giovedì 5 gennaio 2012

Iran: Ayatollah Khamenei, ‘Occidente ha trasformato la donna in un arnese da divertimento’


Iran: Ayatollah Khamenei, ‘Occidente ha trasformato la donna in un arnese da divertimento’
TEHERAN – “La visione occidentale del ruolo della donna è uno smarrimento profondo ed è l’offesa più pesante che si possa arrecare alla dignità della donna”. Lo ha affermato mercoledì sera la guida suprema dell’Iran il sommo Ayatollah Seyyed Ali Khamenei che in un discorso dal titolo “donna e famiglia”, ha esaminato il ruolo dato alla donna nelle società e nella cultura occidentale. “Persino i movimenti femministi, al contrario di quanto credono, stanno danneggiando la posizione della donna. L’Occidente ha trasformato la donna in un arnese per il divertimento e la cosa peggiore è che l’opinione pubblica si è ormai abituata a prendere in considerazione così le donne”, ha spiegato l’Ayatollah Khamenei. La guida della rivoluzione dell’Iran ha parlato della visione islamica della donna, che ritiene l’uomo e la donna uguali sotto il profilo di dignità e importanza umana, pur riconoscendo le naturali diversità esistenti tra di loro. L’Ayatollah Khamenei ha ricordato che gli occidentali parlano sempre di diritti della donna, ma si sottraggono astutamente al discorso sulla famiglia, perchè sanno che il loro modello e la loro idea di donna ha distrutto le famiglie nei loro paesi. La guida suprema ha poi parlato del ruolo delle donne nella rivoluzione islamica del 1979 e nella successiva ricostruzione e nello sviluppo scientifico dell’Iran come esempio di vita di donne musulmane.

Equitalia, busta con un proiettile a Livorno E un pacco con polvere da sparo a Caserta

Livorno, 5 gen. (Adnkronos/Ign) - Equitalia ancora nel mirino. Questa volta è stato preso di mira l'ufficio di Livorno: una lettera minatoria e un proiettile calibro 7,65 sono stati inviati al direttore dell'ufficio locale. Stamane intorno alle 10 i dipendenti si sono insospettiti, quando hanno ricevuto il plico e hanno chiamato il 113.
Sul posto sono arrivati gli agenti della Digos e della Polizia scientifica che hanno aperto la busta trovando il proiettile e la lettera minatoria. Il testo della lettera, secondo quanto si apprende, è particolarmente lungo e chi lo ha redatto precisa di non avere ideologie politiche e di essere lontano dall'anarchia, prendendo distanza anche dai recenti episodi accaduti in altre città italiane. Gli inquirenti stanno pensando ad una sorta di "risentimento personale" di chi ha inviato la lettera minatoria e il proiettile.
Altro fatto a Caserta. Un pacco contenente polvere da sparo e destinato ad Equitalia della città campana è stato intercettato dalle Poste, insospettitesi per la mancanza del mittente. Sono stati avvertiti gli artificieri della Polizia che dopo aver isolato il pacco hanno scoperto la povere da sparo. All'interno una lettera minatoria indirizzata ad Equitalia

Esperto: Israele potrebbe attaccare navi Usa nel Golfo Persico e incolpare Iran per incendiare guerra


Esperto: Israele potrebbe attaccare navi Usa nel Golfo Persico e incolpare Iran per incendiare guerra
WASHINGTON – Un esperto di politica americano spiega che Israele potrebbe attaccare le navi americane nel Golfo Persico ed addossarne la colpa agli iraniani per scatenare una guerra tra Stati Uniti e Iran. Secondo James Morris, intervistato dalla rete Press TV, Israele usò già questa tecnica una prima volta nel 1967, quando attaccò la nave americana USS Liberty durante la guerra con le nazioni arabe e cercò di incolpare l’Egitto dell’azione per trascinare gli Stati Uniti in una guerra diretta contro l’Egitto. James Morris conclude ricordando che la lobby sionista americana ha messo sotto pressione il governo per adottare sanzioni rigide contro l’Iran ed ora sta spingendo il paese sull’orlo di un conflitto armato.

