sabato 27 agosto 2011

'Come in Iraq: è un'invasione'

forzeinvasioneIntervista di Fabio Chiusi a Giulietto Chiesa - espresso.repubblica.it.

«Non c'è stata alcuna insurrezione di popolo: è stato tutto studiato a tavolino in Occidente per modificare gli assetti strategici del Nord Africa e contrapporsi all'avanzata della Cina nel continente. Un dualismo che può portare a un nuovo conflitto mondiale». L'analisi controcorrente di Giulietto Chiesa.

Tutto quello che vi dicono sulla guerra in Libia è falso. Parola di Giulietto Chiesa. Ex inviato dell'Unità e della Stampa a Mosca, autore di svariati libri di geopolitica che confutano, tra l'altro, le versioni ufficiali dell'11 settembre e della morte di Osama Bin Laden («ma chi può crederci seriamente?»), Chiesa racconta all'Espresso la sua versione della fine del regime libico.

Che è a suo avviso il risultato di un conflitto lungamente premeditato in cui Silvio Berlusconi «non conta niente» e che apre per il Paese un futuro iracheno. E prelude addirittura a un terzo conflitto mondiale. Chiesa, come finirà in Libia? «La conclusione è chiara: c'è una tale disparità di forze sul terreno non tra i ribelli e Gheddafi, ma tra la Nato e Gheddafi, che non ci può essere un altro esito che non una demolizione dell'attuale stato libico. Demolizione che però non finirà la guerra. La guerra continuerà in altre forme. E' evidente che Gheddafi ha delle forze. Con la sparizione di Gheddafi, per uccisione o con l'uscita di scena tecnica non finiranno queste forze, che si dimostrano sul terreno straordinariamente vitali». Che sarà del Paese? «Una delle varianti possibili è la sua disgregazione e la prosecuzione di una situazione endemica di combattimento che richiederà molti anni e molti morti di cui non si può vedere la fine in nessun modo. La conclusione militare è certa, la conclusione del conflitto no». C'è un rischio Iraq? «Sì, prevedo una cosa del genere. Esperti come Angelo Del Boca hanno la stessa idea. Perché la divisione del Paese è stata artificiale, organizzata, stimolata». Nessun moto spontanea di ribellione della popolazione, nessun anelito democratico negli insorti? «Su questo sono risoluto: non c'è assolutamente nulla di tutto ciò. Non c'è nessuna vocazione alla democrazia in nessuna di queste rivolte. Le vocazioni democratiche sono risultate assolutamente minoritarie sia un Tunisia, sia in Egitto sia tanto più in Libia. Questa descrizione dell'anelito dei popoli arabi alla democrazia occidentale è una delle falsificazioni più clamorose che siano state inventate nell'epoca moderna». E cosa li ha spinti allora? «Nel caso della Libia il problema è diverso, perché la guerra libica è stata programmata con largo anticipo dalle forze occidentali. Ma per quanto riguarda l'anelito alla libertà negli altri paesi è accaduta una cosa che noi europei non vogliamo vedere, perché siamo eurocentrici. In questa parte del mondo è avvenuta una rivoluzione demografica di proporzioni gigantesche. Negli ultimi 25 anni è nata una nuova generazione di tunisini, algerini, egiziani che vedono la televisione, per esempio. E questo, che i loro padri non potevano fare, consente un confronto tra la loro vita di oggi e la vita, falsificata dagli schermi, dell'Occidente. E' una specie di modello Albania in grande scala. Vedono le tivù dell'Occidente, fanno i confronti, capiscono che i beni ai quali vorrebbero e potrebbero accedere non sono disponibili per loro e si rivoltano».

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http://www.megachip.info/tematiche/guerra-e-verita/6683-come-in-iraq-e-uninvasione.html

Uragano Irene verso New York. Due vittime in North Carolina

Immagine Nasa di Irene
Washington, 27 ago. (Adnkronos/Ign) - Irene perde forza ma fa ancora paura. Secondo il centro nazionale uragani Usa, l'uragano è stato declassato da categoria 2 a 1, con venti inferiori ai 145 km all'ora. Ma, nonostante il declassamento, resta alto l'allarme.

"Irene è ancora forte e pericoloso", ha detto Janet Napolitano, responsabile della Home Security, lanciando un appello ai residenti delle zone interessate dal passaggio dell'uragano perché prendano sul serio la situazione. L'uragano porta con sé forti precipitazioni, potenziali allgamenti e provocherà sospensioni dei rifornimenti di energia elettrica, ha ricordato.

Irene è giunto oggi le coste del North Carolina dove si registrano le prime due vittime. Si tratterebbe di un uomo colpito da un albero abbattuto dal vento e di un residente nella contea di Onslow Countymorto per un attacco cardiaco mentre stava attaccando pannelli di legno sui vetri della sua casa per proteggerli dai venti.

L'uragano ha toccato terra vicino a Cape Lookout. Centinaia di migliaia di abitazioni sono rimaste senza energia elettrica. A renderlo noto è stato il governatore dello stato, Beverly Perdue. L'iragano, ha aggiunto parlando con la Cnn, con le sue raffiche fino a 140 chilometri orari ha causato "gravi danni" alle linee elettriche.

