domenica 2 marzo 2008

Gas: tra Russia e Ucraina non c'e' accordo

ROMA - Nessun accordo tra Mosca e Kiev. Lo ha dichiarato un portavoce di Gazprom, Sergei Kupriyanov. "E' verosimile che taglieremo le risorse", ha detto, precisando che Gazprom e Kiev "sono in costante contatto". Il taglio delle forniture avverra' domani, come annunciato dal colosso russo giorni fa. (Agr)

Colombia: Casa Bianca, condotta Chavez "strana"

NEW YORK - La Casa Bianca giudica ''strana'' la condotta del presidente venezuelano Hugo Chavez nella crisi diplomatica tra Colombia ed Ecuador. Chavez ha schierato oggi dieci battaglioni corazzati al confine con la Colombia e ha richiamato il personale diplomatico dell'ambasciata venezuelana a Bogota'. La nuova crisi e' esplosa dopo l'uccisione del numero due delle Farc e di altri 16 guerriglieri da parte dell'esercito colombiano, che ha sconfinato in Ecuador. (Agr)

Ahmadinejad: Kurdistan, cooperazione contro Pkk

BAGDAD - Una cooperazione fra Turchia, Iraq e Iran per la lotta contro i ribelli curdi del Pkk. E' quella che propone presidente iraniano. "Il terrorismo colpisce chiunque e tutti devono combatterlo", ha spiegato Mahmoud Ahmadinejad in conferenza stampa a Bagdad, dove si trova in visita ufficiale. (Agr)

Russia: voto, opposizione ricorrera'

Ziuganov e Zhirinovshki non riconoscono risultati elettorali (ANSA) - MOSCA, 2 FEB - L'opposizione russa non riconosce la vittoria di Mdvedev alle elezioni presidenziali e annuncia ricorsi.'Senz'altro presenteremo ricorso al tribunale, anche se dubito che possa servire',ha detto il leader del Partito liberaldemocratico, Vladimir Zhirinovski.Gennadi Ziuganov dichiara di 'avere le prove di brogli'. Il leader comunista sostiene di avere ricevuto il 30% dei voti e di avere compilato una lista nella quale figurano 200 casi di irregolarita'.

Piano omicida contro Mick Jagger

Gli Hells Angels volevano ucciderlo, rivela ex agente Fbi (ANSA) - LONDRA, 2 MAR - Gli Hells Angels, tra le prime e piu' violente gang motocilistiche, volevano assassinare il cantante dei Rolling Stones Mick Jagger. Un piano omicida, dopo che Jagger aveva deciso di non aver piu' nulla a che fare con loro, che falli' solo perche' la barca dei sicari fu bloccata da una tempesta. La rivelazione viene da un ex agente dell'Fbi. La decisione fu presa da un gruppo di Hells Angels dopo il concerto al festival di Altamont nel 1969.

I rifiuti possono essere utili!!!

Nel Napoletano cumuli differenziata

A Quarto forte rallentamento della raccolta (ANSA) - QUARTO (NAPOLI), 2 MAR - Crescono i cumuli di rifiuti in strada nel Napoletano, e accanto a quelli ordinari, anche quelli della raccolta differenziata. Carta, plastica e vetro che da diversi giorni non vengono smaltiti. A Quarto, comune dell'area flegrea alle porte di Napoli, a circa un mese dal suo avvio, si registra un forte rallentamento della raccolta differenziata. Amministratori, cittadini, volontari, parroci delle chiese del territorio, hanno dato il loro contributo per l'avvio della raccolta.

Russia: exit poll, Medvedev al 69, 6%

Margine d'errore all'1, 7%, Ziuganov al 17, 2%, Zhirinovski 11, 4% (ANSA) - MOSCA, 2 FEB - Elezioni presidenziali in Russia Medvedev secondo gli exit-poll avrebbe ottenuto il 69,6% dei voti, l'affluenza dovrebbe aggirarsi sul 67%. L'exit poll e' stato diffuso dal primo canale televisivo statale, mentre secondo dati diffusi dal centro demoscopico Vtsiom, Medvedev ha ottenuto il 70,1%. Il margine di errore e' valutato attorno all'1,7%.Tra gli altri candidati, il leader comunista Ziuganov avrebbe ottenuto il 17,2%, il populista Zhirinovski l'11,4% e Andrei Bogdanov l'1,8%.

