giovedì 2 giugno 2011

Alfano siede alla destra di Berlusconi, gli ex AN perdono la golden share, Il Pdl diventa un partito (quasi) come gli altri

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E’ una mezza rivoluzione, come se il conduttore di uno spettacolo televisivo, mattatore incontrastato, dopo venti anni, di punto in bianco, avesse concesso la parola alla sua valletta, a lungo silenziosa e defilata. Silvio Berlusconi ha regalato a Angelino Alfano la parola nella qualità di capo del suo partito. Il ruolo, non solo la voce, naturalmente. Per chi fonda un partito salendo su un predellino si tratta di un atto di magnanimità, benevolenza e fiducia che sa di straordinario.

Per arrivare a tanto, vuol dire che ha fatto ogni valutazione alternativa possibile e non ne ha trovata una che potesse evitargli il doloroso passaggio, che prevede anche la nascita di una figura tipica dei partiti tradizionale, quella di segretario politico.

Berlusconi l’ha fatto questa “consegna” con il piglio di chi non ha per nulla scelto di lasciare le quinte, ma anche con la convinzione che fosse la cosa giusta da fare per ridare al suo partito esausto per una sconfitta gravosa da sopportare.

Il Ministro della Giustizia, accanto nel corso dell’incontro con i giornalisti a Palazzo Grazioli, è apparso a suo agio ed ha messo in campo tutti gli argomenti utili per cancellare l’ìmmagine di un partito irrimediabilmente sconfitto, ricordando – tra l’altro – i titoli con cui nelle precedenti analoghe circostanze (1995, 2001, 2006), il giornale della sinistra – come lui ha definito La Repubblica – ha annunciato l’irreversibile fine del centrodestra e del partito di Berlusconi. Le cose, ha osservato, non sono andate esattamente così.

Alfano ha anche annunciato la costituzione di un nuovo team al vertice del Pdl, i cui componenti avranno titoli e qualità per esercitare con efficienza e competenza in piena libertà la loro attività.

Angelino Alfano ha voluto precisare comunque che la sua nomina a segretario nazionale del Pdl sarà formalizzata nel corso del consiglio nazionale ed in quella circostanza egli si dimetterà da Ministro della Giustizia per assumere il nuovo incarico. Nel lasso di tempo che gli resta come Guardasigilli, Alfano conta di concludere l’iter della riforma del processo civile con un decreto da portare in Parlamento e proporre il nuovo codice antimafia.

Chi sostituirà Alfano al governo come Ministro della Giustizia? Le candidature sono state esaminate dall’ufficio politico del Pdl ma la decisione non è stata ancora presa. I nomi che si fanno con maggiore insistenza sono quelli di Maurizio Lupi e di Fabrizio Cicchitto. Il primo ha molte più chances del secondo.

Continua ...

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