Iraq: si aggrava bilancio vittime attentati terroristici


Iraq: si aggrava bilancio vittime attentati terroristici
BAGHDAD - Quattro bombe sono esplose oggi a breve distanza di tempo in quartieri a maggioranza sciita di Baghdad e un kamikaze ha attaccato i pellegrini che si stavano recando nella città santa di Karbala. Bilancio complessivo: 72 morti e almeno 60 feriti. Gli attacchi sono cominciati stamattina presto, quando una bomba che si trovava su una motocicletta è esplosa nei pressi di una fermata dell'autobus dove i lavoratori si raccolgono in attesa di essere selezionati per un lavoro nella zona di Sadr city. A questa esplosione ne è seguita un'altra, verificatasi vicino e il bilancio complessivo di questi due primi attacchi è di 12 morti. Meno di due ore dopo, due esplosioni hanno scosso il quartiere sciita di Khazimiya, nella zona nord di Baghdad, uccidendo 15 persone. Almeno una delle due esplosioni di Khazimiya, avvenute quasi simultaneamente, è stata causata da un'autobomba. Sono attacchi mirati a "creare disordine fra i cittadini iracheni", ha detto il portavoce dell'esercito di Baghdad, il maggiore generale Qassim al-Moussawi. Dopo l'ondata di esplosioni del mattino, un attentatore suicida ha attaccato un gruppo di pellegrini sciiti a Nassiriya, a circa 300 chilometri a sudest di Baghdad, mentre si recavano verso la città santa di Karbala e almeno 45 persone sono morte. Gli attacchi di oggi sono quelli che hanno provocato il maggior numero di vittime dallo scorso 22 dicembre, quando una serie di esplosioni uccise 69 persone perlopiù in quartieri sciiti. Quegli attentati furono rivendicati da un gruppo iracheno legato ad al-Qaeda.

Perché agli USA serve una grande guerra


Perché agli USA serve una grande guerra
Attualmente ci troviamo nel mezzo d’una fase di turbolenza del ciclo evolutivo mondiale, cominciata negli anni ’80 e destinata a terminare per la metà del XXI secolo. Nel corso di tale processo, gli USA stanno evidentemente perdendo il loro status di superpotenza.

Stime fornite dagli esperti dell’Accademia Russa delle Scienze mostrano che l’attuale periodo di forte instabilità dovrebbe terminare attorno al 2017-2019, con una crisi. La crisi non sarà profonda quanto quelle del 2008-2009 e del 2011-2012, e segnerà la transizione verso un’economia edificata su una nuova base tecnologica. Il rinnovamento economico probabilmente comporterà, nel 2016-2020, grossi mutamenti nell’equilibrio mondiale di potenza e grandi conflitti politico-militari che coinvolgeranno sia i pesi massimi dell’agone globale, sia i paesi in via di sviluppo. Presumibilmente, gli epicentri dei conflitti saranno nel Medio Oriente e nell’Asia Centrale post-sovietica.
Il secolo del dominio politico-militare e della supremazia economica globale degli USA è prossimo alla fine. Gli USA hanno fallito la prova dell’unipolarità e, feriti dai permanenti conflitti mediorientali, mancano oggi delle risorse necessarie a mantenere la guida mondiale.
La multipolarità implica una distribuzione più equa delle risorse mondiali ed una profonda trasformazione d’istituzioni internazionali come l’ONU, il FMI, la Banca Mondiale ecc. Al momento il Washington Consensus pare morto e sepolto, e l’agenda globale dovrebbe avere al primo posto la costruzione di un’economia con molti meno livelli d’incertezza, più rigidi regolamenti finanziari, ed una maggiore equità nell’allocazione dei ritorni e profitti economici.
I centri dello sviluppo economico stanno slittando dall’Occidente, che vanta la rivoluzione industriale tra i suoi grandi meriti, all’Asia. Cina e India dovrebbero prepararsi ad una corsa economica senza precedenti, con sullo sfondo una più ampia competizione tra le economie, che sfruttano i modelli del capitalismo di Stato e della democrazia tradizionale. Cina e India, i due paesi più popolosi al mondo, definiranno le direzioni ed il ritmo dello sviluppo futuro, ma la grande battaglia per la supremazia mondiale sarà combattuta tra USA e Cina: in palio c’è anche la scelta del sistema politico e del modello socie-economico post-industriale per il XXI secolo.La domanda che sorge è: come reagiranno a questa transizione gli USA?
Continua ...