Prima del suo arrivo sulla terraferma, ha riferito Mark Van Sciver del centro informazioni dello stato, oltre 7 mila persone erano state trasferite in 81 centri di raccolta per l'emergenza.

Ora Irene è atteso a New York. Oltre alle evacuazioni ordinate per circa 300mila persone dal sindaco Michael Bloomberg entro le cinque di oggi pomeriggio, nessuna musica all'aperto nella piazza del Lincoln Center, chiuderanno tutti gli Starbucks della città e anche lo store della Apple sulla Quinta strada, aperto notte e giorno. Le isole che compongono la 'Grande Mela' dove il Bronx è unito alla terraferma, resteranno isolate. Chiuderanno anche i ponti che uniscono Manhattan al resto della città se il vento supererà i 96 km/orari in maniera sostenuta.

Nella Grande Mela, inoltre, il servizio di trasporto pubblico verrà sospeso a partire dalle 18 in vista dell'arrivo dell'uragano. La misura non interesserà invece Washington, che secondo le previsioni dovrebbe essere interessata in misura nettamente minore.

In vista del passaggio dell'uragano il presidente americano Barack Obama ha proclamato lo stato di emergenza in Virginia, New Jersey, New York, Connecticut e Massachusetts.

Il governatore del New Jersey, Chris Christie ha ordinato l'evacuazione in quattro contee. Le autorità di Washington D.C. e di qualche città della Virginia hanno iniziato la distribuzione di sacchi di sabbia ai residenti in caso di possibili alluvioni per il passaggio dell'uragano atteso domani.

Sulla East Coast americana Irene ha già provocato ieri forti precipitazioni e raffiche di vento e, stando alla Cnn, circa 65 milioni di persone potrebbero riportare danni per l'uragano.

E per oggi e domani, anche a causa della chiusura degli aeroporti, Alitalia ha annunciato la sospensione dei voli da e verso New York e Boston.

Caso Penati, Bersani: ''Vogliamo la verità. Ma sulla prescrizione la decisione è sua''

Filippo Penati (Adnkronos)
Pesaro 27 ago. (Adnkronos/Ign) - "Le accuse sono certamente gravi: noi vogliamo che si trovi la verità e la chiarezza". Dal Meeting di Rimini prima e da Pesaro in serata, il segretario del Pd Pierluigi Bersanitorna sul caso di Filippo Penati, esponente di spicco del Pd lombardo accusato di corruzione (reato ormai prescritto anche se i pm insistono sulla concussione) per un giro di tangenti intorno all’area ex Falck di Sesto San Giovanni.

"Penati si è sospeso – ricorda Bersani - è venuto via dalle cariche istituzionali ed è fuori dal gruppo del Pd e quindi adesso farà le sue scelte con i suoi avvocati. Noi teniamo fermo un principio: non parleremo mai di complotti. La magistratura faccia il suo dovere perché per noi sono tutti uguali davanti alla giustizia: i politici, come gli amministratori come gli immigrati".

Bersani parla di ''vicenda dolorosa'', su cui non ci devono ''in nessun modo esserre ombre''. ''Ferma restando la presunzione di innocenza, deve venir fuori una regola: si rispetta l'operato della magistratura e non si mettono ostacoli. Il codice etico del Pd prevede che chi è coinvolto in indagini faccia un passo indietro e Penati ne ha fatti tre o quattro: questo gli va riconosciuto".

Sul caso però il partito ha convocato per il 5 settembre la commissione di Garanzia per ''difendere il buon nome del partito''. "Il partito dirà la sua -sottolinea Bersani riferendosi al lavoro che è stato affidato alla Cng- alla luce delle valutazioni e delle determinazioni che farà la commissione di garanzia, prevista dallo statuto del partito come organismo preposto". La commissione di garanzia (che Bersani definisce "il nostro tribunale interno") ha "a sua disposizione una gamma di interventi che comprendono anche l'espulsione". Mentre "sull'aspetto giudiziario sarà lui a dover valutare", lasciando intendere chiaramente che un'eventuale rinuncia alla prescrizione è una decisione che deve prendere Penati.

Sudan: campagna sul web 'Liberate Francesco' per volontario rapito

Reggio Calabria, 27 ago. (Adnkronos) - Riparte dal web l'invito a tenere alta l'attenzione su Francesco Azzara', il volontario di Emergency rapito due settimane fa in Darfur. Dal social network Facebook, l'organizzazione invita a rinnovare la campagna dei post it su cui l'anno scorso veniva scritto ''Io sto con Emergency'', sostituendola questa volta con la frase ''Liberate Francesco''. A chi possiede un sito viene rivolta la richiesta di aggiungere un banner con lo stesso messaggio.