Ahmadinejad, iracheni non amano Usa

Presidente iraniano, non e' vero che Teheran appoggia sciiti (ANSA)- BAGHDAD, 2 MAR - Il presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad, oggi in Iraq, ha detto che 'il popolo iracheno non ama l'America'.Ahmadinejad ha ribadito che non e' vero che Teheran appoggia i combattenti sciiti che in Iraq ammazzano i soldati Usa. Il presidente americano Bush 'accusa sempre gli altri senza avere prove - ha aggiunto - e gli voglio dire che questo atteggiamento aumenta i problemi e non li risolve. Gli americani devono capire che il popolo iracheno non ama l'America'. http://www.ansa.it/site/notizie/awnplus/mondo/news/2008-03-02_102169745.html

RIFIUTI: NAPOLI, BOMBE CARTA CONTRO PRESIDIO POLIZIA A MARIGLIANO

Napoli, 2 mar. - (Adnkronos) - Quattro, cinque bombe carta sono state lanciate la scorsa notte, intorno alle 24, contro il presidio di polizia davanti al sito di Marigliano (Napoli). Due auto con a bordo alcuni uomini sono arrivate dall'Asse mediano, si sono fermate sul ponte, tra Nola e Villa Literno, su via Bosco, e hanno lanciato gli ordigni. Poi la fuga. Nessun agente e' rimasto ferito. Su quest'aggressione sta svolgendo indagini il Commissariato di Nola.

Cartellino rosso per Van Basten, deve al fisco 7,2 mln euro

L'ex calciatore del Milan restituirà la cifra all'erario ricorrendo allo strumento della conciliazione giudiziale. L'accertamento sulla mancata dichiarazione dei redditi, a quanto apprende l'Adnkronos, riguarda i compensi percepiti nel 1997
Roma, 2 mar. - (Adnkronos) - Cartellino rosso per Marco Van Basten. L'ex calciatore del Milan è stato beccato in fallo dal fisco e restituirà all'erario 7,2 mln di euro ricorrendo allo strumento della conciliazione giudiziale. Dopo Valentino Rossi e Giancarlo Fisichella si allunga così la lista dei campioni dello sport che decidono di far pace con il fisco. L'accertamento, a quanto apprende l'ADNKRONOS riguarda i compensi percepiti nel 1997, legati allo sfruttamento dell'immagine, che sono stati corrisposti all'estero e per i quali non era stata presentata la dichiarazione dei redditi, ed è stato effettuato nel 2001 dall'ufficio di Milano 5 dell'Agenzia delle entrate. Il tre volte pallone d'oro nel frattempo si era trasferito a Montecarlo e poi nel suo Paese d'origine.
Continua ...

Il mistero eterno del "patto libico"

E' una delle tante voci, nemmeno una delle più importanti, del decreto di rifinanziamento delle missioni internazionali approvato due settimane fa dalla Camera: sei milioni e 243mila euro destinati alla Guardia di Finanza per le spese relative alla "missione in Libia" di cui all'accordo del 29 dicembre del 2007 "per fronteggiare il fenomeno dell'immigrazione clandestina e della tratta di esseri umani". Da quel 29 dicembre - quando fu data notizia dell'accordo italo-libico - sono passati appena due mesi ma sembrano molti di più. Il governo Prodi era ancora in carica e nessuno immaginava che la sua vita sarebbe stata così breve. La notizia dell'accordo suscitò le proteste di qualche associazione umanitaria. Ci fu chi fece notare che i termini del patto di collaborazione erano sconosciuti al Parlamento, come d'altra parte erano sconosciuti i termini di un altro "patto di collaborazione" siglato anni prima dal governo Berlusconi. Poi arrivò il Capodanno. Quindi Mastella. Il precipitare della crisi politica ha avuto l'effetto di far scomparire in modo pressoché totale dalle cronache altre due notizie "libiche" di poco successive. Una positiva, l'altra allarmante. La prima riguardava la decisione del governo italiano di accogliere 40 cittadini eritrei reclusi nei centri di detenzione libici e riconosciuti come rifugiati dall'Alto commissariato delle Nazioni unite. L'altra era l'annuncio del governo di Tripoli di un piano per il rimpatrio di tutti i "clandestini" presenti nel suo territorio. Annuncio dal quale non si ricavava alcun riferimento ai rifugiati politici, come se tutti gli stranieri presenti in Libia fossero considerati "illegali".
Continua ...

