Il popolare cantante commenta con parole di sconforto la situazione politica del nostro Paese
Luciano Ligabue, uno dei più famosi cantanti italiani, si racconta al mensile Max edizione di giugno, anche in vista del grande tour estivo che accompagnerà l’estate musicale del nostro Paese, nel quale è previsto un maxi concerto alCampovolo dove sono attese 200 mila persone. Il cantante emiliano interviene anche sulla politica italiana, rimpiangendo l’antico Pci della sua regione e rimarcando come attualmente l’Italianon sia governata in modo moderno.
ITALIA IN DIFFICOLTA’- Ligabue intervistato dal mensile “Max” per il numero di giugno, afferma che “Il nostro e’ un paese in grande difficolta’”. Una convinzione inserita all’interno di un piu’ ampio discorso, che spazia dalla sua infanzia fino alle sue passioni e al suo senso etico. ”Sono un idealista – ha dichiarato Liguabue – sono cresciuto in Emilia Romagna in una famiglia comunista che aveva subito il manganello perche’ non voleva prendere la tessera fascista”. Ma della politica l’interprete di “Certe Notti” ha anche una visione positiva: “Quando ero piccolo, il comunismo era allegria. Le strutture funzionavano, la cultura era gratis e i piu’ deboli erano protetti. Insomma, una specie di Eden”.
LA SITUAZIONE ODIERNA E’ SCONFORTANTE - Secondo il cantante, pero’, la situazione oggi e’ molto peggiorata. “Se segui la cronaca – racconta sempre a “Max” – ti prende lo sconforto: non siamo un paese moderno, non riusciamo a progettare il futuro, i ragazzi che vogliono fare ricerca devono andarsene”. E aggiunge: “Questo paese non e’ di chi lo governa e’ di chi lo abita”.
Nessun commento:
Posta un commento