Irene, scatta l'emergenza a New York 370mila evacuati, stop trasporti / Video

L'uragano, declassato a categoria 1, sul North Carolina: prima vittima. Centinaia di migliaia senza elettricità. Sospesi i collegamenti aerei Le foto

L'acqua del mare sale a Nags Head, North Carolina (foto Gerry Broome - Ap)

ROMA - Irene, l'uragano attualmente declassato da categoria 3 a categoria 1, ha raggiunto le coste del North Carolina. Nonostante il declassamento (la categoria 1 è la più debole nella scala Saffir-Simpson che arriva a 5), rimane estremamente pericoloso. Irene si è indebolito leggermente, con i venti che sono calati a 85 miglia all'ora (136,7 chilometri all'ora) dalle 100 miglia all'ora (160,9 chilometri) di ieri. L'uragano arriverà a New York in serata, dove sono scattate le evacuazioni per 370mila persone. Le ore di maggiore intensità della tempesta saranno quelle della notte, tra sabato e domenica. Tenuto conto delle dimensioni di Irene, si pensa che possa abbattersi sulla Grande Mela per circa 21-24 ore. Ieri il presidente ha Obama ha allertato gli americani: «Dobbiamo essere preparati al peggio». Sono 65 milioni le persone che vivono nelle zone interessate. Aggiornamenti in tempo reale: National Weather Service e National Oceanic and Atmospheric Administration e MyFoxhurricane Video: Irene dalla Stazione spaziale internazionale Irene colpirà le principali città della East Coast tra oggi pomeriggio e domenica sera (in Italia da stanotte a lunedì mattina). A Virginia Beach il passaggio è previsto sabato dalle 4 del pomeriggio alle 10 di sera (la notte tra sabato e domenica in Italia). Irene toccherà Washington domenica mattina dalle 4 alle 10 (tra le 10 e le 16 in Italia). Atlantic City, nel New Jersey, sarà sferzata domenica mattina dalle 5 alle 11 (tra le 11 e le 17 in Italia). A Philadelphia il passaggio di Irene è previsto domenica mattina dalle 6 a mezzogiorno (dalle 12 alle 18 in Italia). New York sarà investita domenica mattina a partire dalle 8 (le 14 in Italia) fino a metà pomeriggio. Boston sarà l'ultima grande città degli Stati Uniti ad essere attraversata da Irene, domenica dalle 5 del pomeriggio (le 23 in Italia) fino alla mezzanotte. L'uragano arriverà quindi a Toronto, in Canada, nella notte tra domenica e lunedì, quando dovrebbe aver perso grandissima parte della sua forza. Irene fa la prima vittima in North Carolina. Si tratta di un uomo colpito da un albero abbattuto dal forte vento. Senza elettricità almeno duecentomila persone. L'uragano comincia a farsi sentire a New York, dove la gran parte delle persone continua a prendere d'assalto supermercati e piccoli negozi di alimentari, con code anche di diversi isolati. La catena Whole Food è chiusa per l'uragano Irene e molti commercianti lavorano a orario ridotto. A Washington il cielo s'è fatto scuro e ha cominciato a piovere. Secondo le stime Irene qui dovrebbe provocare una tempesta tropicale scaricando al suolo una trentina di cm di pioggia con venti a 100 km orari. Il picco dovrebbe arrivare tra questa sera e domenica mattina. Non sono previste evacuazioni, ma le autorità cittadine hanno comunque raccomandato a tutti di usare il buon senso, non uscire di casa, e soprattutto prepararsi ad affrontare, con candele e torce elettriche, un black out che potrebbe andare avanti per molto tempo. La Pepco, l'azienda elettrica locale, ha assicurato di aver richiamato in servizio tutti i suoi 1500 operai e ha messo a punto un numero verde per le emergenze. Irene dovrebbe lasciare Washington nel tardo pomeriggio di domani, domenica.

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http://www.ilmessaggero.it/articolo.php?id=160956&sez=HOME_NELMONDO

ROMA: BOMBE MOLOTOV CONTRO CIRCOLI PDL-DESTRA. ALEMANNO, FERMA CONDANNA

(ASCA) - Roma, 27 ago - ''Voglio esprimere la piu' ferma condanna per quanto accaduto la scorsa notte a Monteverde. Ai militanti dei circoli del Pdl e di Amore per Roma, che sono stati oggetto di una violenza che ci riporta ad anni tristemente bui, va tutta la mia vicinanza e solidarieta'''. Lo dichiara il sindaco di Roma, Gianni Alemanno, in merito al lancio di bombe molotov avvenuto la scorsa notte contro le sezioni del Pdl e del Popolo di Roma-Destra Sociale nel quartiere Monteverde, a Roma. ''E' importante che, ancora di piu' oggi, in un momento cosi' delicato per tutto il Paese, atti vili e scellerati come quelli accaduti a Monteverde trovino il biasimo di tutte le istituzioni e di tutte le forze politiche'', conclude Alemanno.

La soluzione per la crisi? “Tassiamo le prostitute”

Le sex workers sono Lavoratrici Socialmente Utili. Parola di Giancarlo Lehner

“Le signore e le signorine che offrono il loro corpo sono da ascrivere al gruppo LSU, Lavoratrici Socialmente Utili. Sovente svolgono un servizio anche umanitario, perche’ c’e’ chi ha problemi con il mondo femminile. Chi e’ brutto, grasso, ha problemi perche’ oggi siamo tutti presi nel diventare alti, belli, biondi, occhi azzurri”.