Il dollaro ha perso il dominio del mondo...

Alcuni "guru" della finanza americana fanno previsioni catastrofiche sull'evoluzione della crisi scatenata dai "subprime" immobiliari; altri, in America e in Europa, usano toni meno drammatici e prevedono che al massimo entro un anno la tempesta si placherà e rivedremo il sereno. Nessuno può giurare sull'una o sull'altra tesi, le scommesse fanno parte del gioco e del funzionamento del mercato, ma bisogna esser ben consapevoli che si gioca a testa o croce, o al rosso e nero: cinquanta per cento di probabilità di vincere o di perdere. Ciò premesso, ribadirò quanto scrissi nel giugno dell'anno scorso di fronte ai primi segnali dell'uragano: questa non è una crisi come le altre, non si limita ad un settore geografico del pianeta ma lo coinvolge tutto, non ha soltanto carattere finanziario ma dilaga nell'economia reale e intacca inevitabilmente i cosiddetti "fondamentali", cioè gli elementi di fondo che sorreggono l'economia. Merita quindi d'esser chiamata "grande crisi", definizione fin qui riservata a designare quella che cominciò a Wall Street nel 1929, si diffuse in Europa nel 1931 e non cessò di incombere sull'intero pianeta fino allo scoppio della guerra del 1939, nonostante che nel frattempo ci fosse stato il "New Deal" rooseveltiano e i fascismi europei. Siamo dunque di fronte ad una grande crisi. Forse sbollirà tra un anno, forse si aggraverà ancora di più e si prolungherà. Forse intaccherà le strutture portanti del capitalismo e della democrazia oppure - a tempesta passata - tutto tornerà come prima. Ma a quest'ultima ipotesi, francamente non credo. Mario Deaglio in un bell'articolo sulla "Stampa" di qualche giorno fa, ha spiegato quali sono i mutamenti più che mai reali che stanno fin d'ora modificando le strutture del sistema economico mondiale. Concordo completamente con la sua analisi che segnala i tre fattori della mutazione in corso. Primo: una massa sterminata di nuovi consumatori si sta affacciando sul mercato delle derrate alimentari di base, soprattutto i cereali e il grano in particolare. Quantitativamente si tratta di almeno un miliardo di persone e nei prossimi anni questa cifra è destinata a raddoppiare a parità di abitanti del pianeta; ma sappiamo già che il tasso demografico è destinato ad aumentare di molto la popolazione mondiale con gli effetti nutrizionali che ne deriveranno. Secondo: le nazioni emergenti (Cina, India, America Latina) hanno fame di energia e premono sulle risorse esistenti, in particolare sul petrolio. La ricerca di nuovi giacimenti e di nuove fonti sarà certamente stimolata, ma non abbastanza da ridurre l'effetto della domanda sui prezzi. Terzo: il dollaro sta perdendo una parte del suo ruolo di moneta esclusiva sia per quanto riguarda le transazioni commerciali sia come unica moneta di riserva del valore.
Continua ...

Gaza, pronto l'attacco da terra

TEL AVIV - Dopo la cruenta giornata di ieri - in cui sono rimasti uccisi 60 palestinesi in un attacco dell'esercito dello stato ebraico contro la Striscia di Gaza - c'è da temere un ulteriore inasprimento dei combattimenti. Lo ha detto il ministro della Difesa Ehud Barak e lo ha ribadito il premier Ehud Olmert annunciando che "Israele non ha alcuna intenzione di sospendere la lotta al terrorismo". Il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite ha chiesto a Israele e i militanti palestinesi di mettere fine a tutte le violenze. Ma non si fermano i raid e i bombardamenti che intanto hanno fatto nuove vittime nella Striscia di Gaza. Una giornata di sangue. La giornata di ieri è stata la più sanguinosa dall'inizio dell'Intifada nel 2000: 60 palestinesi uccisi, tra cui nove adolescenti e tre donne, e da parte israeliana due soldati morti e sei feriti e cinque civili feriti, tra cui due bambini. In Cisgiordania c'è una atmosfera di cordoglio per l'entità delle vittime e a Hebron sono segnalate dimostrazioni popolari di protesta. Nei titoli dei giornali vengono denunciati i "massacri israeliani" mentre la leadership dell'Anp ha annunciato la sospensione dei negoziati di pace con Israele. Olmert: i raid continueranno. Aprendo la seduta del Consiglio dei ministri il premier israeliano Ehud Olmert ha respinto le critiche alle operazioni nella Striscia di Gaza e ha annunciato che lo Stato ebraico "non ha alcuna intenzione di sospendere" i raid contro le postazioni dei miliziani, che continueranno a essere colpiti "inesorabilmente". Olmert ha anche respinto le critiche del segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-Moon che ha denunciato "l'uso eccessivo della forza" da parte di Israele. "Dobbiamo ricordare che Israele sta proteggendo i propri cittadini nel sud del paese e niente ci impedirà di continuare a fare il nostro dovere. Nessuno ha il diritto morale di fare la predica a Israele sul suo diritto all'autodifesa", ha concluso Olmert.
Continua ...

