Divulgo quello che ... non tutti dicono ... / Perchè il male trionfi è sufficiente che i buoni rinuncino all'azione. (Edmund Burke)
giovedì 2 giugno 2011
Batterio killer, oltre 1600 casi in Europa. L'Oms: un ceppo finora sconosciuto
I clienti svaligiano Aiazzone. Il web: “W la giustizia proletaria!
Un raid di 200 persone al mobilificio reclama i mobili mai consegnati e gli stipendi arretrati.
Storie di una impresa italiana morente: il mobilificio Aiazzone nella bergamasca, parte del gruppo Aiazzone ormai fallito – e sono ancora in corso gli accertamenti giudizari: è probabile che la vicenda finisca in maniera tribunalizia – è stato preso d’assalto da cittadini, immigrati, ex-dipendenti che ne hanno svaligiato il magazzino. Una forma di auto-soddisfacimento che somiglia al furto e che già diventa la nuova “spesa proletaria”.
COLPO GROSSO – In ogni caso accade tutto vicino Bergamo. 200 fra immigrati, dipendenti e cittadini si danno appuntamento in mattinata e procedono a quello che sembra davvero un esproprio proletario.
Sono arrivati in duecento con un centinaio di automezzi, hanno scassinato il magazzino di mobili e si sono portati via tutto, smontando perfino parti dell’edificio. Tecnicamente è stato un furto, ma un furto un po’ particolare. Visto che il magazzino depredato è di Aiazzone, e molti di coloro che l’hanno svuotato erano clienti che avevano pagato merce che non hanno mai ricevuto oppure dipendenti che hanno mesi di stipendi arretrati che non riceveranno mai. L’assalto è avvenuto nel tardo pomeriggio di venerdì nel magazzino Aiazzone di Pognano, dove già da un mese si verificavano dei furti saltuari. Stavolta invece si sono mossi in massa. A quanto si è capito le duecento persone (soprattutto immigrati che vivono nei paesi intorno ma anche qualche decina di bergamaschi) si sono date appuntamento alla stessa ora e sono arrivati sul posto con auto, furgoni, camioncini, anche qualche tir (alcuni di qualche noto corriere ma con il logo coperto da teli), hanno forzato la serratura e poi hanno cominciato a caricare tutto quello che hanno trovato.
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http://www.giornalettismo.com/archives/127922/i-clienti-svaligiano-aiazzone-il-web-hanno-fatto-bene/
Promosso il questore del G8 condannato due volte per i fatti della Diaz
Spartaco Mortola, ex Digos, è oggi questore. Nonostante sia stato condannato a quasi cinque anni di galera
L’ex dirigente della Digos di Genova nel luglio del 2001 Spartaco Mortola e’ stato promosso, ottenendo il grado di questore. Mortola, 52 anni, genovese originario di Camogli, nel corso degli ultimi mesi per i fatti legati ai disordini del G8 ha subito due condanne in appello: tre anni e 8 mesi e cinque anni di interdizione dai pubblici uffici per l’irruzione alla scuola Diaz e un anno e due mesi per induzione alla falsa testimonianza dell’allora questore di Genova Francesco Colucci.
IL SILP PROTESTA - Secondo Roberto Traverso, segretario generale provinciale del sindacato di polizia Silp Cgil questa promozione “Non aiuta chi, come il Silp per la Cgil, si batte ogni giorno per l’immagine e i valori democratici della Polizia di Stato – si legge in una nota del sindacalista – Un anno fa (precisamente agosto 2010) quando usci’ la ‘velina’ relativa alla nomina, il Viminale butto’ acqua sul fuoco, prendendo tempo, assicurando che la nomina non sarebbe stata imminente. Oggi siamo amareggiati e preoccupati, perche’ in un momento delicato e fondamentale per la nostra categoria e per tutto il Comparto Sicurezza, crediamo che il Dipartimento della P.S. abbia perso un occasione per dare un segnale di rottura”. Traverso prosegue sottolineando che “con una base che chiede finalmente tutela per coloro che appartengono alla ‘truppa’ e che per responsabilita’ oggettive, sono stati abbandonati, parcheggiati in un ‘limbo’ ammantato da una livida cappa a forma di ‘prescrizione’ alla stessa stregua di chi di responsabilita’, se non altro deontologiche, ne hanno, eccome. Sarebbe stato importante attendere almeno l’esito della sentenza della Corte di Cassazione, visto che il dott. Mortola e’ stato condannato anche in appello all’interdizione dai pubblici uffici”.
Sfondare il Quorum e cambiare le leggi elettorali. Si può!
La Cassazione ha dato il via libera ai referendum!
Adesso il primo obiettivo è quello di vincere contro il Quorum di una legge ingiusta, e il secondo è quello di cambiare questa legge scellerata.