I VILLAGGI DELL’EROS – La ha detto a KlausCondicio il deputato di Popolo e Territorio Giancarlo Lehner, che ha poi aggiunto: “Sono d’accordo a tassare la prostituzione, ma si diano prima spazi legittimi a quel tipo di attivita’, si creino dei villaggi dell’eros. Se la smettiamo di essere ipocriti e consentiamo l’impresa privata e la gestione di alcune signorine, allora possiamo anche tassare e introdurre la partita Iva”. Altro che eliminazione delle province e contributo di solidarietà, ecco la vera soluzione che salva manovra e paese. (AGI)

“C’è la massoneria dietro l’attacco alla Chiesa”

L’Avvenire straparla su complotti contro il Vaticano

C’è anche la massoneria dietro la campagna politico-mediatica “volta a far credere che la Chiesa Cattolica sia il ‘grande evasore fiscale’ d’Italia”, basata su “fonti nebulose o non controllabili, stime approssimative, abili omissioni”. Lo denuncia il quotidiano cattolico Avvenire che in un editoriale a firma del direttore Marco Tarquinio collega questo attacco – descritto come “una replica ossessiva, fedele al famoso insegnamento di Goebbels: una menzogna, per quanto inverosimile, se ripetuta a sufficienza finisce con l’essere creduta” – al monito lanciato dal presidente della Cei Angelo Bagnasco affinche’ siano compiute “scelte giuste e utili per la preziosa risorsa famiglia e contro la sottrazione di risorse operata da chi evade le tasse”.

“Un appello – rileva Tarquinio sintetizzato dall’AdnKronos – che sembra essere stato ben compreso da quanti, in Parlamento e nel Governo, lavorano per un’equa correzione della manovra-bis d’agosto. Le immediate reazioni bipartisan favorevoli lo hanno segnalato a dovere”. “Che sia questo – si chiede l’editoriale – il problema? Che sia insopportabile questo vasto convenire, e non per piccole convenienze, su problemi veri della nostra societa’ nazionale posti in primo piano dai cattolici (gente che dell’Italia vera sa qualcosina…)? O forse – continua – il problema è che non si deve far arrivare in primo piano la famiglia, quei quasi 15 milioni di nuclei di persone sposate e, spesso, con figli a carico che non riescono a ottenere il riconoscimento sancito in Costituzione e una cittadinanza fiscale piena? O, ancora, il problema e’ che non ci si deve neanche azzardare a porre la questione dell’evasione fiscale?”.

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http://www.giornalettismo.com/archives/141943/ce-la-massoneria-dietro-lattacco-alla-chiesa/

Cina: il governo legalizza le scomparse dei dissidenti

Cina: il governo legalizza le scomparse dei dissidenti
PECHINO (CINA) - Il governo cinese si prepara ad una nuova stretta, in tema di diritti civili. Infatti è in via di approvazione una legge che consente alla Polizia di tenere prigioniera una persona in un luogo a propria scelta, per un periodo massimo di 6 mesi e senza avvisare i parenti. In pratica si tratta di legalizzare un vero e proprio sequestro di persona. Già adesso, secondo le leggi cinesi, basta un sospetto non dimostrato per ottenere che la Polizia possa trattenere qualcuno senza processo per un anno. Ed è una misura che viene usata per lo più con quelli che vengono definiti "dissidenti" e che sono in realtà persone che si limitano ad esprimere critiche alla com,pleta soppresione delle libertà individuali che esiste in Cina. Ma negli ultimi anni, si è cominciata a diffondere l'abitudine di arrestare questi cosiddetti dissidenti senza alcuna comunicazione ufficiale e senza metterli in carcere (dove, volenti o nolenti, si viene registrati ed il dato diventa noto, se non pubblico). Il caso più "vecchio" è quello dell'avvocato Gao Zhisheng, tenuto sequestrato da circa un anno; il più noto è quello dell'artista Al Weiwei, tenuto prigioniero per tre mesi.

Fukushima: Kan, aree inabitabili decenni

(ANSA) - TOKYO - Le aree intorno alla centrale nucleare di Fukushima potrebbero restare inabitabili per decenni a causa delle forti radiazioni rilasciate dall'impianto colpito duramente dal sisma/tsunami dell'11 marzo. E' l'allarme lanciato oggi dal premier nipponico, Naoto Kan, in quella che potrebbe essere l'ultima visita nella prefettura di Fukushima alla guida del governo, in vista delle dimissioni che dovrebbe rassegnare non piu' tardi di martedi'.

Musica: tour Checco Zalone arriva in Sicilia, tappa a Palermo

Palermo, 27 ago. - (Adnkronos) - Checco Zalone, a distanza di quattro anni dall'ultimo show e con due film campioni di incassi in carniere, torna sul palco. Il suo tour partira' il 14 settembre da Rimini ma dopo pochi giorni, il 28 settembre, tocchera' anche Palermo, unica tappa siciliana. Checco Zalone portera', infatti, il suo 'Resto umile world tour' al Velodromo Borsellino.