Moggi, baci e abbracci con Casini

Le foto...

La Russia sceglie il successore di Putin

In 109 milioni chiamati alle urne. Super favorito Medvedev, il delfino del presidente uscente.
MOSCA - Tensione in Russia: nel giorno in cui quasi 109 milioni di aventi diritto sono chiamati a eleggere il successore di Vladimir Putin al Cremlino, due esplosioni fanno morti e feriti nel Caucaso. Lo ha reso noto la polizia. Le deflagrazioni sono avvenute in successione quasi immediata a Khasavyurt, in Daghestan, vicino al confine ceceno. Al momento non ci sono ancora dati ufficiali sulle vittime. MEDVEDEV IL SUPER FAVORITO - Due veterani delle elezioni e uno semisconosciuto sono gli sfidanti del candidato super favorito Dmitri Medvedev alle presidenziali. Nell’ordine, il leader del partito comunista Gennady Zyuganov, l’ultranazionalista Vladimir Zhirinovsky e il filoeuropeo, massone dichiarato Andrey Bodganov. Rispettivamente 63, 61 e 38 anni. Dati dai sondaggi, sempre rispettivamente, al 14%, 10% e tra l’uno e il 2%. Non proprio da far tremare il successore designato da Putin, ma se non altro una trojka con cui arrivare allo sprint finale non in totale solitudine. Medvedev è attualmente primo vicepremier e presidente del board di Gazprom. Fedelissimo del presidente uscente, sull’onda dell’approvazione putiniana, Medvedev potrebbe addirittura superare il suo mentore nel risultato elettorale. I sondaggi lo danno tra il 61% e l’80%. Nel 2004 Putin fu eletto con il 71,31% dei voti. 42 anni, sarà il primo leader russo senza un vero passato sovietico: quando l’Urss implose, Medvedev era appena 26enne.
Continua ...