La Corte di Cassazione ha stabilito che la legge “omnibus”, ovvero “ammazza-referendum” è in realtà una legge truffa che non può togliere ai cittadini il diritto di pronunciarsi per sottrarre il nucleare alle voglie del governo. Quindi domenica 12, o lunedì 13, andremo a votare su tre arg
omenti, con quattro quesiti: Acqua Pubblica1, Acqua Pubblica 2, Nucleare, Illegittimo impedimento.
L’obiettivo è quello di ottenere che tutti e quattro i referendum superino il Quorum.
Non sarà facile, perché la legge sui referendum nasconde uno sporco trucco: esaminiamolo.
Fatti cento gli italiani, dalle ultime elezioni sappiamo che una quarantina non vota. Supponiamo che dei restanti 60 ce ne siano 49 per il SI all’abolizione e 11 per il NO (cioè: per conservare lo stato attuale).
Ebbene: l’attuale, scellerata legge sui referendum, impone che vincano i SI soltanto se i conservatori vanno a votare, ma che invece vinca la ridicola minoranza dei NO se – come ormai sempre fanno - i conservatori si astengono.
E’ il nostro parlamento che ha votato questa legge ingiusta, ed è difficile dire quanti dei nostri “onorevoli” fossero scemi e quanti fossero invece dei “furbetti della conservazione”.
E’ giustissimo il principio che un referendum non possa modificare una legge se la partecipazione è troppo bassa, ma questa legge truffaldina abbassa artificialmente la partecipazione per far fallire il referendum.
Se il principio della partecipazione vuole che il referendum interessi almeno la metà dei cittadini, il quorum non va posto sul numero dei votanti, ma sul numero dei votanti a favore, e deve essere del 25%. In questo caso i conservatori sono stimolati ad andare a votare, perché se loro superano il 25% il referendum è respinto, altrimenti è giusto che sia vincente e la legge abolita.
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http://www.agoravox.it/Sfondare-il-Quorum-e-cambiare-le.html
Congedi milionari e pensionati d’oro. Manager e politici durante la crisi
Top manager e politici italiani "vittime" dell'abbondanza d'elite. Un viaggio atroce nell'universo degli sprechi e dei privilegi riservati ai soliti noti.
Ryanair sfotte Silvio e le sue scappatelle
Berlusconi, gaffe con Juan Carlos e Napolitano lo riprende
NON SI SMENTISCE MAI IL NOSTRO PREMIER
E. coli: l'infezione causata da una variante mai vista
Ennesima tragedia in mare: 270 clandestini dispersi
I migranti erano in fuga dalla Libia verso le coste italiane
Senza giovani rivince Silvio
A Milano è cambiata la politica nazionale e il successo di Giuliano Pisapia è stato costruito grazie al voto massiccio delle giovani generazioni, che hanno regalato un consenso quasi plebiscitario al candidato del centrosinistra. Come rivela l’analisi di Termometro Polititico, l’istituto che ha condotto il sondaggio più preciso sul ballottaggio milanese
il candidato sindaco del centrosinistra è prevalso in tutte le fasce d’età e di istruzione, ma ha costruito il suo successo soprattutto tra i giovani (gli elettori fino ai 35 anni hanno votato Pisapia al 61% e la Moratti al 39%) e gli elettori con titoli di studio più alti(59% per Pisapia tra i diplomati, addirittura 65% tra i laureati), ma anche gli studenti (63% a 37%). Tutte le categorie più «connesse
La coalizione sociale di Pisapia deve essere il punto di riferimento delle forze politiche di centrosinistra nei prossimi mesi. Senza una massiccia mobilitazione dei giovani a favore del futuro candidato premier dello schieramento progressista la sconfitta di Berlusconi, o di chi eventualmente lo sostituirà, non sarà per nulla scontata. Un’agenda politica chiara e netta sui temi centrali per i giovani: diritti civili, lavoro e giustizia. Un utilizzo della rete efficace, un linguaggio meno paludato, e una coalizione dai confini netti e delimitati. Il partito dei giovani è un alleato essenziale, perché come dimostrano le elezioni in tutto il mondo occidentale, senza il loro contributo il centrosinistra è perdente. Basti pensare al 2008, quando l’astensionismo degli under 40 fu determinante per creare il fossato tra Veltroni e Berlusconi.
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Celebrazioni 2 giugno, fischi per Berlusconi all'Altare della Patria
Ma compaiono anche i manifesti per la Repubblica di Salò.
Berlusconi minaccia la chiusura di Tv e giornali
Droga, la svolta dei grandi del mondo "E' il momento di legalizzarla"
Clamoroso cambiamento di strategia nel rapporto della Global Commission on Drug Policy dopo gli anni della repressione che hanno rappresentato un fallimento. "Va trattata come una questione sanitaria". Nell'organismo Kofi Annan, Paul Volcker, Mario Vargas Llosa, Richard Branson
Alfano siede alla destra di Berlusconi, gli ex AN perdono la golden share, Il Pdl diventa un partito (quasi) come gli altri
Per arrivare a tanto, vuol dire che ha fatto ogni valutazione alternativa possibile e non ne ha trovata una che potesse evitargli il doloroso passaggio, che prevede anche la nascita di una figura tipica dei partiti tradizionale, quella di segretario politico.