''Quando finisce lo spettacolo, spesso le donne bussano alla porta del camerino: ciao Checco, voglio fare l'amore con te. E li' non sai mai a chi lo sta chiedendo, all'artista famoso o al ragazzo semplice di Capurso? Mi tocca ogni volta darle non una ma due botte per non offendere nessuno''.

L'uomo e l'artista Checco, il difficile rapporto tra vita e arte e' raccontato in questo 'Resto umile World Tour', show in cui Luca Medici (pochi lo sanno, ma e' il vero nome di Checco) dimostrera' come l'artista ormai di fama mondiale sia rimasto umile e non abbia sopraffatto quel ragazzo semplice di sempre nonostante le ingenti somme di denaro sul conto corrente.

Uranio, a Cagliari soldatessa denuncia: "Ho un cancro a 28 anni"

Roma, 27 ago. (Adnkronos) - "Sono un caporal maggiore ho 28 anni e da qualche mese ho scoperto di avere un linfoma di Hodgkin. Sono in cura presso l'ospedale oncologico di Cagliari. Per circa due anni e mezzo ho prestato servizio al poligono interforze di Perdasdefogu, e non nego che tutti i medici, alla scoperta della mia malattia, mi hanno chiesto proprio se fossi stata in quella zona". E' la denuncia di una soldatessa sarda al sito vittimeuranio.com, con incarico di missilista controcarri, che chiede chiarezza alle istituzioni sull'origine della sua malattia.

Usa: uragano Irene, a New York dalle 18 sospeso trasporto pubblico

New York, 27 ago. (Adnkronos) - Il servizio di trasporto pubblico verra' sospeso a New York a partire dalle 18 in vista dell'arrivo dell'uragano Irene. La misura non interessera' invece Washington, che secondo le previsioni dovrebbe essere interessata in misura nettamente minore dal passaggio dell'uragano.

Libia, l'Eni si prepara al check up degli impianti. Lunedì Scaroni vola a Bengasi

Roma, 27 ago (Ign) - Fare un check up degli impianti di gas e petrolio in Libia. E' questa la priorità dell'Eni che, come anticipato ieri dal ministro degli Esteri Franco Frattini ''lunedì firmerà accordi importanti'' che faranno sì che "l'Italia resterà il primo partner economico" della Libia. Anche per questo l'Ad Paolo Scaroni proprio lunedì volerà a Bengasi per verificare di persona come stanno condotte e piattaforme nei punti più funestati dalla battaglia tra gli insorti e le milizie di Gheddafi.

Ufficialmente è tutto a posto, fermo restando - come già affermato dallo stesso Scaroni - che per riavviare le produzioni di petrolio ci vogliono, a seconda delle zone, dai 6 ai 18 mesi.

Ma i timori maggiori sembrano essere per gli impianti di metano. Proprio quelli di cui Scaroni aveva detto di voler privilegiare la ripartenza ''perché - aveva spiegato - mentre non esistono problemi di sicurezza dell'approvvigionamento per quanto riguarda il petrolio, a me affrontare l'inverno con una delle fonti tradizionali ferma non piace per niente''.

E stando a fonti locali alcuni danneggiamenti ci sarebbero stati. Ma se in alcuni casi si tratterebbe di semplici saccheggi di arredi e computer il rischio è che la guerra abbia invece compromesso il funzionamento di parti più rilevanti e delicate degli impianti come condotte, valvole e compressori.

Soprattutto si teme per il polo costiero di Mellitah, area particolarmente coinvolta dalla battaglia. Mellitah è un punto strategico per Eni perché è proprio da lì che parte la conduttura Greenstram verso la Sicilia. Ed è sempre lì che confluiscono e vengono lavorati petrolio e metano. Si tratta di impianti complessi che se danneggiati richiederebbero anche mesi di lavoro per essere riparati. Non dovrebbero esserci problemi invece negli impianti Eni alla periferia di Tripoli o nel deserto, così pure come per i giacimenti della Cirenaica del sud.

Birgi primo aeroporto al mondo per la crescita dei passeggeri

L’AEROPORTO DI BIRGI NEL 2010 È STATO IL PRIMO AEROPORTO NEL MONDO PER CRESCITA PERCENTUALE. I DATI DIFFUSI DALL’ACI, AIRPORTS COUNCIL INTERNATIONAL.

Il "Vincenzo Florio" di Birgi, nel 2010, è al primo posto nel mondo per crescita percentuale tra gli aeroporti compresi tra il milione e mezzo ed i cinque milioni di passeggeri, ed è al 406° posto del rank generale (tra gli aeroporti di Knoxville, nello stato del Tennesee - US 407°, e Greensboro, nello stato di New York al 405° posto). Il traffico passeggeri di Trapani nel 2010, giusto per comprendere le proporzioni del fenomeno di crescita che ha interessato lo scalo siciliano, è stato superiore a quello degli aeroporti di Olbia Alghero ed Agadir (Marocco) che sono importanti mete turistiche, e superiore anche a quello di Tirana, Kingstone e Tallin, rispettivamente capitali dell'Albania, della Giamaica e dell'Estonia

Il dato è stato reso noto nell'annuale World Airport Traffic Report dell'ACI (Airport Council International) e testimonia la bontà del lavoro svolto tra il 2006 ed il 2010.

