giovedì 2 giugno 2011

I sospetti di Berlusconi "Dalla Corte una scelta politica tentano l'ultima spallata"

Bossi: Silvio è bollito, ma non so se mollarlo adesso. Il premier: "I costi dell'energia in Italia sono del 40% superiori a quelli della Francia". A Palazzo Chigi temono che anche la Lega possa strumentalizzare i referendum.

di FRANCESCO BEI
ROMA - A palazzo Chigi la decisione salva-referendum della Cassazione arriva come una secchiata d'acqua fredda. Nessuno se l'aspettava, Berlusconi e Romani erano certi di aver disinnescato la bomba. Anzi, seguendo canali riservati, il premier aveva le sue ragioni per ritenere che la maggioranza dei 18 giudici della Cassazione avrebbero rigettato la richiesta del comitato referendario. Previsione sbagliata. Anche per questo la sua reazione ieri è stata esplosiva: "Mi era stato detto che la decisione sarebbe stata diversa. Evidentemente hanno cambiato idea dopo il risultato dei ballottaggi. È chiaramente una mossa politica, pensano di darmi la spallata definitiva".
Ora il premier è preoccupato, giudicava scontato che non ci sarebbe stato il quorum sul legittimo impedimento, ma con il nucleare in ballo tutto può cambiare. Per questo il premier ha dato un ordine preciso: "Come al solito i magistrati si inventano di tutto pur di farmi fuori. Ma non dobbiamo cadere nella loro trappola, dobbiamo togliere ogni valenza politica a questo referendum".
Così matura la decisione di lasciare libertà di scelta, senza dare indicazioni agli elettori. Ed è Gaetano Quagliariello, durante l'ufficio di presidenza del Pdl, l'unico a prendere la parola sull'argomento per spiegare a tutti che "da adesso fino al voto meno ne parliamo e meglio è". È la strategia del silenzio, l'unica opzione possibile per tentare di limitare il danno, per "depoliticizzare" il voto referendario ed evitareripercussioni sul governo. Con la recondita speranza che la Consulta, nella possibile riunione di martedì, dia torto alla Cassazione e giudichi inammissibile il nuovo quesito. Ma sono in pochi a farsi illusioni. Peppino Calderisi, l'esperto giuridico del Pdl, il mago dei codici, è pessimista: "Vista l'aria che tira non mi aspetto una decisione difforme. Se fossi nel comitato per il no almeno farei cambiare il titolo del quesito, appellandomi alla Cassazione. Perché adesso è un falso bello e buono, non ha alcun senso scrivere sulle schede "Abrogazione delle nuove norme che consentono la produzione nel territorio nazionale di energia elettrica nucleare". Quelle presunte "nuove norme" semplicemente non esistono".
Continua ...

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