domenica 26 febbraio 2012

ODIO I LUNEDI'

No a Usa: India continuera' a comprare petrolio da Iran

No a Usa: India continuera' a comprare petrolio da Iran TEHERAN - L'India continuera' ad importare petrolio iraniano. L'ha detto l'ambasciatore indiano in Iran Srivastava, citato dall'agenzia Fars News. La dichiarazione e' stata fatta dal diplomatico nel corso di un colloquio con il presidente della Camera di commercio di Teheran Yahya al Eshaq. Srivastava ha infatti citato la posizione presa dal ministro delle Finanze indiano in risposta alla "proposta" del governo statunitense di aiutare Nuova Delhi a trovare fonti alternative per sopperire all'embargo occidentale contro gli approvvigionamenti iraniani. Gli Usa avevano detto all'India che potrebbero infatti favorire accordi con l'Iraq e l'Arabia Saudita, principali fornitori internazionali di greggio, ma l'informazione resta ancora ufficiosa.

Afghanistan in fiamme: in discussione l'intero equilibrio di un Paese

Afghanistan in fiamme: in discussione l'intero equilibrio di un Paese KABUL - L'Afghanistan brucia, infiammato dalle violente proteste seguite al caso del sacro Corano profanato nella base americana, rimettendo in discussione l'intero equilibrio di un Paese chiave, nel quale gli Stati Uniti stanno combattendo una delle guerre più lunghe della loro storia. Ma dietro le manifestazioni c'è una sommatoria di fattori, come spiega l'analista Martine van Bijlert. "Credo - spiega la studiosa - che ci siano diverse cause concomitanti. Una è certamente la profanazione del Corano. E' un'azione che gli afgani hanno sentito come un insulto, e che ha scatenato la rabbia". "Poi - aggiunge van Bijlert - c'è il fatto che a bruciare il Corano sono stati gli americani, e questo ha provocato grande frustrazione. Le forze statunitensi sono venute qui, promettendo di aiutare gli afgani. Dieci anni dopo non abbiamo idea di quello che è accaduto e di quello che succederà in futuro".Nel frattempo nelle strade la popolazione continua a protestare, e i toni sono tanto espliciti quanto preoccupanti per gli Usa. "Vogliamo insultare l'America - dice un'uomo afgano - L'America è il nostro nemico, loro non sono musulmani. Siamo molto arrabbiati". "Avevano già bruciato il Corano in America - spiega un ragazzo - e poi lo hanno fatto in Iraq e molte altre volte qui in Afghanistan. Ora ci devono delle spiegazioni". La situazione, insomma, rimane molto tesa, anche se le violenze nelle ultime ore sono diminuite. Resta però aperto il nodo fondamentale: l'Afghanistan è la chiave per lo scacchiere mediorientale e una profonda crisi in questo Paese potrebbe rendere ancora più ingestibile la situazione nell'area.  

In Italia stipendi tra i più bassi d'Europa. Guadagniamo la metà dei tedeschi

Roma, 26 feb. (Ign) - In Italia, nel 2009, lo stipendio medio annuo è stato di 23.406 euro. Un dato presente in un rapporto Eurostat, 'Labour market statistics', che relega il nostro Paese tra gli ultimi Paese nella graduatoria dei redditi europei. In Lussemburgo o in Olanda le cifre sono molto diverse, rispettivamente di 48.914 e 44.412 euro. Anche la Germania è ben oltre il dato italiano, con 41.000 euro. Niente poi a che vedere con la Danimarca e la Norvegia, le cui medie aggiornata a tre anni fa toccano quota 56.044 e 51.343 euro.

Il dato è riferito a un lavoratore di un'azienda di almeno dieci dipendenti che opera nel ramo dell'industria, delle costruzioni, dei servizi e del commercio. Nella tabella presente a metà rapporto Eurostat, l'Italia viene superata di poco dalla Spagna (26.316 euro) e da Cipro (24.775 euro).


Nel 2009 la Grecia ci superava con 29.160 euro. Oggi, nel paese investito dalla crisi economica che l'ha portato sull'orlo del default e ha impegnato l'Europa in un piano di salvataggio, colpisce il dato di uno stipendio minimo: appena 922 euro, 11.064 annui.



Dalla P2 a Mills: i 17 processi con alla sbarra Berlusconi

ROMA – Dalla loggia P2 fino alla prescrizione di sabato per la presunta corruzione dell’avvocato inglese David Mills. Sono i 17 processi che hanno visto alla sbarra l’ex presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Qui sotto (clicca sulla foto per ingrandire) il quotidiano La Repubblica li riassume in una chiara tabella cronologica.

Il conto corrente gratis per pensionati poveri non va giù alle banche

ROMA – I conti, nel dettaglio, non li hanno ancora fatti. Se non altro perché quello delle liberalizzazioni non è ancora un testo definitivo e per capire quanto costerà davvero bisognerà attendere i decreti attuativi. Eppure alle banche basta già quanto letto nelle prime bozze per iniziare la protesta: perché, con le proposte del governo, l’onere a loro carico potrebbe arrivare al miliardo di euro. Nel mirino c’è soprattutto una misura che rischia di erodere profitti sensibili agli istituti: quella che prevede un conto corrente a zero spese per i pensionati al di sotto dei 1500 euro.
Tutto è iniziato con il provvedimento sul cash, quello che impediva ai pensionati con più di mille euro al mese di ritirare i soldi in contanti. Provvedimento, ovviamente, da bilanciare con aiuti sulle spese bancarie dei pensionati. Così il Governo Monti ha pensato, nel decreto sulle liberalizzazioni, ad un conto corrente bancario per i pensionati più “deboli”.
Ma i punti oscuri non mancano. Innanzitutto. I 1500 euro sono da intendersi netti o lordi? Perché la sostanza, e soprattutto il numero di pensionati cui si applicherebbe l’agevolazione, cambia. E non di poco. Non solo. Osserva Sergio Bocconi sul Corriere della Sera che non è ancora chiaro “se i conti siano diretti anche a chi magari riceve una simile pensione ma ha a disposizione anche cifre consistenti per svariati altri motivi”.
E infine: cosa è davvero a costo zero? L’apertura del conto o tutte le operazioni? Domande, queste, che ovviamente preoccupano le banche. Anche perché quello dei conti correnti per pensionati non è l’unico tema sul tavolo. C’è infatti la questione polizza vita collegata al mutuo. Con la liberalizzazione il governo chiede alla banca che concede il mutuo di dare possibilità di scelta al cliente. Non solo, quindi, la propria polizza ma altre due “esterne”. Osserva Bocconi: “L’istituto, oltre a un contratto collettivo standardizzato, deve proporre altri due individuali e quindi soggetti a visita medica e altre modalità varie. Inoltre la banca è obbligata ad accettare l’eventuale polizza che il cliente può scegliere sul mercato”.
Infine il governo chiede alle banche di eliminare le commissioni alla pompa di benzina per spese inferiori ai 100 euro. Prima erano a carico dell’esercente, ora si vorrebbe spostare sulle banche. Che, ovviamente, non gradiscono. Ma non ditelo ai benzinai.

Una catena umana intorno a Mosca

Prova di forza dell’opposizione
a sette giorni dalle presidenziali.
Kasparov leader delle proteste:
«Sarà un anno molto caldo»

mosca
Un maxi-girotondo per protestare contro Putin. Nuova protesta nella capitale russa contro i brogli elettorali a una settimana dalle presidenziali che vedono Putin super favorito con oltre il 50%, secondo tutti i sondaggi. Il movimento di contestazione ha scelto una forma di protesta inedita in Russia, ma già usata il 23 agosto 1989 nei tre Paesi baltici - allora nell’Urss - per rivendicare l’indipendenza da Mosca: una grande catena umana, un enorme girotondo di persone che si terranno per mano lungo il "Kolzò", l’anello dei giardini che circonda la capitale. I leader della contestazione hanno comunicato che sono oltre 34 mila le persone scese in strada.

Nel 1989 scesero in strada oltre mezzo milione di persone per oltre 600 km, con una fascia da lutto nera per ricordare il cinquantenario del "giorno nero" delle tre repubbliche, quando fu firmato il
patto Molotov-Ribbentrop che mise fine alla loro sovranità.