"Questo dato, insieme alle notizie che apprendiamo dalla stampa e dalle dichiarazioni del Ministro La Russa e del Sen. d'Alì, ieri in visita ufficiale al 37° Stormo, ci fanno ben sperare per l'immediato futuro - ha commentato il presidente dell'Airgest, Salvatore Ombra -. Nel 2011 non potremo confermare l'exploit del 2010 ma, se l'Aeronautica Militare manterrà l'impegno, annunciato dal Ministro La Russa, di revocare dal primo di ottobre le limitazioni imposte ai voli civili per le esigenze operative NATO connesse alla crisi Libica, ci faremo trovare pronti dalle compagnie aeree per la programmazione della stagione summer 2012. Conto molto sulla dimostrata capacità di Airgest per offrire alle compagnie aeree la possibilità di rimodulare al rialzo anche la programmazione della winter".

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http://www.telesud3.com/economia/birgi-primo-aeroporto-al-mondo-per-la-crescita-dei-passeggeri-9299.asp

Birgi, il ministro La Russa annuncia la fine delle operazioni militari in Libia

Il Ministro della Difesa, Ignazio La Russa, accompagnato dal sen. Antonio d'Alì e dall'On. Nicola Cristaldi, è stato questa mattina in visita ufficiale presso il 37° Stormo di Trapani Birgi.

La Russa ha portato il ringraziamento del Paese, del Governo e del Parlamento ai mitari italiani impegnati presso la base di Birgi nelle missioni sui cieli della Libia.

È stato un incontro ufficiale, ma cordiale, nel corso del quale sono stati tracciati il punto ed il resoconto delle attività di volo. Il ministro ha sottolineato come possa "considerarsi conclusa la parte della missione che ha consentito di limitare gli effetti disastrosi della guerra civile in Libia".

Il ministro ha anche rivolto i suoi ringraziamenti al territorio trapanese "per il supporto di accoglienza dato alle rappresentanze militari dei paesi alleati impegnati nella missione" e non ha mancato di sottolineare che l'obiettivo prioritario è, ora, quello di aprire definitivamente al normale traffico civile l'aeroporto di Trapani Birgi.

L'Aeronautica Militare, ha detto La Russa, ha già autorizzato l'ampliamento a 25 dei movimenti e ribadito che l'operazione princiaple è ormai conclusa.

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http://www.telesud3.com/attualita/birgi--il-ministro-la-russa-annuncia-la-fine-delle-operazioni-militari-in-libia-9296.asp

Giornata mondiale di Quds: Ahmadinejad, riconoscimento Palestina solo primo passo

Giornata mondiale di Quds: Ahmadinejad, riconoscimento Palestina solo primo passo

TEHERAN - L'eventuale riconoscimento di uno Stato della Palestina da parte delle Nazioni Unite non potrebbe essere che un "primo passo verso la liberazione di tutta la Palestina che deve essere un obiettivo sacro". Lo ha dichiarato il presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad. Tutti i credenti devono concentrarsi sulla scomparsa del regime sionista. Il riconoscimento del governo indipendente palestinese (da parte delle Nazioni Unite) non è l'obiettivo finale, è il primo passo verso la liberazione di tutta la Palestina", ha dichiarato in occasione della Giornata mondiale di ghods, Gerusalemme, organizzata tutti gli anni da Teheran a sostegno della causa palestinese.Il regime sionista è un focolaio di microbi e di cellule cancerose, se perdura non sarà solo su un piccolo lotto della terra della Palestina, si svilupperà e infliggerà colpi a tutti", ha ribadito il presidente iraniano, che si è espresso in occasione della preghiera del venerdì all'università di Teheran.

Referendum per cambiare la legge elettorale, si puo' firmare nei Comuni

di Franco Siddi
Referendum per cambiare la legge elettorale, si puo' firmare nei Comuni

