sabato 12 febbraio 2011

USA - Parkinson. Due pesticidi ne aumentano il rischio

Le persone esposte a due pesticidi, il rotenone e il paraquat, corrono due volte e mezzo in piu' il rischio di ammalarsi del morbo di Parkinson. Cosi' uno studio dell'Istituto Nazionale americano della sanita' (NIH), pubblicato l'11 febbraio.
"Il rotenone inibisce direttamente le funzioni del mitocondrio che permette la produzione dell'energia delle cellule" dell'organismo, dice Freya Kamel, ricercatrice all'Istituto nazionale di scienze della sanita' ambientale (NIEHS), che fa parte nel NIH, coautore di questi lavori pubblicati in linea dal giornale "Environmental Health Perspectives".
"Il paraquat", invece, "fa aumentare la produzione di alcuni derivati dell'ossigeno che potrebbero avere effetti nefasti sulla struttura cellulare", dice Kamel in un comunicato.
Di conseguenza, coloro che utilizzano questi pesticidi, o altri simili, hanno un rischio maggiore di contrarre il morbo di Parkinson -una malattia neurologica incurabile.
Sono state analizzate 110 persone colpite dalla malattia e un gruppo di controllo di 358 soggetti che facevano parte di una ricerca chiamata "Farming and Movement Evaluation" (FME), si' da poter stabilire un legame tra questa malattia e il fatto di essere esposti a questi due pesticidi o ad altri agenti tossici per i tessuti nervosi.
Il paraquat e il rotenone non sono pesticidi usati da privati nei loro giardini o nelle loro abitazioni. L'uso del paraquat e' limitato ad alcuni professionisti autorizzati, in virtu' di altri studi precedenti che avevano mostrato i medesimi risultati sugli animali. Il rotenone, invece, e' autorizzato solo come pesticida per distruggere organismi invasivi dei pesci.

Darwin Day: celebrato nel mondo, ignorato in Italia

12 febbraio 2011

La ricorrenza del padre della biologia moderna è stata dimenticata dai media del nostro Paese

Oggi si festeggia il 202esimo compleanno di Charles Darwin. In tutto il mondo si svolgono molti eventi che ricordano l’autore delle “Origine delle Specie”, il libro che grazie alla rivoluzionaria teoria dell’evoluzione ha completamente cambiato la scienza moderna. Se in America un deputato chiede di riconoscere il Charles Darwin Day come festa simbolo della ragione e del progresso umano, in Italia l’evento è stato ignorato dai mezzi di informazione. L’associazione degli atei e dei razionalisti si è chiesta come mai neanche negli eventi pubblici dove si discuteva di ateismo non si è pronunciato il nome di Darwin, che ancora oggi è odiato da chi gli imputa la teoria che ha smentito l’interpretazione letterale della Bibbia per la spiegazione della genesi della vita.

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Per salvare Berlusconi arriva la mini corrente di Marcello Dell’Utri

Il senatore del Pdl condannato per associazione mafiosa in secondo grado ritorna sulla scena per aiutare l’antico amico

Sono settimane difficili per Silvio Berlusconi, e i suoi amici si stanno mobilitando come mai prima d’ora. Un’intera classe dirigente deve molto, se non tutto, al Cavaliere, e alla fine il cuore e gli affetti sono stati scossi dal Rubygate. Dopo il ritorno di Sgarbi in televisione e leprima pagine conquistate da Giuliano Ferrara, un altro sodale del presidente del consiglio si sta organizzando. Marcello Dell’Utri, solo leggermente ammaccato per la condanna in secondo grado per associazione mafiosa, ha avuto un’idea grandiosa. Una nuova corrente, che sicuramente sarà iperberlusconiana. Hai visto mai che qualcuno nel Pdl possa alzare la testa per scalzare il Cavaliere? Tutto fa brodo allora, e ritorna in scena il vecchio compare siciliano, che fu messo da Silvio al vertice del colosso Publitalia, la società che raccoglie la pubblicità per il gruppo Mediaset, e che poi insieme a lui fondò il primo partito del premier, Forza Italia.

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Bombe atomiche: Usa in Italia

Bombe atomiche: Usa in Italia

Ordigni nucleari nordamericani -a centinaia- occultati in Italia da mezzo secolo e pronti all’uso, così come nel resto dell’Europa.

