sabato 3 settembre 2011

Libia: pronti a ripartire pozzi petrolio entro meta settembre

Libia: pronti a ripartire pozzi petrolio entro meta settembre

BENGASI - La produzione di petrolio nei pozzi di Misla e Sarir ripartira' il 12 o il 13 settembre. E' quanto ha assicurato Ali Tarhouni, il ministro del Petrolio del Consiglio nazionale transitorio libico (Cnt) citato dall'Ansa. La produzione nei campi petroliferi nell'est della Libia, che erano finite nelle mani dei ribelli di Bengasi, si era interrotta lo scorso aprile dopo gli attacchi delle forze fedeli a Muammar Gheddafi.

Iran insiste per disarmo totale

Iran insiste per disarmo totale

TEHERAN - Secondo il rappresentante iraniano all'Onu, il disarmo nucleare e' l'unica via per salvare il mondo dalle armi atomiche.

"La stragrande maggioranza della comunità internazionale e' fortemente convinta che l'unica garanzia che le armi nucleari non vengano utilizzate e' loro l'annientamento totale", ha detto Eshaq Ale-Habib intervenuto ieri all'Assemblea Generale delle Nazioni Unite. La Repubblica islamica dell'Iran, paese firmatario del trattato internazionale che proibisce i test nucleari in qualsiasi ambiente, crede che il disarmo nucleare deve essere messo all'ordine del giorno della comunità internazionale ed eventuali esperimenti atomici devono essere vietati. Ale-Habib ha inoltre chiesto la correzione e la riforma del trattato di non proliferazione (Tpn). Il Tpn deve essere trasformato in trattato di disarmo e non proliferazione nucleare.

Wikileaks da Israele: no allo stato di Palestina per commettere crimini impuniti

È in uno dei tanti cable dall'ambasciata americana di Tel Aviv (del 23 febbraio 2009) e pubblicati da Wikileaks il motivo reale per il quale Israele s'oppone duramente alla proclamazione dello stato di Palestina. Il cable descrive il colloquio tra l'ambasciatore James B. Cunningham e il generale israeliano Mandelblit dell'avvocatura militare, in merito alle conseguenze dell'operazione Piommbo Fuso su Gaza e del conseguente rischio che Israele sia chiamata a rispondere di svariati crimini nelle sedi internazionali.

Questa che segue è la traduzione dei passaggi più interessanti.

"Mandelblit ha sottolineato la preoccupazione per lo sforzo dell'Autorità palestinese di colpire Israele attraverso il Tribunale Penale Internazionale (ICC) e ha espresso la speranza che gli Stati Uniti interverranno sia presso i palestinesi che presso l'ICC, e sosterranno pubblicamente l'opinione israeliana sulla mancanza di giurisdizione dell'ICC. Ha avvertito che un attacco dell'Autorità Palestinese ad Israele attraverso l'ICC sarebbe considerato un atto di guerra dal governo israeliano".

"Mandelblit ha detto che sono stati consegnati ad Ocampo (procuratore capo dell'ICC) diversi pareri legali che sostengono che l'ICC non ha giurisdizione legale sulla Palestina a causa della mancanza di statualità dell'Autorità Palestinese"

"Mandelblit ha detto che il governo israeliano è preoccupato perchè la questione dell'ICC non è ancora stata tolta dal tavolo e che sembra essere una decisione politica per Ocampo, con un aumento della pressione proveniente dalla Lega Araba perché l'ICC affronti anche i paesi occidentali invece di occuparsi "solo di Africa".

La preoccupazione israeliana sembra fondata e spiega benissimo il motivo principale per il quale Israele s'oppone ancora oggi alla creazione di uno stato palestinese, previsto dalle stesse risoluzioni dell'ONU che hanno permesso la fondazione d'Israele e previsto dagli accordi di Oslo firmati dagli stessi israeliani. Israele non vuole uno stato palestinese per continuare a commettere impunemente gravi crimini contro i palestinesi a suoi piacimento.