Oggi è invece un "anello bianco", così l’hanno chiamato, dal colore del nastro scelto come simbolo della protesta pacifica contro Putin. Per evitare le polemiche sul numero di partecipanti effettivi, gli organizzatori hanno anche calcolato che per riempire tutto "l'anello dei giardini'' saranno necessarie 34mila persone, lungo i 15 km del Kolzò: sul sito della manifestazione vi sono stamane 7783 adesioni, ma su Facebook sono circa 14 mila, mentre su V Kontakte, la versione russa della rete sociale, superano i 36 mila.

Tra i leader della contestazione Gary Kasparov. «Non finirà tutto il 4 marzo con le elezioni presidenziali, il 2012 sarà un anno molto caldo», le parole dell'ex campione mondiale di scacchi. «Il 4 marzo ci saranno abusi senza precedenti ma questa volta riusciremo a dimostrarli con degli scrutini paralleli a Mosca, San Pietroburgo e Iekaterinburg», spiega. «Putin - prosegue - non sarà più un presidente legittimo: sarà eletto con i voti della Cecenia e del Daghestan ma non si può governare senza Mosca e San Pietroburgo». Quanto agli altri quattro candidati presidenziali, Kasparov li considera «solo dei quadretti: l’importante è votare contro Putin».

L’iniziativa di oggi non prevede autorizzazioni, ma il Comune di Mosca ha ammonito a non bloccare il traffico e a non esibire cartelli o gridare slogan: una richiesta che pare difficile da assecondare.

La Chiesa ortodossa russa intanto continua a frenare sulle manifestazioni di piazza, criticando la scelta del giorno, ossia la vigilia della Quaresima, per il grande girotondo di contestazione a Putin previsto oggi nella capitale. «Non è il giorno migliore per un raduno di protesta», ha commentato Vsevolod Chaplin, capo del dipartimento comunicazione del patriarcato. «Non è un peccato andare a manifestare, in generale, se si è rispettosi della legge e non si gridano slogan offensivi», ha tuttavia concesso.

Sudafrica, Mandela sta bene

Sudafrica, Mandela sta bene
Johannesburg - Nelson Mandela sta bene e potrebbe essere dimesso oggi o domani. Lo ha fatto sapere il presidente del Sudafrica, Jacob Zuma, che ieri aveva informato del ricovero del leader della lotta all'apartheid a seguito di dolori all'addome. L'anno scorso Mandela era stato ricoverato per alcuni giorni in un ospedale privato a Johannesburg per un'infezione respiratoria acuta e successivamente l'esercito sudafricano si era assunto l'incarico di occuparsi delle condizioni di salute dell'ex presidente.

Usa/ intelligence: Iran non fabbrica bomba atomica

Usa/ intelligence: Iran non fabbrica bomba atomica WASHINGTON - L'Iran non lavora alla bomba atomica. E' quanto emerge da documenti dell'intelligence Usa rivelati dal Los Angeles Times. Si tratta di documenti del 2011, che confermano quanto i servizi segreti americani affermavano gia' nel 2007: Teheran non sta fabbricando armi atomiche. Il rapporto porta la firma di 16 diverse agenzie Usa di intelligence, le quali sono convinte che, benche' Teheran avrebbe condotto ricerche che possano metterla in condizioni di dotarsi di ordigni nucleari, al momento non ne hanno e non ne costuiscono. Per il quotidiano Usa i servizi segreti americani e israeliani concordano che l'Iran ha intensificato le attivita' di arricchimento dell'uranio e si e' dotata delle infrastrutture necessarie per diventare una potenza nucleare. Quello su cui la Cia e le altre agenzie di spionaggio Usa divergono da Israele ( che al contrario dell'Iran non ha firmato il trattato di non proliferazione nucleare e non ha mai permesso all'Aiea di visitare i suoi siti perche' e' in possesso di almeno 200 testate atomiche) e' la minaccia militare: gli 007 americani, infatti, ritengono che Teheran non abbia ancora deciso se riattivare un programma parallelo destinato alla costruzione di testate nucleari, programma che fu sostanzialmente interrotto nel 2003. L'articolo e' uscito pochi giorni prima dell'incontro a Washington tra il presidente Usa Barack Obama e il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu per discutere il programma nucleare iraniano.

Raid israeliano su Gaza, colpita fabbrica di cemento

Raid israeliano su Gaza, colpita fabbrica di cementoGAZA - Gli aerei da guerra israeliani hanno sparato due missili contro un sito alla periferia di Rafah nel sud della Striscia di Gaza, causando gravi danni ad una fabbrica di cemento. Ambulanze e vigili del fuoco sono accorsi sul posto. Nessun ferito o danni a persone sono stati segnalati. Fonti militari israeliane hanno confermato l'attacco, sostenendo che l'obiettivo era una fabbrica di armi. Più di 1.400 palestinesi sono stati uccisi tra dicembre 2008 e gennaio 2009 nel corso dell'invasione condotta da Israele contro il popolo di Gaza. La Striscia di Gaza è la più grande prigione a cielo aperto del mondo. Israele controlla lo spazio aereo, le acque territoriali ed i valichi di frontiera di Gaza.  

Germania, ministro Interni Friedrich: meglio Grecia fuori dall'euro

Germania, ministro Interni Friedrich: meglio Grecia fuori dall'euro
BERLINO - Il ministro dell'Interno, Hans-Peter Friedrich, invita la Grecia ad uscire dall'euro.
Al settimanale 'Der Spiegel' il ministro ha dichiarato che "al di fuori dell'Unione monetaria le possibilità della Grecia di rigenerarsi e diventare più competitiva sono sicuramente maggiori di quelle che ha se rimane nell'euro". "Non parlo di espellere la Grecia", aggiunge Friedrich (Csu), "ma di creare incentivi per un'uscita che Atene non possa rifiutare". Lunedì il Bundestag, la camera bassa del parlamento tedesco, è chiamato a votare sull'ultimo pacchetto di aiuti alla Grecia. Lo Spiegel scrive invece che il partito socialdemocratico ed i Verdi hanno deciso di votare lunedì prossimo al Bundestag l'approvazione del secondo pacchetto in favore di Atene.

Siria, stampa: Arabia Saudita tenta di alimentare le tensioni

Siria, stampa: Arabia Saudita tenta di alimentare le tensioni DAMASCO - L'Arabia Saudita sostiene l'idea di armare i gruppi anti-governativi siriani ed e' diventata un "partner" nei disordini sanguinosi in Siria. Per la stampa siriana la conferenza 'Amici della Siria' tenutasi a Tunisi ha incoraggiato i terroristi a spargere altro sangue. Il giornale Al Thawra, facendo riferimento in particolare al ministro degli Esteri saudita, Saud al-Faisal, che durante la conferenza ha detto di sostenere l'idea di fornire armi e munizioni ai gruppi che combattono il presidente Bashar Assad. L'articolo spiega che il principe, sostenendo "rozzamente" l'opposizione armata, e' diventato un "partner diretto nello spargimento di altro sangue siriano". Il governo di Damasco ha piu' volte denunciato la cosiddetta opposizione filo-occidetnale di essere composta da terroristi che agiscono su mandato straniero.

Codice a sbarre (speciale prescrizione)

Domani riprende il processo Ruby con testi pm su concussione

Milano, 26 feb. (TMNews) - Silvio Berlusconi dopo aver incassato tra polemiche in realtà mai sopìte la prescrizione sul caso Mills, resta imputato in tre processi.

Domani riprende il dibattimento per il caso Ruby dove Berlusconi è accusato di concussione e prostituzione minorile. Sono in programma le testimonianze di testi citati dalla procura in relazione all'imputazione di concussione, alla telefonata che il fondatore di Fininvest all'epoca presidente del consiglio fece la notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 in questura al fine di ottenere la liberazione della minorenne marocchina.

Il 15 marzo ci sarà la prima udienza del processo in cui Berlusconi risponde di violazione del segreto d'ufficio in riferimento alla pubblicazione su Il Giornale della telefonata intercettata in cui Piero Fassino diceva a Gianni Consorte.

"Allora abbiamo una banca?". Il processo sarà sicuramente rinviato in aprile per essere accorpato a quello in cui in relazione alla stessa vicenda il fratello Paolo Berlusconi è accusato di rivelazione di segreto d'ufficio, ricettazione e millantato credito.