Per i referendum si puo' firmare nei Comuni. Ma pochi lo sanno e tanti, anche per la semplificazione e distrazione dei media, pensano sia un'operazione di mero schieramento di fazione da esprimere solo se c'e' un banchetto in piazza. Purtroppo certi temi - non solo questi referendum elettorali ma ancor di più quelli del lavoro e dei suoi valori morali e materiali - stentano a entrare nelle agende dei media e trovare adeguata trattazione di di base e di confronto nei canali dell'informazione pubblica e privata. Per questo ho deciso di rendere una pubblica testimonianza di miei convincimenti e di una mia scelta personale: ho firmato per i referendum elettorali che mirano all'eliminazione delle norme che oggi prevedono un parlamento di eletti senza possibilita' effettiva di scelta, meglio note come "legge porcata" e il ritorno al cosiddetto "mattarellum" (collegi uninominali e quota proporzionale), il passaggio più rapido possibile a un ritorno all'effettivita' della delega popolare di base. Una scelta - ripeto personale - nella convinzione che vada in direzione del bene del Paese e della nostra terra, che tiene insieme i cittadini tanto più quanti sono rappresentate le comunita' locali. Ho firmato negli uffici del mio Comune di residenza, Selargius, dell'area metroplitana di Cagliari, in un clima di cordialita', efficienza e di un certo stupore. Ho scoperto che poco o nulla si sa di questa opportunita' di scelta per la sottoscrizione dei quesiti referendari. Firmare nel Comune, e non solo nei banchetti, dei promotori e' opzione di grande garanzia per tutti, sulla trasparenza e certificazione dell'operazione come sull'istituzionalizzazione immediata di una scelta di partecipazione democratica. In tempi come questo il riferimento dei Comuni, primi presidi della democrazia deliberante, assume un significato speciale per chi ritiene utile un cambiamento elettorale che riparta dalla partecipazione e dalla formazione di una rappresentanza parlamentare connessa nei fatti, e non solo nelle forme, ai territori e ai suoi abitanti. Purtroppo certi temi - non solo questi referendum elettorali ma ancor di più quelli del lavoro e dei suoi valori morali e materiali - stentano a entrare nelle agende dei media e trovare adeguata trattazione di base e di confronto nei canali dell'informazione pubblica e privata. Ecco rendo testimonianza di una scelta nell'auspicio che altre concorrano a bucare i muri del silenzio e voci diverse si spendano nel confronto tra opzioni nei media. Credo che questo tempo difficile non possa essere vissuto solo adeguando i registri agli orientamenti dei vari centri di potere costituito, ne' pensando che oltre ci sia solo una folla tumultuante da respingere o da alimentare a seconda degli interessi che si vogliono favorire. Una puntuale e plurasticamente aperta informazione sui referendum elettorali trova ragione nella natura stessa del movimento in campo e nell'idea civica le folle tumultuanti debbono poter diventare da subito folle deliberanti di una corretta e efficiente democrazia rappresentativa, senza deleghe fuori controllo.

Don Verzé alla guerra con il Vaticano

Il patron del San Raffaele si lamenta con i suoi superiori

Mi avete tagliato fuori. Questo più o meno dice Don Verzé nella lettera che ha inviato al Vaticano, e nella quale si lamenta del trattamento riservatogli nel nuovo consiglio di amministrazione del San Raffaele. A parlarne è il Corriere della Sera nell’articolo di Gerevini e Ravizzi, ormai habitué del caso:

Con l’arrivo degli uomini di fiducia del cardinale Tarcisio Bertone, a don Verzé è rimasto solo il ruolo di presidente senza deleghe operative. Ma paradossalmente il sacerdote e i suoi fedelissimi riuniti nell’Associazione Monte Tabor mantengono tuttora il potere di nomina e di revoca del consiglio di amministrazione della Fondazione. Un potere di cui il prete manager, nella sua lettera, è ben consapevole: «Vi ricordo che l’organismo che per statuto ha competenza alla nomina dei componenti del consiglio di amministrazione della Fondazione ha proceduto alla vostra designazione». Novantun anni, un’inchiesta aperta in Procura dopo il suicidio del vice Mario Cal, un’istanza di fallimento alle porte per ilmancato pagamento dei fornitori, don Verzé non accetta di essere scalzato dalla Santa Sede.

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http://www.giornalettismo.com/archives/141913/don-verze-alla-guerra-con-il-vaticano/

Usa: Irene, emergenza dichiarata in 10 stati East Coast

Washington, 27 ago. (Adnkronos/Xinhua) - Con l'arrivo dell'uragano Irene il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha dichiarato lo stato di emergenza anche per lo stato di New York e salgono cosi' a 10 gli stati della East Coast, per un totale di 65 milioni di abitanti, che potranno usufruire di aiuti federali in caso di catastrofe.

Libia: no Caschi Blu, Onu pensa a 200 osservatori militari

Libia: no Caschi Blu, Onu pensa a 200 osservatori militari

Le Nazioni Unite stanno considerando il dispiegamento in Libia di 200 osservatori militari, di 190 poliziotti e di funzionari per seguire le elezioni. Ma per ora non è previsto l'invio di alcun Casco Blu. L'ipotesi è contenuta in un rapporto confidenziale trasmesso in questi giorni dall'inviato speciale dell'Onu Ian Martin al segretario generale Ban Ki-moon. Il documento prevede una missione con l'obiettivo di monitorare la situazione libica nel caso di un cessate il fuoco che potrebbe essere dichiarato nei prossimi giorni. Gli osservatori militari - incaricati di controllare la fine degli scontri - arriverebbero da due Paesi delle Nazioni Unite non meglio identificati. Per quel che riguarda la Nato, questa potrebbe continuare ad operare in Libia perché "il mandato dato dal Consiglio di Sicurezza, cioè la protezione dei civili, non si fermerebbe con la caduta di Gheddafi".

Uragano Irene, rischio catastrofe New York Evacuate 250mila persone / Video

Il sindaco Bloomberg: via da Battery Park, Coney Island e Far Rockaway. Timori di vasti black out e di onde di tsunami alte dieci metri. Pazienti evacuati dagli ospedali.