Minacce e gomma bruciata davanti sede Agenzia Entrate


MODENA - Un pneumatico d'auto bruciato e due fogli scritti a mano sono stati lasciati davanti alla sede della direzione provinciale dell'Agenzia delle Entrate di Modena, in via delle Costellazioni, nella notte tra martedì e ieri.
Lo riporta l'edizione locale del Resto del Carlino. A Modena, nella notte tra il 30 e il 31 dicembre, era stata danneggiata probabilmente con una molotov la vetrata della sede di via Emilia Ovest di Equitalia, un atto intimidatorio che ha portato ieri alla riunione in prefettura del Comitato dell'Ordine e della Sicurezza pubblica. Il messaggio scritto sui fogli anonimi attaccati all'ingresso della sede di via delle Costellazioni recita «Se la macchina dello Stato risparmia sempre e solo sulle gomme, prima o poi si bruceranno. Se il governo non ascolta il suo popolo, si riprenderà il governo città per città». La Digos ha sequestrato tanto la gomma semicarbonizzata quanto i due fogli.

Iran minimizza le sanzioni contro il petrolio "Vogliono colpirci, pronte contromisure"



Teheran reagisce all'annuncio di un embargo sull'importazione di greggio in Europa. Medvedev parla con Ahmadinejad: "Solo col dialogo si può risolvere la crisi". Il ministro Terzi di Santagata: sì alla decisione Ue "per ricondurre il Paese a un atteggiamento cooperativo"

TEHERAN - Le autorità iraniane minimizzano gli effetti delle sanzioni occidentali sul greggio di Teheran, annunciate ieri come ormai prossime. "Queste sanzioni sono una guerra economica contro di noi. I nemici non hanno potuto colpire il nostro popolo, vogliono colpire la nostra economia", ha dichiarato il ministro dell'economia, Shamseddine Hosseini, citato dall'agenzia ufficiale Irna. "Speriamo che il petrolio iraniano non sia mai preso di mira da sanzioni, ma abbiamo adottato le misure necessarie per farvi fronte", ha affermato da parte sua il direttore degli affari internazionali della società nazionale del petrolio iraniano (nioc), Mohssen Ghamsari, citato dai mass media. "Nella misura in cui c'è una mancanza di offerta, gli occidentali non potranno sanzionare il petrolio iraniano", ha sottolineato.

Ieri è stato raggiunto un accordo di principio tra i paesi dell'Unione europea per imporre un embargo sull'esportazione del petrolio iraniano in occasione del vertice dei ministri europei degli affari esteri in programma il prossimo 30 gennaio a Bruxelles. L'intesa prevede l'interdizione sull'acquisto di greggio iraniano se Teheran continuerà a mantenere la sua posizione intransigente sul suo controverso programma nucleare.

Secondo il New York Times, le sanzioni europee sarebbero comunque adottate in modo scaglionato per evitare squilibri sul mercato delle forniture globali e difficilmente arriverebbero entro fine gennaio. L'approccio scaglionato, prosegue il giornale, "darebbe anche ai mercati il tempo di assorbire il gap creatosi con l'embargo". "C'è ancora molto lavoro da fare" ha detto al quotidiano una fonte diplomatica spiegando che sul tavolo ci sono anche "divergenze" sulle sanzioni da applicare al settore finanziario, incluse le transazioni con la Banca centrale di Teheran.