Il 5 marzo riprenderà il processo sui presunti fondi neri relativi ai diritti tv di Mediaset dove Berlusconi è imputato di frode fiscale. Saranno sentiti alcuni testi delle difese. Il processo dovrebbe concludersi entro la fine dell'anno.

Il 28 febbraio si torna in aula anche per il processo Mediatrade nato da un troncone dell'indagine Mediaset e dove tra gli imputati ci sono Piersilvio Berlusconi e Fedele Confalonieri.

Silvio Berlusconi era stato prosciolto dal gup, ma la procura ha presentato ricorso in Cassazione chiedendo che anche l'ex premier sia mandato a giudizio.

Afghanistan/ Nato ritira tutto personale dai ministeri afgani


Kabul, 26 feb. (TMNews) - Il generale americano John Allen, a capo delle forze Isaf in Afghanistan, ha deciso ieri pomeriggio di ritirare tutto il personale militare della Nato che lavora nei ministeri afgani. E i ministero degli Esteri britannico ha annunciato il ritiro temporaneo dei suoi consiglieri presso le istituzioni di governo nella capitale afgana.

La decisioni segue di qualche ora il ritrovamento dei corpi di due consiglieri americani "uccisi a colpi d'arma da fuoco" all'interno dei loro uffici, prsso il ministero degli Interni afgano. I due uomini sono stati rinvenuti "per terra (...) da alcuni loro colleghi internazionali", ha dichiarato Sediq Sediqqi, portavoce del ministero, alla rete televisiva afgana Tolo news. L'attacco è stato rivendicato dai talebani.

In tutto il Paese e nella capitale la tensione resta altissima dopo l'incenerimento, alcuni giorni fa, di alcune copie del Corano in una base militare americana di Bagram.

Oltre alle cinque persone rimaste uccise nella sparatoria all'interno del ministero di Kabul, altre cinque sono morte e 66 sono rimaste ferite nel corso di un attacco contro un complesso Onu nella provincia di Kunduz (nel nord); altre 15 perosne sono rimaste ferite nel corso di violente manifestazioni a Mihtarlam, capitale di Laghman (nell'est). Proteste, più o meno pacifiche, si sono svolte anche nelle province di Logar, Kunar e Nangarhar (est), Sari Pul (nord), Parwan (centro) Kapisa e Nouristan (nord-est).

venerdì 24 febbraio 2012

Cassazione: su Dell'Utri deciderà un amico di Carnevale il 9 marzo

Cassazione: su Dell'Utri deciderà un amico di Carnevale il 9 marzo
ROMA - Mancano pochi giorni alla sentenza che metterà la parola fine - salvo casi eccezionali - alla vicenda giudiziaria di Marcello Dell'Utri, dopo le condanne in primo e secondo grado per concorso esterno in associazione mafiosa. Infatti la sentenza è prevista per il 9 marzo, davanti alla Quinta sezione penale della Corte di Cassazione.
E' dalla scorsa estate che sul fascicolo sta lavorando il giudice relatore, la dottoressa Maria Vessichelli, dopo che nel marzo scorso venne assegnato alla Quinta sezione penale. Il collegio sarà presieduto dal Presidente Aldo Grasso, salito alla ribalta delle cronache perchè negli anni '80 subì una ispezione ministeriale a causa della sua attività investigativa troppo timida nei confronti dei Cavalieri di Catania, una loggia massonica "segreta" considerata legata alla mafia. Ma anche negli anni '90, quando venne coinvolto marginalmente (solo per una serie di telefonate penalmente irrilevanti) nelle indagini relative al Giudice Corrado Carnevale, presidente della Prima Sezione della Corte di Cassazione e soprannominato "l'ammazzasentenze", perchè ha annullato decine di sentenze contro i mafiosi per vizi di forma.
Un giudice che non ha mai fatto mistero di condividere nei punti essenziali il programma sulla giustizia del Pdl (separazione delle carriere ed abolizione dell'obbligo dell'azione penale).
E toccherà a Grassi decidere cosa fare: se accogliere il ricorso della Procura e rinviare il processo in appello per far aumentare la pena, che in secondo grado è stata limitata ai fatti antecedenti il 1992; se accogliere il ricorso degli avvocati di Dell'Utri ed annullare la sentenza; o se rigettare entrambi i ricorsi e confermare la condanna a 7 anni di reclusione per il senatore del Pdl

Artrite fiscale

Uova da spruzzare

Comunicato di Primo Mastrantoni
24 febbraio 2012 12:22
Non credevamo ai nostri occhi. Nel consueto giro settimanale di controllo dei supermercati abbiamo trovato le uova in bombolette. 6 uova intere sbattute, contenute nelle classiche confezioni spray, pastorizzate, addizionate di anidride carbonica e del conservante sorbato di potassio. Eravamo rimasti alle uova in polvere (si vede che passa il tempo) ma questa delle uova da spruzzare non ce l'aspettavamo. Che dire? Che la praticita' d'uso e' la caratteristica di questo prodotto: basta spruzzare sulla padella le uova-spray e si ottiene una frittata. Elementi da considerare? Il prezzo, di 3,5 euro a fronte di 1,25 euro delle tradizionali confezioni da 6 uova; il sorbato di potassio che puo' indurre reazioni di ipersensibilita' e la confezione (la bomboletta) che va riciclata (si spera).

Imu alla Chiesa, il governo accelera

Imu alla Chiesa, il governo accelera sarà un emendamento a dl liberalizzazioniMario Monti (lapresse)


Al via la riunione a palazzo Chigi. La norma dovrebbe sciogliere il nodo della procedura di infrazione dell'unione europea contro l'italia per il trattamento fiscale di favore sulle proprietà ecclesiastiche
ROMA - Gli emendamenti sulla nuova 'golden share' italiana e sull'imu per gli immobili della chiesa destinati ad attività commerciali, secondo quanto si apprende, sono sul tavolo del consiglio dei ministri 1 in corso a palazzo Chigi. L'iter delle norme sull'Imu per gli immobili della Chiesa sarà brevissimo: potrebbe diventare legge entro pochi giorni, infatti, a conclusione dell'iter parlamentare del decreto sulle liberalizzazioni. Il consiglio dei ministri ha infatti approvato oggi un emendamento al decreto attualmente all'esame del senato che dovrebbe sciogliere il nodo della procedura di infrazione dell'unione europea contro l'italia per il trattamento fiscale di favore sulle proprietà ecclesiastiche.

L'emendamento prevede che siano sottoposti a tassazione tutti gli immobili all'interno dei quali si svolgano attività commerciali, capovolgendo il meccanismo di esenzione in vigore finora. Sarebbero però escluse dall'imu le attività no profit. Il beneficio quindi non dovrebbe riguardare la sola presenza di una Chiesa all'interno di una clinica o di una struttura di accoglienza.
Continua ...
http://www.repubblica.it/politica/2012/02/24/news/consiglio_semplificazione-30447641/

Liberalizzazioni: relatori, per edicole torna obbligo vendita allegati

Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Le edicole saranno obbligate a vendere gli allegati, forniti dagli editori. Lo prevede un emendamento al decreto legge liberalizzazioni, presentato dai relatori, Simona Vicari (Pdl) e Filippo Bubbico (Pd), in commissione Industria al Senato. La norma contenuta nel provvedimento varato dal governo consente agli edicolanti di rifiutare le forniture di prodotti complementari forniti dagli editori e dai distributori mentre, nella nuova versione messa a punto dai relatori, viene cancellata questa possibilita'.

Tv: Don Mazzi, Celentano ha ragione, Chiesa deve tornare a parole Cristo

Roma, 24 feb. (Adnkronos) - Su alcune cose Celentano ha ragione: la Chiesta deve tornare alle paroole di Cristo. E' questo in sintesi il pensiero di Don Mazzi sul discorso fatto dal cantante a Sanremo. "Celentano - dice ospite di Verissimo che andra' in onda domani alle 15,30 su Canale 5 - o lo si prende cosi' com'e' o fa inevitabilmente litigare, perche' e' straordinario, lui ti mette all'angolo e poi vince la partita. Ma se invece cogli di Celentano i suoi messaggi che sono trasversali, anche se non sempre corretti (per esempio io scrivo per Famiglia Cristiana da 15 anni e mai come in questo momento scrivono sul giornale personaggi di grande levatura, come Ravasi, Tettamanzi e il monaco di Bose) allora ha ragione. Perche' la Chiesa ha un grosso difetto: e' troppo ricca. La Chiesa deve tornare povera, deve tornare alle parole del Vangelo e a quelle di Cristo".