E se servisse una conferma di questa volontà criminale, è facilmente rintracciabile in un secondo cable, questa volta da Stoccolma (del 5 febbraio 2009), nel quale si dice che l'ambasciatore israeliano Benny Dagan durante un pranzo con l'ambasciatore iracheno ha confessato, alla presenza dell'ufficiale americano Robert J. Silverman che: "L'attuale strategia è di usare una forza sproporzionata in risposta agli attacchi di Hezbollah e Hamas". Che è un crimine. E di seguito: "Secondo Dagan queste reazioni dell'IDF hanno un tasso d'approvazione del 90% in Israele, anche se poi ha ammesso che Israele manca di una strategia politica per accompagnare la deterrenza".

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http://www.agoravox.it/Wikileaks-da-Israele-no-allo-stato.html

ESCLUSIVO - Così il console USA bocciò il Piano per il Sud di Berlusconi

“Le misure più importanti per trasformare il Sud non sono neanche in discussione”. In un cablo del Consolato USA di Napoli, che AgoraVox pubblica in esclusiva, le preoccupazioni sul destino del Sud Italia. L’ex Console Truhn bocciò la linea di Berlusconi: parole vuote volte solo a mantenere gli equilibri politici tra PdL siciliano e Lega. Intanto i finanziamenti europei vengono sprecati. Per il Consolato c’è bisogno di una società civile attenta e di una classe dirigente responsabile, capaci di ripristinare la legalità e debellare le mafie.

Risale al 2009 uno degli ultimi cablo rilasciati da Wikileaks, finora inedito, che si inserisce nel prolungato studio dell’ex Console Usa a Napoli, Patrick Truhn, sul Sud Italia e sulle infiltrazioni del criminali mafiose.Il cablogramma contiene la relazione del Console al Governo statunitense sul Piano per il Sud dell’esecutivo Berlusconi. Truhn riporta con fedeltà l’immagine che ricava dai suoi colloqui, dall'osservazione e dallo studio della realtà del mezzogiorno, le cui parole non fanno che inserirsi in un solco già scavato dalla popolazione, dalle associazioni e dalle personalità politiche e giudiziarie nei dialoghi riportati brevemente. Un “gloomy portrait”, un triste ritratto, lo definisce egli stesso più volte.

Truhn rileva subito che molti dei miliardi stanziati dall'Unione Europea in virtù della necessità di una politica di sviluppo efficace tornano indietro a Bruxelles, per il semplice fatto che il Sud non è stato capace di spenderli. La conseguente condizione di stallo, durata decenni, spiega il Console, ha permesso che l'area del Sud Italia fosse l'unica in cui lo stanziamento di fondi per lo sviluppo si sia rivelato fallimentare. Il luogo che viene descritto, in balia di una cronica assenza di infrastrutture, grazie ad un mix di leadership politica debole, sorveglianza irrisoria, corruzione dilagante e crimine organizzato, è difficilmente assimilabile ad un paese dell'Unione Europea. È lo stesso Truhn, in una nota amara e sarcastica, a metterne in evidenza le chiare responsabilità politiche. Rimettere insieme i cocci del Sud, dice, sembra essere divenuto “lo sport (politico) dell'estate”, più o meno assimilabile ad una partita di beach volley, con “i partiti in competizione nel provare agli elettori del Sud che loro tengono davvero a portare la loro terra fuori da questa spirale di declino”. Il tutto “mentre la Lega Nord contrae i muscoli e propone una soluzione Nord/Sud su due piani”. La prima parte dell’analisi, Truhn, la conclude con l’unica ricetta che è convinto possa salvare il meridione: “Tutto il denaro che è stato versato sul Sud avrà un impatto limitato se non saranno soddisfatte tre condizioni: una più efficace leadership politica, capace di assicurare che i progetti prospettati e finanziati siano completati in tempo; tolleranza zero nei confronti della criminalità organizzata e della corruzione nelle offerte e gare di appalti pubblici; un fondamentale cambiamento culturale volto a creare una società civile.”
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“Niente sesso? Io divorzio e mi devi 10mila euro”

Alla donna la corte di Aix en Provence dà ragione

Non c’é stato alcun concorso di colpa nel divorzio pronunciato ad Aix-en-Provence, nel sud della Francia, di una coppia di Nizza: tutta colpa di Jean-Louis, il marito, accusato dalla moglie Monique di ‘non aver piu’ avuto relazioni sessuali con lei per diversi anni’.