Lo scorso lunedì 7 febbraio, la Russia -governo e Duma- è tornata a chiedere agli USA di “far rientrare negli Stati Uniti le proprie armi nucleari e smantellare le infrastrutture costruite per loro nelle basi in territorio straniero”. Pochi lanci di agenzia, e nessuna attenzione da parte dei media italiani.

L’Europa, Italia in testa, continuano a non rendersi conto della quantità di bombe atomiche americane che hanno in pancia.

I Rapporti segreti del Pentagono, per quanto riguarda l’Italia, parlano chiaro: «La loro forza esplosiva distruggerebbe all’istante e completamente un’area equivalente alla metà della superficie geografica italiana, con un impatto distruttivo avvertibile in un’area equivalente a 10 volte le dimensioni della Penisola». Altro che nuove centrali per fornire energia e scorie prive a tutt’oggi di sicurezza o affondate nei mari della Penisola. «Si tratta di una presenza ignorata dal 60 per cento degli europei e da quasi il 70 per cento degli italiani». E’ il risultato di un sondaggio commissionato da Greenpeace a StratCom (Eurisko per l’Italia) nel 2006 e molto poco noto anche al tempo. Non è tutto: «Il 71,5 per cento degli italiani dice no alla presenza di testate nucleari in Europa e i due terzi degli europei che ospitano testate Nato la pensano allo stesso modo». Una volta informati della presenza di testate nucleari nel Belpaese, sei italiani su dieci si sono mostrati preoccupati. E a ragione.

L’ultimo rapporto in materia di Greenpeace “Ordigni nucleari Usa/Nato: sicuri?” delinea il rischio offerto da questi potenziali obiettivi di attacchi terroristici. Ogni testata è anche un impedimento a ulteriori riduzioni degli ordigni tattici in Russia e ai negoziati in corso in Iran sul disarmo nucleare. Lo studio dell’associazione ecologista sottolinea come, attraverso l’ammodernamento tecnologico in corso nella Nato, i sei Paesi che ospitano le armi atomiche possano rimuovere questa minaccia restituendo agli Usa le testate: la strada è già stata tracciata da Canada, Grecia, Danimarca e Islanda. “Il presidente degli Stati Uniti Obama può decidere l’impiego delle armi nucleari senza il permesso italiano”, commenta Giuseppe Onufrio, direttore di Greenpeace Italia. “Non è lontano uno scenario di guerra in Iran che preveda l’impiego di bombe B61, proprio quelle 480 presenti nelle basi europee. Questa complicità nella politica estera di un altro Paese, che ha rivisto la dottrina nucleare, postulando la possibilità di fare un primo “colpo” nucleare preventivo è inaccettabile. Il centinaio di testate nucleari che stanno a Ghedi Torre e Aviano devono tornare negli Usa”.

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Pakistan: omicidio Bhutto, mandato d'arresto per ex presidente Musharraf

Pakistan: omicidio Bhutto, mandato d'arresto per ex presidente Musharraf

ISLAMABAD - Un tribunale pachistano ha emesso un mandato d'arresto per l'ex presidente Pervez Musharraf nell'ambito dell'omicidio dell'ex Primo ministro Benazir Bhutto, uccisa nel 2007 durante una manifestazione elettorale a Rawalpindi. ''Il giudice Rana Nisar Ahmad ha emesso un mandato di arresto per l'ex presidente Pervez Musharraf. Musharraf dovra' presentarsi davanti alla corte il 19 febbraio'', ha annunciato il procuratore generale Chaudhry Zulfiqar Ali. Ali ha dichiarato che ''gli inquirenti hanno formulato l'accusa e Musharraf sarebbe coinvolto nel caso e avrebbe delle responsabilita' nella vicenda''. ''Secondo gli inquirenti il caso coinvolgerebbe Pervez Musharraf, due funzionari di polizia e dei terroristi'', ha aggiunto Ali. Musharraf, presidente nel periodo dell'omicidio Bhutto, e' in esilio volontario in Gran Bretagna dall'aprile 2009. Recentemente ha annunciato di volersi ricandidare alle presidenziali del 2013

