Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
sabato 28 maggio 2011
LEGA ARABA APPOGGIA ANP PER RICORSO A ONU SU STATO PALESTINA
CETRIOLI KILLER: IN GERMANIA SALE A 10 BILANCIO DELLE VITTIME
Yemen: rapiti tre volontari francesi
A Barcellona la polizia sgombera la piazza, 100 feriti tra i dimostranti
Allarme per i blogger: confermato l'oscuramento del blog "Accade in Sicilia"
Per la Corte di Appello di Catania si trattava di «stampa clandestina» | |
FEDERICO GUERRINI | |
“Punirne uno, per educarne cento”. Dalla Sicilia arriva un pessimo segnale per chi ha a cuore la libertà di parola sul Web e la mente torna alla vecchia massima degli amanti della disciplina. D'ora in poi, chi gestisce un blog dovrà stare con gli occhi ben aperti per evitare di essere accusato di svolgere impropriamente attività giornalistica e vedersi oscurare il sito. C'era attesa in questi giorni, fra i blogger di più lungo corso, per una sentenza in arrivo dalla Corte di Appello di Catania: in discussione la revisione del giudizio di merito sulla condanna, avvenuta nel 2008, dello storico siciliano Carlo Ruta, accusato a suo tempo di “stampa clandestina” - in ossequio a una legge del 1948 - per non aver registrato come testata giornalistica il blog Accade in Sicilia. Chi sperava in un ribaltamento di una sentenza che aveva portato diversi commentatori ad accomunare l'Italia, quanto a censura della libertà di espressione su Internet, a Paesi come Cuba, la Birmania, e la Cina, resterà deluso: niente lieto fine, almeno per il momento: i giudici, con verdetto deciso il 2 maggio ma reso noto solo in questi giorni, hanno confermato la precedente condanna del tribunale di Modica, condannando Ruta al pagamento di un ammenda di 150 euro. Il sito, che raccoglieva materiale storico su eventi come la strage di Portella della Ginestra ma anche inchieste di maggiore attualità, è offline ormai dal 2004. Si può avere un'idea del suo contenuto attraverso la macchina del tempo del sito Webarchive.org “È una condanna che non ha ragione di essere – commenta Ruta raggiunto al telefono – il mio era un normale blog personale dove inserivo le mie riflessioni su eventi storici e di attualità, senza alcuna periodicità regolare”. Lei, in un'intervista rilasciata nel 2005 aveva parlato di “poteri forti” che avrebbero desiderato la chiusura di Accade in Sicilia. A cosa si riferiva? Oltre a occuparmi di vicende storiche, nel blog avevo parlato anche di eventi più recenti, come la situazione delle banche in Sicilia (nel sud-est dell'isola si era creata a mio avviso una situazione anomala; questa parte della Sicilia sembrava essere diventata un piccolo “paradiso fiscale”) e i punti oscuri riguardanti le indagini sull'omicidio, negli anni '70, del giornalista dell'Unità e dell'Ora Giovanni Spampinato. Nel momento in cui ho iniziato a occuparmi di questi fatti, sono partiti gli attacchi. Prima le querele, una decina di procedimenti, li ho vinti tutti, poi hanno deciso di oscurarmi usando una legge del 1948, nata in un momento particolare, in cui si temeva potessero risorgere riviste che inneggiavano al partito fascista, e rimasta da allora lettera morta. Da chi è partita la denuncia per violazione della legge sulla stampa clandestina? Dal procuratore di Ragusa, lo stesso che si era occupato delle indagini su Spampinato. Ci tengo a precisare che sulla conduzione delle stesse non avevo attribuito colpe, mi ero limitato a dire che forse si sarebbe potuto indagare più a fondo. Perché non ha più riaperto un altro blog dopo la fine di Accade in Sicilia? Ci ho provato, per un certo periodo, avevo aperto un blog registrandolo in America, a San Francisco, ma ho avuto un sacco di problemi tecnici, spesso non riuscivo a comunicare col server e il blog restava inaccessibile per giorni, per cui ho deciso di lasciare perdere. Continua ... http://lastampa.it/_web/cmstp/tmplrubriche/tecnologia/grubrica.asp?ID_blog=30&ID_articolo=9089&ID_sezione=38&sezione= |
Distaccamento aereo Usa in Polonia "Collaboriamo sul piano anti-missili"
Barack Obama a Varsavia parla di difesa, energia e diritti civili. Il pressing sulla Bielorussia: "La situazione è inaccettabile"
Continua ...
http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/404488/
Attentato a Kunduz, sette morti Ucciso capo della polizia, ferito il governatore
Un kamikaze si è fatto esplodere nell'edificio del governo della provincia di Takhar. Tra le vittime anche tre soldati tedeschi. Scampato all'attacco, ma ferito gravemente, il comandante delle truppe tedesche in Afghanistan, Markus Kneip
Ligabue: “L’Italia non è un paese moderno”
Il popolare cantante commenta con parole di sconforto la situazione politica del nostro Paese
Luciano Ligabue, uno dei più famosi cantanti italiani, si racconta al mensile Max edizione di giugno, anche in vista del grande tour estivo che accompagnerà l’estate musicale del nostro Paese, nel quale è previsto un maxi concerto alCampovolo dove sono attese 200 mila persone. Il cantante emiliano interviene anche sulla politica italiana, rimpiangendo l’antico Pci della sua regione e rimarcando come attualmente l’Italianon sia governata in modo moderno.
