domenica 2 marzo 2008

Paradisi fiscali, quarantamila

I metodi dei super 007: al setaccio anche i prelievi Bancomat
Solo a Montecarlo 500 lombardi e 220 laziali. Un «ufficio vip» per scovarli MILANO — Senza saperlo, forse anche Fabrizio Corona è diventato un prezioso alleato dell'Agenzia delle Entrate nella caccia ai personaggi famosi che evadono il fisco. Perché, spesso, l'indagine degli ispettori, prima di affidarsi a banche dati ed altri strumenti elettronici, parte dalle riviste di gossip. Basta una foto del vip che esce da un palazzo nel centro di Milano o di Roma, oppure la sua presenza ad un evento mondano per allertare i cacciatori di evasori. Ma come? Il signor X o non dichiara di essere residente all'estero? E allora, come mai entra ed esce da quel palazzo che sembra proprio casa sua? All'Aire, l'anagrafe degli italiani all'estero, risultano iscritti 1.400.000 connazionali. Tra questi, 40 mila hanno la residenza in uno dei tanti paradisi fiscali. È su di loro che ora si stanno concentrando le verifiche degli 007 del Fisco. La maggior parte sono personaggi più o meno famosi: sportivi, attori e tanti imprenditori. Nel solo Principato di Monaco sostengono di abitare 500 persone che arrivano dalla Lombardia e 220 dal Lazio. Possiedono appartamenti o ville. Ma se si va a suonare il campanello, nessuno risponde. Inutile chiedere informazioni a portieri o vicini, la risposta è sempre la stessa: «Mai visto anima viva». Il domicilio estero, più che un tetto vero e proprio, è una «copertura» per occultare i propri guadagni: «Il soggetto prende la residenza in un Paese dove c'è un trattamento fiscale particolarmente favorevole ma, in realtà, non vive e lavora lì bensì in Italia», spiega uno degli ispettori. Per esempio, rimanendo alla cronaca recente, Valentino Rossi sosteneva di abitare a Londra, l'industriale Leonardo Del Vecchio aveva intestato i suoi pacchetti azionari più consistenti ad un'azienda tedesca, Ornella Muti giurava di abitare a Montecarlo. OAS_AD('Bottom1'); All'ufficio centrale dell'Agenzia delle Entrate è stata costituita una task-force di 40 uomini specializzati in questo tipo di ricerca. Con loro collaborano altre 200 persone sparse negli uffici periferici. «Le cronache rosa sono solo uno degli input che seguiamo», prosegue l'ispettore. «Elementi preziosi arrivano dal controllo dei registri navali, del catasto, della motorizzazione, dai beni intestati e dai prelievi Bancomat. Se ci sono figli, verifichiamo l'iscrizione a scuole e università. Oppure i contributi versati all'Inps per la colf. Quando il cerchio si stringe, succede che siano gli stessi consulenti fiscali della persona oggetto d'indagine a far emergere il nome, come nel caso di Valentino Rossi, per poi trovare un accordo con il Fisco». La caccia agli evasori con residenza, fittizia, nei paradisi fiscali si sta estendendo in tutta Europa. In Germania sono entrati in azione i servizi segreti che hanno versato 4,2 milioni di euro ad un dipendente di una banca del Liechtenstein per entrare in possesso di una lista con i nomi di un migliaio di evasori. Di questi, in 160 hanno confessato immediatamente. Roberto Rizzo

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