Rogo Corano, le proteste dilagano In Afghanistan almeno 12 i morti

(Xinhua)  
Kabul, 24 feb. - (Adnkronos/Aki) - Nuova giornata, la quarta consecutiva, di violente proteste in Afghanistan dopo la notizia di alcune copie del Corano bruciate in una base americana. Cortei si registrano in diverse città del Paese. Il bilancio delle vittime sale ad almeno 12 morti.

Secondo la Bbc, che cita fonti mediche, a Herat sono rimaste uccise almeno tre persone, dopo che una folla di manifestanti ha tentato di assaltare il consolato americano. Nei disordini sono stati dati alle fiamme alcuni mezzi della polizia e diversi agenti sono rimasti feriti. Altre quattro persone sono rimaste uccise nel distretto di Adraskan, sempre nella provincia occidentale di Herat, dove - stando alla Bbc - si è registrata anche un'altra vittima.


L'agenzia di stampa Dpa, invece, riferisce dell'uccisione di una persona e del ferimento di 11 a Pul-i-Khumri, nella provincia di Baghlan, dove un gruppo di dimostranti ha tentato di assaltare il Provincial Reconstruction Team (Prt) a guida ungherese. ''La polizia - ha spiegato Zamanuddin Husaini, numero due della polizia provinciale - ha sparato in aria nel tentativo di disperdere la folla''. Secondo Husaini, i manifestanti erano ''riusciti a oltrepassare il recinto di filo spinato e a rimuovere le barriere di protezione'' esterne della base.


Un'altra persona è invece rimasta uccisa a Kabul da colpi d'arma da fuoco esplosi durante una delle varie manifestazioni organizzate nella capitale.


Nella provincia di Herat sono dispiegati la maggior parte dei militari italiani in Afghanistan nell'ambito della missione della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf). Ma nelle basi italiane dislocate nell'Afghanistan occidentale la situazione è al momento ''tranquilla''. Intorno al quartier generale di Herat, riferiscono all'Adnkronos fonti del Comando regionale Ovest della missione multinazionale Isaf, non si registrano i disordini e le manifestazioni che, spiegano fonti locali, ''fanno registrare in città almeno due morti e circa venti feriti'', mentre ''altre manifestazioni sono in atto a Shindand''. ''Gli interventi di ordine pubblico a Herat e nelle altre città interessate dalle manifestazioni sono svolti dalle forze di sicurezza afghane e non dai militari della coalizione'', precisano le stesse fonti. Per adesso quindi, in prossimità delle basi di Herat, Shindand, Bala Murghab, Farah, Badghis e Chaghcharan, non si registrano disordini. Ma l'attenzione si mantiene ai massimi livelli.


Intanto la protesta comincia a dalagare anche oltre i confini afghani. Migliaia di manifestanti hanno sfilato a Peshawar, in Pakistan, scandendo slogan contro gli Stati Uniti. Un fantoccio raffigurante il presidente Usa Barack Obama è stato dato alle fiamme. In Malaysia, la protesta si è svolta di fronte all'ambasciata Usa nella capitale, Kuala Lumpur. Alcune centinaia di manifestanti sventolavano cartelli con le scritte 'Rispettate il Corano' e 'Morte agli Usa'. I manifestanti erano in gran parte militanti del Pan-Malaysia Islamic Party, che hanno anche consegnato una lettera di protesta a un rappresentante dell'ambasciata americana. Un corteo con slogan antiamericani si è svolto anche in Bangladesh, dove i manifestanti hanno sfilato nella capitale Dacca.


Il generale John Allen, comandante delle truppe Usa e della missione Isaf, lancia un appello alla calma. Come riferisce la Bbc, parlando a un gruppo di militari Usa in una base militare nell'est dell'Afghanistan, Allen ha esortato i soldati a mostrare agli afghani che "gli Stati Uniti sono capaci di cose migliori".

COME GLI ALTRI TI VEDONO NON E' IMPORTANTE....COME TI VEDI TU INVECE DA' SIGNIFICATO A OGNI COSA-



giovedì 23 febbraio 2012

L’Inps denuncia per truffa i Caf

Più di 2 milioni di euro ‘presi’ truccando le dichiarazione Ise e Isee
L’Inps ha presentato una denuncia alla Procura di Roma contro i Caf dei sindacati per ‘una tentata truffa ai danni dello Stato da piu’ di 2 milioni di euro’. Lo scrive L’Espresso,secondo una anticipazione del numero in edicola domani: secondo l’Inps ‘i Caf truccano le carte quando compilano, a spese proprio dell’Inps’ le domande per il calcolo degli indicatori Ise e Isee.
IL FUNZIONAMENTO - Sarebbero state verificate ‘tutte le dichiarazioni compilate nel 2008-2010 dai Caf di Campania, Sicilia e Calabria’. L’Espresso scrive che ‘gli 007 dell’Inps avrebbero verificato: 8.768.876 fascicoli, pari al 43 per cento del totale nazionale. Le dichiarazioni per le quali l’Inps ha pagato i Caf e sulle quali c’e’ il sospetto di irregolarita’ sarebbero 131.614 e avrebbero fruttato ai Caf 2.114.341 euro e 80 centesimi. In particolare, 19.462 pratiche riguarderebbero persone decedute e il record di dichiarazioni contestate a un singolo Caf risulterebbe pari a 13.705′. Nei tre anni ‘il sistema informativo dell’Inps avrebbe inoltre intercettato 195.790 dichiarazioni ritenute anomale e per le quali l’Istituto ha rifiutato il pagamento ai Caf (10 euro a dichiarazione, che salgono a 16,5 se la documentazione riguarda nuclei familiari con piu’ di 5 soggetti). La somma delle dichiarazioni ritenute irregolari o anomale arriva dunque a quota 327.404 ed e’ pari al 3,73 per cento del totale di quelle esaminate’. L’Espresso ‘ricorda che nel triennio 2008-2010 l’Inps ha pagato 298.504.907 euro (110.332.320 euro nel solo 2010) per le dichiarazioni Ise e Isee agli 83 Caf autorizzati in base a una convenzione scaduta nel 2010 e non ancora rinnovata’.

Embargo dell’Unione Europea sul petrolio dell’Iran

     

Iran: Ayat. Khamenei, dimostreremo al mondo che la forza non sta nella bomba nucleare

Iran: Ayat. Khamenei, dimostreremo al mondo che la forza non sta nella bomba nucleare
TEHERAN – La guida suprema iraniana il sommo Ayatollah Seyyed Alì Khamenei ha incontrato mercoledì sera i responsabili dell’agenzia atomica iraniana e gli scienziati nucleari del paese.
Secondo l’IRIB, in questa occasione la guida suprema iraniana ha ricordato:
“La Repubblica Islamica dell’Iran vuole dimostrare al mondo che il possesso di armi nucleari non è portatore di forza e che la potenza non deriva dalle armi nucleari ma che anzi si può sconfiggere il potere derivato dal possesso dell’arma nucleare e questo è quello che farà il popolo dell’Iran”.
Secondo la guida suprema, il benessere e l’apporto materiale dello sviluppo tecnologico nucleare fatto registrare dai giovani iraniani, è considerevoli, ma l’aspetto più importante di queste loro azioni è l’aver rafforzato il sentimento di “dignità nazionale” degli iraniani. L’Ayatollah Khamenei ha ricordato che l’Iran è sotto accusa perchè i prepotenti della Terra sanno che se i popoli conquisteranno le vette del progresso scientifico e tecnologico, sarà poi impossibile dettar loro la propria legge.

Global Research : ‘le 10 ragioni più eccellenti per attaccare l’Iran’

Global Research : ‘le 10 ragioni più eccellenti per attaccare l’Iran’
WASHINGTON – Il 21 Febbraio il giornalista americano David Swanson ha pubblicato un breve articolo sul sito Global Research dal titolo “The 10 Most Excellent Reasons to Attack Iran” (Le 10 ragioni più eccellenti per attaccare l’Iran). Vi proponiamo la traduzione dell’articolo.