Frattini si preoccupa per "enfasi" Iran di governo islamico

Frattini si preoccupa per

TRIESTE - Per il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini, il sostegno morale dell'Iran alla volonta' degli egiziani di decidere il proprio futuro, significa "l'enfasi" di Teheran all'idea di una "dominanza islamista" sul paese africano."Avete visto stamani l'enfasi data dall'Iran all'idea di una dominanza islamista sull'Egitto e questo conferma le nostre preoccupazioni". Lo ha detto interpellato dai giornalisti a margine di una manifestazione organizzata nel consiglio comunale di Trieste dedicata a Luigi Einaudi in vista del 150° dell'Unita' d'Italia. A dire il vero sembra che il Ministro Frattini si preoccupa per cio' che sta accadendo realmente in Tunisia, Egitto ..., cioe' per il risveglio delle nazioni contro le dittature che da Frattini viene interpretato come "dominanza islamista" mentre la politica di ebraizzazione d'Israele di Gerusalemme occupata e molte altre citta' palestinesi, per il capo della diplomazia italiana non rappresenta assolutamente una minaccia o la fonte di preoccupazioni. Sarebbe opportuno chiedere al Ministro Frattini di rispettare la volonta' di altri popoli e sopratutto non coprire la verita'.

Ecco la molecola dell'ottimismo Se non c'è l'umore va giù

Uno studio dell’Università del Michigan rivela che chi ha bassi livelli di neuropeptide Y ha una predisposizione 'genetica' al pessimismo e risponde male allo stress

Roma, 11 febbraio 2011 - Più fragili nei confronti dello stress e con la tendenza a vedere tutto nero. La chiave sarebbe in una molecola, il neuropeptide Y. Secondo uno studio dell’Università del Michigan, negli Usa, chi ha bassi livelli di questo neurotrasmettitore ha una predisposizione "genetica" al pessimismo, enfatizza le emozioni negative, risponde male allo stress e va incontro più facilmente alla depressione.

La ricerca, pubblicata sulla rivista Archives of General Psychiatry, è stata condotta su un gruppo di volontari ai quali i ricercatori hanno iniettato una soluzione salina nei muscoli della mandibola. L’effetto è un dolore che svanisce dopo 20 minuti.

I soggetti che avevano i livelli più bassi del neuropeptide hanno avvertito il dolore in anticipo e hanno lamentato gli effetti più a lungo, a differenza di chi mostrava livelli della molecola dell’ottimismo più elevati.

Per Jon-Kar Zubieta la strada genetica è quella giusta: "Abbiamo identificato un biomarker che è legato ad un aumento del rischio di depressione maggiore".

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Svizzera, troppi suicidi: cittadini al voto per una 'stretta" sul possesso di armi

Raccolte oltre 100mila firme: per i promotori dell'iniziativa diminuendo il numero di armi da fuoco in circolazione si riduce anche il numero delle vittime. Contrari governo e maggioranza.

Roma, 12 febbraio 2011 - Per ridurre il numero dei suicidi e degli omicidi in Svizzera è stato proposto di rendere obbligatoria la custodia delle armi d’ordinanza militari negli arsenali e di istituire un registro nazionale delle armi. I cittadini svizzeri voteranno domani sull’iniziativa “Per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi”.

La Svizzera è uno dei paesi con la più alta proporzione di armi da fuoco in mano a privati cittadini, ricorda il sito online di Swissinfo: sicuramente oltre i due milioni, per un paese che conta circa 7,7 milioni di abitanti.

La tradizione militare elvetica fa lievitare le cifre: l’arma d’ordinanza, infatti, fa parte dell’equipaggiamento personale che i membri dell’esercito svizzero devono custodire quando sono fuori dal servizio. E una volta prosciolti dall’obbligo di prestare servizio, i militi generalmente possono tenere la propria arma.

Nonostante la grande diffusione di armi, la Svizzera non è un paese con un alto tasso di criminalità, ha però un elevato tasso di suicidi. Secondo i dati più recenti forniti dall’Ufficio federale di statistica, nel 2008, su un totale di 1.313 suicidi, 239 (18,2%) sono stati compiuti con un’arma da fuoco. Nello stesso anno, vi sono stati altri 20 morti uccisi, intenzionalmente o accidentalmente, con un’arma da fuoco. La statistica non precisa in quanti casi è stata utilizzata un’arma dell’esercito.