Paradisi fiscali, quarantamila

I metodi dei super 007: al setaccio anche i prelievi Bancomat
Solo a Montecarlo 500 lombardi e 220 laziali. Un «ufficio vip» per scovarli MILANO — Senza saperlo, forse anche Fabrizio Corona è diventato un prezioso alleato dell'Agenzia delle Entrate nella caccia ai personaggi famosi che evadono il fisco. Perché, spesso, l'indagine degli ispettori, prima di affidarsi a banche dati ed altri strumenti elettronici, parte dalle riviste di gossip. Basta una foto del vip che esce da un palazzo nel centro di Milano o di Roma, oppure la sua presenza ad un evento mondano per allertare i cacciatori di evasori. Ma come? Il signor X o non dichiara di essere residente all'estero? E allora, come mai entra ed esce da quel palazzo che sembra proprio casa sua? All'Aire, l'anagrafe degli italiani all'estero, risultano iscritti 1.400.000 connazionali. Tra questi, 40 mila hanno la residenza in uno dei tanti paradisi fiscali. È su di loro che ora si stanno concentrando le verifiche degli 007 del Fisco. La maggior parte sono personaggi più o meno famosi: sportivi, attori e tanti imprenditori. Nel solo Principato di Monaco sostengono di abitare 500 persone che arrivano dalla Lombardia e 220 dal Lazio. Possiedono appartamenti o ville. Ma se si va a suonare il campanello, nessuno risponde. Inutile chiedere informazioni a portieri o vicini, la risposta è sempre la stessa: «Mai visto anima viva». Il domicilio estero, più che un tetto vero e proprio, è una «copertura» per occultare i propri guadagni: «Il soggetto prende la residenza in un Paese dove c'è un trattamento fiscale particolarmente favorevole ma, in realtà, non vive e lavora lì bensì in Italia», spiega uno degli ispettori. Per esempio, rimanendo alla cronaca recente, Valentino Rossi sosteneva di abitare a Londra, l'industriale Leonardo Del Vecchio aveva intestato i suoi pacchetti azionari più consistenti ad un'azienda tedesca, Ornella Muti giurava di abitare a Montecarlo. OAS_AD('Bottom1'); All'ufficio centrale dell'Agenzia delle Entrate è stata costituita una task-force di 40 uomini specializzati in questo tipo di ricerca. Con loro collaborano altre 200 persone sparse negli uffici periferici. «Le cronache rosa sono solo uno degli input che seguiamo», prosegue l'ispettore. «Elementi preziosi arrivano dal controllo dei registri navali, del catasto, della motorizzazione, dai beni intestati e dai prelievi Bancomat. Se ci sono figli, verifichiamo l'iscrizione a scuole e università. Oppure i contributi versati all'Inps per la colf. Quando il cerchio si stringe, succede che siano gli stessi consulenti fiscali della persona oggetto d'indagine a far emergere il nome, come nel caso di Valentino Rossi, per poi trovare un accordo con il Fisco». La caccia agli evasori con residenza, fittizia, nei paradisi fiscali si sta estendendo in tutta Europa. In Germania sono entrati in azione i servizi segreti che hanno versato 4,2 milioni di euro ad un dipendente di una banca del Liechtenstein per entrare in possesso di una lista con i nomi di un migliaio di evasori. Di questi, in 160 hanno confessato immediatamente. Roberto Rizzo

I nuovi ricchi - Inchiesta

Commercianti. Liberi professionisti. Imprenditori della sanità. Mentre la crisi piega le famiglie, le loro entrate crescono ancora. Così il 10 per cento degli italiani possiede metà del patrimonio nazionale
Se l'Italia è in affanno e l'economia boccheggia, il declino non si comporta certo come una livella. L'inflazione rosicchia i salari di milioni di impiegati, operai e dipendenti dei ceti medio-bassi, ma lascia indifferenti categorie protette che continuano ad accumulare ricchezza. Da un lato la sindrome della 'quarta settimana' si è via via spostata alla terza, dall'altra poche professioni anticicliche macinano più euro di prima. Fare l'identikit dei neo Paperoni non è operazione facile, visto che negli ultimi anni economisti e istituti preposti hanno analizzato soprattutto i nuovi poveri e il tramonto del ceto medio. Incrociando statistiche e dossier poco noti, però, è possibile tracciare ritratti fedeli.
Leggi tutto su:

Agrigento, sindaco azzera giunta

Il primo cittadino, Marco Zambuto, ha revocato tutti gli incarichi: "I nuovi assessori verranno nominati in tempi brevissimi e in piena autonomia". Il vicesindaco dimissionario Luparello: "È stata la giunta che non condividendo, nel metodo, la scelta fatta dal sindaco di aderire al Pdl, per due terzi si è dimessa"
AGRIGENTO - Il sindaco di Agrigento, Marco Zambuto ha deciso stasera di revocare l'intera giunta comunale da lui presieduta. Il primo cittadino ha comunicato che in tempi brevissimi provvederà a nominare i nuovi assessori "in piena autonomia, senza alcuna lottizzazione partitica e nel rispetto delle rappresentatività della società civile, delle culture politiche e delle aggregazioni sociali". La giunta era composta da esponenti di centro sinistra che avevano appoggiato Zambuto, alle elezioni amministrative del maggio scorso. Zambuto, ex Udc eletto con i voti del centrosinistra, tre giorni fa, dopo un incontro a Roma con Silvio Berlusconi, aveva annunciato la sua adesione al Pdl. Poi ieri aveva sottolineato: "Non sto ancora con Berlusconi e non ho aderito al Pdl. Ho soltanto avviato una interlocuzione per il bene della città. Decideremo assieme al mio movimento nei prossimi giorni"."Abbiamo bisogno - aveva spiegato il sindaco - di avere un interlocutore sia a livello regionale sia a livello nazionale per lo sviluppo della città. Fino ad ora abbiamo incontrato solo muri di gomma". Il vicesindaco Piero Luparello, anche lui ex Udc, ancora prima dell'azzeramento della giunta si era dimesso in netto contrasto con la decisione di Zambuto che aveva incontrato Berlusconi "senza avvertire gli assessori e i suoi più stretti collaboratori". Dissenso avevano anche espresso già ieri sera gli altri assessori al termine di una riunione in municipio durata per oltre tre ore. E oggi proprio da Agrigento in occasione dell'apertura della sua campagna elettorale la candidata del centro sinistra Anna Finocchiaro ha detto: "Zambuto ? Mi è sembrato un pò confuso e insicuro. È così giovane... Non sempre essere giovani è in sè una garanzia di forza interiore".
Continua ...