“1- L’Iran ha minacciato di rispondere se attaccato e questo è un crimine di guerra. I crimini di guerra vanno puniti.
2- La mia tv dice che l’Iran ha le nucleari. Io sono sicuro che ora questo è giusto. Come la Corea del Nord. Sono sicuro che loro sono i prossimi. Noi bombardiamo solo i posti dove si hanno veramente le nucleari e che fanno parte dell’Asse del Male. Eccetto l’Iraq, che fu un caso differente.
3- L’Iraq non è andato così male. Considerando come sia perdente il suo governo, il luogo è divenuto migliore perchè molta gente è morta o è scappata. Tutto sommato le cose non potevano andare meglio anche se le avessimo tramate.
4- Quando minacciamo di non comprare petrolio dall’Iran, l’Iran ci minaccia di non venderci il suo petrolio, che è assolutamente intollerabile. Cosa faremo senza quel petrolio? Tra l’altro cosa comprerebbe l’Iran se vendesse il suo petrolio ?
5- L’Iran è stato segretamente dietro all’11 Settembre. E se non è stato così, peggio ancora! L’Iran non ha attaccato una nazione da secoli, e questo vuol dire che il prossimo attacco di questa nazione a qualcuno è vicino e garantito !
6- Gli iraniani sono gente religiosa, al contrario di israeliani ed americani. Molti israeliani non vogliono l’attacco all’Iran, ma il « sacro governo israeliano » lo vuole. Opporsi a questa decisione vorrebbe dire ribellarsi a Dio.
7- Gli iraniani sono così stupidi che quando noi uccidiamo i loro scienziati loro cercano di assoldare un venditore di auto in Texas affinchè lui ingaggi a sua volta un narcotrafficante in Messico per uccidere l’ambasciatore saudita a Washington, ed il bello è che non lo fanno nemmeno, solo per farci apparire cattivi.
7b- Dimenticavo, la gente stupida va bombardata! Non fanno parte del mondo civile!
8- La guerra fa bene all’economia Usa ed anche all’economia iraniana ! Le truppe di stanza in Iran compreranno stoffa. E le donne sopravvissute alla guerra avranno più diritti. Come in Virginia (riferimento al caso della donna malata di mente che venne lo stesso giustiziata/ndr). Abbiamo un conto in sospeso con gli iraniani dopo il piccolo golpe del 1953 contro di loro.
9- Questa e’ l’unica via per unire la regione. Anche se noi bombardiamo l’Iran e questo riserverà a noi il suo eterno amore. Oppure, se necessario, occuperemo l’Iran per liberarlo, come i suoi vicini. Non staremo a lungo. Proprio come l’Afghanistan.
10- Da non dimenticare che non ci restituiranno il nostro drone. Ed è già stato detto abbastanza.

Italia: rientrano salme militari morti in Afghanistan, ma nessuno del governo va ad accoglierli

Italia: rientrano salme militari morti in Afghanistan, ma nessuno del governo va ad accoglierli
ROMA - Sono rientrate mercoledi', a Ciampino, le salme dei tre ragazzi morti in un incidente stradale in Afghanistan.
Francesco Currò, Luca Valente e Francesco Paolo Messineo hanno perso la vita vicino Shindand, mentre cercavano di soccorrere compagni e commilitoni sorpresi dal maltempo in una delle impervie gole del paese. Il loro blindato Lince si è capovolto in acqua, e la bassissima temperatura ha fatto il resto. Sono tornati a casa nel silenzio più generale, accolti da qualche autorità e da bandiere abbrunate. Gente composta e commossa seguiva le tre bare.

A fare rumore, però, è stata l’assenza, sgradevole e ingiustificata, del governo. Nessun rappresentante del sobrio Esecutivo ha pensato bene di presentarsi a Ciampino su quella pista, testimoniando che lo Stato non abbandona i suoi caduti. Invece, al di là delle solite, stupide e insignificanti frasi di circostanza delle ore immediatamente successive all’evento, Monti ha trovato il tempo per fare un salto a Bruxelles a parlare di crescita e fisco, ma di passare cinque minuti con i familiari di italiani morti in missione all’Estero neanche a parlarne. Non c’è niente da fare, saranno bravi in tutto, saranno capaci di parlare con banchieri e finanzieri, saranno pure espertissimi di burocrazia e di circoli salottieri dove si decidono le sorti dell’Europa. Ma di stare tra la gente non ne hanno voglia, non lo sanno fare.
L’assenza del Governo a Ciampino, come denuncia il deputato finiano Paglia (medaglia al valor militare conquistata a Mogadiscio), è un pessimo segnale: significa creare morti di serie A e morti di serie B. Chi muore saltato su una mina merita i funerali in magnifiche basiliche romane con la scorta di corazzieri a cavallo e inchini deferenti del Capo dello Stato. Chi muore dentro un Lince mentre attraversava un guado diventa notizia di seconda, terza, quarta pagina. E le autorità, quelle che dovrebbero tutelare le migliaia di giovani e meno giovani mandati lontano da casa a combattere, se ne fregano. Un passo falso per il Governo della serietà, una caduta di stile del tutto evitabile.
AGGIORNAMENTO.
Colta la caduta di stile, nel tardo pomeriggio il Ministro della Difesa, Giampaolo Di Paola, si è recato in tutta fretta a rendere omaggio alle salme dei militari. I due aerei militari con a bordo i tre feretri sono poi ripartiti per raggiungere gli aeroporti di Catania e Galatina.
Rimane il fatto che in mattinata, al loro arrivo, dieci ore prima dell’omaggio del Ministro, non ci fosse nessuno del governo pronto ad accoglierli. Nemmeno un sottosegretario.
AGGIORNAMENTO 2.
Ci segnalano che alcuni tg, come il tg5 e Sky (ma probabilmente anche altri), stanno mandando in onda servizi sull’arrivo delle salme dei militari accompagnate dalla voce “a riceverli c’era il Ministro della Difesa”, con tanto di immagini. E’ FALSO. La sequenza mostrata si riferisce al tardo pomeriggio, e non all’arrivo di questa mattina. Quando, lo ribadiamo, non c’era nessun membro del governo.
Fonte: http://www.daw-blog.com

Malattie rare, censiti 485 tipi diversi

Il 29 febbraio si celebra la Giornata nazionale dedicata a queste patologie. Molte le iniziative di sensibilizzazione: dai seminari per medici agli spettacoli teatrali. Il ministero pronto ad allargare l'elenco per i Livelli essenziali di assistenza
ROMA - Ufficialmente sarebbero quasi centomila i pazienti con malattie rare in Italia, ma le associazioni italiane parlano di circa mezzo milione. "Nel triennio 2007-2010, il Registro nazionale, organo tecnico-scientifico del Sistema sanitario nazionale, ha censito 485 diverse malattie rare presenti sul territorio nazionale", ha recentemente spiegato Domenica Taruscio, direttore del Centro nazionale malattie tare dell'Istituto superiore di sanità, presentando la Giornata delle malattie rare che quest'anno si svolge il 29 febbraio. "Le patologie più frequenti - ha aggiunto Taruscio - sono le malattie del sistema nervoso e degli organi di senso, che rappresentano il 21,05% del totale". A seguire vi sono le malattie del sangue e degli organi ematopoietici (20,6%), le malattie delle ghiandole endocrine, della nutrizione, del metabolismo e disturbi immunitari (18,95%) e le malformazioni congenite (15,04%).

Ma quante sono? - Secondo l'Osservatorio Malattie rare, le patologie ad oggi note "sono circa ottomila". E se alcune hanno davvero pochi pazienti, i malati "rari" messi insieme sono proprio tanti. A Roma, durante quelli che sono stati definiti un poco pomposamente dall'associazione Giuseppe Dossetti "Stati generali delle malattie rare", Bruno Dallapiccola, direttore scientifico dell'ospedale Bambino Gesù di Roma, ha segnalato l'esigenza di "risorse dedicate" per affrontare, dal punto di vista sanitario, le malattie rare. Molta attenzione deve essere poi
data alla pediatria, si deve considerare che "il 70% dei malati rari sono in Europa" e occorre poi uscire dalla logica di un elenco chiuso, dal momento che dalla genetica "arrivano informazioni sempre nuove e bisogna pensare a uno strumento dinamico".