La proposta, con oltre 100mila firme a suo sostegno, è osteggiata da governo e dalla maggioranza in parlamento. Per i fautori dell’iniziativa, diminuendo il numero di armi da fuoco in circolazione si riduce anche il numero delle vittime.

Gli oppositori replicano che violenza domestica e suicidi non sono dovuti al possesso di un’arma e ricordano che dall’inizio del 2010, chi vuole può già depositare l’arma d’ordinanza militare all’arsenale.

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Il Popolo Viola con pentole e coperchi "Dopo Mubarak, Silvio Berlusconi'

la manifestazione si è svolta a poche centinaia di metri da Palazzo Grazioli, abitazione privata del premier.

Roma, 12 febbraio 2011 - Qualche centinaio di contestatori del presidente del Consiglio si sono radunati questo pomeriggio a piazza Santi Apostoli per chiedere le dimissioni di Silvio Berlusconi. Manifestazioni organizzate in 35 piazza in Italia e nel mondo. Chiamati a raccolta dal popolo Viola nella Capitale, come in altre 28 città italiane e sei estere, i manifestanti, armati di pentole, coperchi e mestoli hanno dato vita a un rumoroso 'cacerolazo', una forma di protesta resa famosa a livello internazionale nel 2001 dalla rivolta argentina contro il blocco dei conti bancari.

I manifestanti hanno inalberato cartelli con il volto di Berlusconi dietro le sbarre o con la scritta 'Berlusconi indegno'; c’è anche un manifestante che ostenta una scritta: 'Il vostro mito è Ruby, il nostro è Ilda', con riferimento alla pm milanese Boccassini. Tra gli slogan più gettonati, 'Giù le mani dai pm', '10,100, 1000 Borsellino', 'Dopo Mubarak, Silvio Berlusconi', 'Giù le mani da Napolitano'.

La manifestazione si è tenuta a poche centinaia di metri da Palazzo Grazioli, abitazione privata del premier, ma un cordone di transenne e il servizio d'ordine disposto dai carabinieri attorno al settore della piazza occupato dai manifestanti, per ora sembrano tenere i contestatori lontani dalla tentazione di portare la protesta sotto le finestre di casa Berlusconi.

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Napolitano insiste: c'è preoccupazione, basta tensioni o la legislazione è a rischio

Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano

ROMA - Nell'incontro di ieri con il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, il presidente della Repubblica «ha insistito su motivi di preoccupazione, che debbono essere comuni, sull'asprezza raggiunta dai contrasti istituzionali e politici, e sulla necessità di un sforzo di contenimento delle attuali tensioni in assenza del quale sarebbe a rischio la stessa continuità della legislatura»: è quanto si legge in una nota diffusa oggi dal Quirinale.
«Di un incontro istituzionale ovviamente riservato - si legge ancora nella nota - come quello tra il presidente della Repubblica e il presidente del Consiglio, svoltosi ieri pomeriggio al Quirinale, sono state date sulla stampa legittime libere interpretazioni e in qualche caso anche ricostruzioni fantasiose perfino con frasi virgolettate in effetti mai pronunciate da nessuno dei due interlocutori. Si è data particolare attenzione a quella che sarebbe stata la "temperatura" del colloquio che ha in effetti visto il serio confronto tra rispettivi punti di vista e argomenti. Il presidente della Repubblica ha insistito su motivi di preoccupazione, che debbono essere comuni, sull'asprezza raggiunta dai contrasti istituzionali e politici, e sulla necessità di un sforzo di contenimento delle attuali tensioni in assenza del quale sarebbe a rischio la stessa continuità della legislatura. Si smentisce nettamente che sarebbero state evocate dal Presidente del Consiglio ipotesi di mobilitazioni e reazioni di piazza che si è escluso di aver voluto e voler sollecitare».

