giovedì 5 gennaio 2012

L'automobile da 2500 euro Lo schiaffo arriva dall'India


Inquina come un'elettrica che circola in Italia, consuma solo 36 km/l, ha 5 porte, un bel bagagliaio e arriva a 70 orari. Certo, non passerebbe le prove di crash delle auto europee, però...di VINCENZO BORGOMEO


La Tata Nano? Praticamente una Rolls... Almeno in confronto alla RE 60, la nuova ultra low cost della indiana Bajaj che costa appena 2500 euro. Certo, chiamarla 'macchina' questa vetturetta è un po' difficile, almeno per i nostri standard, ma va detto che la RE 60 in India è una specie di sogno, ancora oggi un'auto che - nonostante il prezzo - pochi possono permettersi.

La Bajaj fra l'altro non è una marca esordiente ma una grande industria, la stessa che ha comprato le vecchie linee di montaggio della Vespa e che oggi produce scooter con il suo marchio in India. Parliamo del secondo costruttore mondiale di scooter e del quarto - al mondo - di moto, il primo dopo le case giapponesi... Insomma un colosso che sforna più di un milione di mezzi l'anno e che esporta attualmente in 53 Paesi di tutto il pianeta. Ecco, da questa esperienza arriva la RE60, lunga appena 2.75 metri (esattamente come una "nostra" Smart) ma molto più stretta (è larga 1.31 metri) e alta 1.65. Il tutto però sufficiente per offrire una carrozzeria a cinque porte e un bel bagagliaio che - ovviamente ribaltando lo schienale dei sedili posteriori - arriva a una capienza di 400 litri. Insomma roba da record.

Ma non è finita: la RE60 - senza uso di carbonio o altre costose diavolerie - è una piuma visto che gela la lancetta della bilancia a soli 400 chili. Possibile? Si, attualizzando il credo del fondatore della Lotus Colin Chapman che con il suo "quello che non c'è non pesa" (a sua volta ripreso dal 
celebre "quello che non c'è non si rompe" di Henry Ford) aveva fatto della razionalizzazione una sorta di religione.

Il motore della RE 60 è infatti un microscopico 200 cc di appena 20 Cv (a iniezione e 4 valvole per cilindro), montato sotto la coda, che basta per regalare atri record: una velocità massima di 70 km/h, un consumo di 36 km/l e - soprattutto - emissioni di 60 g/km. Ossia esattamente quelle di un'auto elettrica che circola in Italia (ma non in Francia o in Germania dove le emissioni delle auto a batteria sono di 40 g/km) visto che noi produciamo ancora corrente in modo "sporco". Ma senza imbarcarci in complicati paragoni ambientalisti (ricordando però - tanto per rimanere in tema con Henry Ford e Colin Chapman - che "quello che non c'è non ha inquinato per la sua produzione"...) dalla RE 60 tutto il mondo dell'auto dovrebbe prendere importanti insegnamenti: possibile che i colossi dell'industria non riescano a produrre nulla di simile? Possibile che in tutto il cosiddetto mondo civilizzato le utilitarie debbano per forza avere interni in pelle, navigatori satellitari e motori da 100 cavalli?

Certo, la RE 60 così com'è da noi non potrebbe essere omologata perché non rispetterebbe nessuna prova di crash, però la sua lezione di minimalismo non dovrebbe essere ignorata. Osservando la macchina infatti ci si chiede fin dove potrebbe arrivare - come prezzo - una simil Panda o simil Aygò progettata fin dall'inizio senza orpelli, con un motore motociclistico e badando al massimo risparmio. Certo non a 2500 euro, ma intorno ai 4/5000 di sicuro visto che già oggi una Fiat Panda è offerta a meno di 8000 euro con clima e stereo... E con un motore da 70 Cv che la spinge inutilmente ad oltre 160 orari...

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