Le iniziative - "Uniamo", l'organizzazione che riunisce diverse associazioni, per il 29 febbraio a Roma ha previsto un incontro in Senato, con lo slogan della giornata "Rari ma forti insieme". A livello nazionale sono in via di attivazione esperienze innovative come lo "sportello dedicato alle malattie rare" che sarà inaugurato il prossimo 29 febbraio al Policlinico Umberto I di Roma, ed al Bambino Gesù, sempre a Roma, dove è stata avviato un "traghettamento delle conoscenze dai pediatri ai medici che seguono i pazienti adulti", come ha fatto sapere Dallapiccola.

A Milano, la Fondazione Policlinico è il principale presidio della Rete regionale lombarda per le malattie rare: gestisce 262 malattie rare attraverso il lavoro di 63 specialisti appartenenti a 28 diversi reparti. Per il 29 sono previsti banchetti informativi e seminari su temi trasversali. La sera del 27 febbraio, invece, al teatro Quirino a Roma (ore 21) si terrà lo spettacolo teatrale "Controvento", regia di paolo Trentino, "Sette autori portano in scena le malattie rare", su iniziativa del'Iss.

Infine l'annuncio del ministro Renato Balduzzi: "Dentro i nuovi Livelli essenziali di assistenza (Lea), una parte molto importante è rappresentata dalle allora, nel 2008, 109 malattie rare che dovevano essere inserite ed è possibile che dal 2008 a oggi ci possa essere qualche ritocco sul numero, in aumento".

Siria:Cina non andra'a conferenza Tunisi

(ANSA) - PECHINO - La Cina non partecipera' alla conferenza internazionale ''Amici della Siria'' che si apre domani a Tunisi. Lo ha annunciato l'agenzia di stampa ufficiale 'Nuova Cina'. Citando il portavoce del ministero degli Esteri, Hong Lei, l'agenzia ha precisato che Pechino non inviera' alcun rappresentante alla conferenza. Al summit partecipano Stati Uniti, Europa e Paesi arabi, ma non Mosca.         

LE NOSTRE INCHIESTE L'Onu: in Italia ormai è "femminicidio"

LE NOSTRE INCHIESTE L'Onu: in Italia ormai è femminicidio

Rashida Manjoo, responsabile per la violenza contro le donne, usa un termine nato per descrivere gli eccidi in Messico. Ogni tre giorni in Italia una donna viene uccisa per mano del proprio partner


Foto Olycom
Alla vigilia dell’8 marzo l’Italia farebbe bene a interrogarsi. Ma davvero siamo un Paese che perseguita la donna? Il dipartimento delle Pari opportunità ha addirittura pensato di istituire la figura di un avvocato specializzato nella sua difesa. E Rashida Manjoo, la relatrice speciale delle Nazioni Unite sulla violenza contro le donne, ha appena parlato di femminicidio: «È la prima causa di morte in Italia per le donne tra i 16 e i 44 anni». Femminicidio è un neologismo ed è una brutta parola: significa la distruzione fisica, psicologica, economica, istituzionale della donna in quanto tale. Wikipedia scrive che «avviene per fattori esclusivamente culturali: il considerare la donna una res propria può far sentire l’aguzzino legittimato a decidere sulla sua vita».
È un termine coniato ufficialmente per la prima volta nel 2009, quando il Messico è stato condannato dalla Corte interamericana dei diritti umani per le 500 donne violentate e uccise dal 1993 nella totale indifferenza delle autorità di Ciudad Juarez, nello Stato di Chihuahua. C’erano cadaveri straziati buttati nella monnezza o sciolti nell’acido: secondo alcune denunce si sarebbero macchiati di questi orrori anche uomini delle forze dell’ordine. Certo, in Italia non siamo arrivati a questi livelli. Però, si tratta di delitti trasversali a tutte le classi sociali.

Stefania Noce, femminista del Movimento studentesco, è stata uccisa a Catania dal compagno laureando in psicologia che lei diceva di amare «più della sua vita». A marzo di un anno fa nella periferia romana è stato trovato il tronco del cadavere di una donna mutilato: il caso è stato archiviato subito anche dai giornali. Come se volessimo tutti chiudere gli occhi davanti a questo orrore. Rashida Manjoo nella sua relazione ha detto che «la violenza domestica si rivela la forma più pervasiva che continua a colpire le donne in tutto il Paese, come confermano le statistiche: dal 70 all’87 per cento dei casi si tratta di episodi all’interno della famiglia».
C’è chi sta peggio, l’abbiamo capito: dieci Paesi del Sudamerica, a cominciare dal Messico. Ma nel mondo cosiddetto civilizzato dell’Europa siamo messi davvero male. I numeri sembrano quelli di una strage. Nel 2010 le donne uccise in Italia sono state 127: il 6,7 per cento in più rispetto all’anno precedente. Dati in continua crescita dal 2005 a oggi, e solo dal 2006 al 2009 le vittime sono state 439. Secondo l’associazione «Casadonne» di Bologna, si tratta di «un fenomeno inarrestabile».

Nei primi mesi del 2011, le statistiche parlano già di 92 donne uccise. Nella stragrande maggioranza dei casi gli assassini sono all’interno della famiglia, mariti (36 per cento), partner (18), parenti (13), ex (9), persino figli (11). Come se non bastasse, poi, «i dati sono sottostimati perché non tengono conto delle donne scomparse, dei ritrovamenti di donne senza nome o di tutti quei casi non ancora risolti a livello personale». Anche secondo una ricerca della Regione Toscana il fenomeno «è drammaticamente in crescita», e solo nel 2005 si è registrato in Italia un omicidio in famiglia ogni due giorni, e in sette casi su dieci la vittima era una donna. Ogni tre giorni una donna in Italia viene uccisa per mano del proprio partner. Secondo i dati della Polizia e dell’Istat una donna su 4, nell’arco della vita, subisce violenza, e negli ultimi nove anni, ha stabilito un rapporto dell’Eurispes, «il fenomeno è aumentato del 300 per cento». Le Nazioni Unite sostengono che «in 125 Paesi del mondo le leggi penalizzano davvero la violenza domestica e l’uguaglianza è garantita».

L’Italia, purtroppo, sembrerebbe far parte degli altri 139 Paesi. Davvero siamo messi così male? A sentire la coordinatrice della Commissione Pari opportunità del Consiglio Forense Susanna Pisano pare proprio di sì: solo il 6 per cento delle donne italiane denuncia la violenza subita. «La nostra è una piaga silenziosa e nascosta», dice. Non è solo una questione di costume, ma anche di diritto, come spiega bene, in fondo, la recente sentenza della Cassazione secondo la quale gli autori di uno stupro di gruppo non meritano il carcere. E non è un caso, alla fine, che proprio in Italia stia per nascere la figura di un avvocato specializzato solo nella difesa delle donne. Aspettando l’8 marzo...

Afghanistan, Corano bruciato: uccisi due soldati Usa. Obama si scusa con Karzai

Kabul, 23 feb. - (Adnkronos/Aki) - Nuova giornata di violente proteste in Afghanistan dopo la notizia di alcune copie del Corano bruciate in una base americana. Cinque afghani sono morti e diversi sono rimasti feriti. La Cbs ha riferito inoltre dell'uccisione di due soldati americani da parte di un militare delle forze di sicurezza afghane in un incidente apparentemente legato alle proteste in corso in diverse zone del Paese.

(Xinhua)
Stando all'agenzia di stampa Dpa, i due soldati sono stati uccisi nel distretto di Khogyani, nella provincia orientale di Nangarhar. ''Era in corso una protesta davanti a una base militare - ha spiegato un ufficiale della sicurezza coperto da anonimato - e un agente della polizia afghana ha sparato contro le truppe straniere, uccidendo due soldati''. ''Sembra che li abbia uccisi per vendetta dopo la vicenda delle copie del Corano bruciate'', ha aggiunto la fonte, che non ha precisato se l'agente responsabile dell'uccisione dei due militari americani sia stato poi fermato. La Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) in Afghanistan, tramite il capitano Justin Brockhoff, ha confermato che ''un individuo con indosso l'uniforme dell'Esercito afghano ha aperto il fuoco contro soldati di Isaf nell'Afghanistan occidentale, uccidendone due''.