Malattie rare : nasce centro nazionale.

AGI) - Roma - Ricerca scientifica, ma anche sostegno ai malati, informazione, progetti di sanita' pubblica, un numero verde, per non lasciare solo il milione di italiani colpiti da una delle cosiddette 'malattie rare', quelle cioe' che colpiscono mediamente meno di 5 persone ogni 10.000. Con queste finalita' nasce oggi all'Istituto Superiore di Sanita' il Centro Nazionale Malattie Rare, che fino a ieri era un reparto dell'Istituto e che da oggi e' una struttura autonoma coordinata dalla d.ssa Domenica Taruscio. A tenere a battesimo la nuova struttura, proprio in occasione della prima giornata di sensibilizzazione sulle malattie rare, il presidente dell'Iss Enrico Garaci, che insieme al ministro della Salute Livia Turco ha presentato il centro in un convegno organizzato dall'Istituto. 'Il Centro Nazionale - ha spiegato Garaci - si avvale del lavoro di 35 persone impegnate sia nella ricerca scientifica che in progetti di sanita' pubblica. Le attivita' sono numerose, e spaziano dallo studio della patogenesi al controllo di qualita' dei test genetici, dall'aggiornamento del Registro nazionale delle malattie rare e di quello dei farmaci orfani alla valutazione dei bisogni dei pazienti, fino a collaborazioni internazionali come quella con l'Emea sui farmaci orfani, con L'oecd sui test genetici, con i paesi Ue mediante la task force istituita dalla Commissione Europea e con gli Usa'. Proprio alcuni finanziamenti specifici Italia-Usa hanno fornito risorse per due bandi, uno per il 2005-2006 di 3,5 milioni di euro, serviti a finanziare 51 progetti, l'altro per il 2007-2008 di 10 milioni per 82 progetti. A cui si aggiungono i 2 milioni di euro con cui l'Iss ha partecipato al progetto europeo Era-net. E prende il via dal 10 marzo anche il numero verde del Centro, 800896949, gratuito, a disposizione di pazienti, familiari, medici. Dal lunedi' al venerdi', dalle 9 alle 13, si potra' avere un colloquio diretto con un team di operatori esperti, per orientare i malati verso i centri di diangosi e cura e verso le associazioni. Una serie di iniziative, ha tenuto a sottolineare il ministro Livia Turco, in cui 'sono protagoniste le associazioni e le famiglie dei pazienti. Queste sono malattie in cui la sofferenza e' particolarmente acuta proprio perche' rare, e i pazienti spesso si trovano soli. L'Italia in questo e' una grande eccellenza: abbiamo costruito un Centro di riferimento, una rete nazionale, la consulta delle associazioni, e stanziato molte risorse per la ricerca e l'accesso ai farmaci'. Quanto al Numero verde, il ministro lo ha definito 'uno strumento preziosissimo: di fronte a una malattia imprevista e incomprensibile, avere un numero per informazioni e suggerimenti e' straoridnariamente importante. Mettere in rete queste esperienze significa non solo promuovere la presa in carico, ma anche avvalersi della competenza delle persone malate, di cui non si puo' fare a meno'.