Per la stampa estera Silvio alle corde "L'ultima battaglia del Cavaliere"

Dal New York Times al Guardian al Telegraph, articoli e commenti su Berlusconi in declino. "Cameron non accetterebbe da lui un invito a cena". "Gli italiani non sembrano più disposti ad accettarlo"

LONDRA - Un'Italia che sembra arrivata al punto di dire "basta". Un premier da cui David Cameron "non accetterebbe un invito a cena". E un centrodestra che si prepara ad abbandonarlo, non appena sentirà "l'odore della fine". Sono le analisi e le previsioni della stampa internazionale sugli ultimi sviluppi del caso Berlusconi.
Il New York Times pubblica una lunga corrispondenza da Roma in cui nota che il presidente del Consiglio ha deciso di combattere innanzi tutto nell'arena mediatica quella che potrebbe essere "la sua ultima battaglia politica". Il quotidiano newyorchese riporta le critiche e la preoccupazioni suscitate dall'adunata dei direttori di testate televisive e di carta stampata, a cui Berlusconi ha dato nei giorni scorsi istruzioni per passare "dalla difesa all'attacco", osservando che "da 30 anni" il magnate di Mediaset "plasma l'opinione pubblica" attraverso le tivù e i giornali che possiede o che controlla.
Il Guardian, che venerdì aveva già pubblicato un durissimo editoriale di uno dei suoi columnist, con il quale invitata in sostanza l'Unione Europea a intervenire per richiamare Berlusconi all'ordine, oggi ha un commento non firmato, quindi espressione della direzione del giornale, nella pagina degli editoriali. "Fino ad ora gli italiani non hanno mai detto, perlomeno in numedro sufficiente, di averne abbastanza" di Berlusconi, afferma l'editoriale del quotidiano progressista britannico, "ma le cose potrebbero ora cambiare" dopo la richiesta di processare il premier per il Rubygate. Il Guardian paragona Berlusconi a "una volpe che sfugge ai cacciatori, riesce sempre a scappare, anche quando è giudicato colpevole, di solito allungando il procedimento legale fino a quando i termini" per condannarlo sono scaduti. Ma "quel che è fuor di dubbio" nel processo richiesto dai giudici milanesi "è che Berlusconi ha avuto troppo a che fare con troppe giovani donne di un certo tipo". Ciò che egli ha fatto "può essere o non essere illegale, ma è certamente di cattivo gusto, oltre a essere una enorme distrazione dai suoi compiti di governo".
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Calo dei preti in Europa: il Papa è preoccupato, la stampa è silenziosa

Il calo delle vocazioni al sacerdozio è una sfida per la Chiesa secondo Benedetto XVI

Netto calo dei preti in Europa e America del Nord, una contrazione molto marcata che è stata descritta come una sfida per la Chiesa dallo stesso Papa. Mentre il sacerdozio attrae più persone nei Continenti in via di Sviluppo, nell’Occidente la contrazione delle vocazioni è molto forte, e si accompagna ad un calo dei fedeli negli stessi Paesi. Il diverso andamento tra Paesi storicamente ad alta intensità cattolica e i nuovi è molto netto, tanto che la differenza tra la crescita globale ed il calo in Europa si trova intorno ai 10 punti percentuali. Una riduzione che ha trovato più eco nella stampa straniera che in quella di casa nostra. Perfino l’agenzia di notizie cattoliche dell’Austria ha titolato il suo pezzo sul netto arretramento dei sacerdoti in Europa, mentre in Italia l’enfasi era concentrata solo sulla crescita globale. Oggi perfino Fides, organo di informazione del Vaticano, ha titolato sull’esortazione del Papa che auspica maggiori vocazioni.

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La manifestazione di Giuliano Ferrara, tra "antipuritani" e pestaggi

