sabato 28 maggio 2011

Gli italiani non lo vogliono più

Lo ha lasciato prima la seconda moglie Veronica Lario, poi Gianfranco Fini, la settimana scorsa i milanesi e tra un po’ lo abbandonerà anche Bossi. Il Cavaliere è disperato perché è sempre più solo. Sono lontani i tempi in cui era l’italiano più in vista e più adorato, quello che faceva schizzare l’audience delle trasmissioni con le sue celestiali apparizioni. Un tempo indirizzava e condizionava non solo lo stile di vita e le abitudini degli italiani ma anche i loro credi e le loro idee politiche. A Milano ha visto calare le sue preferenze da oltre 50000 a meno di 28000. Sono numeri elevatissimi ma qualcosa tra il cittadino italiano ed il Presidente Berlusconi si è irrimediabilmente rotto.

I cattolici gli imputano una vita sregolata e troppo lontana dai dettami cristiani. I laici lo vedono come un baciapile ed uno che si ingrazia le sottonane dei cardinali solo per meri tornaconti politici. I liberali si sono accorti che la rivoluzione liberale lungamente promessa sin dal lontano 1994 è uno spot alla “Mediashopping”. Ai socialisti non convince perché in lui non c’è un reale interesse al progresso della società ma solamente un attaccamento morboso al “suo popolo” (che coincide con il suo elettorato). I radicali lo considerano colui che ha accelerato i mali della partitocrazia e della “peste italiana” .

I democratici lo giudicano uno scherzo della democrazia. I repubblicani lo vedano più adatto alla res privata.Per la maggior parte dei costituzionalisti è un dilettante del diritto. Per i padri costituenti rappresenterebbe tutto quello che il nostro paese avrebbe dovuto evitare.

Per i meridionali è troppo sbilanciato a nord, per i Leghisti accontenta troppo spesso “i terroni”.

Per la stampa estera è una macchietta da avanspettacolo, per Muammar Gheddafi è un ex amico, per Putin è ancora per un po' un compagnone. Per Barak Obama è una nullità rispetto a Giorgio Napolitano.

Il presidente della Repubblica cerca di contenerlo, il Presidente della Camera lo osteggia in tutti i modi, il Presidente del Senato lo asseconda come una madre premurosa. La Corte Costituzionale gli cassa le leggi. La Corte di Cassazione si deve pronunciare sui referendum, e se non stoppa quello sul nucleare e sull’acqua gli italiani gli toglieranno il “legittimo impedimento” .

Per i giudici di Milano Berlusconi è un poco di buono, per Ruby un benefattore, per Emilio Fede un perseguitato, per Daniela Santanchè è un malato di cancro (delle procure). Per Noemi è papi, per la Minetti ha il culo flaccido, per Lele Mora è un ottimo p.r, per Comunione e Liberazione non è più affidabile. Per i milanisti non va più votato anche se il loro presidente vince lo scudetto.

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