USA;CON NUOVA STRATEGIA,DEMOCRATICI ATTACCANO BUSH SU GUERRA IRAQ

Contestando i progressi in Iraq sbandierati dal presidente George W. Bush e dal probabile candidato presidenziale John McCain, la maggioranza democratica del Congresso ha lanciato un nuovo attacco contro le politiche di guerra dell'amministrazione, cambiando tuttavia strategia. Abbandonato il tentativo, fallito lo scorso anno, di approvare una legge che obbligasse la Casa Bianca a ridurre delle truppe, questa volta l'approccio si concentra principalmente sui costi delle operazioni militari e le loro implicazioni su un'economia già in rallentamento. Citando le testimonianze di comandanti del Pentagono, i democratici hanno anche sottolineato la situazione di difficoltà in cui si trova l'esercito, e hanno ribadito che la guerra al terrorismo dovrebbe essere combattuta principalmente in Afghanistan e Pakistan, non in Iraq. Come riportato dal New York Times, ieri, una coalizione di associazioni democratiche supportate dall'ex candidato presidenziale John Edwards ha annunciato una campagna da 20 milioni di dollari per rendere l'opinione pubblica consapevole "dei costi schiaccianti della guerra". Intanto i candidati ancora in corsa per la Casa Bianca hanno duramente criticato la notizia, annunciata dal Pentagono, che dopo il ritorno a casa dei rinforzi inviati lo scorso anno, in Iraq resteranno comunque 8 mila soldati in più rispetto a prima. Il cambio di strategia era necessario, dal momento che nel settembre scorso la maggioranza non è riuscita ad approvare una normativa che avrebbe costretto l'amministrazione a cambiare le proprie politiche. Fonte: Apcom

Iraq: e' arrivato Ahmadinejad

BAGDAD - Mahmud Ahmadinejad, presidente iraniano, e' arrivato a Bagdad nella prima visita di un capo di Stato di Teheran dalla rivoluzione islamica del 1979. Lo hanno reso noto fonti irachene. Ahmadinejad rimarra' in Iraq per due giorni e vedra' diverse personalita' politiche. (Agr)

Cresce il consumo di antidepressivi

ANSA) - ROMA, 1 MAR - Cresce nel 2007 il consumo di antidepressivi (+7,9%) e farmaci per la terapia del dolore (+17,5%),secondo dati Federfarma. Per l'associazione dei titolari di farmacie si tratta di una crescita da collegare allo snellimento delle modalita' di prescrizione. I farmaci a maggior spesa, anche nel 2007, continuano a essere quelli per il sistema cardiovascolare (37,6% della spesa totale), e quelli per il sistema gastrointestinale (14%).

Napoli: sequestrati 220mila prodotti

Erano tutti contraffatti o di contrabbando, 5 denunce (ANSA) - NAPOLI, 1 MAR - Sequestrati nel porto di Napoli 220 mila prodotti contraffatti e 32 mila di contrabbando. Cinque denunciati: tre cinesi e due italiani. La merce e' stata individuata dalla GdF in 5 container giunti dalla Cina con 90.678 paia di calzature col logo contraffatto (vero cuoio, vera pelle e Nike); 2.520 modellini di auto Nissan, 100.000 modellini auto Honda, 6000 modellini di moto ed elicotteri Ducati, 32.000 camicie. La merce avrebbe fruttato un guadagno di 2 mln di euro.

Onu: urgente Consiglio sicurezza

Portavoce Barak: 'la situazione dovrebbe peggiorare ancora' (ANSA) - NEW YORK, 1MAR- Il Consiglio di Sicurezza dell'Onu si riunisce in una sessione d'urgenza, su richiesta del presidente palestinese Abu Mazen. Lo ha reso noto un rappresentante delle Nazioni Unite. Per il portavoce di Barak 'la situazione dovrebbe peggiorare ancora'. La Rice e' stata messa al corrente della situazione. Da Teheran, Ahmadinejad ha detto che lo Stato ebraico 'sara' sradicato' e i suoi dirigenti processati. 'Il vero Olocausto sta accadendo in Palestina', ha aggiunto.

Afghanistan: Bush, piu' soldati

Lo fara' al vertice Nato a Bucarest, il mese prossimo (ANSA) - NEW YORK, 1 mar - Il presidente Bush intende chiedere agli alleati Nato di inviare piu' soldati in Afghanistan. Lo fara' il prossimo mese al Vertice della Nato a Bucarest, in Romania. Lo ha detto incontrando oggi i giornalisti nel suo ranch texano di Crawford insieme con il premier danese Anders Fogh Rasmussen. Bush auspica che 'il pesante fardello' sia condiviso da tutti i paesi della Nato e intende 'incoraggiare gli alleati a contribuire di piu'' all'operazione.