D'accordo con le sanzioni è anche il ministro degli Esteri Giulio Terzi di Santagata. "L'Italia sostiene sostiene il regime sanzionatorio deciso in ambito Onu ed europeo, finalizzato a ricondurre Teheran ad un atteggiamento cooperativo che innanzitutto nel suo interesse", ha detto il titolare della Farnesina. "Un Iran dotato dell'arma nucleare rappresenterebbe una minaccia molto grave non solo per gli Stati Uniti, ma per tutto il pianeta", ha aggiunto il ministro in un'intervista con il portale d'informazione europea Euractiv.It.

L'atteggiamento di Teheran è più morbido con Mosca. Dopo una conversazione telefonica con il presidente russo Dmitri Medvedev, il presidente Mahmoud Ahmadinejad ha detto che l'Iran appoggia la proposta russa di un "piano per ripristinare la fiducia nel programma nucleare iraniano" e con la Russia concorda che solo tramite il dialogo politico si possono risolvere la crisi in Siria e, in generale, i problemi del Medio Oriente: lo ha riferito l'ufficio stampa del Cremlino.

L'automobile da 2500 euro Lo schiaffo arriva dall'India


Inquina come un'elettrica che circola in Italia, consuma solo 36 km/l, ha 5 porte, un bel bagagliaio e arriva a 70 orari. Certo, non passerebbe le prove di crash delle auto europee, però...di VINCENZO BORGOMEO


La Tata Nano? Praticamente una Rolls... Almeno in confronto alla RE 60, la nuova ultra low cost della indiana Bajaj che costa appena 2500 euro. Certo, chiamarla 'macchina' questa vetturetta è un po' difficile, almeno per i nostri standard, ma va detto che la RE 60 in India è una specie di sogno, ancora oggi un'auto che - nonostante il prezzo - pochi possono permettersi.

La Bajaj fra l'altro non è una marca esordiente ma una grande industria, la stessa che ha comprato le vecchie linee di montaggio della Vespa e che oggi produce scooter con il suo marchio in India. Parliamo del secondo costruttore mondiale di scooter e del quarto - al mondo - di moto, il primo dopo le case giapponesi... Insomma un colosso che sforna più di un milione di mezzi l'anno e che esporta attualmente in 53 Paesi di tutto il pianeta. Ecco, da questa esperienza arriva la RE60, lunga appena 2.75 metri (esattamente come una "nostra" Smart) ma molto più stretta (è larga 1.31 metri) e alta 1.65. Il tutto però sufficiente per offrire una carrozzeria a cinque porte e un bel bagagliaio che - ovviamente ribaltando lo schienale dei sedili posteriori - arriva a una capienza di 400 litri. Insomma roba da record.

Ma non è finita: la RE60 - senza uso di carbonio o altre costose diavolerie - è una piuma visto che gela la lancetta della bilancia a soli 400 chili. Possibile? Si, attualizzando il credo del fondatore della Lotus Colin Chapman che con il suo "quello che non c'è non pesa" (a sua volta ripreso dal 
celebre "quello che non c'è non si rompe" di Henry Ford) aveva fatto della razionalizzazione una sorta di religione.

Il motore della RE 60 è infatti un microscopico 200 cc di appena 20 Cv (a iniezione e 4 valvole per cilindro), montato sotto la coda, che basta per regalare atri record: una velocità massima di 70 km/h, un consumo di 36 km/l e - soprattutto - emissioni di 60 g/km. Ossia esattamente quelle di un'auto elettrica che circola in Italia (ma non in Francia o in Germania dove le emissioni delle auto a batteria sono di 40 g/km) visto che noi produciamo ancora corrente in modo "sporco". Ma senza imbarcarci in complicati paragoni ambientalisti (ricordando però - tanto per rimanere in tema con Henry Ford e Colin Chapman - che "quello che non c'è non ha inquinato per la sua produzione"...) dalla RE 60 tutto il mondo dell'auto dovrebbe prendere importanti insegnamenti: possibile che i colossi dell'industria non riescano a produrre nulla di simile? Possibile che in tutto il cosiddetto mondo civilizzato le utilitarie debbano per forza avere interni in pelle, navigatori satellitari e motori da 100 cavalli?