La manifestazione di Giuliano Ferrara, tra "antipuritani" e pestaggi

video esterno

ore 16:16 -

MILANO - Si è svolto oggi al Palaverme di Milano la manifestazione organizzata da Giuliano Ferrara, dal titolo "In mutande ma vivi". Pieno il piccolo palazzetto dello sport, in grado di ospitare 1500 persone, per un happening durato circa 4 ore. La parte del leone l'ha fatta ovviamente il direttore del Foglio. Con un discorso che è stato più o meno la fotocopia dell'intervista concessa pochi giorni fa da Silvio Berlusconi al suo giornale (cosa che dimostra quanto quell'intervista fosse autentica, ndr), Ferrara ha trasformato le indagini della Procura di Milano in una campagna puritana contro i "peccati" di Berlusconi. Ha di nuovo parlato di "golpe morale", di attacchi al premier, il tutto manipolato da Carlo De benedetti, proprietario di Repubblica e L'Espresso. E poi Ferrara ha detto: "E' stato un errore quello di Berlusconi, di telefonare alla Questura, ma ci hanno fatto sopra una battaglia puritana. E' stata una telefonata di cortesia. Ci è stato costruito addosso un romanzo per entrare nelle vite degli altri, e siccome ogni uomo ha un punto debole, e loro lo sanno, spiano e guardano dal buco della serratura. Cosa ne stiamo facendo del diritto, della privacy? Le ragazze si affollano intorno intorno a Berlusconi, perché lui è sorridente, sono cresciute col mito di quest'uomo che ha creato la tv e che è sempre generoso con tutti, quindi lo è stato anche con loro". En passant, anche la difesa d'ufficio per Bettino Craxi che "rubava per il partito, non per se stesso" (peccato che i miliardi sui conti esteri in Svizzera e in altri paradisi fiscali erano i suoi non del PSI). Incresciosi episodi all'esterno del Palaverme. Corrado Formigli, giornalista di Annozero, ha provato a fare qualche domanda al Ministro della Difesa Ignazio La Russa, presente alla manifestazione; quest'ultimo però, secondo quanto denunciato dal giornalista, prima gli ha pestato ripetutamente i piedi e poi ha chiamato la Polizia, accusando il giornalista di averlo preso a calci. I poliziotti hanno allontanato Formigli, gli hanno controllato i documenti e poi l'hanno costretto a restare fuori dalla manifestazione. Respinta anche Sara Giudice, la consigliera circoscrizionale del Pdl che ha raccolto 12 mila firme contro l'elezione di Nicole Minetti. Ha provato ad entrare per consegnare le firme prima a Giuliano Ferrara e poi al governatore della Lombardia Roberto Formigoni, ma è stato tutto inutile. Il servizio di sicurezza l'ha fatta allontanare. E lei si è spostata al Palarho, dove si sta svolgendo il congresso fondativo di Fli.

Caso Ruby: lite a Milano fra La Russa e inviato 'Annozero'

Milano, 12 feb. - (Adnkronos) - Lite fra il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, e un giornalista di 'Annozero'. Alla manifestazione organizzata da Giuliano Ferrara a Milano a sostegno del presidente del Consiglio, il ministro stava parlando con alcuni giornalisti, quando Corrado Formigli, giornalista del programma di Michele Santoro, si e' lamentato che La Russa gli stava pestando i piedi. Ne e' nata una discussione e l'inviato e' stato allontanato e identificato.

G20: Parigi fissa summit per 3-4 novembre a Cannes

Parigi, 12 feb. (Adnkronos/Dpa)- Parigi ha annunciato oggi che il prossimo summit del G20 si terra' il 3-4 novembre a Cannes. Oltre ai paesi del gruppo del G20, che riunisce i paesi piu' industrializzati e le economie emergenti, la Francia ha deciso d'invitare altri cinque paesi: Spagna, Emirati Arabi Uniti, Etiopia, Singapore e Guinea equatoriale.

Yemen: scontri fra sostenitori presidente e oppositori

Sanaa, 12 feb. - (Adnkronos/Dpa) - Migliaia di sostenitori del presidente yemenita Ali Abdullah Saleh, armati di bastoni e coltelli, hanno attaccato oggi a Sanaa i dimostranti che celebravano la caduta di Mubarak in Egitto, dopo la cacciata di Ben Ali' dalla Tunisia. Almeno due manifestanti sono rimasti feriti. Circa 2mila oppositori hanno tentato di marciare verso piazza Tahrir nel centro di Sanaa, al grido di: "vattene tiranno", "Ali' finirai come Ben Ali'" e "Ali', sei il terzo della lista". Ma nella piazza, che porta lo stesso nome di quella al centro della rivoluzione egiziana, si erano riuniti almeno 5mila sostenitori del presidente. Il partito al potere del Congresso Generale del Popolo (Gpc) aveva eretto grandi tendoni per impedire sit in dell'opposizione e i suoi militanti hanno bloccato violentemente l'accesso alla piazza. La polizia ha cercato d'intervenire per separare i due campi, ma e' stata sopraffatta dai sostenitori di Saleh. Migliaia di persone sono scese nelle strade in diverse localita' dello Yemen per celebrare la caduta di Mubarak. Il governo yemenita si e' intanto limitato a commentare che "rispetta le scelte del popolo egiziano".