LO STRESS - L’uomo, che ha provato a giustificarsi con lo stress, la stanchezza, qualche acciacco (e sostenendo che i rapporti si erano rarefatti, non che non esistessero piu’), è stato condannato anche a pagare 10.000 euro di danni alla moglie. La quale ha sostenuto, ed ha avuto pienamente soddisfazione dalla corte, che all’origine del loro divorzio – erano sposati da 21 anni con due figli – c’e’ stata l’assenza di rapporti intimi. Il codice civile francese prevede che i rapporti sessuali siano un ‘dovere matrimoniale’ per le coppie sposate. I giudici hanno aggiunto che sono ‘l’espressione dell’affetto reciproco’. (ANSA).

Un registro per le protesi al seno

Lo propone la statunitense Food and Drug Administration per valutare le possibili ricadute negative nel tempo

Il seno al silicone è ormai una protesi molto diffusa, e in genere la chirurgia plastica, ricostruttiva o estetica, che se ne serve è considerata sicura.

REGISTRO DELLE PROTESI – Ma la prudenza non è mai troppa: così nasce la proposta di un registro nazionale degli impianti mammari riempiti con gel di silicone per seguire le donne che, per malattia o estetica, si sono sottoposte all’operazione, almeno per dieci anni dal momento dell’intervento. La richiesta arriva negli Usa dalla Food and Drug Administration (Fda) per un migliore monitoraggio degli impianti e della loro sicurezza.

NUMERO TROPPO ESIGUO - Al momento, si legge sul sito di informazione online MedPage Today, a raccogliere i dati di follow-up degli interventi sono negli Usa – su richiesta della Fda – le due societa’ che producono gli impianti mammari, Allergan e Mentor, ma i risultati di questi studi sarebbero stati finora deludenti, in particolare perché il numero delle donne seguite è così esiguo che non si riescono a stabilire le connessioni che possono insorgere fra impianti e malattie rare, ad esempio quelle del tessuto connettivo.
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Germania: scontri a Dortmund durante manifestazione neonazisti

Dortmund, 3 set. (Adnkronos/Dpa) - Intervento della polizia antisommossa tedesca oggi a Dortmund dove una marcia dei neonazisti e' sfociata in disordini e scontri con un gruppo di controdimostranti. Riuniti per la marcia, i circa 400 esponenti dell'estrema destra si sono trovati a far fronte a 4mila attivisti di sinistra, stando a stime fornite dalla polizia. Un gruppetto di controdimostranti ha attaccato i partecipanti alla marcia e la polizia e' dovuta intervenire con idranti e manganelli per separare i due gruppi. Presente, tra i manifestanti che contestavano i neonazisti, il ministro per l'Integrazione del NordReno Westfalia, Guntram Schneider, per il quale e' intollerabile che si consenta ai neonazisti di marciare ogni anno attraverso la citta' di Dortmund.

Il corpo militare segreto più potente della Cia

E’ il Joint Special Operation Command: il Washington Post ne svela le attività

La Cia, l’agenzia di intelligence Usa, dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 haucciso migliaia di terroristi di al Qaida con i suoi droni e le sue forze paramilitari. Ma, come scrive oggi ilWashington Post, c’è anche un’altra “organizzazione misteriosa” che negli ultimi dieci anni ha ucciso un numero ancora maggiore di nemici degli Stati Uniti.

COS’E’ IL JSOC - Si tratta del Joint Special Operation Command (Jsoc), un’unità delle forze armate americane creata all’inizio degli anni Ottanta per liberare persone tenute in ostaggio, la cui missione si è però profondamente trasformata dopo gli attacchi alle Torri gemelle.

