Due giorni all'ora X e nel governo è già resa dei conti. Maggioranza nel caos, cadono i primi pezzi. "Inaccettabili volgarità dal presidente del Consiglio" denuncia, rassegnando le dimissioni dall'incarico appena ricevuto, la sottosegretaria Daniela Melchiorre. Indigesto, lo show antitoghe in pieno G8, per il magistrato in aspettativa. Il premier Berlusconi chiude la campagna da Napoli, vola lì da Deauville nel tentativo di strappare almeno la città campana e poter sbandierare un pareggio a questo punto quasi insperato. Ma sembra ormai rassegnato a fare i conti con un vero e proprio tsunami. Pdl in frantumi, peones in transito che frenano il passaggio al centrodestra, la diaspora dei Responsabili. Il governo rischia di tornare pericolosamente sotto quota 316 proprio quando sarà chiamato ad affrontare il voto d'aula sull'ingresso dei nuovi sottosegretari. Nello staff del premier, come ai massimi vertici del partito, c'è incredulità e smarrimento dopo le intemperanze al summit. Da Palazzo Chigi contestano a chi è stato al fianco del presidente nella due giorni in Normandia di non aver saputo frenare, impedire gli exploit internazionali sulla giustizia. Accuse rivolte soprattutto al braccio destro Valentino Valentini e al consigliere diplomatico Bruno Archi. "La verità è che quando Gianni Letta non ha il controllo della situazione, tutto rischia ormai di precipitare" commenta con amarezza uno dei più stretti collaboratori. Ma il terremoto in arrivo è tutto politico.
Il primo atto lo mette nero su bianco e lo ha recapitato alle 20 a Palazzo Chigi il neo sottosegretario allo Sviluppo economico Daniela Melchiorre. La liberaldemocratica, che assieme a Italo Tanoni aveva abbandonato il terzo polo per tornare in maggioranza, si dimette dall'incarico di governo. Quella poltrona, fa notare, non l'aveva volutamente occupata in queste due settimane dalla nomina. E al voto di fiducia di martedì scorso i due non avevano partecipato. La lettera della Melchiorre fa riferimento proprio alle "incredibili esternazioni del presidente del Consiglio contro i magistrati all'incredulo presidente Obama al G8". Spiega: "Non ho potuto far altro che constatare che non vi è, almeno per me, uno spazio per proseguire, o meglio avviare, un contributo effettivo all'attività governativa". Parla da ex magistrato, la sottosegretaria che nel governo aveva ricoperto l'incarico alla Giustizia, e sostiene che "si è superata la misura: non è francamente accettabile che si giunga alle volgarità dei giorni passati" e alla "delegittimazione" dei suoi colleghi, per di più in un vertice internazionale. "Non posso dimenticare - scrive - di essere un magistrato e di aver indossato con orgoglio e con onore la mia toga: orgoglio e onore che sono quelli della quasi totalità dei magistrati che, silenziosamente, svolgono il proprio dovere tra difficoltà e rischi, carichi e disagi". E che invece vengono definiti "cancro da estirmare: per me è impossibile far parte di un governo il cui capo sconsideratamente parla di "dittatura dei giudici di sinistra"". La decisione di lasciare è "irrevocabile", fa presente. E il partito condivide, via dal centrodestra anche Tanoni: "Pensavamo di poter dare una mano al governo, ci siamo accorti che il premier ha un unico problema, i suoi processi, e su quel piano non possiamo seguirlo". Ritorno al terzo polo? "Intanto nel gruppo misto, di certo restiamo coi moderati, di certo all'opposizione".
Continua ...
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