Immigrati: Finocchiaro, Maroni riferisca presto in Parlamento

Roma, 12 feb. (Adnkronos) - "Il ministro Maroni riferisca al piu' presto in Parlamento sullo stato di emergenza umanitaria che vede in queste ore un eccezionale sbarco di immigrati sulle coste italiane del Mediterraneo". Lo chiede la presidente del Gruppo Pd al Senato Anna Finocchiaro, che aggiunge: "Dal momento che e' stato convocato il Cdm decretando immediatamente lo stato di emergenza umanitaria, vogliamo sapere come il governo intende affrontare questa grave situazione, con quali mezzi e risorse".

Egitto, militari: rispetteremo trattati siglati

Il Cairo, 12 feb. (Adnkronos/Ign) - "L'Egitto rispetterà i trattati regionali e internazionali" già siglati. E l'attuale governo egiziano "rimarrà in carica e svolgerà le sue funzioni fino alla nascita di un nuovo esecutivo", che dovrebbe prendere corpo dopo le elezioni presidenziali previste a settembre. Lo ha riferito il comunicato numero 4 delle forze armate egiziane, letto da un portavoce dell'Esercito, il cui intervento è stato trasmesso dalla tv 'al-Jazeera'.

All'indomani delle dimissioni del presidente Mubarak, dopo 18 giorni di proteste, e il passaggio dei poteri al Consiglio Supremo delle forze armate, i militari egiziani hanno iniziato a rimuovere le barricate dalle strade del Cairo, primo segno di un possibile ritorno alla normalità.

Dopo i festeggiamenti durati tutta la notte in Egitto, questa mattina migliaia di persone erano ancora in piazza Tahrir e hanno pregato tutte insieme.

Il coprifuoco nel frattempo è stato ridotto, in vigore da mezzanotte alle sei del mattino. Lo ha stabilito il Consiglio Supremo delle Forze armate egiziane, stando a quanto ha riferito il sito web del quotidiano 'al-Ahram'. Mentre mercoledì riaprirà la Borsa del Cairo, chiusa a causa delle proteste antigovernative. Lo ha riferito a condizioni di anonimato un funzionario egiziano della Borsa, citato da 'al-Ahram'.

Stando poi a fonti dell'aeroporto del Cairo, agli alti funzionari del governo egiziano è vietato lasciare il Paese senza permesso. La misura sarebbe stata decisa per evitare che cerchino di sfuggire a possibile indagini sulla corruzione. Mentre, il ministro egiziano dell'Informazione Anas al Fiqi è stato posto agli arresti domiciliari. Lo riferisce la televisione al Arabiya, citando fonti dell'esercito.

Intanto, circa 600 detenuti sono evasi dal carcere di al-Marg, al termine di una rivolta che avrebbe provocato anche vittime. Lo ha riferito il sito web del quotidiano 'Masrawy', secondo cui la maxi-evasione è stata provocata dall'attacco di un commando armato alle forze di sicurezza del carcere. Secondo il quotidiano, una persona sarebbe morta nello scontro a fuoco. Si tratta della seconda evasione di massa di detenuti dall'inizio della rivolta contro Mubarak.

Governo: Lega, non e' prerogativa Colle sciogliere Camere in presenza maggioranza

Roma, 12 feb. - (Adnkronos) - ''Rispetto il capo dello Stato e le sue funzioni. Va bene il suo invito ad abbassare i toni, che non e' il primo e non sara' nemmeno l'ultimo, ma non penso che sia tra le prerogative del Quirinale quella di sciogliere le Camere in presenza di una maggioranza parlamentare''. Cosi' Manuela Dal Lago, deputato leghista e presidente della commissione Attivita' produttive di Montecitorio, commenta il nuovo monito del Colle.