UNA FORZA OSCURA - Gli agenti della Cia, riferisce il Washington Post, hanno arrestato e interrogato nelle loro prigioni segrete sparse per il mondo un centinaio di sospetti terroristi, ma i militari di quest’altra unità segreta, il Jsoc appunto, ne hanno arrestati e interrogati un migliaio in celle situate in Iraq e in Afghanistan. Dall’11 settembre 2001 il Jsoc si è sviluppato in modo considerevole. Prima degli attacchi ne facevano parte 1.800 uomini, ora ne conta 25.000, e ha raggiunto “un livello di oscurità” che neanche la Cia è in grado di avere. “Siamo la materia oscura, siamo la forza che ordina l’universo, ma che non può essere vista”, ha detto in condizione di anonimato un membro dei Navy Seal, descrivendo la sua unità.
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Manovra: lunedi' in piazza i sindacati di polizia

Roma, 3 set. (Adnkronos) - Il Siap ,il Silp-Cgil, il Coisp e l'Anfp scendono ancora una volta in piazza per una manifestazione di protesta contro ''l'iniqua manovra economica varata dal Governo. Il perseverare nel non ascoltare i sindacati di polizia sulla manovra economica, - si legge in una nota - mostra che il Governo non vuole affatto tagliare sui reali sprechi del settore pubblico, che invece avrebbe effetti benefici anche nella lotta alla corruzione vero costo della politica italiana, mentre preferisce come al solito tagliare sui servizi essenziali dello Stato".

Movimento per la pace: un movimento che non c’è… ancora!

war-is-peace-02di Nanni Salio - serenoregis.org.

La questione è vecchia, ma si ripropone sempre quando ci troviamo di fronte a una guerra: dov’è il movimento per la pace? Non ritornerei su questo tema, se non fosse per rispondere alle giuste e sofferte sollecitazioni di Marinella Correggia, che ha tentato invano di richiamare l’attenzione su quanto è avvenuto e continua ad avvenire in Libia. Ecco alcuni spunti di riflessione che ritengo essenziali.

Primo: non esiste un movimento organizzato al quale fare riferimento direttamente, neppure un reale coordinamento, ma solo un insieme variegato di associazioni, gruppi, piccoli movimenti, che operano settorialmente e separatamente.

Secondo: le grandi oceaniche manifestazioni sono il risultato di iniziative alle quali partecipano anche altri soggetti, oltre ai movimenti di base: le Chiese, i partiti. Storicamente, in queste occasioni si è riusciti sia a ottenere qualche parziale risultato, sia a essere presenti su scala globale (lotta contro i test nucleari in atmosfera negli anni 1950-1960; contro la guerra del Vietnam; contro gli euromissili). Ma sovente queste manifestazioni si limitano a essere dei grandi happening, come è avvenuto il 15 febbraio 2003, in quella che è stata definita, con troppa enfasi, la giornata della “nascita della seconda superpotenza mondiale”.

Terzo: le risorse a disposizione dei movimenti di base sono scarsissime, quasi nulle e non c’è un piano per modificare questo stato di cose.

Quarto: i movimenti di base non hanno un loro programma politico preciso, ma solo un insieme di proposte e di slogan generici. In altre parole, “non fanno politica”. In questo momento non hanno nessun referente politico in Parlamento.

Quinto: per quanto riguarda l’Italia, né la Chiesa cattolica, né tanto meno i partiti di sinistra hanno mai assunto con rigore e coerenza il tema della pace e specificamente della cultura e dell’azione nonviolenta. Contribuiscono quasi solo a un pacifismo basato su dichiarazioni generiche, vaghe e impotenti.

Di fronte a questa situazione, descritta per sommi capi, non stupisce quanto è successo nel caso della Libia.

Tra i partiti e le forze di sinistra c’è stato un coro quasi unanime, dalla Rossanda sul Manifesto al Presidente della Repubblica, di adesione alla falsa interpretazione dell’ “intervento umanitario”. Era talmente evidente la montatura, che ci si chiede se sia prevalsa la stupidità, l’ignoranza, la disinformazione o semplicemente la distrazione.

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http://www.megachip.info/tematiche/beni-comuni/6716-movimento-per-la-pace-un-movimento-che-non-ce-ancora-.html

Bunker

“Ecco la tangente di Penati” - Sul Corriere la presunta caparra di Gavio a Di Caterina per una casa mai comprata