ITALIA IN DIFFICOLTA’- Ligabue intervistato dal mensile “Max” per il numero di giugno, afferma che “Il nostro e’ un paese in grande difficolta’”. Una convinzione inserita all’interno di un piu’ ampio discorso, che spazia dalla sua infanzia fino alle sue passioni e al suo senso etico. ”Sono un idealista – ha dichiarato Liguabue – sono cresciuto in Emilia Romagna in una famiglia comunista che aveva subito il manganello perche’ non voleva prendere la tessera fascista”. Ma della politica l’interprete di “Certe Notti” ha anche una visione positiva: “Quando ero piccolo, il comunismo era allegria. Le strutture funzionavano, la cultura era gratis e i piu’ deboli erano protetti. Insomma, una specie di Eden”.
LA SITUAZIONE ODIERNA E’ SCONFORTANTE - Secondo il cantante, pero’, la situazione oggi e’ molto peggiorata. “Se segui la cronaca – racconta sempre a “Max” – ti prende lo sconforto: non siamo un paese moderno, non riusciamo a progettare il futuro, i ragazzi che vogliono fare ricerca devono andarsene”. E aggiunge: “Questo paese non e’ di chi lo governa e’ di chi lo abita”.
Prince a Umbria jazz il 15 luglio
Amnesty 2011: 50 anni, oggi anniversario
(ANSA) - ROMA - Mezzo secolo di campagne a favore dei diritti del mondo. Cinquant'anni di lotte contro soprusi e liberta' negate. Amnesty International, ''il piu' grande movimento globale per i diritti umani'' con quasi 3 milioni di attivisti nel pianeta, oggi spegne 50 candeline.Alla festa parteciperanno 23 capitali'' del mondo. A Roma la festa si celebra all'Ambra Jovinelli, tra musica, letture e testimonianze E' stato emesso da parte di Posteitaliane un francobollo celebrativo,in 3,6 milioni di esemplari.
Nucleare: Germania, a migliaia protestano
Gli italiani non lo vogliono più
Lo ha lasciato prima la seconda moglie Veronica Lario, poi Gianfranco Fini, la settimana scorsa i milanesi e tra un po’ lo abbandonerà anche Bossi. Il Cavaliere è disperato perché è sempre più solo. Sono lontani i tempi in cui era l’italiano più in vista e più adorato, quello che faceva schizzare l’audience delle trasmissioni con le sue celestiali apparizioni. Un tempo indirizzava e condizionava non solo lo stile di vita e le abitudini degli italiani ma anche i loro credi e le loro idee politiche. A Milano ha visto calare le sue preferenze da oltre
I cattolici gli imputano una vita sregolata e troppo lontana dai dettami cristiani. I laici lo vedono come un baciapile ed uno che si ingrazia le sottonane dei cardinali solo per meri tornaconti politici. I liberali si sono accorti che la rivoluzione liberale lungamente promessa sin dal lontano 1994 è uno spot alla “Mediashopping”. Ai socialisti non convince perché in lui non c’è un reale interesse al progresso della società ma solamente un attaccamento morboso al “suo popolo” (che coincide con il suo elettorato). I radicali lo considerano colui che ha accelerato i mali della partitocrazia e della “peste italiana” .
I democratici lo giudicano uno scherzo della democrazia. I repubblicani lo vedano più adatto alla res privata.Per la maggior parte dei costituzionalisti è un dilettante del diritto. Per i padri costituenti rappresenterebbe tutto quello che il nostro paese avrebbe dovuto evitare.
Per i meridionali è troppo sbilanciato a nord, per i Leghisti accontenta troppo spesso “i terroni”.
Per la stampa estera è una macchietta da avanspettacolo, per Muammar Gheddafi è un ex amico, per Putin è ancora per un po' un compagnone. Per Barak Obama è una nullità rispetto a Giorgio Napolitano.
Il presidente della Repubblica cerca di contenerlo, il Presidente della Camera lo osteggia in tutti i modi, il Presidente del Senato lo asseconda come una madre premurosa.
Per i giudici di Milano Berlusconi è un poco di buono, per Ruby un benefattore, per Emilio Fede un perseguitato, per Daniela Santanchè è un malato di cancro (delle procure). Per Noemi è papi, per
“Sorry for Berlusconi” migliaia di italiani su facebook Obama
Migliaia di italiani hanno lasciato messaggi sulla bacheca Facebook del presidente Usa Barack Obama, scusandosi in inglese (‘Sorry mr. President”, dicono per lo più) per le parole dette al leader americano dal presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Ieri, al G8 di Deauville, Berlusconi aveva avvicinato Obama raccontandogli che in Italia ci sarebbe la ”dittatura” dei pm di sinistra. ”I’m sorry Mr President, I’m Italian. Mr Berlusconi is not speaking in my name” (“mi dispiace signor presidente, sono italiano, il signor Berlusconi non parla a mio nome”), dice un messaggio ripetuto da molti commentatori.