Certo, la RE 60 così com'è da noi non potrebbe essere omologata perché non rispetterebbe nessuna prova di crash, però la sua lezione di minimalismo non dovrebbe essere ignorata. Osservando la macchina infatti ci si chiede fin dove potrebbe arrivare - come prezzo - una simil Panda o simil Aygò progettata fin dall'inizio senza orpelli, con un motore motociclistico e badando al massimo risparmio. Certo non a 2500 euro, ma intorno ai 4/5000 di sicuro visto che già oggi una Fiat Panda è offerta a meno di 8000 euro con clima e stereo... E con un motore da 70 Cv che la spinge inutilmente ad oltre 160 orari...

Raffiche di vento e neve per l'Epifania


Allerta della Protezione Civile per un fronte freddo di origine polare. Neve a bassa quota anche al Centro e al Sud.

MILANO - Raffiche di vento, freddo e tempo instabile per il ponte dell'Epifania. Sono poco rassicuranti le previsioni degli esperti del dipartimento della Protezione Civile per l'ultimo weekend di vacanza.
FREDDO POLARE - Una vasta area perturbata di origine nord-atlantica, alimentata da aria fredda di origine polare, si estenderà progressivamente dalla Scandinavia fino al Mediterraneo, favorendo un forte aumento della ventilazione a partire dalle regioni dell'arco alpino occidentale e dalle isole maggiori che interesserà tutto il territorio nazionale, con generale e spiccata intensificazione del moto ondoso su tutti i bacini, a partire da quelli di ponente.
NEVE A SUD E VENTO FORTE SULLE ALPI - Nel giorno dell'Epifania, inoltre, condizioni di tempo perturbato interesseranno le regioni centrali adriatiche e quelle meridionali, accompagnate da un generale calo delle temperature che favorirà un graduale abbassamento della quota neve dalle iniziali quote di bassa montagna fino a raggiungere livelli collinari. Venti di burrasca nord-occidentali, con raffiche fino a burrasca forte, soffieranno dapprima sui settori alpini e sulle adiacenti vallate del Piemonte per poi estendersi dal mattino di domani ai settori pianeggianti del Piemonte, alla Valle d'Aosta e alla Sardegna e raggiungere infine anche la Sicilia. Sulle coste esposte delle due isole maggiori, sono attese forti mareggiate.
CAUTELA ALLA GUIDA - «In considerazione dell'evoluzione meteorologica in coincidenza con il ponte dell'Epifania», il dipartimento della Protezione Civile raccomanda «particolare cautela nella guida». A tutti gli automobilisti si ricorda inoltre di «informarsi preventivamente sulle condizioni della viabilità e sull'opportunità di munirsi di catene o pneumatici da neve per il percorso che si intende seguire».

Equitalia, busta con un proiettile e lettera minatoria al direttore della sede di Livorno

Livorno, 5 gen. (Adnkronos) - Equitalia ancora nel mirino. Questa volta è stato preso di mira l'ufficio di Livorno: una lettera minatoria e un proiettile calibro 7,65 sono stati inviati al direttore dell'ufficio locale. Stamane intorno alle 10 i dipendenti si sono insospettiti, quando hanno ricevuto il plico e hanno chiamato il 113.
Sul posto sono arrivati gli agenti della Digos e della Polizia scientifica che hanno aperto la busta trovando il proiettile e la lettera minatoria. Il testo della lettera, secondo quanto si apprende, è particolarmente lungo e chi lo ha redatto precisa di non avere ideologie politiche e di essere lontano dall'anarchia, prendendo distanza anche dai recenti episodi accaduti in altre città italiane. Gli inquirenti stanno pensando ad una sorta di "risentimento personale" di chi ha inviato la lettera minatoria e il proiettile.

“Fuori gli americani dall’Afghanistan!”