Una ricevuta da 1,4 milioni di euro per una casa mai comprata. Giuseppe Guastella sul Corriere della Sera ci riassume la vicenda:
A luglio del 2010 Giuseppe Pasini, interrogato a Milano nell’inchiesta Santa Giulia, rivela di aver dato nel 2001 quattro miliardi di lire (metà pagati in contanti in Lussemburgo con le ricevute in foto, ndr.) a Penati tramite Piero Di Caterina per essere favorito nelle speculazioni edilizie Falck e Marelli. Quando gli chiedono se avesse oliato altri politici, risponde: «Sì, ho pagato Amato e Di Leva». Di Leva è l’ex assessore all’edilizia di Sesto in carcere per l’inchiesta su 15 anni di tangenti nell’ex Stalingrado d’Italia che ha travolto Penati; il suo successore Amato non risulta tra gli indagati: «L’ho pagato affinché fossi agevolato o comunque si arrivasse all’approvazione del piano Marelli ».
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La Gelmini chiude la scuola di bambini stranieri

I genitori non ci stanno: “E’ discriminatorio”

Il Corriere racconta un caso analogo a quello della scuola Pisacane di Roma:

S’erano iscritti in 17, 15 sono stranieri (la burocrazia è ferrea e disinteressata alle storie umane, quindi nulla conta che 13 di quei bambini siano nati in Italia, e che molti di loro in Italia abbiano frequentato l’asilo), comunque quella classe di prima elementare non si farà: «Troppo pochi gli iscritti e troppi stranieri tra loro», hanno deciso qualche mese fa i dirigenti della scuola milanese.

I GENITORI NON CI STANNO – Ma la decisione ha suscitato non poche polemiche e anche un’accusa, quella di disciminazione:

Ora i genitori di quei bambini sono andati in Tribunale e hanno denunciato il ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini, per un’ipotesi di discriminazione. Se i bambini fossero stati tutti italiani, sostengono, quella classe non sarebbe mai stata soppressa. Quel che rende questa storia in qualchemodo simbolica, rispetto ad altre, è che si parla della scuola di via Paravia, a Milano, nel quartiere San Siro, che a molti evocherà soltanto Inter e Milan, ma che è anche una zona di case popolari con densità di immigrati altissima. E che, forse per la prima volta in Italia, un paio d’anni fa, in quell’istituto c’è stata una classe di soli stranieri.

VERA INTEGRAZIONE – Ma dal Ministero arriva una nota, che spiega la volontà di non creare un ghetto:

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http://www.giornalettismo.com/archives/144149/la-gelmini-chiude-la-scuola-di-bambini-stranieri/

“Il presidente ora va con le minorenni”

La moglie di Tarantini dice la sua sul caso Ruby: si stava meglio quando si stava con la D’Addario?

“Le minorenni in casa, altro che quando c’era mio marito”: Angela Devenuto, moglie di Gianpi Tarantini, dice quello che pensa nelle intercettazioni con Valter Lavitola, indicato dagli investigatori come suo amante:

«LE MINORENNI IN CASA» Angela Devenuto continua poi a sfogarsi con Lavitola. N: «Io ti voglio dire una cosa, lui risolve i problemi a… ma va bè tu dici lui perché so’ femmina, ho capito gli compra le case le sistema gli trova il lavoro a quattro mignotte e che c… sto ragazzo fino a prova contraria l’ha preso e lo ha difeso davanti a tutta la stampa io non ho detto che nella vita c’ha una cosa e non deve essere per carità, non è che lui è obbligato, però voglio dire pure una coscienza di una persona di quella età che dice un ragazzo con tutta la vita davanti, cazzo gli do una mano». E più avanti Angela Devenuto affonda. N: «Ma se lui dopo Giampaolo, si è fatto arrivare in casa minorenni, ma vogliamo parlarne, ma perché il problema era Giampaolo».
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Caso escort: interrogata la segretaria storica del premier L’inchiesta dei pm napoletani prosegue a ritmo serrato

