Top manager e politici italiani "vittime" dell'abbondanza d'elite. Un viaggio atroce nell'universo degli sprechi e dei privilegi riservati ai soliti noti.
Il Belpaese, la nostra povera Italia. Povera solo per i tantissimi sventurati che non hanno potuto sedersi al tavolo dei giochi delle caste e dei privilegiati, ma ricca per chi a quel tavolo non solo si è seduto, ma ha vinto tutto, prosciugando il banco che, per questo, non ha più niente da offrire a chi invece avrebbe bisogno di fare una piccola puntatina con l'auspicio di poter semplicemente sbarcare il lunario a fine mese.
Top manager italiani a peso d’oro
La classifica dei liquidati dai rubinetti d'oro (calcolo in valore assoluto eseguito per ogni giorno di permanenza sul posto di lavoro) vede come testa di serie numero uno Cesare Geronzi, di recente dimissionario dal gruppo Generali Spa. Ben 48mila euro al giorno per i 347 giorni che ha trascorso in azienda. Il suo stipendio annuale lordo era di 3,3 milioni di euro all'anno. Non male. Subito dopo fa capolino Roberto Colaninno, poi Franco Bernabè. Al quarto posto Matteo Apre, giovane banchiere - amministratore delegato di Capitalia per 4 anni - vittima di uno scontro di potere con lo stesso Geronzi, si accontenta - si fa per dire - di una buonuscita pari a 37,4 milioni lordi. Via via poi tutti gli altri.
Continua ...
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