, Baldo Gucciardi, attribuendo grande merito al Presidente Crocetta che, avendo deciso di far investire la Regione sull’aeroporto di Trapani, aveva risolto ogni problema. Così non è stato. Anzi la Regione non ha nessuna intenzione di detenere le quote, le rimetterà in commercio. A dire come le stanno le cose, schiettamente, è l’assessore all’Economia Luca Bianchi: “Il nostro intervento a Trapani è servito soltanto a non consentire la svendita delle azioni Airgest che presto venderemo al giusto prezzo”. A gennaio il 39 per cento delle azioni di Airgest sarà messo in vendita. Altro che rilancio dello scalo con l’ingresso della Regione Sicilia in Airgest, ora c’è il rischio, “fondato” della sopravvivenza.
La partita definitiva, in questo stato di incertezza, si gioca ora a Roma dove è stato approvato un emendamento alla legge di Stabilità presentato dai senatori Tonino D’Alì (Ncd) ed Andrea Mandelli (Fi). La commissione Bilancio del Senato concede all’aeroporto di Trapani delle compensazioni economiche per l’uso dello scalo da parte dei velivoli Nato durante le operazioni belliche in Libia. Si parla di una prima tranches di 5 milioni di euro su una proposta da tempo avanzata per un importo complessivo che ammonta al doppio. Non resta che sperare in questo miracolo… “santo” Tonino pensaci tu.