Capesante

ROMA - Dopo aver spazzato con piogge torrenziali e venti fino a 190 km all’ora Portorico, la Repubblica Dominicana e le Bahamas, l'uragano Irene minaccia la costa orientale degli Stati Uniti, la cui popolazione è stata esortata a tenersi pronta dalla protezione civile Usa e dal dipartimento per la sicurezza interna. Irene nel weekend dovrebbe abbattersi sul Nordest, interessando pesantemente New York, che ha già approntato un piano di emergenza, e Washington. L'uragano potrebbe salire alla categoria quattro delle cinque previste sulla scala Saffir-Simpson, basata sull'intensità dei venti al suolo. Al momento si trova al livello tre, che corrisponde ad una forza dei venti pari a 200 chilometri orari. Video: Irene dallo spazio Irene ha un diametro di oltre 800 chilometri, pari a un terzo della costa Atlantica degli Stati Unitie l'allerta si estende lungo tutta la costa settentrionale degli Usa. Nel frattempo, sulla zona più orientale dell'Atlantico si sta formando un altro ciclone, molto più piccolo, una depressione tropicale di livello 10 che non dovrebbe minacciare le coste. La progressiva riduzione della pressione nella zona centrale dell'uragano indica che questo continua ad acquistare forza, nonostante un debole rallentamento dei venti. Tutte le zone costiere sono in allerta e i porti sono pronti a far uscire le navi in mare aperto in caso di pericolo. «A seconda della loro intensità, gli uragani possono generare onde alte fino a dieci metri - ha detto Vincenzo Levizzani, capo della divisione meteorologica dell'Istituto di Scienze dell'Atmosfera e del Clima (Isac) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr) - Il problema di Irene è che sta puntando dritto verso New York, ossia verso una zona densamente popolata e sensibile dal punto di vista sociale ed economico». Di solito gli uragani transitano a latitudini più basse: nascono nell'Atlantico, attorno alle isole di Capo Verde e poi gli alisei li portano verso il continente americano, in direzione di Caraibi, golfo del Messico e America centrale. Solo pochissimi uragani, negli ultimi dieci anni, si sono spinti verso il Nord.

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Come e quando si è formato il debito pubblico italiano

Dalla seconda metà degli anni Ottanta diversi lavori si sono posti l’obiettivo di elaborare serie storiche di lungo periodo del debito pubblico italiano. Tuttavia è solo nel decennio successivo, con riferimento ai requisiti necessari alla partecipazione all’Unione monetaria, che tali elaborati abbandonano la finalità di mera ricerca per assumere il ruolo di strumenti di pianificazione delle politiche di bilancio. Il presente contributo si basa in larga parte sullo studio Francese-Pace (2008), disponibile sul sito della Banca d'Italia e aggiornato con cadenza mensile. Tale ricostruzione evidenzia un valore del passivo in media superiore con riferimento sia al valore nominale del debito sia alla sua incidenza sul prodotto.

L’Italia è stata ed è un paese con un debito pubblico elevato: su 147 osservazioni l’incidenza del debito delle Amministrazioni pubbliche sul PIL è stata superiore al 100% in 53 casi e il 60% in 108. Il periodo successivo alla seconda guerra mondiale, caratterizzato dal miracolo economico e da un peso del debito in media ben al di sotto del 35%, rappresenta un’eccezione.

La ricostruzione del debito pubblico italiano comincia dal 1861, quando dopo l’unificazione del Paesevenne istituito il Gran libro del debito pubblico dove vennero fatte confluire le passività degli Stati che avevano formato lo Stato unitario. Sono così evidenziabili quattro fasi di accumulo del debito: la prima lungo tutta la seconda parte del XIX secolo, con un massimo assoluto a cavallo degli anniNovanta (121,8% nel 1994); la seconda e la terza (i cui massimi sono rispettivamente collocabili nel 1920 e nel 1943) connesse con le due guerre mondiali; la quarta avviata dopo il minimo registrato nelbiennio 1963-64 e che ha toccato il suo culmine negli anni Ottanta, quando l’incidenza del debito pubblico si riportò su livelli analoghi a quelli di fine Ottocento.

Saltano subito all'occhio i due episodi di repentino aggiustamento seguiti ai conflitti mondiali, in controtendenza con la massima d'esperienza secondo cui la partecipazione ad operazioni belliche comporta normalmente un'impennata dell'indebitamento. La scomposizione del debito fra interno ed estero aiuta a spiegare le dinamiche sottostanti a questa apparente contraddizione. Negli anni che seguirono la Prima Guerra Mondiale, la consistente riduzione del debito estero prebellico fu in gran parte dovuta al condono degli ingenti prestiti vantati da Stati Uniti e Regno Unito, potenze vincitrici. Nel caso della Seconda, invece, il crollo del debito osservato sul finire degli anni Quaranta avvenne in conseguenza dell’elevatissima inflazione, in un periodo in cui il passivo era quasi integralmente interno e dunque valutato in lire.

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