Caso escort: interrogata la segretaria storica del premier
NAPOLI – Tutto è iniziato da una serie di intercettazioni telefoniche, con lei, Marinella Brambilla, e lui, Valter Lavitola, che parlano di denaro. La prima, segretaria storica di Silvio Berlusconi; il secondo, imprenditore ed editore de ‘L’Avanti’, attualmente irreperibile perché all’estero. L’inchiesta riguardante il presunto ricatto ai danni del premier (per il momento sfociata nell’arresto dell’imprenditore Gianpaolo Tarantini e della moglie Angela Devenuto) è tutt’altro che in dirittura d’arrivo. Nel lavoro dei pm napoletani, che infatti prosegue a ritmo serrato, si va avanti con i testimoni. Ed è così che i pm della Procura di Napoli, nel tentativo di fare ulteriore chiarezza sulla questione del pagamento materiale di denaro da parte del premier, hanno voluto ascoltare la sua segretaria come persona informata dei fatti. Proprio Marinella Brambilla, infatti, sarebbe stata l’addetta al pagamento dei soldi che Silvio Berlusconi sarebbe stato costretto a versare all’imprenditore pugliese, per scongiurare ulteriori conseguenze negative dalla vicenda delle escort (vicenda per la quale lo stesso Tarantini è indagato). È un giro vorticoso di intercettazioni telefoniche quelle sulle quali i pm sono a lavoro, con le prime, Tra Gianpiero Tarantini e Valter Lavitola, e le seconde, quelle tra Marinella Brambilla e di nuovo Valter Lavitola, che parlano di denaro, sia pure con un linguaggio criptico (dove “stampa delle foto” significava appunto “soldi”, secondo i magistrati). Dalle stesse intercettazioni, infatti, emerge che sarebbe stata proprio la segretaria particolare di Berlusconi a consegnare materialmente le somme di denaro estorto a Berlusconi, attraverso Rafael Chavez, collaboratore di origine peruviana di Lavitola, che la Brambilla nelle telefonate chiama “Juannino”. Tutto questo sistema, ricordiamolo, sarebbe servito per spillare al premier oltre 500 mila euro destinati ai coniugi Tarantini (per far si che questi potessero tenere la bocca cucita sulla questione delle escort che l’imprenditore pugliese avrebbe procurato per le serate di Villa Certosa e Palazzo Grazioli), sui quali però Lavitola avrebbe fatto una “cresta” di ben 400 mila euro.

Pakistan: maltempo, 66 morti

(ANSA) - ISLAMABAD - Piogge battenti, straripamenti di fiumi e inondazioni hanno causato almeno 66 morti e moltissimi danni nella provincia meridionale pachistana di Sindh. Il presidente della Authority nazionale per la gestione dei disastri (Ndma), Zafar Qadir, ha aggiunto che almeno tre milioni di persone sono state colpite in diversa misura dalle avversità meteorologiche, mentre 150.000 sono state costrette a rifugiarsi negli accampamenti approntati dal governo.

Siria: Russia condanna sanzioni Ue

(ANSA) - DUSHANBE (TAGIKISTAN) - Le sanzioni imposte dall'Unione europea contro la Siria "non porteranno a nulla di buono. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov. "Abbiamo sempre detto che le sanzioni unilaterali non porteranno nulla si buona. Rovinano una approccio mirato alla partnership", ha detto il capo della diplomazia russa parlando con i giornalisti a margine di un summit delle ex repubbliche sovietiche in Tagikistan. "Noi siamo contro sanzioni unilaterali".

Bari: truffa al servizio sanitario su bombole di ossigeno, 47 indagati

Bari, 3 set. - (Adnkronos) - Medici specialisti pneumologi, infermieri e tecnici addetti ai reparti, mediante rapporti consolidati nel tempo, segnalavano sistematicamente alle ditte operanti nel campo dei gas medicali i pazienti in dimissione dagli ospedali ricevendone in cambio utilita' a danno del Servizio sanitario nazionale.

Gli spot vergogna con le sexy bimbe

Un'azienda francese produce intimo versione "baby" con modelle in pose sexy che non arrivano a dieci anni. Sul web è partito il tam tam degli indignati. Lo spot è già stato segnalato al Giurì per la Pubblicità