L’Iran sta lavorando senza sosta per convincere gli afghani che far rimanere truppe da Washington non conviene
Poche settimane prima di Natale, Barack Obama ha proclamato il ritiro semi-definitivo delle truppe americane dal fronte iracheno: lo sforzo delle truppe americane in Afghanistan, invece, continua. Anche qui, però, le truppe distaccate a Kabul sono in diminuzione, perché l’amministrazione Obama ha pensato ad un ritiro graduale fra il 2011 e il 2014, anche se il vicepresidente Joe Biden ha lasciato intendere che un “imprecisato numero di soldati”, scrive Wikipedia, potrebbe rimanere nel paese. Ed è proprio quest’ipotesi che qualcuno, in medio oriente, sta cercando di evitare come la peste.
STRATEGIA AGGRESSIVA – E’ prevedibilmente l’Iran che, ci informa il Washington Post,sta facendo di tutto per fare pressioni e convincere gli afghani che la loro vita è migliore senza le truppe americane sotto casa. La campagna di pressione iraniana, scrive il giornale americano, sarebbe decisamente “aggressiva”, e comprende “la coltivazioni di relazioni più strette con i talebani, il finanziamento di politici e organizzazioni dei media e l’espansione dei legami culturali con il suo vicino orientale”. Sono sforzi presenti “da anni” ma in quest’ultimo periodo l’Iran sta “accelerando” proprio per evitare la conclusione di un accordo fra Usa e Afghanistan che porti una guarnigione permanente americana nello stato centroasiatico; in questo senso andrebbe visto il recente accordo bilaterale firmato da Teheran con Kabul. Il motivo per cui l’Iran è preoccupato è evidente: una guarnigione in Afghanistan porterebbe gli Usa ad essere presenti sul fianco “sinistro e destro” dell’Iran, a Kabul e in Israele. “L’Iran ha paura che le basi americane nella regione aumentino l’abilità dell’occidente nel raccogliere dati sul programma nucleare iraniano e possano dare agli Stati Uniti un vantaggio strategico determinante se i due paesi finissero in guerra”, scrive il Washington Post, che sottolinea come una delle parti più interessanti di questa azione iraniana è la rinnovata legittimazione dei Talebani da parte dell’Iran.
Continua ...

BASTA!


The perfect friend

L'AMICO PERFETTO

Testa: piena di fantastici consigli.
Occhi: sempre felici di vederti.
Orecchie: pronte ad ascoltarti immeditamente.
Bocca: ama condividere un sorriso.
Spalla: disponibile per fartici appoggiare.
Mani/braccia: buone per stringerti e aiutarti.
Petto: un posto caldo per te.
Piedi: per stare accanto a te.

Rick Santorum: la Palestina non esiste


Rick Santorum: la Palestina non esiste
IOWA – Il senatore della Pennsylvania Rick Santorum, rivelazione della prima fase delle primarie in Iowa, ha affermato che i palestinesi non esistono e che pertanto non esiste una nazione che si chiami Palestina. “Non esistono palestinesi”, ha detto rispondendo ad una domanda durante la campagna per le primarie. “Tutte le persone che vivono nella West Bank sono israeliane. Non ci sono palestinesi. Quella è terra israeliana”.
Prima di Santorum, nel mese di Dicembre, pure Newt Gingrich, altro repubblicano in corsa per le primarie, aveva definito i palestinesi “un popolo inventato” che non esiste nella realtà. Al tempo Santorum definì provocatorie le affermazioni di Gingrich dato che veniva considerato un candidato senza speranza ma ora che viene dato come uno dei candidati in corsa, a quanto pare, ha cambiato idea. Martedì l’ex governatore del Massachusetts Mitt Romney ha sconfitto con uno scarto di 8 voti Santorum nei caucus in Iowa. I candidati repubblicani in corsa alle primarie cercano di attrarre il supporto della lobby sionista con dichiarazioni sensazionali in sostegno ad Israele.

