Raccolte oltre 100mila firme: per i promotori dell'iniziativa diminuendo il numero di armi da fuoco in circolazione si riduce anche il numero delle vittime. Contrari governo e maggioranza.
Roma, 12 febbraio 2011 - Per ridurre il numero dei suicidi e degli omicidi in Svizzera è stato proposto di rendere obbligatoria la custodia delle armi d’ordinanza militari negli arsenali e di istituire un registro nazionale delle armi. I cittadini svizzeri voteranno domani sull’iniziativa “Per la protezione dalla violenza perpetrata con le armi”.
La Svizzera è uno dei paesi con la più alta proporzione di armi da fuoco in mano a privati cittadini, ricorda il sito online di Swissinfo: sicuramente oltre i due milioni, per un paese che conta circa 7,7 milioni di abitanti.
La tradizione militare elvetica fa lievitare le cifre: l’arma d’ordinanza, infatti, fa parte dell’equipaggiamento personale che i membri dell’esercito svizzero devono custodire quando sono fuori dal servizio. E una volta prosciolti dall’obbligo di prestare servizio, i militi generalmente possono tenere la propria arma.
Nonostante la grande diffusione di armi, la Svizzera non è un paese con un alto tasso di criminalità, ha però un elevato tasso di suicidi. Secondo i dati più recenti forniti dall’Ufficio federale di statistica, nel 2008, su un totale di 1.313 suicidi, 239 (18,2%) sono stati compiuti con un’arma da fuoco. Nello stesso anno, vi sono stati altri 20 morti uccisi, intenzionalmente o accidentalmente, con un’arma da fuoco. La statistica non precisa in quanti casi è stata utilizzata un’arma dell’esercito.
La proposta, con oltre 100mila firme a suo sostegno, è osteggiata da governo e dalla maggioranza in parlamento. Per i fautori dell’iniziativa, diminuendo il numero di armi da fuoco in circolazione si riduce anche il numero delle vittime.
Gli oppositori replicano che violenza domestica e suicidi non sono dovuti al possesso di un’arma e ricordano che dall’inizio del 2010, chi vuole può già depositare l’arma d’ordinanza militare all’arsenale.
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