Boobs and Bloomers, ovvero tette e mutande. La scelta del nome sarebbe già ridicola se il marchio fosse di indumenti per adulti. Questa, invece, è lingerie sexy per bambine. A giudicare dalle foto avranno otto o nove anni. Truccate come delle piccole Lolite, in pose ammiccanti, aspiranti donne che imparano a usare il proprio corpo, perché visto come gira il mondo è utile capire fin da piccole che “ogni donna è seduta sulla propria fortuna” (come scrisse Piero Ostellino in un dimenticabile articolo sulCorriere della Sera per giustificare le carriere fulminanti di varie ministre e consigliere regionali Pdl). Che dire di queste foto? La prima immediata reazione nel vedere delle bambine conciate così è di infinita tristezza, per la pochezza etica e culturale di adulti che usano il corpo di queste ragazzine in modo così spregiudicato. Poi scatta l’indignazione vera e propria. Perché questa campagna pubblicitaria di reggiseni imbottiti per bambine è doppiamente pericolosa. Se da una parte veicola un’immagine delle donne fondata solo ed esclusivamente sull’avvenenza sessuale, dall’altro è una chiara incitazione alla pedofilia. Guardatele, sembrano delle bamboline di plastica. Sembrano tratte dal sito porno pedofilo invece che dalla campagna pubblicitaria di una ditta olandese che commercializza i suoi prodotti anche in Italia tramite grandi magazzini come la Coin. La foto delle ragazzine con l’accappatoio ci è stata mandata da un lettore che ha scattato la foto negli spogliatoi dell’Aquafan di Rimini. È già stata segnalata al Giurì della Pubblicità. E su Internet ha già iniziato a circolare una controcampagna, molte persone indignate stanno tempestando il sito della ditta che infatti ha rimosso le foto (almeno dal Web, non risulta per le affissioni) balbettando giustificazione poco plausibili, del tipo non era nostra intenzione avvicinare il marchio alla pedofilia eccetera. Negli anni Settanta Elena Gianini Belotti scrisse un testo molto interessante (Dalla parte delle bambine, Feltrinelli) dove denunciava il precoce condizionamento delle bambine e spiegava come l’educazione sociale e culturale all’inferiorità femminile si compiva nel giro dei primi anni di vita tramite i giochi, le pubblicità, addirittura i libri di testo scolastici. Lavoro poi aggiornato nel 2007 daLoredana Lipperini in Ancora dalla parte delle bambine, che raccontava come la situazione non fosse cambiata, ma anzi peggiorata da tutto il nuovo merchandising fatto di bambole sexy, trucchi per preadolescenti, cartoni animati, marketing forsennato. Nessuna delle due scrittrici poteva immaginare di leggere le cronache che ben conosciamo, con vergini offerte al drago, minorenni che si vendono con una spregiudicatezza inquietante, addirittura madri, padri e fratelli che incitano a prostituirsi. Ogni giorno c’è nuovo materiale per aggiornare ulteriormente quei testi. Viene da chiedersi se è più la realtà che stuzzica l’immaginario o se i due piani viaggiano di pari passo. Di certo queste bambine, alle quali viene propinato come prodotto normale un sexy push up, non diventeranno adolescenti in grado di capire e difendere l’importanza del proprio corpo. Penseranno che è giusto, oltre che lecito, usarlo (Ostellino docet, sempre lui…). E i loro coetanei maschi – per non parlare di pedofili e malati sessuali di altro tipo – si sentiranno sempre più in diritto di usarlo, quel corpo, a proprio gradimento. In fondo il push up serve a sentirsi desiderate, no? Chi preda sessuale si fa, soprattutto se non ha gli strumenti per capirlo e per difendersi, è facile che poi ne subisca la conseguenze. Così adesso sappiamo chi ringraziare se fanno sesso a 12 anni. Se le violenze contro le donne aumentano. Se a 18 anni vorranno rifarsi il seno.

Caso Penati, indagini sull’Idroscalo Park Il centro commerciale che vale un miliardo

Michele Molina, inquisito dalla Procura di Monza, è il progettista del grande complesso previsto vicino all'aeroporto di Linate, costruito dal gruppo Percassi, finanziatore del dirigente del Pd. Di Caterina lo accusa di "scambi opachi" con l'architetto Sarno. Sul piatto ci sono anche opere viabilistiche per 65 milioni di euro, di competenza della Provincia di Milano