Dispiegamento truppe Usa in Israele per attaccare Iran


Dispiegamento truppe Usa in Israele per attaccare Iran
TELAVIV – L’esercito Usa si starebbe preparando ad una massiccia campagna militare ai danni dell’Iran inviando migliaia di uomini, portaerei ed armi di diverso tipo in Israele. Secondo il sito Global Research, che cita una fonte anonima dell’esercito americano, nel mese di Gennaio e più avanti in primavera proseguirà il dispiegamento in Israele delle navi anti-missile Usa e del personale di supporto. Il dispiegamento di armi ed unità comunque è un dato di fatto e secondo il The Jerusalem Post, il comandante della terza aviazione Usa di stanza in Germania, il generale Frank Gorenc, avrebbe confermato che lo spostamento di truppe Usa in Israele non avviene per una esercitazione ma che si tratta di un dispiegamento. Il comandante americano è stato recentemente in Israele per confermare i dettagli sul trasferimento di migliaia di soldati americani in Israele. Intanto il regime sionista ha annunciato di voler portare a 4 i sistemi di difesa anti-missile Iron Dome.

Il mandante del delitto Rostagno si dice povero così lo Stato paga gli avvocati al superboss


Vincenzo Virga, ritenuto uno dei capimafia più ricchi e potenti della provincia di Trapani, è riuscito a farsi ammettere al gratuito patrocinio, previsto dalla legge per i non abbienti. Sostiene di essere rimasto sul lastrico a causa dei sequestri e delle confische subite in questi ultimi anni. Insorgono i pm e le parti civili: "La legge va modificata al più presto"

di SALVO PALAZZOLO Ha sempre un’aria serafica durante le udienze del processo per l’omicidio di Mauro Rostagno. Il capomafia di Trapani Vincenzo Virga si concede ogni tanto pure qualche sorrisetto, che arriva in primo piano sui monitor della corte d’assise: lui, il padrino ritenuto il mandante del delitto Rostagno, se ne sta seduto in una saletta del carcere di Parma, e non sembra curarsi più di tanto delle accuse che gli piovono addosso. Un avvocato è sempre accanto a lui. Un altro è nell’aula di Trapani. Il capomafia Vincenzo Virga non ha problemi di spese legali, paga tutto lo Stato. Sì, perché il boss è diventato povero, così ha dichiarato. E ai giudici della corte d’Assise di Trapani non è rimasto che concedergli il gratuito patrocinio previsto dalla legge per i non abbienti. 

Eccola, l’ultima beffa dell’antimafia. La legge consente ancora che i padrini del gotha di Cosa nostra possano dichiararsi poveri in canna. I controlli scattano solo successivamente, e non sempre sono incisivi, perché ufficialmente ai boss è stato confiscato molto. Ma, di certo, non è tutto. 

Nel 2008, il pacchetto sicurezza del governo aveva provato a mettere un argine al fiume di soldi pubblici utilizzati per le difese dei capimafia. Ma qualche tempo dopo, la Corte Costituzionale bacchettò le nuove norme, ritenendole troppo generiche e confuse. Così, in pratica, la legge annunciata dal governo Berlusconi come una rivoluzione nella lotta alla mafia è rimasta lettera morta. 

Dice l’avvocato Fabio Lanfranca, che nel processo Rostagno rappresenta la sorella del giornalista ucciso nel 1988, Carla: "Siamo davvero al paradosso: mentre lo Stato sostiene le spese legali di uno dei mafiosi più potenti di Trapani, le parti civili sono costrette a sobbarcarsi sacrifici enormi per presenziare alle udienze".

Anche il sostituto procuratore Gaetano Paci, che nel processo Rostagno rappresenta la pubblica accusa assieme al collega Francesco Del Bene, ha parecchie riserve sul sistema del gratuito patrocinio concesso ai capimafia. "Non voglio entrare nel merito — tiene a ribadire — del caso Virga, perché c’è un processo in corso ma c’è un problema più generale che va affrontato". Il magistrato spiega: "La legge dovrebbe modificare il sistema dei controlli. I giudici non dovrebbero verificare soltanto la situazione del singolo, ma di tutto il suo gruppo mafioso di riferimento. Perché spesso, i prestanome del clan sono ancora in libertà, e su questi le indagini patrimoniali proseguono. I giudici dovrebbero accertare dunque i collegamenti che il capomafia imputato continua a mantenere con il suo territorio: come ci dicono le inchieste, la cassa comune dei clan si occupa proprio del mantenimento dei detenuti e del pagamento delle loro spese legali". 

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