Ma ci sono anche messaggi controcorrente: “I’m sorry Mr President, gli italiani di sinistranon sanno quello che fanno, li perdoni”, si legge in uno.
I commentatori italiani hanno messo le loro frasi sotto un link della pagina Fb di Obama relativo al suo discorso a Westminster Hall, a Londra, di qualche giorno fa.
La Giornata del sollievo per combattere il dolore 'inutile'
Diverse le iniziative in tutt'Italia. Un problema collegato a patologie che colpiscono spesso le donne. Bollino rosa per i migliori ospedali. Campagna informativa in 16.500 farmacie
di VALERIA PINISilvio stalker: dopo Obama tocca a Medvedev
Il presidente del Consiglio in versione molesta racconta anche al leader russo la situazione italiana, il golpe dei pm di sinistra, eccetera. Tutta la stampa ne parla.
Dopo Barack Obama tocca a Dimitri Medvedev, leader russo messo all’angolo da Silvio Berlusconi che ieri, durante il G8 a Deauville, ha ritenuto corretto raccontare a lui, come a tanti altri leader mondiali, che in Italia c’è una dittatura dei giudici di sinistra: lo aveva già raccontato a Barack Obama, capo di Stato americano, che non aveva fatto una piega, probabilmente perchè non eccessivamente interessato alle sensazionali rivelazioni del presidente del Consiglio.
STALKING – Che il capo del Governo stesse girando il vertice francese come una trottola nell’intenzione di spiegare a tutti i partner internazionali che in Italia la vita è proprio impossibile visti i giudici che popolano le procure, veri sedi dell’ultimo partito comunista esistente, quello appunto giudiziario, lo avevano anticipato le agenzie solo ieri, da noi riprese. Oggi su tutti i principali giornali c’è il resoconto di un uomo che ha molto sudato, ieri, per inseguire tutti gli ospiti al G8 che tentavano di fuggire dai suoi micidiali racconti della situazione italiana.
A Deauville, invece, Mister B. aveva mandato in scena l’atto secondo del suo show sotto il tendone del circo mediatico del Vertice degli Otto Grandi. Vittima, dopo Obama, il presidente russo Medvedev: la loro conversazione, anche stavolta registrata dalle telecamere, non è comprensibile come quella di ieri con l’americano, ma si capisce bene lo stesso che il premier italiano, ovviamente assistito dall’interprete, torna sul tema della giustizia e parla di “quattro accuse importanti”. Al termine del breve colloquio, Medvedev congeda Berlusconi con un sorriso e due pacche sul braccio (e un sospiro di sollievo). Berlusconi, dal canto suo, si vanta di non avere risparmiato nessuno, a Deauville: “Ho parlato con tutti i leader del G8”. “Era mio dovere informarli su quello che succede in Italia”, afferma, riferendosi “a 24 accuse contro di me cadute nel nulla” (nel corso della conferenza stampa, diventeranno poi 31).
Continua ...
http://www.giornalettismo.com/archives/127214/silvio-stalker-dopo-obama-tocca-a-medvedev/
Evirato e torturato a morte. A 14 anni
Il video choc del cadavere di Hamza al Khatib, giovane ucciso in Siria dopo essere stato sottoposto a brutali pestaggi in carcere
Sarebbe stato anche evirato il ragazzino siriano, originario della regione meridionale di Daraa, morto ‘sotto tortura inflittagli dai servizi di sicurezza’ di Damasco e il cui corpo e’ stato consegnato alla famiglia mercoledi’ scorso, dopo che era stato dichiarato scomparso il 29 aprile.
VIDEO - La tv al Jazira, che ieri aveva mostrato parte delle crude immagini della salma di Hamza al Khatib (14 anni), di Jiza, nei pressi di Daraa, ha oggi riproposto il video ‘girato dai familiari’ nel quale si vede il corpo martoriato di un adolescente con evidenti segni di percosse, ustioni, ferite. All’altezza del ventre un telo bianco sporco di sangue copre i genitali e il commentatore tv delle immagini afferma che il giovane siriano e’ stato evirato durante le torture subite. Sui social network, dissidenti e oppositori siriani hanno oggi invocato nuove manifestazioni anti-regime oggi in tutta la Siria ‘per ricordare il giovane martire Hamza Khatib’.
Anm: aggressioni premier danno a paese
(ANSA) - ROMA - Le ''continue aggressioni'' da parte del premier alla magistratura producono anche un ''danno all'immagine del nostro Paese''. Cosi' l'Anm replica alle dichiaraziOni di ieri di Silvio Berlusconi. ''Siamo molto preoccupati - dice il segretario dell'Anm, Giuseppe Cascini - per le continue aggressioni alla magistratura''. Il presidente del sindacato del toghe, Luca Palamara rileva ''la gravita' degli interventi purtroppo quotidiani'' contro la magistratura.