Non c’è solo il presunto “sistema Sesto” nel mirino dell’inchiesta che coinvolge il dirigente del PdFilippo Penati. La Procura di Monza ha disposto accertamenti sul progetto Idroscalo Center, un complesso commerciale e d’intrattenimento da 160 mila metri quadri che dovrebbe sorgere intorno al lago artificiale milanese, a ridosso dell’aeroporto di Linate, con importanti interventi anche sulla viabilità circostante. Se vedrà la luce, sarà il centro commerciale più grande d’Europa, un affare da 1,25 miliardi di euro. Il legame tra le vicende è rappresentato da uno degli indagati, Michele Molina, ingegnere attivo nella costruzione di centri commerciali. Molina è amministratore delegato dell’Api, la società che cura la progettazione per conto dell’International Business Park del gruppo Stilo, guidato daAntonio Percassi, presidente dell’Atalanta. Percassi, tra l’altro, è un finanziatore della fondazione Fare metropoli, che fa capo a Filippo Penati. Partner dell’operazione è il gruppo australiano Westfield, e Westfield Milan sarà il nome ufficiale del complesso. Michele Molina è stato tirato in ballo nell’inchiesta monzese dall’imprenditore Piero Di Caterina. Davanti ai pm Walter Mapelli e Franca Macchia, Di Caterina avrebbe raccontato di aver saputo dall’architetto Renato Sarno, vicino a Penati e anche lui indagato, di rapporti economici “opachi e anomali”, nonché di “passaggi di soldi”, tra lui e l’ingegner Molina nel periodo tra il 2007 e il 2008, proprio in relazione all’area della ex Dogana di Segrate, dove dovrebbere sorgere l’Idroscalo Center. Fin qui le indiscrezioni sull’inchiesta. La Provincia di Milano, presieduta da Penati dal 2004 al 2009, ha un ruolo importante nell’affare, segnato negli anni da polemiche e stop. Alla Provincia compete infatti il via libera sul piano viabilistico connesso alla costruzione del nuovo insediamento, in un’area già congestionata di traffico. La International Business Park “prenderà in carico la riqualificazione del sistema viario dell’aeroporto di Linate fino allo svincolo di Tregazzano”, si legge in un comunicato dell’azienda del 14 agosto, “per un investimento di 65 milioni di euro”. Una somma molto consistente che rappresenterebbe gli oneri di urbanizzazione a carico del costruttore.

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Wikileaks (2/3): i vertici USA e il ministro La Russa concordano sul come raccontare bugie sulla guerra in Afghanistan

Wikileaks oggi ha deciso di pubblicare tutto il suo archivio su internet, chiedendo agli utenti di ricercare notizie interessanti nella mole dei documenti che si possono ora consultare attraverso il sito:http://cables.mrkva.eu/
Il sito attualmente è raggiungibile, ma non è dato sapere ancora per quanto.
Per questo motivo sarebbe opportuno spulciare i documenti per cercare qualcosa di interessante sulla "casta italiana" prima che l'archivio diventi irrangiungibile.
Dopo la polemica tra Assagne e il The Guardian, Wikileaks ha deciso di pubblicare tutto l'archivio senza filtri, come finora è avvenuto attraverso la selezione di una ventina di organi di stampa internazionali (in Italia si era affidato a La Repubblica) a cui periodicamente venivano inviati una parte dei documenti riservati.
Ora l'archivio intero è di dominio pubbilco, senza filtri, purtroppo non ho molto tempo, per cui chiedo a tutti di spulciare e pubblicare quello che si riesce a trovare di interessante.
EUR/RPM FOR AARON COPE S/SRAP FOR JARRETT BLANC SCA FOR TOM GRAMAGLIA AND CAROLYN COBERLY E.O. 12958: DECL: 01/28/2020 TAGS: PREL, PGOV, MARR, MOPS, NATO, IT, AF SUBJECT: AFGHANISTAN: ITALY AGREES ON THE NEED TO AVOID TALK OF EXIT STRATEGY REF: A. STATE 4108 B. ROME 83 C. STATE 6355 Classified By: Political-Military Counselor J. Liam Wasley for Reasons 1.4 (B) and (D) 1. (C) The Ambassador raised Ref A points with Italian MOD La Russa at a lunch on January 19, asking him to help underscore in public that NATO\'s planning process for ISAF transition to Afghan lead at the provincial level is not an exit strategy. La Russa agreed and said that Italian commanders in the field were working closely with ANSF units and would help to evaluate their state of readiness as the planning process moved forward. He noted that, in the Italian-led RC-West, at least, the ANSF were not ready to take the lead.
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