Riguardo alle vittime afghane, la Bbc riferisce di una persona rimasta uccisa nella provincia di Baghlan, dove altri due civili e due poliziotti sono rimasti feriti. Stando alla ricostruzione fornita del governatorato di Baghlan, nel distretto Baghlan-i-Markazi centinaia di manifestanti hanno tentato di assaltare una stazione di polizia e nei disordini che sono seguiti si sono registrate le vittime.


Un'altra persona è invece morta nella provincia di Laghman, a est di Kabul, dove centinaia di afghani sono scesi in piazza per protestare contro gli Usa. 'Morte all'America' è stato uno degli slogan intonati dai dimostranti. A Mehterlam, capoluogo di questa provincia, hanno manifestato più di tremila persone. Durante la mobilitazione è stata anche bruciata un'immagine del presidente americano Barack Obama. Nella provincia orientale di Nangarhar, inoltre, un'altra persona è rimasta uccisa e un'altra ferita. Più a sud, nella provincia di Uruzgan, almeno due persone sono state uccise e altre otto sono rimaste ferite (tre delle quali sono agenti di polizia) in scontri tra manifestanti e forze di sicurezza. Proteste anche ad Asadabad, capoluogo della provincia di Kunar, dove sono state bruciate bandiere americane.


Nel distretto di Bagrami, a circa trenta minuti da Kabul, un migliaio di persone sono scese in strada per manifestare contro le forze della coalizione. Lo riferisce l'agenzia di stampa Dpa, che cita il capo della polizia locale, Ayoub Salangi. ''Si tratta di una mobilitazione pacifica - ha detto Salangi - ma abbiamo mandato molti agenti nella zona''. Ieri almeno nove persone sono rimaste uccise e decine ferite nelle violenze esplose durante le proteste che si sono tenute in diverse zone dell'Afghanistan, compresa Kabul.


"Voglio esprimerle il mio profondo rammarico per quanto avvenuto, rivolgo a lei e al popolo afghano le mie più sincere scuse". Così il presidente Usa Barack Obama in una lettera indirizzata ad Hamid Karzai per scusarsi per le copie del Corano bruciate dai militari americani a Bagram. "L'errore non è stato intenzionale - ha poi aggiunto - e le assicuro che intraprenderemo tutti i passi necessari per evitare che si ripeta, anche quello di punire i responsabili". La lettera è stata consegnata questo pomeriggio dall'ambasciatore americano Ryan Crocker.


E a tre giorni dall'inizio delle proteste, i Talebani esortano gli afghani a ''colpire le basi militari degli invasori''. In un comunicato, di cui dà notizia l'agenzia di stampa Dpa, gli insorti affermano che gli afghani ''devono colpire le basi militari delle forze di invasione e i loro convogli''. I seguaci del mullah Omar incoraggiano inoltre gli afghani a ''colpire e uccidere''.



Famiglia: si' commissione Camera a divorzio breve

Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Concluso in commissione Giustizia alla Camera l'esame della proposta di legge sul cosiddetto 'divorzio breve', che accorcia da tre a un anno il periodo della separazione tra i coniugi ai fini dello scioglimento del matrimonio (ma solo se la coppia non ha figli o ha figli adulti). Dopo il parere delle altre commissioni competenti, il provvedimento approdera' in aula a Montecitorio.

Respingimenti in Libia, Italia condannata.

(Sito Marina Militare)  
Strasburgo, 23 feb. (Adnkronos) - La Corte europea dei diritti umani di Strasburgo ha condannato l'Italia per i respingimenti verso la Libia, precisando che "riportando gli i migranti in Libia senza esaminare i loro casi li ha esposti al rischio di maltrattamenti ed è equivalso ad una espulsione collettiva". La Corte ha quindi accolto il ricorso di 11 somali e 13 eritrei, il cosidetto caso Hirsi Jamaa ed altri, che erano stati respinti nel 2009.


Stando a quanto si legge nel comunicato stampa della Corte, la "Grand Chamber" ha convenuto all'unanimità che vi sono state "due violazioni dell'articolo 3" della Convenzione europea per i diritti dell'uomo "che proibisce trattamenti inumani e degradanti, perché i ricorrenti sono stati esposti al rischio di maltrattamenti in Libia e di rimpatrio in Somalia ed Eritrea".


Inoltre è stata riscontrata una "violazione dell'articolo 4 del protocollo 4" che si riferisce al divieto delle esplusioni collettive.


I 17 giudici della Corte di Strasburgo hanno inoltre stabilito che, per le violazioni indicate, l'Italia dovrà pagare a ciascuno dei 24 migranti che hanno presentato ricorso, un risarcimento di 15mila euro più le spese legali.


Hirsi Jamaa e gli altri 23 migranti che hanno fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell'uomo, facevano parte di un gruppo di 200 persone che nel 2009 erano partite dalla Libia a bordo di tre imbarcazioni. Intercettati dalla Guardia Costiera italiana il 6 maggio nell'area di responsabilità di Malta - secondo la ricostruzione del comunicato della Corte di Strasburgo- erano stati poi trasferiti su navi militari italiane e riportati a Tripoli dove furono consegnati alle autorità dell'allora regime di Muammar Gheddafi.


"I ricorrenti hanno detto che durante il viaggio le autorità italiane non hanno detto loro dove stavano andando né controllato le loro identità", afferma ancora la Corte che ricorda come l'allora ministro dell'Interno, Roberto Maroni, il 7 maggio disse che il respingimento era "in accordo con gli accordi bilaterali con la Libia entrati in vigore il 4 febbraio 2009". Accordi, sottolinea ancora la nota, che sono stati sospesi il 26 febbraio 2011 dopo lo scoppio della rivoluzione in Libia.


"In base alle informazioni fornite alla Corte dai legali dei ricorrenti - conclude il comunicato della Corte - due di loro sono morti in circostanze non note, mentre tra giugno e ottobre 2009 ad altri 14 è stato concesso lo status di rifugiato dall'ufficio dell'Alto commissariato per i rifiugiati (Unhcr) di Tripoli".


Ma dopo la rivoluzione i legali hanno perso i contatti con gran parte dei ricorrenti ed al momento hanno informazioni solo riguardo a sei di loro. Quattro vivono in Benin, Malta e Svizzera, uno di trova in un campo profughi in Tunisia e spera di poter tornare in Italia. Ed uno lo scorso giugno è arrivato da clandestino in Italia ed ha ottenuto lo status di rifugiato.

Trattativa Stato-mafia, indagato Mannino. L'ex ministro: ''Uno scherzo o un delirio''


Palermo, 23 feb. (Adnkronos/Ign) - L'ex ministro democristiano Calogero Mannino è stato iscritto dalla Procura di Palermo nel registro degli indagati nell'ambito dell'inchiesta sulla cosiddetta trattativa tra lo Stato e la mafia subito dopo le stragi. Mannino è indagato per violenza o minaccia a un corpo politico o istituzionale dello Stato.


L'ex ministro, che si proclama "totalmente estraneo alla vicenda", verrà interrogato lunedì prossimo dai magistrati che coordinano l'inchiesta, il procuratore aggiunto Antonio Ingroia e i pm Nino Di Matteo, Paolo Guido e Lia Sava. Secondo i magistrati della Dda di Palermo, Mannino avrebbe fatto pressioni dopo le stragi del '92 per alleggerire il carcere duro per i mafiosi.


Dopo l'omicidio dell'eurodeputato Salvo Lima, nel marzo '92, Mannino avrebbe espresso timori per la sua vita. A parlarne è stato anche di recente, durante un'interrogatorio ai magistrati di Palermo, l'ex presidente del Senato Nicola Mancino. Calogero Mannino è stato assolto definitivamente dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.


"Leggo su un giornale web (viva il segreto investigativo!) la notizia dell'avviso di garanzia che mi era stato notificato ieri dalla Dia per conto della Procura della Repubblica di Palermo'' commenta Mannino. "Fantasticare su qualche partecipazione al contesto della cosidetta trattativa significa alterare i fatti, la loro rappresentazione anche dopo venti anni e tentare di fare di me il capro espiatorio di rappresentazioni da disinformazione, probabilmente quelle che hanno reso impossibile accertare la verità di quegli anni tragici - dice ancora - Avrei esercitato 'pressioni su appartenenti alle istituzioni... affinché non fossero adottati, o non fossero prorogati provvedimenti... di cui all'art. 41 bis'. Se non fosse il testo del capo d'accusa lo considererei o uno scherzo o un delirio. Ma vengo sottoposto ancora una volta 'al martirio della pazienza'. La mia difesa ancora una volta sarà secca ed intransigente. Respingo nel modo più totale ogni sospetto ed anche impressione d'accusa".