Berlusconi l’ha fatto questa “consegna” con il piglio di chi non ha per nulla scelto di lasciare le quinte, ma anche con la convinzione che fosse la cosa giusta da fare per ridare al suo partito esausto per una sconfitta gravosa da sopportare.
Il Ministro della Giustizia, accanto nel corso dell’incontro con i giornalisti a Palazzo Grazioli, è apparso a suo agio ed ha messo in campo tutti gli argomenti utili per cancellare l’ìmmagine di un partito irrimediabilmente sconfitto, ricordando – tra l’altro – i titoli con cui nelle precedenti analoghe circostanze (1995, 2001, 2006), il giornale della sinistra – come lui ha definito La Repubblica – ha annunciato l’irreversibile fine del centrodestra e del partito di Berlusconi. Le cose, ha osservato, non sono andate esattamente così.
Alfano ha anche annunciato la costituzione di un nuovo team al vertice del Pdl, i cui componenti avranno titoli e qualità per esercitare con efficienza e competenza in piena libertà la loro attività.
Angelino Alfano ha voluto precisare comunque che la sua nomina a segretario nazionale del Pdl sarà formalizzata nel corso del consiglio nazionale ed in quella circostanza egli si dimetterà da Ministro della Giustizia per assumere il nuovo incarico. Nel lasso di tempo che gli resta come Guardasigilli, Alfano conta di concludere l’iter della riforma del processo civile con un decreto da portare in Parlamento e proporre il nuovo codice antimafia.
Chi sostituirà Alfano al governo come Ministro della Giustizia? Le candidature sono state esaminate dall’ufficio politico del Pdl ma la decisione non è stata ancora presa. I nomi che si fanno con maggiore insistenza sono quelli di Maurizio Lupi e di Fabrizio Cicchitto. Il primo ha molte più chances del secondo.
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Francia, veleni nel governo «Un ex ministro pedofilo»
L'accusa di Ferry: «Orge in Marocco con ragazzini»
L'ex ministro della Cultura francese Jack Lang, 71 anni. |
La mappa europea dell’avanzata dei partiti populisti e xenofobi
Gli ultimi sono stati i finlandesi. Un quinto dei quali ha dato il proprio voto alla formazione di estrema destra alle recenti elezioni politiche: iVeri Finlandesi hanno ottenuto 39 seggi, da 5 che ne avevano. Uno sconvolgimento, per il panorama politico della tranquilla e civile nazione scandinava, che ha tuttavia deciso di escludere il partito dalla formazione del goveno, preferendo un’ampia coalizione (sempre moderata e conservatrice).
Il regista danese Lars Von Trier, che a Cannes ha dichiarato di simpatizzare per Hitler e ammirare il suo ministro della propaganda Speer, ha parlato di ‘umorismo danese’ per giustificarsi. Se anche nel suo Paese chiunque stigmatizzerebbe dichiarazioni simili, è pur vero che per fronteggiare l’immigrazione il governo di minoranza ha sospeso il Trattato di Schengen grazie proprio all’appoggio esterno del Partito del popolo di Pia Kiaersgaard. Quest’ultimo ha più che raddoppiato i consensi (passando dal 6,8 del 2004 al 15.3 del 2009, nelle elezioni europee).
Sono solo due delle spie, accese in tutta Europa, che segnalano l’aumento del consenso per ipartiti populisti, conservatori e nazionalisti. I meccanismi ricalcano ormai modelli noti. Se il voto alle destre riflette condizioni diverse da Paese a Paese, ad accomunare tutti è l’identificazione dello stesso nemico, individuato nell’altro, nel diverso, nello straniero. Contro di esso, l’elettorato si chiude, rilanciando nazionalismo e protezionismo. Questo prende forme spesso xenofobe, e influenza l’azione di governo nell’elaborazione di misure anti-immigrati: dalla sospensione di Schengen al divieto di indossare il velo, al bando sulla costruzione di moschee e via dicendo. Dal 2009, anno delle europee, e in quasi tutte le consultazioni successive, le formazioni della destra populista hanno raggiunto e superato ildieci percento in undici Stati: Austria, Belgio, Bulgaria, Danimarca, Francia, Italia, Lituania, Norvegia, Olanda, Ungheria, Svizzera.
Partiti ultraconservatori sono recentemente entrati nelle coalizioni di governo in Belgio, nei Paesi Bassi e in Svezia. Da anni lo sono già in Svizzera e Italia. Ben note le campagne di Svp (con manifesti che effigiano minareti a forma di missile o gli immigrati come pecore nere) e Lega Nord (alle scorse regionali venne distribuito sapone per lavarsi le mani ‘dopo aver toccato un clandestino’). In Francia, l’eredità di Jean-Marie Le Pen è stata raccolta dalla figlia Marine, che alle scorse regionali ha raccolto il 12 percento.
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