Con Calogero Mannino si allunga la lista di indagati 'eccellenti'. Nei mesi scorsi erano già stati iscritti nel registro degli indagati il prefetto Mario Mori e il capitano dei Carabinieri Giuseppe De Donno, ma anche Marcello Dell'Utri.


Nella stessa indagine sono indagati anche capimafia di spessore come i boss Totò Riina e Bernardo Provenzano. Non si esclude, però, che nei prossimi giorni il procuratore aggiunto di Palermo, Antonio Ingroia, e i pm che si occupano dell'inchiesta sulla trattativa possano iscrivere nel registro degli indagati altri nomi di politici che per ora sono top secret.



Milleproroghe, governo battuto due volte alla Camera sugli odg di Pd e Lega


Roma, 23 feb. (Adnkronos) - Governo sotto due volte alla Camera durante l'approvazione degli ordini del giorno sul decreto milleproroghe. Per primo è stato approvato uno sul quale il governo aveva espresso parere contrario. Si tratta di un emendamento presentato dal deputato del Pd Antonino Russo passato con i voti dei democratici, di Idv e della Lega. Poi è stata la volta di un odg del leghista Davide Caparini sulla questione del canone Rai per Pc, tablet e smartphone sul quale il governo aveva espresso parere contrario. Solo il Pd ha votato per la bocciatura.


L'aula della Camera ha votato la fiducia al decreto Milleproroghe. A favore si sono espressi 477 deputati, i contrari sono stati 65, 2 gli astenuti. Il voto finale sul provvedimento è previsto per stasera.


Dopo aver votato no, il leader della Lega Umberto Bossi ha puntato il dito sull'ex alleato Berlusconi: il provvedimento "passerà perché Berlusconi gli ha votato sì. Tutta la colpa è di Berlusconi''.


Contrario alla fiducia anche Antonio Di Pietro: "L'Idv contesta la fiducia e voterà no al milleproroghe, contraria al provvedimento per questioni di merito e metodo" aveva detto il leader dell'Italia dei valori che attacca: "Basta con l'ipocrisia di una maggioranza che esiste: con 550 parlamentari - chiede - che bisogno c'era di mettere la fiducia? Lo hanno fatto perché si tratta di una maggioranza falsa, ipocrita e posticcia".


Nel merito, il provvedimento in sé per Di Pietro certifica "il fallimento dello Stato e delle istituzioni tutte" perché vengono prorogate "leggi che non rispettano le scadenze che si erano date. Per tutto questo, voteremo no".

martedì 14 febbraio 2012

LA SAI UNA COSA?

La sai una cosa? Ieri ero ad un passo dall’essere felice.
Per un brevissimo istante ho creduto di poter vincere nella gara della vita, però naturalmente non è andata così. Mi chiedo perché mi succede sempre, ogni volta che mi sembra che stia andando tutto a posto, la vita mi sferra un pugno.

Charlie Brown

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Iran: presto abolizione visto con 60 paesi, 7 milioni di turisti previsti per 2012


Iran: presto abolizione visto con 60 paesi, 7 milioni di turisti previsti per 2012
TEHERAN – Il direttore dell'Organizzazione per il Patrimonio Culturale, l'Artigianato ed il Turismo dell'Iran ha annunciato martedì che presto i cittadini di 60 paesi del mondo non avranno bisogno di fare richiesta del visto per arrivare in Iran. Seyyed Hassan Mousavì, riferisce l'IRIB, ha spiegato che tra questi 60 paesi vi è anche la Cina. Secondo Mousavì l'Iran prevede di poter attirare 7 milioni di turisti per il 2012.

Turchia: non accetteremo mai 'attacco a Iran'


Turchia: non accetteremo mai 'attacco a Iran'
WASHINGTON – Il Ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu ha messo in guardia da ogni sorta di attacco militare contro l'Iran affermando che ciò sarebbe catastrofico per la regione. Secondo Press TV, parlando al "Center for Strategic and International Studies" a Washington, il Ministro degli Esteri turco Ahmet Davutoglu, in visita negli Usa, parlando di un eventuale attacco contro l'Iran ha ricordato: "Un attacco militare è un disastro. Non deve essere una opzione…Specialmente in un punto di svolta storico per la regione, non vogliamo vedere un'altra grande tensione".
Davutoglu ha affermato: "Non è fattibile, non è logico, e noi ci opporremo ad esso come Turchia. Noi non sponsorizzeremo mai e poi mai nessun tipo di azione militare o tensione militare nella nostra regione", ha aggiunto.
Egli ha ribadito il supporto della Turchia al diritto dell'Iran di avere un programma nucleare pacifico affermando: "È realmente chiaro quello che vuole l'Iran…vuole il suo diritto all'uso pacifico della tecnologia nucleare".

Barack Obama al supermarket delle armi 2013


Barack Obama al supermarket delle armi 2013
ROMA - Sacrifici e tagli per tutti ma non per i mercanti di morte. L’amministrazione Obama ha presentato al Congresso la proposta di bilancio 2013 per il comparto “difesa”: 613 miliardi di dollari, 525 per pagare stipendi e acquistare cacciabombardieri, missili, carri armati e bombe nucleari e 88 per le missioni di guerra d’oltremare.
Meno di quanto chiedevano generali e ammiragli ma alla fine tutti sono rimasti contenti: la Marina confermerà i suoi undici gruppi navali guidati da portaerei a propulsione atomica, l’Aeronautica e i Marines avranno i nuovi caccia ed elicotteri multi-missione, l’Esercito si diletterà con superblindati, tank, radar e intercettori terra-aria. Grazie agli ordini Pentagono potranno brindare le borse e le aziende leader del complesso militare industriale Usa, le inossidabili Boeing, General Dynamics, Lockheed Martin, Northrop Grumman, Raytheon, ecc..
Quasi un terzo delle spese andranno per l’acquisto e la modernizzazione dei sistemi di guerra più sofisticati, aerei con e senza pilota, navi e sottomarini d’attacco, missili a medio e lungo raggio, satelliti. Esattamente 179 milioni di dollari, il 7% in meno del bilancio di previsione 2012, ma con quasi 70 milioni da destinare alla ricerca e allo sviluppo di nuovi strumenti di morte. A fare la parte del leone saranno i famigerati cacciabombardieri F-35 “Joint Strike Fighters” di Lockheed Martin che piacciono tanto pure ai ministri-ammiragli di casa nostra. Il prossimo anno, il Dipartimento della difesa vorrebbe acquistarne 29, 19 da destinare a US Air Force e 10 a US Navy, per un valore complessivo di 9,2 miliardi di dollari. Il programma degli F-35 sarà comunque ridimensionato per poter risparmiare nei prossimi cinque anni almeno 15 miliardi.   

US Air Force e il Corpo dei marines potranno contare pure su 835 milioni di dollari per acquistare, sempre da Lockheed Martin, 7 grandi aerei tanker e da trasporto pesante HC/MC-130J “Hercules” per le operazioni speciali. In budget anche 21 bimotori a decollo verticale V-22 “Osprey”, il falco pescatore progettato dal consorzio Bell-Boeing per il supporto alle missioni di guerra. Importanti finanziamenti giungeranno poi all’Aeronautica per proseguire nei programmi di modernizzazione della flotta dei grandi velivoli da trasporto C-17 e C-16 e per il rifornimento in volo KC-10 e KC-135 e di acquisizione di nuovi radar per i caccia F-15C/D ed F-16.
Il Pentagono ha poi richiesto 1,3 miliardi di dollari per potenziare la flotta dei cargo C-5 “Galaxy”, i fondi per migliorare i sistemi di comunicazione dei bombardieri strategici stealth (invisibili) B-2, potenziare le armi di precisione dei vecchi B-52 e modernizzare il sistema missilistico intercontinentale “Minuteman III” ICBM. In budget anche 1,8 miliardi di dollari per finanziare la ricerca e lo sviluppo del KC-46, futuro velivolo tanker di US Air Force, 808 milioni per migliorare le componenti del supercaccia F-22A “Raptor” e 292 milioni per la progettazione di un nuovo cacciabombardiere strategico stealth.
Continua ...